Cellula jihadista scoperta a Bologna

Un’operazione antiterrorismo condotta questa mattina dalla Digos di Bologna si è conclusa con gli arresti di sei cittadini nordafricani, impegnati a reclutare militanti da utilizzare per la jihad nelle zone di guerra. Il capo della rete sarebbe un ex comandante dei mujaheddin già attivo in Bosnia negli anni Novanta.

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36 commenti

Raffaele

A quando un operazione antiterroristica in Vaticano? Allora si che affolleremmo le carceri….

Popinga

Perchè quando si arruolavano in Italia albanesi per andare a combattere i serbi in Kosovo nessuno ha detto niente? Ah, ma quella era una “guerra giusta”…

Roberto Grendene

Terrorismo e guerra ci sarebbero anche senza la religione.
Ma la religione diventa quasi sempre benzina sul fuoco.

Dawkins lo descrive bene ne “L’illusione di Dio”: eterne guerre semplicemente sarebbero terminate da tempo senza la segregazione religiosa (pensiamo all’irlanda del nord). L’unica cosa che fa distinguere l’appartenenza ad una fazione di una persona e’ la comunita’ religiosa di appartenenza.

Roberto Grendene

Bruno Gualerzi

Mi permetto di obiettare a Dawkins per quanto riguarda il passo riportato da Grendene.
Non credo che l’unica cosa che fa distinguere l’appartenenza ad una fazione di una persona sia la comunità religiosa di appartenenza… a meno che per ‘comunità religiosa di apparteneza’ non si intenda qualsiasi appartenenza che – oltre ovviamente l’appartenenza ad una religione positiva – venga vissuta con mentalità religiosa. Per esempio un’appartenza ideologica.
Per me – se si adotta questo punto di vista – tutte le guerre sono sempre state, sono, e saranno ‘guerre di religione’.

Stefano Grassino

@Bruno Gualerzi
@Roberto Grendene

La quasi totalità delle guerre avviene per l’economia o per la conquista dell’economia o per il potere dell’economia. Giustamente come dice Grendene la religione diventa quasi sempre benzina sul fuoco nel momento in cui ci sarebbe invece bisogno di acqua. Pensiamo al medio oriente: se si creassero delle condizioni socialmente accettabili per il popolo palestinese, sarebbe possibile una pace, adesso che il fanatismo religioso va per la maggiore? Certo che con queste considerazioni si entra in un bel ginepraio. La prima guerra mondiale non è stata di religione (otto milioni di morti). La seconda per molti versi lo è stata (got mit us) ed i morti sembra siano stati quaranta milioni secondo le cifre più ottimistiche. E’ la religione che serve a mascherare ipocritamente il denaro o è il denaro che si serve della religione per mandare alla guerra masse di ignoranti che altrimenti non si smuoverebbero? Non è che coloro che muovono le pedine sono economisti e politici atei vestiti da preti che invocano dio per i soldati creduloni? Mi aiutate? Ciao Stefano

Massi

Il fatto è che andare a morire in guerra è una condizione così speciale (rispetto ai ben più positivi desideri e speranze umane) che richiede “motivi molto speciali”: sebbene ingannevoli.
Anzi, tanto più ingannevoli quanto più “speciali”.

Bruno Gualerzi

@ Massi
Quindi, se ho capito bene, anche per te, quelli che tu chiami, con espressione efficace, ‘motivi speciali’ – i soli che veramente mettono nel conto l’ammazzare e l’essere ammazzat – non possono che essere, nella sostanza, motivi ‘religiosi’. Quelli che in qualche modo garantiscono un ‘aldilà’, in senso letterale o figurato che sia.

San Gennaro

Mi sembra che un magistrato (C. Forleo, se non ricordo male) dispose la scarcerazione di altri nordafricani per fatti analoghi non troppo tempo fa. Non c’è da meravigliarsi: Cecco Angiolieri voleva distruggere il mondo, uccidere il padre e sollazzarsi con le donne più attraenti, ma limitandosi a poetare non incappò nelle ire del potente di turno. Queste persone avevano intenzione di farsi addestrare per…, ma sono state fermate prima.

