Messa per Nietzsche, il vescovo è d’accordo

L’idea di celebrare una messa in ricordo del filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche, clamorosa sotto il profilo culturale, non ha riscosso l’interesse dei fedeli. Non più di trenta persone, infatti, hanno partecipato alla funzione officiata da padre Quirino Salomone, nella basilica di San Bernardino. Il vescovo Molinari è d’accordo sull’iniziativa: ma evitiamo di beatificare il filosofo. Anzi, a dire il vero, sembrava che dopo l’uscita dal luogo di culto della gente che aveva partecipato della precedente messa, la basilica fosse destinata a restare deserta ma poi, alla spicciolata, sono arrivati alcuni fedeli che hanno assistito alla funzione religiosa. L’orario delle 19,30, del resto, non era certo quello più adatto per attendersi una gran folla nella grande basilica bernardinana. Tra i presenti anche persone che nulla sapevano del pur famoso filosofo tedesco, morto nel 1900, e ancora meno del clamore suscitato dall’iniziativa di padre Salomone. E qualcuno, forse, è rimasto inizialmente spaesato dalla lunga e appassionata omelia del sacedote, in parte intrisa di contenuti filosofici di spessore, ma poi tutti sono stati coinvolti dalle indubbie facoltà oratorie di padre Quirino. «Se questo filosofo con le sue opere è stato un male per la Chiesa», ha detto padre Quirino «io invoco la pietà di Cristo anche per lui». E questo, come ha tenuto a precisare il frate francescano, rientra perfettamente nel messaggio del Perdono celestiniano. «Il Padre», ha aggiunto inoltre il rettore della basilica, «ama tutti i suoi figli e ha una particolare predilezione per chi si allontana da lui e quindi per chi ne ha più bisogno. Questa è una provocazione per risvegliare la fede. Non dimentichiano che i martiri non hanno mai maledetto i loro carnefici, semmai ne hanno chiesto al Padre la salvezza. Dobbiamo ricordarci che nessuno è mai escluso dalal misericordia di Dio». Sull’iniziativa di una messa in onore del filosofo si registra anche una presa di posizione dell’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari. «C’è una discussione sull’ateismo di questo filosofo, e alcune pagine delle sue opere sembrano contrarie alla religione cattolica» ha commentato il prelato «ma sono stati molti coloro che hanno visto del positivo in queste dissertazioni. La sua avversione non è nei confronti di Dio e della Bibbia ma contro alcune forme di religione che non sono autentiche. Questo deriva da esperienze personali difficili». «In fondo» prosegue «la Chiesa non deve fare altro che predicare la misericordia divina. Anche Giuda, qualora si fose pentito, sarebbe stato perdonato. Nessuno, per il Signore, è perduto. Pregare per una persona che ha avuto tanti legami con questa città è sempre giusto specie se ha sbagliato. L’importante è non strumentalizzare il messaggio evitando il rischio di una “beatificazione” del filosofo in questione. Conosco bene il professor Arturo Conte e sono certo che non volesse dire nulla di contrario alla fede». Padre Quirino, infine, non ha escluso in futuro un convegno su queste tematiche.

Fonte: Il Centro

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47 commenti

fabrizio

Non so voi, ma io provo un senso quasi di schifo per questi babbalei. Invoco enorme pernacchia, filosofica e reale, per seppellire questi odiosi frignoni pietisti. Oltretutto, non so se la fantasia di un dio che alla fine perdona tutti e tutti accoglie non sia perfino più odiosa di quella di un dio punitore da Antico Testamento, che almeno ha i tratti del vero infamone geloso e balzano nelle sue decisioni imperscrutabili. Cosi invece… via s’è fatto tutto per finta… per l’eternità. Proprio un dio fesso per fessi!

