Considerazioni su “La mafia devota”

Iniziazioni rituali con ampio uso di santini. Celebrazioni di feste religiose ‘private’, con tanto di funzioni impartite da veri sacerdoti: arrivando magari a somministrare la lavanda dei piedi agli invitati. Gestione diretta delle processioni, non solo per riaffermare il controllo sul territorio, ma anche per impersonarvi Gesù: un’identificazione utile a suggerire ai ‘fedeli’ analogo ossequio, nonché per rivendicare la soprannaturalità della ‘giustizia’ impartita con le armi a coloro che si «comportano male».
Sono alcuni degli aspetti ‘organizzativi’ della mafia, i cui devoti esponenti, a differenza della maggioranza della popolazione, pregano frequentemente, conoscono a menadito le Sacre Scritture e non si perdono una funzione, traendo dalla devozione il sostegno alla propria attività criminale e la convinzione di essere nel ‘giusto’. Esemplari, da questo punto di vista, i ricordi di un pentito («io dopo un omicidio, per dire, me ne ieva in chiesa e ci ieva a dumannari pirdunu ‘o Signuri») o le riflessioni di Leonardo Messina («Sa che ora, davanti a Cristo, mi sento un traditore? Quando ero un assassino andavo in chiesa con animo tranquillo. Ora che sono un pentito no, non prego serenamente»).
La devozione ha spinto un mafioso, Angelo Siino, a chiedere (e ottenere!) di guidare personalmente la vettura di Giovanni Paolo II per le strade di Palermo, nel 1982. Come abbia potuto avere questo riconoscimento può costituire un mistero solo per chi non conosce l’ambiente, fatto di sacerdoti compiacenti che non si sottraggono mai a officiare un rito per notori criminali, preti collusi, frati mafiosi.
Traiamo queste informazioni da un ottimo libro, La mafia devota, scritto da Alessandra Dino. Libro documentato, ben scritto e soprattutto coraggioso, molto coraggioso nell’opporsi al fenomeno criminale. Un coraggio, tuttavia, che non ha saputo o voluto spingersi fino alla denuncia delle strutturali responsabilità della Chiesa cattolica, che pur porta su di sé pesantissime responsabilità per la perdurante influenza mafiosa sulla società siciliana. L’autrice sottoscrive e amplifica i tentativi ecclesiastici di ridimensionare un legame strettissimo e imbarazzante: di qui le ripetute sottolineature del carattere «paganeggiante» o «materialista» di certe forme di devozione, accreditate semmai a una concezione ‘personalizzata’ della relazione tra il delinquente e la divinità. Di qui, anche, la discutibile attribuzione delle origini della mafia ad ascendenti carbonari e massonici, nonché la sgradevole ripresa di una frase di un teologo secondo cui «Cosa Nostra è una forma di apostasia».
Non è respingendo o demonizzando la prossimità con killer che rivendicano a voce alta la propria identità cattolica che si può pensare di cambiare una realtà tanto radicata. Con questo non voglio sottovalutare qualche timido, recente segnale di novità o misconoscere l’esistenza di vescovi risoluti o di preti di frontiera, che talvolta hanno pagato con la vita la propria evangelica opposizione alla criminalità. Ma non si può rilevare che la prospettiva di una Chiesa capace di rivoluzionare metastasi di questa portata è promossa soltanto da esponenti o gruppi estremamente minoritari all’interno del ventre molle dell’organizzazione ecclesiastica. La stessa autrice è del resto costretta ad ammettere come la larghissima maggioranza degli alti prelati, dei sacerdoti e dei fedeli mantiene atteggiamenti quantomeno ambigui nei confronti di Cosa Nostra, come sembra comprovare anche il malinteso rapporto con i pentiti, accettati come interlocutori dai sacerdoti solo se ‘confessano’ e modificano radicalmente la propria esistenza non solo davanti ai magistrati, ma anche davanti a Dio. Ma allora, perché continuare a inseguire e blandire i mafiosi per «convertirli»?
È una presa di posizione, quella di Dino, che appare molto simile a quella di chi ancora ripone speranza nelle sorti della teologia della liberazione: uno sforzo forse ancora più disperato, perché in America Latina, se non altro, il popolo cristiano appare decisamente più autonomo dalle gerarchie cattoliche. Le chance di un’autentica metanoia da parte della Chiesa siciliana sono oggettivamente poche, ma anche la possibilità che queste istanze trovino maggior spazio nella chiesa ratzingeriana non sembrano granché elevate.
È una circostanza che, tuttavia, impone una severa riflessione anche a chi cattolico non è: per quale motivo tante forze di rinnovamento continuano pervicacemente a consumare le proprie energie all’interno della Chiesa? Di quali reali spazi di manovra dispone il mondo dei non credenti in territori in cui la diffusione della malavita procede di pari passo con un’adesione bulgara alla religione predominante? Come hanno mostrato Pippa Norris e Ronald Inglehart, alti livelli di insicurezza sono invariabilmente correlati ad alti indici di religiosità: ma si possono nutrire concrete speranze di cambiamento laddove la mafia ha interesse a mantenerli elevati entrambi, e il mondo politico mostra tutta la propria indifferenza per la questione?