Stefano Grassino

@San Gennaro

Tu della filosofia di Cecco Angiolieri non hai capito nulla; probabilmente non è pane per i tuoi denti.

Laurentia

Concordo con il commento di Stefano Grassino. La guerra scoppiata in Ossezia ieri non mi pare abbia motivazioni religiose e può essere pericolosa come quella in Afghanistan. Non concordo, disgraziatamente, con le cifre che Stefano cita sulle Due Grandi Guerre: si stimano 12 milioni di morti per la prima e 55 (cinquantacinque!) per la seconda. I morti indiretti per fame, malattie, incidenti non verngono mai stimati. Io ricordo solo che i primi due missili Scud di Saddam Hussein su Tel Aviv, nel febbraio del ’91, provocarono tre morti per infarto…

Massi

@Bruno
Hai capito bene: la religione (e consimili) è una forma sublimativa del presente per far credere a chi si appresta a morire per qualcosa che non potrà più essere anche suo, che in fin dei conti “non stà dando la vera vita”.
Mentre sono convinto che quando morirò morirò in modo tale che “neanche un briciolo” di me rimarrà vivo.
Dopodiché ti dico che anch’io darei la mia vita per chi amo, pur col paradosso che chi amo adesso non è chi ho amato in passato (e questo è molto difficile da spiegare in modo razionale).

Bruno Gualerzi

@ Stefano Grassino
Sicuramente hai messo in campo le domande ‘giuste’.
Personalmente credo si tratti di un circolo vizioso, dove però il ‘vizio’ maggiore resta pur sempre – come cerco di riproporre nel blog ogni volta che ne ho l’occasione – quello religioso, purché si intenda per guerre di religione, oltre a quelle che sono dichiaratamente tali, quelle conbattute per difendere qualche ‘sacro principio’… Ovviamente gabellato per tale, ma pur sempre accettato come ‘sacro’ altrimenti chi andrebbe ad ammazzare e a farsi ammazzare con la convinzione necessaria per poter ‘vincere’? Quando poi le cose vanno male (come sul fronte russo nella guerra 15-18, o, parzialmente, in Italia dopo Caporetto) si può prendere coscienza della fregatura subita e ribellarsi, ma purtroppo c’è sempre qualche altro ‘sacro valore’ che si tira in ballo per convincere a risolvere i conflitti – quasi sempre di natura economica – con una bella guerra ‘santa’. Con i suoi martiri e i suoi eroi – tali perché crepati ovviamente – cui vengono poi eretti altari ‘laici’ e rituali commemorativi copiati quasi integralmente da quelli religiosi.
Ma proprio per restare alla I GM (la II è stata la conseguenza della I), anche se la religione in senso proprio vi è entrata secondo tradizione (i vari cappellani che, magari appartenenti alla stessa religione ma operanti in campi militarmente avversi, pregavano con i rispettivi soldati ‘per la vittoria’), la mentalità religiosa era presente, e come! Poi sono stati chiamati, di fronte alla spaventosa insensata carneficina, ‘sacri egoismi’, ma per legittimare l’entrata in guerra si è puntato sui ‘sacri valori’: uno in particolare (per esempio per l’Italia) era per difendere i ‘sacri confini della patria’… mandando a crepare un buon tre quarti dell’esercito costituito da persone che non avevano la più pallida idea di dove si trovassero Trento e Trieste.
Ma questo è solo un esempio, e potrei continuare all’infinito…