Bruno Gualerzi

Peccato non sia stata ripresa la scena di quelle persone che assistevano ad una messa in suffragio di chi manco sapevano chi fosse… e che però sono stati “tutti coinvolti dalle indubbie qualità oratorie di Padre Quirino”.
E’ proprio vero: le vie del Signore – tutt’altro che ‘morto’ – sono infinite!

luca

Dio concede abbastanza luce a chi vuole credere ma lascia anche abbastanza buio per chi non vuole credere…A Natuzza” nei dialoghi di Quaresima Gesù dice che la ha scelta come parafulmine per i peccati nel mondo”. Lei non ci gudagna nulla solo grandi soffernze che accetta con amore di Dio e del prossimo. Basta leggere i referti medici e i referti di chi la assiste nella passione del venerdì santo…
ci sono tante prove dell’esistenza di Dio..persone che hanno visto fenomeni miracolosi con i propri occhi…
meditate e riflettette…

Laurentia

Su Nietzche ho sentito, in Also Sprach Zarathustra, una profonda conoscenza dei Veda e una giusta critica alla religiosità di convenienza e paura. Dalle parole attribuite a Padre Quirino sento un uomo buono che vede in Dio solo amore. Se tutti i credenti fossero come lui, questo pianeta sarebbe già un paradiso terrestre. Ma perché alcuni di voi sono così cattivi con i buoni?

Stefano Bottoni

@ luca

Vedere qualcosa di cui non si conosce la spiegazione non implica che questa cosa sia un miracolo. Tribù primitive tutt’ora ritengono che il sorgere del sole o un fulmine siano “miracoli”.
Guarda caso i “miracoli” o le “apparizioni” avvengono sempre davanti a persone di scarsa se non nulla cultura. Mai uno scienziato, o anche una persona di grande cultura seppur non scientifica, ne ha visto uno.
Un motivo ci sarà, no?

Ettore Brocca

Il pensiero di Nietzsche e il Cristianesimo sono inconciliabili. Il prete non ha affrontato le tematiche di Nietzsche, si è limitato a considerarlo una pecorella smarrita. Uno dei modi più subdoli per umiliare ed insultare il suo pensiero.

Penoso.

Alessandro

Stiamo parlando di quel Nietzsche che scrisse “Il cristianesimo è morto sulla croce” ? Ahah, ha ragione Padre Quirino: questa è una provocazione.
Noi atei l’accettiamo con una risata. Come mai però non fanno altrettanto i credenti quando avviene il contrario? Quando sono gli atei a lanciare delle provocazioni succede il finimondo…

enigammi

perché non fanno la messa anche per satana?
non merita anche lui il perdono divino?

Massi

@ Laurentia
Se ci fai un (tuo) elenco dei “buoni” e dei “cattivi” poi ti rispondo…
Anzi ti rispondo subito (aiutandomi con Freud): alcune persone sono come accrescuite nell’idea di altre ed “uno su tutti” diventa un’immagine collettiva (perché “uno su tutti è ciascun osservatore per se stesso), quale rappresentatante anche di altre persone sacrificate nel corso del lavoro di condensazione, ci creiamo così, ciascuno, le propeie “persone collettive”, spesso sintetizzate con un sol nome (l'”uomo” al posto di “persone”, ecc.). Anche le cose isubiscono la stessa forma sintetica nei pensieri.
Perciò chi si trova in presenza di una di queste persone, di fronte alla quale si debba imporre dei riguardi, anche se vorrebbe dirle cose ostili (per esempio un “vaffa!”) la censura gli impone di reprimere i suoi affetti e, se è maestro di dissimulazione, dissimulerà lo stato affettivo opposto, sorriderà quando vorrebbe essere adirato, e si fingerà affettuoso quando vorrebbe annientare (più accentuato di così, sembra o no il ritratto di un prete o di un bigotto?). Ma quando persone deboli, detestate o appartenenti ad una minoranza mal vista vengono ritenute macchiate di una colpa, la loro punizione non corrisponde alla loro vera responsabilità (hai presente “le pene dell’inferno”?), ma alla “loro colpa” accresciuta della malevolenza verso di loro (.)