Alessandra Dino
La mafia devota. Chiesa, religione, Cosa nostra
Laterza 2008, pp. 352, 16 euro

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27 commenti

Silesio

Tecnicamente, da un po’ di tempo, le “ultimissime” non funzionano molto bene. Forse il sistema non è più adeguato al crescente flusso di interesse che si sta concentrado sulla associazione UAAR.

Bruno Gualerzi

Alla domanda “di quali spazi di manovra dispone il mondo dei non credenti?” non sembra esserci alcuna risposta. In quanto proprio chi trova la forza e il coraggio – come l’autrice – di denunciare questo spaventoso degrado, si muove essa stessa all’interno di un mondo che vede pur sempre nella religione l’unica vera possibilità di riscatto, per cui indicare proprio nella religione (che nella sua essenza, quale che siano le forme assunte, è sempre superstizione) la matrice vera del fenomeno finirebbe solo per compattare, in quanto comunque ‘devoti’, mafiosi e non mafiosi.
Puntare allora su queste ‘forze sane’ in quanto le uniche comunque in grado di avere quell’ascolto che i non credenti dichiarati non avrebbero? Purtroppo (si parlava qui, in un altro post, di don Farinella) questa posizione, così apparentemente senza alternative, si è già dimostrata più di una volta fallimentare. Io credo che ai non credenti resti solo la possibilità di puntare sulla coerenza delle proprie convinzioni da contrapporre alle spaventose contraddizioni in cui sono costretti a vivere i credenti.

piccolo-uomo

“alti livelli di insicurezza sono invariabilmente correlati ad alti indici di religiosità”

Io sostituirei innanzitutto religiosità con dogmatismo/fondamentalismo/tradizionalismo.
Per fortuna la relazione non è biunivoca; spero non si volesse “strutturalmente” insinuare ciò.
Infatti, per esempio rimanendo in Italia e precisamente nei posti che frequento, in Trentino e in Veneto, regioni storicamente molto devote, la mafia non c’è mai stata.

Vash

Non ne posso più di vedere criminali impuniti perchè protetti da istituzioni religiose, fondamentalismo religioso ed ignoranza che dilagano, ministri di culto che nonostante magari la certezza del loro coinvolgimento in crimini gravi vengono sostenuti da un tifo che sembra quello calcistico ed altre amenità di questo tenore. L’Italia va depurata da tutto questo!

Giovanna

Sottoscrivo in pieno la conclusione di Bruno Gualerzi:
“Io credo che ai non credenti resti solo la possibilità di puntare sulla coerenza delle proprie convinzioni da contrapporre alle spaventose contraddizioni in cui sono costretti a vivere i credenti.”