Bruno Gualerzi

@ Massi
Dire ‘darei la vita per chi amo’, se chi si ama è una persona in carne ed ossa a cui sono legato da vincolo affettivo nel presente – sempre se ho inteso il tuo discorso – credo che sia più che razionale, se essere razionali significa, come per me significa, essere umani in senso completo, totale (pensieri e sentimenti in continuo reciproco scambio di sentimenti ‘pensati’ e di pensieri ‘sentiti’).
Sicuramente irrazionale invece, a mio parere, è dare la vita per un principio che, per quanto vissuto come ‘nobile’, è e resterà sempre un qualcosa proiettato in una dimensione ideale che mi coinvolgerà solo e sempre per un ‘futuro’ che – dando la mia vita – non verificherò mai se sarà veramente ‘nobile’. Non per me, ma nemmeno per i potenziali beneficiari.
(Di fronte a questa questione mi viene da fare un paragone, magari un pò azzardato, ma secondo me calzante, almeno per quell’aspetto della guerra che comporta la necessità di ammazzare un mio simile. Se mi trovassi per le mani qualcuno che ha ucciso una persona a me cara, non saprei proprio cosa mi tratterrebbe dal rendergli la pariglia… ma se penso alla pena di morte come strumento di giustizia o di deterrente sociale, non mi sento in alcun modo di giustificarla, e mi auguro sinceramente che, nella circostanza prima ipotizzata, ci sia qualcuno che mi trattenga, come farei a parti invertite.

Otto Permille

Quasi sempre le nostre azioni più malvage hanno bisogno di nobili motivazioni per essere compiute.

Massi

L’argomento non è di poco conto. Visto che anche nella nostra pur bella Costituzione, dopo aver stabilito che l’Italia è una Repubblica e che, dunque, la sovranità appartiene al popolo (Art.1), e dopo aver scritto che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Art.11), la parola “sacro compare una sola volta (Art.52) dove è scritto “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino…” E non a caso, come in ogni altra circostanza del genere, la parola “sacro” compare la proprio dove si ventila la possibilità di poter morire…

Roberto Grendene

@ Bruno Gualerzi

Penso anche io che i motivi delle guerre siano potere, conquista, indipendenza, ecc.; su questo, come gia’ detto, la religione fa da benzina sul fuoco.
In alcuni casi, in particolare nei conflitti di lungo corso, la religione continua ad ostacolare la pacificazione e il comunitarismo religioso mantiene in vita il conflitto. In irlanda del nord ci sono le scuole segregazioniste, cattolici da una parte, protestanti dall’altra, si sposano tra correligionari, continuando a creare il muro contro muro. La separazione di India e Pakistan fu dettata da ragioni di religione, e i problemi sussistono ancora. In questi casi, cosa distingue essenzialmente le fazioni in lotta?

Roberto Grendene

San Gennaro

@Massi
non vedo nulla di sbagliato nel prendere le armi per DIFENDERE la Patria, cioè per impedire invasioni di eserciti stranieri. In realtà la ns repubblica, dalla sua nascita a oggi, non ha mai corso tale rischio di invasione armata; al contrario, parte del suo esercito si è spostato su numerosi fronti, con le più varie motivazioni. Questo non è un “sacro” dovere; nessuno vi è stato costretto e ora la leva non è nemmeno più obbligatoria.

San Gennaro

Mi hanno avvertito dalla regia (a correzione del mio precedente post) che il 29 maggio 2005 l’esercito vaticano, armato di alabarde, al seguito del condottiero invasore pacifista BXVI, invase la città di Bari.
Per me sarebbe stato “sacro” 😆 dovere combattere loro e il condottiero.

Bruno Gualerzi

“Non vedo nulla di sbagliato nel prendere le armi per DIFENDERE la patria, cioè per impedire invasioni di eserciti stranieri”.