Bruno Gualerzi

@ Laurentia
Non è questione di essere ‘cattivi con i buoni’: nessuno che trova la propria dignità in se stesso e nella proprie facoltà umane, prima fra tutte la ragione, può considerare ‘buono’ chi lo ritiene – come rileva Ettore Brocca – una ‘pecorella smarrita’. Chi gli dà questo dirittto, se non l’infinita presunzione di possedere la Verità? Personalmente può anche essere la persona più buona del mondo, ma, per un ateo, indirizza molto male la sua bontà.

vico

@laurentia
posso garantirti che stimo, ad esempio, Francesco d’Assisi o Giovanni XXIII, ma non ne proporrei la commemorazione durante una serata dell’UAAR, come campioni della laicità.
Ma se leggi bene quel prete non parla d’amore ma di pietà, che in questo contesto assume un valore di superiorità morale della chiesa rispetto al filosofo. Più che amore parlerei di un peloso perdono di un peccatore, la volontà presuntuosa di dimostrare la giustezza delle proprie idee e il difetto di quelle degli altri. Amore, se mi permetti, è accettazione e rispetto della diversità.

vico

@luca
esistono svariate spiegazioni mediche sulle stigmati e anche molti trucchi, se basta questo per convincerti puoi credere anche nel santo Silvan

e la tua fede è ben misera se hai bisogno di manifestazioni del divino x credere, medita tu, fai sempre in tempo a diventare ateo.

MetaLocX

“«Se questo filosofo con le sue opere è stato un male per la Chiesa», ha detto padre Quirino «io invoco la pietà di Cristo anche per lui»”

La chiesa mi piace, perché ti perdonano anche quando a sbagliare sono loro.
Un po’ come il papa che avrebbe perdonato le vittime degli abusi sessuali… :-s (Eh, Eh…)

c.d.

“questo, come ha tenuto a precisare il frate francescano, rientra perfettamente nel messaggio del Perdono celestiniano”

risulta a qualcuno che nietzsche si sia mai pentito e abbia mai chiesto di essere perdonato per quello che ha scritto e per quello che pensava? riguardo a che cosa nietzsche avrebbe avuto bisogno di chiedere perdono, e per quale motivo? non dovrebbe forse essere il contrario, con nietzsche che nonostante tutto perdona i cristiani?

“Questa è una provocazione”

l’avevamo capito…

“alcune pagine delle sue opere sembrano contrarie alla religione cattolica”

“alcune” pagine???

“La sua avversione non è nei confronti di Dio”

grazie tante, se come avrebbe potuto essere avverso a qualcosa che non riteneva nemmeno esistere realmente?

“ma contro alcune forme di religione che non sono autentiche.”

ad esempio IL CATTOLICESIMO…

“Anche Giuda, qualora si fose pentito, sarebbe stato perdonato.”

a me risultava che giuda si era proprio pentito, non sta scritto cosi nei vangeli? ma purtroppo si e’ suicidato, e i suicidi vanno all’inferno, che razza di perdono sarebbe questo?

“Nessuno, per il Signore, è perduto.”

questi sono preti cattolici e non conoscono manco il loro catechismo, e’ una vergogna, andrebbero ridotti allo stato laicale per la loro crassa ignoranza:

1034 Gesù parla ripetutamente della “Geenna”, del “fuoco inestinguibile”, che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l’anima che il corpo. Gesù annunzia con parole severe che egli “manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno. . . tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente” e che pronunzierà la condanna: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!”.

1035 La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, “il fuoco eterno”. La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

allora, ci sara pure qualcuno all’inferno, no?

vico

a proposito non trovate poetico che il prete si chiami quirino, divinità pagana che proteggeva le attività degli uomini liberi?

Sara

D’accordo con Brocca e Gualerzi.
La classica posizione di superiorità del cristiano sul ‘cattivo ateaccio’, purché pentito.
Che condiscendenza! Certo Nietzsche non ne aveva bisogno. Di meno cattolico di lui non ho mai trovato nessuno… Non capisco se sto prete è stato affascinato dalla filosofia del Nostro e cerchi di adattarlo al cristianesimo (?) o se in mala fede (o buona fede, secondo la visione cattolica) cerchi di portare una pecorella smarrita all’ovile. In ogni caso, un’operazione subdola e poco comprensibile…

Elettra

Se poi si cita Natuzza ,donna buona e semplice…con tanti problemi… ,a dimostrazione dell’esistenza di Dio,vuol dire che non c’è proprio speranza per l’affermazione del pensiero razionale.

Quanto ai Padri , mai vista tanta confusione di idee.
Speriamo che si fermino qui.