Aldo

Per un pò di piacere nel vedere la verità e smascherare papi e papponi è bene ricordare cosa che la C.C.A.R. non fa mai che i primi Cristiani:

1: Non impugnavano le armi nemmeno per difendersi
2: Non si immischiavano con le fazioni politiche allora esistenti e con le mafie che immagino esistevano già ai tempi della chiesa apostolica ma semmaì cercavano di insegnare alle persone a seguire la persona di Gesù Cristo e i suoi consigli(vedi il Sermone sul monte che forse metterebbe a disagio molti papisti di oggi)
3: Non partecipavano a guerre( Ogni rif. a G. Bush Jr è intenzionalmente voluto)
4: Non avevano oboli a destra e a manca ma vivevano con tutti i beni in comune.

Matt

aldo wrote:

la chiesa è di per sè una mafia( F.De Andrè)

questa mi giunge nuova….
sei sicuro della citazione?
è un’intervista, un concerto, qualcosa di cui si ha fonte certa o è un po’ come le varie “ommo de panza ommo de sostanza (jim morrison)”?!?

Roberto Vai

Condivido l’analisi di Bruno Gualerzi.

Secondo me, però, occorrerebbe non tanto contrapporre, ma proporre.

ll mafioso che dopo il delitto chiede perdono al Signore, tratta Dio come un capo, con il quale, vista la potenza, conviene scusarsi.
La percezione è quella di un Dio antropomorfo, da ingraziarsi, con cui è possibile trattare. Così come si fa con i potenti umani.

Perciò, la negazione di Dio, anche se accettata non muterebbe la situazione. Semplicemente il mafioso non avrebbe più alcuna entità ultraterrena a cui rendere conto.

Occorre invece, secondo me, scavare nel profondo. Per trarne il vero senso della giustizia e dell’onestà. Che non sono affatto tali perché così “Dio vuole”.

Il motivo per cui si deve, ovvero è conveniente, scegliere il bene e non il male, è ancora nascosto. Ma si può iniziare a sospettarlo.

Se, come sembra, la molla dell’evoluzione è l’egoismo, perché mai
dovrei amare il mio prossimo?

Forse perché il prossimo, sono ancora io.

Aldo

La citazione da un libro Biografia su De andrè, il nome del libro non lo ricordo però è quello che ha nella copertina l’ immagine di Fabrizio de andrè visibile nella Home page di A Rivista Anarchica.

Comunque per l’ anarchismo le chiese sono delle mafie in quanto organizzate gerarchicamente, in quanto usanti le persone vendendo fumo dando però in cambio qualcosa di concreto vedi posto di Lavoro eccc…

E poi il baciamo le mani……….
@matt

Giovanna

@ Aldo

Se i cristiani avessero continuato ad osservare i 4 punti da te citati credo che si sarebbero estinti ben presto!!!

Aldo

Inoltre queste sono i medesimi punti del marxismo, dell’ anarchismo, la belva capitalista cui le religioni banchettano sta portando l’ umanità al baratro finale…….

Poi è chiaro che per il papa sono un eretico da bruciare, appartengo alla chiesa del regno di Dio, un piccolo movimento Cristiano(vedi wikipedia o enciclopedia religioni), leggo da anni scritti marxisti, libertari.
Aiuto la sezione di Biella del P.M.L.I. , domani porterò la bandierà per aprire il gay pride di Biella… insomma nulla a che vedere col clericobigottismo della religione degli evi oscuri.
Per me il Cristianesimo è più uguaglianza fra uomo e donna e , vita sessuale libera(quanto mai l’a more è peccato!) e chi crede in Geova bene chi non ci crede bene lo stesso, nessuna brama di convertire.
@Giovanna

Augusto

@ Roberto Vai:”Il motivo per cui si deve, ovvero è conveniente, scegliere il bene e non il male, è ancora nascosto.”