Detto così non sembra proprio esserci niente da obiettare, e nella contingenza – come nel caso della guerra scatenata dal nazismo – c’è poco da fare: bisogna opporsi con un uso della forza militare uguale e contraria… e si è parlato legittimamente di guerra ‘sbagliata’ (quella hitleriana’) e di guerra ‘giusta’ (delle forze alleate che l’anno contrastata).
A questo punto, però, una prima considerazione, solo apparentemente banale (“la storia non si fa con i ‘se’ e con i ‘ma'”, è uno dei luoghi comuni più frequentati): se Hitler fosse riuscito nel suo intento, cioè avesse ‘vinto la guerra’, quale sarebbe stata, dopo, quella giusta e quella sbagliata (altro luogo comune legittimamente frequentato: ‘la storia – nel senso del giudizio storico – la fanno i vincitori’)? M poi – per entrare nel merito – pensate che il grosso dei soldati ‘dell’esercito invasore’ ritenessero di stare commettendo un’ingiustizia? Non erano forse convinti di ‘difendere i propri diritti’ (lo ‘spazio vitale’ per il popolo tedesco, la ‘rivincita’ dopo l’umiliazione subita dalla Germania in seguito alla sconfitta della I GM, per restare all’esempio), e solo dopo la nuova sconfitta sono stati costretti (per altro non tutti) a ricredersi?
Ora, tutto ciò cosa significa? Che esiste una logica perversa in base alla quale – e qui entra da protagonista assoluta la mentalità religiosa – si ‘deve morire’ per difendere dei diritti che sono considerati tali (in realtà fatti considerare tali da chi ha il potere, cioè la forza) da tutti… in una parola sono, sempre e comunque ‘sacri’. E il sacro, si sa, esige sacrifici. Anche estremi.
Cosa si chiede allora? Si chiede si superare questa logica con un cambiamento radicale di mentalità, per cui, prima di sentirsi appartenenti ad una realtà totalizzante in grado di rappresentare come una sorta di ‘divinità’ ogni singolo individuo (per es. la Patria per restare ai conflitti recenti o attuali – una dimensione, sia ben chiaro, che ha avuto, e sotto certi aspetti ha ancora, una sua ragion d’essere) occorre sentirsi appartenenti ad una esistenza che, prima di tutto, deve essere garantita come tale per ognuno, in quanto ‘prima’ o ‘dopo’ di essa, per ogni singolo individuo, non cìè niente.
Ecco allora che un cambiamento di questa mentalità può avere come base solo una cultura atea, una cultura cioè che rifiuta il ‘sacro’ sotto qualsiasi forma si presenti… quel ‘sacro’ che invece permette alle religioni di tenere insieme persone (‘religione’, dal latino ‘re- ligare’, cioè ‘legare insieme’… magari stringendole in un ‘fascio’) disposte ad alienare la propria esistenza in nome di qualcosa che la trascende come individui.
(Mi rendo conto che a rigore siamo fuori tema… ma lo spunto è offerto da una cultura, quella islamica, che più di ogni altra oggi rappresenta questo disprezzo della vita, propria e altrui, in quanto la ritiene ‘sacra’, cioè di origone divina)

Stefano Grassino

@Roberto Grendene
@Bruno Gualerzi

Possiamo allora dire che, essendo la religione l’esatto opposto della razionalità, non può fare altro, una volta azionato il meccanismo che trascinare le masse su di un piano emotivo. La conseguenza (credo voluta ed abilmente calcolata) sarà quella di spostare la mandria impazzita ma ben controllata dai cani pastore, verso gli obbiettivi precedentemente studiati a tavolino. Fino a questo punto credo che la cosa sia “accettabile” in quanto i capi sono ancora in grado di fermare il tutto. Esiste però una situazione nel mondo della religione (e non solo, perchè è l’essere umano ad essere complicato) ed è il rischio della perdita di controllo di ciò che si è messo in moto. In un esercito regolare, come quello della prima e seconda g.m. si davano gli ordini ed a questi, al 95% si obbediva. Avete notato, invece, come nel mondo islamico nascano mille contrapposizioni appena le cose si impantanano un pò? Sembra che Hallah si divida per mille e tutto diventi una bolgia spaventosa di tutti contro tutti. Come fai ad obbligare Israele a fare una pace (non che loro siano agnellini) quando nel mondo palestinese vi sono varie fazione ed ognuna ha al proprio interno altre sottofazioni?