Lucia

“alcune pagine delle sue opere sembrano contrarie alla religione cattolica”

SEMBRANO?????????

Cito Nietzsche:
“Contro il prete non si hanno ragioni, si ha il carcere”
“Il prete è il nostro ciandala – sia proscritto, affamato, cacciato in ogni specie di deserto”
“La storia sacra sia chiamata col nome che merita: storia maledetta; le parole Dio, salvatore, redentore, santo siano usate come insulti, come marchio d’infamia”
“Io condanno il cristianesimo, levo contro la Chiesa cristiana la più tremenda di tutte le accuse che siano mai state sulla lingua di un accusatore”

e ripeto SEMBRANO??????????

Manlio Padovan

Ricordo che alla tv degli anni 50 o 60 -quando qualcosa di serio si trasmetteva- l’allora on. Lelio Basso, in un dibattito in cui la parte cristiana era sostenuta dal napoletano (ma nato in quel di TV) morto un po’ di giorni fa e di cui ora mi sfugge il nome: personaggio cristiano come al solito non troppo pulito come è stato scritto dopo al sua morte, affermò che il cristianesimo era finito, la sua epoca cioè, e che bisognava inventare qualcosa di nuovo per tenere unita la società.
L’affermazione non era nuova e a chi leggeva un po’ di storia era bastato avere letto qualche libro di storici inglesi (scusate ma ancora mi sfugge il nome) per sapere che ogni epoca ha avuto la sua fine.
Cosa voglio dire? Che certamente stanno facendo contorsionismi della più plateale stupidità per inventarsi il nuovo con la speranza (o certezza?) che i soliti poveri di spirito ci caschino; ma, se è così, speriamo che il nuovo non sia contorsionistico e sia SOLO ED ESCLUSIVAMENTE FONDATO SUL NATURALISMO FILOSOFICO.
W l’UAAR. Viva!

Azathoth

disgustoso…

a poi tutti sono stati coinvolti dalle indubbie facoltà oratorie di padre Quirino

… si poteva rendere con “sono stati intortati da…”

“Anche Giuda, qualora si fose pentito, sarebbe stato perdonato”

… a voi risulta che Nietzsche si sia mai pentito dei suoi scritti? Perchè a me risulta di no…

michele

molinari forse tu hai avuto esperienze difficili …………………..

luca

il miracolo di Vittorio Messori, i vari personaggi con le stimmati…mi sapete dare una spiegazione razionale a tutti questi eventi? non sono storielle sono fatti accaduti veramente e che nessuno è riuscito a smentire in modo netto…aprite la mente, siete troppo convinti delle vostre posizioni e molti di voi neanche se vedessero Dio ci crederebbbero, inventerebbero una qulache scusa fantasiosa per difendere la propria tesi…riflettete su tutto questo…

michele

strumentalizzare il pensiero di un grande pensatore per i loro bassi fini vergogna………….

Ettore Brocca

@ luca
“e molti di voi neanche SE vedessero Dio ci crederebbbero”

Mi spieghi il senso della tua frase?

“il miracolo di Vittorio Messori, i vari personaggi con le stimmati…mi sapete dare una spiegazione razionale a tutti questi eventi?”

Un prestigiatore non rivela mai i suoi trucchi. Altrimenti gli spettatori paganti non andrebbero di nuovo a rivederlo…

luca

@ ettore brocca
volevo dire che anche se si presentasse Dio davanti a loro continuerebbero a NON crederce

Mifepristin

povero Nietschze, ha avuto già una vita e una fine triste, ma non smettono di piovergli sventure e offese addosso neppure dopo la morte

Massi

Difendere i propri pensieri è parte integrante del difendere la propria interezza.
Chi ti vuole annientare comincia con annientare i tuoi pensieri e sostutuirli con i suoi anche in te medesimo (uccidere un essere umano dopo avergli tolto la dignità è un’operazione che diviene relativamente più semplice, perché più facilmente accettata dalla collettività).
Questa operazione non è facile (ma possibile) con i vivi, ma diviene anche una falsa da quando l'”interlocutore” non è più in grado di interloquire (a tal proposito mi vengono in mente certe “conversioni” dell’ultimo momento).
A Nietzsche ormai non può essere più tolto niente, ma sono tanti coloro che si sentono eredi dei suoi pensieri e l’operazione “messa per Nietzsche” mi sembra inaccettabile proprio dal punto di vista della correttezza della sua eredità.
Ma a chi si sente di “operare in nome di dio” tutto sembra legittimo.