Sono buddista. Ti ricordo per la tua gioia, chissà, che la ragione per cui è meglio scegliere il bene invece del male è nota da un pezzo. Si chiama legge di causa-effetto, che è il motore di tutti i fenomeni dell’universo, noi esseri umani compresi. Tutte le azioni positive o negative a livello mentale, orale e fisico che produciamo sono cause che prima o poi ci ritornano come effetti positivi o negativi (karma). È tanto semplice da enunciare e logica quanto molto complessa in realtà a tal punto che la mente non è in grado di seguire tutte le cause e tutti gli effetti conseguenti che a loro volta sono nuove cause in una sequenza infinita nel tempo. Allora sembra proprio la cosa migliore e conveniente produrre buone cause tanto x noi come x coloro (il famoso prossimo) che vivono nel nostro ambiente (il mondo). Siamo tutti collegati tra noi e tutti siamo sostenuti dall’ambiente. Occorre perció cercare di rispettare questa legge se non vogliamo la sofferenza dovuta alle cause negative che abbiamo messo consciamente o inconsciamente. Il buddismo insegna che il karma negativo si può cambiare qui ed ora. Per farla breve, la felicità e la salvezza viene da dentro di noi, x la CCAR viene da fuori, da un essere trascendentale che bisogna invocare. Auguri!

Fernando

@ Aldo

3: Non partecipavano a guerre( Ogni rif. a G. Bush Jr è intenzionalmente voluto)

Nel Nuovo Testamento non vi è traccia di condanna nei confronti del soldati del tempo. Fu l’eresia montanista a teorizzare il rifiuto della militia per i cristiani, ma questa non fu mai la dottrina della chiesa.

L’esortazione del Battista al soldati (Lc 3,14) era di accontentarsi dei loro stipendi senza cercare con la violenza e la calunnia guadagni abusivi.

La lode rivolta da Cristo al centurione romano di Cafarnao (Lc 7,1-10) va innanzitutto alla sua fede, ma non c’e dubbio, per chi esamina il comportamento e le argomentazioni dello stesso centurione, che la sua fede è, in un certo senso, preparata e provocata dall’attitudine, acquisita nell’esercito, alla disciplina romana.

Una lode esplicita di questa disciplina si trova nella Lettera al Corinzi di Clemente Romano (cap. 37): «Pensiamo al soldati che militano sotto i nostri capi, con quale disciplina, sottomissione e subordinazione ne eseguono i comandi. Non tutti sono proconsoli, né tribuni, né centurioni… ma ciascuno al proprio posto esegue i comandi dell’imperatore e dei superiori». E non dimentichiamo che il primo convertito dal paganesimo al cristianesimo è proprio un centurione romano, Cornello, secondo gli Atti degli Apostoli. Tertulliano, ormai montanista, è il primo a prendere posizione contro il servizio militare dei Cristiani.

Alla faccia del rispetto della vita in ogni sua forma 🙂

Fernando

@ Augusto

Ti ricordo per la tua gioia, chissà, che la ragione per cui è meglio scegliere il bene invece del male è nota da un pezzo. Si chiama legge di causa-effetto, che è il motore di tutti i fenomeni dell’universo, noi esseri umani compresi. Tutte le azioni positive o negative a livello mentale, orale e fisico che produciamo sono cause che prima o poi ci ritornano come effetti positivi o negativi (karma).

Mah, quello che so e` che la nostra specie e` sociale e come in tutte le altre specie sociali, non solo primati, siamo cablati geneticamente per non aggredire i nostri simili.

Quello che ci deve stupire non e` la quantita` di delitti nella nostra societa`, ma la loro scarsita`! Se realmente fossimo cosi` aggressivi (“cattivi”, come dicono i religiosi) ci saremmo estinti molto prima che le regole morali delle religioni ce lo impedissero.

Qui il punto e` la differenza tra la “morale” imposta e l'”etica” biologica, naturalmente cablata nei nostri geni.
Si sono presi il merito anche delle nostre caratteristiche genetiche… quello che non possono nascondere e` che l’essere umano non e` l’unico animale sociale!