Bruno Gualerzi

@ Stefano Grassino
‘Accettabile’ – sia pure tra virgolette… e se ho capito bene – che ci siano dei capi in grado, volendolo, di indirizzare ‘la mandria impazzita’?
Questo, scusa, non lo capisco: forse che i capi – per il potere che la ‘mandria impazzita’ ha concesso loro di farsi guidare, appunto, come una mandria – possono disporre, per questo, di una maggiore ‘razionalità’? Io credo, al contrario, che, tanto più i capi hanno a disposizione questo potere, tanto più si sentono in diritto di comportarsi come divinità.
L’esempio dei palestinesi che procedono in ordine sparso perché non possono fare riferimento ad un ‘capo’ riconosciuto, dipende solo da una loro debolezza politica e militare, e non è affatto detto che, riuscendo a compattarsi dietro un capo carismatico la loro aggressività (lasciamo stare adesso a cosa dovuta) si attenuerebbe: sarebbe più ‘razionale’ certo, ma nel senso di essere più organizzata, ‘scientifica’, ‘moderna’, come quella dell’esercito israeliano. Insomma, se la carica religiosa restasse, come ampiamente prevedibile, la stessa, sarebbe ‘finalmente’ possibile assistere ad una ‘guerra vera’, dove (sarcasmo) le regole per ammazzarsi come si deve verrebbero rispettate.

Camullat

Leggo che più o meno velatamente, alcuni giustificano o minimizzano il terrorismo islamico, è un comportamento a dir poco curioso per degl’atei, ma probabilmente sono soltanto anticattolici (percarità, è encomiabile) ma non atei, dei dogmatici, dei “religiosi” di altra specie, dei signori che hanno bisogno di avere già le risposte scritte dall’ideologia e l’ideologia probabilmente gli detta che in fondo gli islamici anche se terroristi, intolleranti, antidemocratici, sono “buoni” se lo fanno è perchè lo devono fare, poverini. Peccato che le religioni e le ideologie facciano ancora degl’adepti anche nel nuovo millenio, ma probabilmente, questo fa parte dei bisogni di alcuni, che hanno la necessità di “qualcuno” o “qualcosa” che gli dica cosa devono fare, cosa è bene e cosa è male, perchè loro non sono capaci di distinguere il bene dal male. Eppure non è difficile, basta osservare le azioni e le loro conseguenze.

Stefano Grassino

@Bruno Gualerzi

Accettabile: non potendo evitare una guerra che già di per se stessa la considero una sconfitta dell’intelletto che almeno non accadano massacri di creature innocenti coma a Sabra e Chatilia o l’olocausto.

Mandria impazzita: i capi si comportano come dici tu, come divinità, su questo hai ragione.
Tatticamente sono molto più pericolosi dell’esercito Israeliano – perchè se quest’ultimo ha maggiori capacità belliche (razionalità applicata alla tattica di guerra) è maggiormente sottoposto all’ordine politico (maggiore possibilità di essere tenuto a freno o fermato)- i primi, non avendo tutto ciò possono facilmente perdere l’autocontrollo, fondamentale in ogni tipo di guerra e portare a disastri maggiori. Insomma tanto per tagliare la testa al toro la razionalità, almeno per me, risulta sempre di gran lunga più auspicabile della divinità, in qualsiasi campo la si usi.

Massi

Il problema è sempre il solito: “chi controlla chi”?
Dal momento che prima “regola” di chi ha il potere è qualla di abusarne: “altrimenti che soddisfazione c’è”.
Per questa ragione J.J.Rousseau scriveva: “La peggior cosa che può accadere ad un uomo è quella di cadere in potere di un altro uomo”.