vico

@mifepristin
fortunatamente, non può vederci da lassù…. 🙂

@luca
se mi presento da te con le stigmati crederai a tutto quello che dico?
povera la tua fede, se credi ai maghi…

spiegazioni razionali? di fronte alle prove scientifiche della falsità della sindone i cattolici negano l’evidenza, su lourdes 50 miracoli accertati su milioni di visitatori, media più bassa di quella delle recessioni domestiche, uso del fenolo,(chiedere al fantasma di padre gemelli) degli ossidi di ferro, della soda caustica ecc per falsicare le stigmati,
dal sito del cicap
Affezione dermatologica, fraintesa da soggetti predisposti a interpretarla come segno soprannaturale,
Fenomeno psicosomatico. Nelle personalità isteriche sono comuni alcuni fenomeni psicosomatici (indotti sul corpo dalla psiche). Poiché esistono tratti della personalità simili tra molti mistici e gli isterici, anche per le stimmate si tratterebbe di fenomeni dovuti a suggestione o autosuggestione.

se bastasse qualche miracolo, ho visto di persona un indù trascinare una jeep appesa a testicoli… pronto a adorare shiva?

lettura consigliata: Padre Pio Miracoli e politica nell’Italia del Novecento di Sergio Luzzatto

Michele Fabbri

Che senso ha celebrare una Messa per Nietzsche ? Il filosofo tedesco riposa nella beatitudine del Walhalla assieme alle Valkirie e agli eroi della tradizione germanica !

Bruno Gualerzi

Da quanto si ricava dai referti medici dell’epoca – oltre che da altre testimonianze – molto probabilmente negli utimi dieci anni della sua esistenza a Nietzsche non poteva importare di meno di quanto si potesse pensare di lui. Figuriamoci dopo la sua morte! La sofferenza, fisica ed esistenziale, l’ha dovuta affrontare quando era lucido e visionario insieme.
In quanto al suo pensiero – tutt’altro che lineare – sembra fatto apposta per offrire spazi nei quali si può introdurre chiunque per sfruttare a proprio vantaggio i suoi brucianti cortocircuiti mentali. Vi si sono inseriti i nazisti, ha sempre tentato di inserirsi la chiesa…
Ebbene, più che di difesa, io credo che da parte del pensiero che si sforza di essere per quanto possibile libero, occorra fare tesoro di una testimonianza per tanti aspetti insuperata di un’esistenza tutta votata al libero ascolto di sé e del proprio tempo scacciando di volta in volta chiunque avesse la pretesa di guidare la sua visione. Credo che abbia sottoposto se stesso a tutte le prove del pensiero uscendone distrutto ma dopo aver assaporato – a volte inebriandosi oltre misura – tutto il gusto della libertà che il pensiero può procurare.
Non è un ‘maestro’, nemmeno di ateismo, come non lo è stato Socrate (e chi lo ha eletto a maestro, lo ha solo tradito): è un testimone delle tremende contraddizioni dell’esistenza sofferte senza cercare consolazioni se non nella facoltà tutta umana di guardarle in faccia e di sfidarle.
Che è ciò di cui ha bisogno l’ateismo prima ancora dei pur indispensabili argomenti per controbattere chi ha cercato invece riparo nell’alienazione religiosa comunque configurata. Facendosi magari scudo dello stesso Nietzsche.

