Chiti: Laici e cattolici. Oltre le frontiere tra ragione e fede

Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd), presentando oggi all’Università Lumsa un libro scritto assieme al cardinale Silvano Piovanelli (Laici e cattolici. Oltre le frontiere tra ragione e fede), ha affermato che “la laicità è un principio cardine per la vita della società”, soprattutto in questo periodo di globalizzazione e incontro tra culture diverse. La laicità “è inseparabile dalla libertà”, che “permette ad ogni persona di esprimere la sua dignità e ricchezza umana”.
Chiti però sostiene che la laicità seppure “essenziale” non è “sufficiente”. I “due pilastri” della laicità sono “l’autonomia reciproca tra stato e religione” (che però “in molte parti del mondo non avviene”) e “la fede religiosa vista come un semplice fatto privato”: ma quest’ultima caratteristica secondo Chiti “non può reggere all’urto della storia: o si riconosce e si organizza un momento pubblico in cui ci sia cittadinanza anche per l’espressione delle fedi religiose, oppure la laicità rischierà di venire meno”.

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22 commenti

DF1989

“o si riconosce e si organizza un momento pubblico in cui ci sia cittadinanza anche per l’espressione delle fedi religiose, oppure la laicità rischierà di venire meno”

Cioè, perché ci sia laicità è necessario negare la laicità?

alfredo

I “due pilastri” della laicità sono “l’autonomia reciproca tra stato e religione” (che però “in molte parti del mondo non avviene”)
in quale?
In Italia? per caso?
Fanno un libro insieme …..chissà cosa ci scriveranno?
Un contorsionismo di parole per affermare che la religione cattolica è laica per eccellenza.
….e tutti poi ci crederanno…..
religione e laicità due parole che si escludono a vicenda

Bruno Gualerzi

“La fede religiosa vista come un semplice fatti privato… non può reggere all’urto della storia”.
Di sicuro non ha mai retto e mai reggerà all’urto di qualsiasi chiesa!
A meno che non si ritenga che la storia la faccia la chiesa…

Matteo

Sono questioni del menga. Il problema è semplicemente dare a tutti l’opportunità di esprimersi e poi entrare nel merito delle questioni ed esprimersi con chiarezza a favore dei discriminati e contro chi discrimina. A volte forse le questioni sembrano complesse e delicate, ma con questa bussola forse tutto può essere più chiaro.

Fede

“OLTRE LE FRONTIERE TRA RAGIONE E FEDE”
Dallo stesso regista di “Ai confini dell’inverosimile storia di Pinocchio, figlio di Giuseppe”, una nuova appassionante storia di amore e odio.
A natale nei cinema.

Bruno Moretti Turri

Sbaglio o quel chiti lì è di un partito che ha per acronimo le iniziali del più famoso intercalare blasfemo della linqua italiana?

Ehmmm, sottinteso l’absit iniuria verbis a quegli utilissimi e… buonissimi esseri viventi che sono i pigs…

Giacomo Grippa

La confessione cattolica la fa già da padrona, è già fenomeno pubblico, ha già spazio pubblico che bisogno c’è per la laicità di dipendere o avere come sostegno, anzi come angelo custode la fede?
Il problema che la religione è un potere temporale è una sovrastruttura proselitistica e parassitaria , nel senso che deve farsi abbondantemente sovvenzionare.
Chiti è disposto a non negare a tutti gli altri quello che concede
Qui casca l’asino.
E’ disposto Chiti a non negare ai diversamente credenti, a chi è ateo o agnostico quello che viene concesso al Vaticano?
Ci provasse soltanto se è coerente e sinceramente democratico.

rothko61

Finalmente un libro che non mi viene voglia di comprare…

Otto Permille

In una situazione normale una confessione religiosa non dovrebbe possedere uno stato, un segretario di stato, ambasciatori ecc. ecc. e dovrebbe vivere come tutte le altre associazioni senza potere imporre tasse ecc. ecc. Quando le cose sono storte all’inizio non si raddrizzano più. Solo chiacchiere.

Popinga

Chiti ha ragione: il dialogo con i cattolici facciamolo oltre le frontiere.

antonietta dessolis

è urgente un corso di alfabetizzazione ai politici, prima di tutto, sul concetto di laicità, tanto per iniziare basterebbe un buon vocabolario di italiano; ma come si dice, non c’è peggior sordo di chi non vul sentire, figuriamoci leggersi un buon libro, siccome di carta straccia non ce n’è abbastanza, preferiscono scriverne ancora; poi in Italia sono campioni dell’ossimoro, il “si ma anche” (che non ha inventato veltronio), ovvero tutto e il suo contrario :-(((

Maurizio D'Ulivo

Se le teorie enunciate nel libro sono queste, il suo acquisto è del tutto superfluo.

La chiesa ci pensa già da sola, anche senza il soccorso del Vannino Chiti di turno, a predicare una finta laicità nel momento stesso in cui mette in atto tutto il possibile per occupare capillarmente lo Stato.