Bruno Gualerzi

@ Camullat
Siccome questa storia che nel post c’è chi ‘giustifica o minimizza’ il terrorismo islamico ‘più o meno velatamente’, ogni tanto rispunta… per favore, invece di lanciare accuse generiche, neanche fossero avvisi mafiosi (‘intenda chi deve intendere’), si dica dove, quando, da parte di chi e in che modo, c’è chi sostiene questo.
Perché, dirai, ti senti chiamato in causa? Sì, e proprio in quanto ateo, e perché questa accusa mi è stata già lanciata, ma in modo diretto, così che ho potuto ribattere ritenedola infondata. E, come me, credo che altri debbono poter ribattere.
Grazie.

gigetta

@ camullat
non ho ben inquadrato la tua posizione in fatto di religione. per quanto mi riguarda io sono atea perchè non riconosco nessuna entità soprannaturale e ti dirò di più che sia un dio islamico o un dio cristiano o che siano gli dei dell’induismo io ritengo che l’esistenza di una divinità sia impossibile. sono anticlericale perchè mi oppongo alle ingerenze ecclesiastiche ma anche un cattolico può essere anticlericale. se ci fossero ingerenze da parte di altre religioni adotterei la stessa politica.
non giustifico il terrorismo islamico neanche velatamente ma non giustifico nemmeno il razzismo nei confronti degli immigrati di fede islamica il fatto che abbiano scovato una di queste cellule non significa che tutti i musulmani sono dei criminali non è mia abitudine fare come si suol dire “di tutta l’erba un fascio”. non per questo mi sento una strana atea.

Stefano Grassino

@Per tutti

Scusate ma se vogliamo essere seri, visto che abbiamo tutti l’età della ragione (almeno spero) diciamoci le cose in faccia. Anche io in questa lista ho fatto i miei errori, come tanti altri, usando alle volta dei termini duri ed offensivi, sbagliando anche se in parte scusabile perchè trascinato dal calore della discussione ma almeno ho sempre detto le cose che volevo dire ai diretti interessati. E’ veramente insopportabile lanciare frasi fatte e minacce velate in modo generico affinché uno capisca. Vediamo di non farci riprendere dai curatori del sito i quali tra le altre cose hanno bisogno della nostra collaborazione. Siamo già soggetti all’errore, in quanto atei (l’infallibilità papale non fà parte del nostro dna) vediamo perlomeno di essere in buona fede (non quella di b16 ne Emilio) GRAZIE.

Popinga

@ Camullat e @ Bruno
Credo che le insinuazioni fossero rivolte a me. Lamentare il diverso trattamento tra i jihadisti e gli albanesi reclutati in Italia per far la guerra altrove non significa affatto sottovalutare il pericolo del terrorismo islamico. Dico però che si sono usati due pesi e due misure per lo stesso reato. E che poi tutti i musulmani arrestati in Italia per terrorismo abbiano reali responsabilità non mi sembra vero, come dimostrano le numerose scarcerazioni successive, fatte non solo dalla Forleo, e spesso taciute dalla stampa. Come nel caso dei rom, mi sembra che essere arabi qui da noi costituisca spesso un’aggravante ingiustificata in uno stato di diritto. O nel nome della lotta al terrorismo va tutto bene, e allora si giustificano le Guantanamo, le intercettazioni illegali, i rapimenti da parte della CIA, oppure si cerca di difendere le libertà e i diritti di tutti, indipendentemente dalla loro nazionalità.
[Ho già rimarcato in un altro post il pericolo dell’estremismo ateista].