Laurentia

Credo che abbia sottoposto se stesso a tutte le prove del pensiero uscendone distrutto ma dopo aver assaporato – a volte inebriandosi oltre misura – tutto il gusto della libertà che il pensiero può procurare. (B. Gualerzi)
Complimenti. La penso anche io così ma Tu lo sai esprimere meglio. Non oso dire che sia la definizione di Nietzche più vicina alla verità, alla sua psiche. Ne ho sentite tante, questa consentimi di “riciclarla” senza dimenticare di citarti.Qualcosa della sua ricerca sofferta c’è in tutti i grandi pensatori e anche in alcuni di voi e in te. E’ proprio questo che mi preoccupa:la mente può portarci alle più alte vette, anche da atei,ma se schiaccia la sensibilità verso la vita e l’ amore, ci può, letteralmente, fagocitare.

cesare

“La sua avversione non è nei confronti di dio e della bibbia, ma contro alcune forme di religione che non sono autentiche. Questo deriva da esperienze personali difficili”
Anche il pessimismo di Leopardi, filosofo per certi aspetti precursore di Nietzsche, viene superficialmente interpretato come frutto di “difficili esperienze personali” (era gobbo, bruttino e non aveva successo con le donne). Divo Barsotti, un teologo reazionazio che va per la maggiore in ambienti ciellini e affini, ci ha ricamato su un’interpretazione cattolica, che oltre ad essere una boiata sul piano speculativo è anche una beffa nei confronti di un uomo che con grande coerenza è sempre stato ateo, materialista e razionalista. Ma si sa, la sofferenza avvicina a gesù, chi è instancabile nella ricerca del vero alla fine non può non trovare la verità, “quella verita”, e chi più ne ha più ne metta.
Veramente disgustoso anche il trattamento riservato a Nietzsche. Prima si riconosce che le sue critiche erano rivolte a “forme di religione non autentiche”. Allora un qualche fondamento l’avranno avuto! Poi si dice che queste critiche nascono da “difficili esperienze personali”. Così si tolgono alle critiche i presupposti di razionalità e obiettività. Il risultato (implicito) è che si sbaglia a criticare dio e la bibbia. Però è doveroso perdonare e dire messe! A quella messa bisognava andarci e pisciare in chiesa.

zarathustra

E’ uno schifo. Non ho parole. Si “riabilita” la memoria di Nietsche per strapparlo agli atei. Ridicolo.

Massi

Caro cesare (quello con la c minuscola) il tuo tentativo è generoso ma (a mio avviso) quella tua stessa generosità ti induce in errore.
Leopardi scrive “Il corpo è l’uomo”, dopo aver scritto di sé “Io mi sono rovinato con sette anni di studio matto e disperattissimo, in quel tempo che si andava formando e mi si doveva assodare le comlessione. E mi sono rovinato infelicemente e senza rimedio per tutta la vita”.
Nel post qui vicino, dal titolo: “Odifreddi: Darvin quanti nemici”, Opinione (che mi permetto di citare) scrive: “… la razionalità è la consapevolezza che ogni superiorità è elaborata e idealmente creata dall’inferiorità, mentre l’irrazionalità è la pretesa che la superiorità (dio lo stato l’istituzione religiosa o altro) sia ciò che elabora e crea l’inferiorità”.
E (ancora a mio avviso) è questa la risposta giusta al problema che poni.
Dunque, come giustamente tu ai notato Divo Bassotti è teologo e reazionario.
Ma proprio per questo anche gli strumenti che usa sono funzionali alla sua posizione speculativa, cioè dipendono da quella pretesa irrazionale (di cui sopra) che la superiorità sia ciò che elabora e crea l’inferiorità.
Per dirla con una battuta, questi sono quei tipi che credono che la casa stia davvero attaccata al soffitto, sono dei “leggerini pieni di dottrina”. Invece non c’è “grandezza” senza fatica, senza sofferenza, senza impegno, perché “non si può comprendere senza sentire”.
E la bellezza che ci offrono questi nostri autori (Leopardi, si come Niezsche) nasce proprio dall’elaborazione in termini razionali della loro sofferenza.

San Gennaro

“Questo deriva da esperienze personali difficili”

Questo modo di (non) ragionare, cioè citare argomenti “ad personam” (insuccesso con le donne, sfortune varie …) è tipico di chi è a corto di veri argomenti. Leopardi (in particolare) sa motivare in modo molto lucido le sue sconsolanti conclusioni (“i limiti della materia sono i limiti del pensiero umano” – “non v’è nulla da sperare dopo la morte” cito a memoria dalla Zibaldone). Le conclusioni di N. sono analoghe, ma espresse con meno lucidità e più violenza verbale, una specie di “mistico ateo”.
@B. Gualerzi: complimenti anche da parte mia.