Complimenti comunque a Vannino Chiti: direi che il suo scritto rappresenta perfettamente il livello di laicità che il PD è in grado di mettere in atto oggigiorno…

JJR-Antonio

Personalmente, ritengo che la visione di laicità dell’On. Chiti sia intrisa di fuorviante demagogia…
In primo luogo, perchè lo spazio nell’agorà pubblica, astrattamente, è già dato in egual misura ad ogni istanza ideologica, culturale e religiosa (principio di uguaglianza formale): quindi, il problema “…o si riconosce e si organizza un momento pubblico in cui ci sia cittadinanza anche per l’espressione delle fedi religiose…” non è teoricamente un “problema”, bensì quest’ultimo deriva dal fatto che si “riconosce” ed “organizza” un “momento pubblico” primariamente e, spesso, esclusivamente per una sola religione in Italia (e sappiamo bene quale è)…
In secondo luogo, ed a corollario della appena esposta osservazione, manca l’effettività di questa uguaglianza formale, a causa proprio sia dell’azione della politica (ossia, del legislatore) sia della P.A.: in sostanza, viene deformato quello che è l’intervento dello Stato nell’attuazione del principio di uguaglianza sostanziale…
In terzo luogo, più che una compartecipazione alla costruzione del principio di laicità dello Stato da parte sia delle fedi religiose che delle ideologie a-religiose, ritengo che il principio di laicità non abbia assolutamente bisogno di alcuna costruzione in corso, dato che è già là, nella trama costituzionale, così come inteso dalla sent. Corte cost. 203/1989, ed aspetta solo di essere pienamente attuato…
Questa gente dovrebbe smetterla di prenderci per il c..o!!!!

JJR-Antonio

Inoltre, e concludo, questo binomio di confronto “laici e cattolici” rappresenta un’ulteriore presa in giro: a mio avviso, se la Costituzione è “laica”, chi vuole dargli il giusto rispetto deve essere, per forza di cose, “laico”, che sia religioso (e non solo cattolico – da qui, un’ulteriore contraddizione del messaggio racchiuso nel libro) o di altra estrazione ideologico-culturale…
Di contro, se viene presentato un libro a cui ha partecipato anche un cardinale ed il cui titolo pone in essere un rapporto di tensione del tipo “laici vs. cattolici”, per forza di cose, si sta affermando che il cattolico mai potrà essere “laico”: insomma, si tirano da soli la zappa sui piedi, poichè, come ho detto sopra, se la Costituzione è “laica”, allora, quelli “fuori posto” ed “inopportuni” sono i secondi e non, di certo, i primi…
Quindi, le cose sono due: o religiosi e non-religiosi devono avere ambedue una visione “laica” della vita oppure i religiosi non potranno mai parlare di “laicità”…e, se lo fanno, vuol dire che si sono giustamente adeguati allo spirito costituzionale, portando a vita privata il proprio sentimento religioso…
In sostanza, si arriva alla conclusione secondo la quale o la religione diviene “fatto privato” ed, allora, si può portare avanti una discussione laica sui problemi sociali oppure non ci sarà mai alcuna discussione laica…
Non vedo alcuna via alternativa: se qualcuno di voi la vede, “son tutto orecchi”…grazie!

Massi

L'”eterno” problema ha inizio col fatto che tutti e ciascuno ci sentiamo in grado di riassumere tutte le posizioni nella propria posizione (prima che un fatto ideale è un fatto sensibile).
Dopodichè (solo dopodiché) c’è chi che per sostenere la “giustezza di questo” si fonda proprie religioni e chi invece si pone in modo critico anche rispetto a se medesimo, dunque, relativista rispetto a “tutte le cose”.
E poi ci sono le “vie di mezzo”: che viste nalle loro dinamiche non sono altro che “fare il punto” di ciascuna transizione da una parte all’altra.
E’ a secondo della direzione presa che certi “moderati” possono diventare più o meno utili alla collettività o pericolosi nell’avvallare “una singolarità su tutti”.

Maurizio D'Ulivo

No, stefano: la fede è una delle tante forme di sensibilità e pertanto, finchè resta a livello di convinzione personale, merita lo stesso rispetto che si deve anche alle convinzioni a-religiose o a-fideistiche.

Non è la fede ma, semmai, sono le religioni strutturate e determinate a imporre per leggere il loro volere a dover essere combattute: e l’asinità, piuttosto che essere associata ad una fede personale e sincera (ancorchè oggettivamente priva di riscontri ed evidenze), andrebbe più a buon diritto associata alle tante pecorelle che, quando seguono una strada, lo fanno solo perchè il resto del gregge la imbocca, senza chiedersi mai se tale percorso è il più adatto anche per loro.

Third Eye

Ma perché poi solo laici e CATTOLICI? Poteva metterci laici e religiosi, ma già scrivere con un cardinale mi sa tanto di lecchinaggio studiato per essere flebilmente dissimulato.

Ma vabbè, si parla di Chiti, da buon toscano so bene il tipo e ne ho la stima che merita di avere…

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