Popinga

Per chi dovesse chiedersi perchè me la sono presa con i “patrioti” kosovari:

Il PDK, guidato da Hashim Thaci, ex comandante dell’Esercito di Liberazione del Kosovo, ha preso controllo di molte municipalità dopo la guerra. Il partito ha stretti collegamenti con il crimine organizzato nella provincia. (The Observer, 29 ottobre 2000)

Thaci, soprannominato “il serpente” durante i suoi giorni del KLA, è un ex comandante ribelle ben vestito di 32 anni con scarse capacità oratorie, collegamenti con il crimine organizzato ed una determinazione a preservare i rapporti tra il suo partito e gli Stati Uniti (The Scotsman, 20 ottobre 2000)

“So riconoscere un terrorista quando ne vedo uno e questi sono terroristi”, Inviato Speciale ed Ambasciatore degli USA Robert Gelbard

Hashim Thaci ha fondato il “Gruppo-Drenica”, un’organizzazione clandestina che si stima abbia controllato tra il 10% ed il 15% di tutte le attività criminali in Kosovo (contrabbando di armi, automobili rubate, petrolio, sigarette e prostituzione). Wikipedia The Free Encyclopedia

panderson

Io sono ateo, ma i preti cristiani a confronto dei musulmani sono Einsteins .

Gianni B.

Un’operazione antiterrorismo condotta questa mattina dalla Digos di Bologna si è conclusa con gli arresti di sei cittadini nordafricani, impegnati a reclutare militanti da utilizzare per la jihad nelle zone di guerra. Il capo della rete sarebbe un ex comandante dei mujaheddin già attivo in Bosnia negli anni Novanta.

QUESTO era il tema del thread… ovviamente Bruno Gualerzi e co. hanno discettato sulla 1° guerra mondiale, sulla 2°, sulle cause storiche dei conflitti (peraltro con argomenti ridicoli, ma non ho voglia di commentare), sul problema della riproduzione delle cipree tigris nel Mar dei Caraibi ma si sono ben guardati dal commentare il thread, che ritengo gravissimo e che non fa altro che confermare i timori di noi gente perbene nei confronti di questa infame genìa che andrebbe ricacciata a mare con i siluri.

Bruno Gualerzi

@ Gianni B.
Ecco, bravo, abbandonati alle tue fantasie di ‘persona perbene’ costellate di siluri (metaforici?) che vanno e vengono, e guardati dal commentare le nostre ‘ridicole dissertazioni’ sulla guerra. Tanto si sa già quanto sia nostalgico di un bel conflitto delle forze del Bene contro quelle del Male, fatto da tanti bei soldatini obbedienti e appecoronati che, agli ordini del Giulio Cesare di turno, fanno progredire l’umanità.

Gianni B.

@Bruno Gualerzi
I siluri? Assolutamente NON metaforici.
A proposito delle tue ridicole argomentazioni, sappi che Giulio Cesare era ADORATO dai suoi legionari, famosi per essere usciti vincenti da situazioni spesso disperate e che, di converso, venivano pagati profumatamente al termine di ogni campagna militare.
In altri termini, questi uomini svolgevano un lavoro su base VOLONTARIA. Non so davvero come tu possa passare per uomo colto, studiati un po’ di storia che è meglio (De Bello Gallico… non è un marchio di Pollo Aia).
Nessun soldatino obbediente o appecoronato sotto Giulio Cesare, dunque: questi concetti di servilismo li hai inventati TU… si vede che li hai nel tuo DNA e che ti sono cari.

Bruno Gualerzi

@ Gianni B.
Formidabile questo ricavare l’adorazione per Giulio Cesare da parte dei suoi legionari… da dove? Dal ‘De Bello Gallico’. Scritto da chi? Ma da Giulio Cesare perbacco, e da chi se no?
Sappiamo tutti che se vogliamo davvero sapere se il vino è buono lo dobbiamo chiedere all’oste…
(In quato ai ‘siluri metaforici’… va beh, lasciamo perdere)

Gianni B.

@Bruno
In fondo sei simpatico… non voglio infierire contro di te pertanto cercherò d’ora in poi di non scendere sul piano personale.
I siluri? Adesso che ci penso, costano un patrimonio… in effetti per forare un gommone perchè sprecare siluri? Basterebbe un fucile da sub!

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