Massi

@ San Gennaro
Quoto (il confronto fra Leopardi e Nietzsche può accendere nuovi lumi).
Per Leopardi “non c’è nessun bene senza il suo male contrario” e parla non di vita (punto e basta) bensì di “copiosità di vita”. Cioè di più o meno vita. Al che si può dedurre che ciascuno vita subisca delle tensioni e delle oscillazioni (in relazione a ciò che la circonda). Perciò la vita non ha anima, ma si produce piuttosto in quanto tensione materiale fra ciascun essere vivente e ciò che lo circonda. Tensione materiale destinata a comporsi e a scomporsi col comporsi e scomporsi di ciascun corpo vivente per se stesso. Così che, entro queste dinamiche, il “non c’è nessun bene senza il suo male contrazio” significa anche che in ultimo IL RISULTATO DI QUESTA EQUAZIONE DA RESTO ZERO.
Casomai la domanda alla quale resta ancora da rispondere è quella stessa che Leopardi fa pronunciare al Pastore errante: “Se la vita è sventura perchè da noi dura?” (la risposta c’è ma questo è un’altro par di maniche e riguarda più Freud che Leopardi).

stefano

l’unico a non essere d’accordo sarebbe il povero Nietzche 🙂 che sicuramente si starà rigirando nella bara per la rabbia di quest’iniziativa intrisa di ipocrisia.

“viziosa è ogn forma di contronatura, la più viziosa è il prete” – Nietzche -L’Anticristo.

Elettra

” io conosco abissi nei quali ancora nessun piede si è perso”

Coglie nel segno,come sempre, Bruno Gualerzi: N. li ha esplorati gli abissi del pensiero e ne esce distrutto alla fine,quando tira una riga sotto alla sua esistenza passata.
Talmente libero che appare blasfemo ogni tentativo di ricondurre il suo pensiero in categorie.

cesare

Caro Massi, ho letto con attenzione la risposta al mio intervento e ti ringrazio delle puntualizzazioni anche se credo di non aver colto pienamente quello che dici. Lasciamo perdere la chiesa e i suoi rappresentanti che, là dove c’è sofferenza, trovano ampio pascolo per le loro fandonie e fanno presto a far passare per credente (anche se potenzialmente o in pectore o in nuce)uno (Leopardi) che invece era ben consapevole del ruolo consolatorio della religione e proprio per questo la rifiutava, essendo questo ruolo così evidente alla ragione usata criticamente (alla faccia di quelli che affermano che fede e ragione non contrastano).
Io non volevo sottovalutare l’importanza delle “esperienze personali difficili” nella genesi del pensiero leopardiano. Quando dico che Leopardi “è sempre stato ateo, razionalista, materialista” intendo che lo è stato da quando ha incominciato a diventare filosofo, dopo gli anni dello studio matto e disperatissimo che gli aveva rovinato la salute.
La sua grandezza consiste nell’aver fatto di questa dolorosa vicenda personale un formidabile strumento conoscitivo, come ha scritto qualcuno che adesso non ricordo. Se così non fosse le sue opere sarebbero soltanto il lamento di uno sfigato, invece sono una altissima e universale testimonianza di pensiero e di bellezza.
Quanto alla domanda che poni successivamente (Se la vita è sventura…) anch’io penso che ci sia una risposta (anzi, mi sembra quasi una domanda retorica) cioè “non si dovrebbe durare”. Tanto più per uno che desidera spofondare nel nulla. Ma la natura si fa beffe di noi. Quando a Napoli si diffuse il colera Leopardi, che pensava quotidianamente alla morte e al suicidio, fu tra i primi a scappare dalla città per rifugiarsi nella villa vesuviana dove poi poco dopo morì.

Massi

@ cesare
Condivido con te l’interesse per l’opara di Leopardi e noto con piacere la tua preparazione in proposito, ti ringrazio per i nuovi lumi che mi offri.
In proposito dell’opera di Leopardi (ma forse ne sei già a conoscenza) puoi trovare dei buoni interventi anche sull’ultimo numero de L’Ateo.
Cordiali saluti, Massi.

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