Augusto

@ Fernando

D’accordo, l’essere umano non è l’unico animale sociale, ma è l’unico che può, grazie alla sua saggezza e compassione, costruire una società più giusta e felice. Se non ci è ancora riuscito è solo perchè non crede che sia possibile e si lascia sopraffare dai tre veleni sociali dominanti: fame (egoismo), animalità (il grosso mangia il piccolo, cioè, la legge della giungla) e ira (arroganza, superbia, guerra), sprecando così malamente il proprio potenziale per creare valore positivo. La quantità di delitti e, per fortuna, di buone azioni è incontabile perchè la maggioranza resta anonima e nascosta. Non esistono esseri umani totalmente buoni o totalmente cattivi. La lotta quotidiana che ognuno, senza eccezione finchè vive, porta avanti è quella tra bene e male. Non si tratta di morale imposta, bensì di buonsenso per vivere tutti bene di diritto. Se fossimo cablati geneticamente per non aggredire i nostri simili, come tu dici, come spiegheresti le guerre in ogni tempo e luogo?

Giovanna

Aldo scrive:
“Per me il Cristianesimo è più uguaglianza fra uomo e donna e , vita sessuale libera(quanto mai l’a more è peccato!) e chi crede in Geova bene chi non ci crede bene lo stesso, nessuna brama di convertire.”

Nulla da eccepire su questa tua personale interpretazione del cristianesimo, devi però ammettere che tali principi non sono mai stati rispettatti e messi in pratica da nessuna confessione religiosa istituzionalizzata (e men che meno dalla CCAR!!) che possa vantare secoli di esistenza sul pianeta.

Valentino Salvatore

Non c’entra nulla col discorso che si sta facendo – anche se vedo che come al solito si va ampliamente off topic.

Silesio ha scritto:

“Tecnicamente, da un po’ di tempo, le “ultimissime” non funzionano molto bene. Forse il sistema non è più adeguato al crescente flusso di interesse che si sta concentrado sulla associazione UAAR.”

Mi rendo conto che le “ultimissime” a volte non sono così “ultimissime” come dovrebbero essere (nel senso di freschissime). Bisogna considerare che la nostra redazione si è ridotta a pochissime persone – tra cui io, i nomi dei “soliti noti” potete vederli alla fine di ogni post -, e si fa tutto il possibile, pur avendo altre attività di lavoro e studio (a volte con mezzi di fortuna). Cerchiamo di conciliare quello che già facciamo questa attività, che è piuttosto un hobby (per quanto mi riguarda, abbastanza divertente): e direi che in fondo ciò che ne esce non è malaccio, pur non essendo professionisti. Capisco comunque che l’interesse crescente verso il sito Uaar e il flusso di informazioni più ampio, fa sembrare i nostri sforzi inadeguati.
Chiaramente risulta molto difficile seguire tutte le notizie che girano, dovremmo stare appresso a tutti i siti e notiziari possibili ventiquattro ore su ventiquattro (cioè, dovrebbe diventare un mestiere vero e proprio).
Per curiosità, vorrei capire meglio che si intende per “tecnicamente”, in modo da poter comprendere meglio i problemi dei navigatori e cercare di risolverli, per quanto possibile.

Aldo

Hai ragione, infatti io ho patito prima nella C.C.A.R. e in gruppi pentecostali DOVE VIGE UN AUORITARISMO MUSSOLINIANO, poi ho trovato una piccola organizzazione Cristiana in cui mettiamo la liberalità al primo posto, crediamo nella totale libertà che il Cristo ha donato all’ uomo, la libertà insita nel non fare al prossimo ciò che non vogliamo sia fatto a noi.
Certo che in 2000 anni non è stato fatto nulla di questo perchè la chiesa invece di essere un organismo comunitario e con una intrinseca tendenza rivoluzionaria ed escatologica è diventatata poco dopo la morte degli apostoli ma definitavamente dopo il 3 secolo(vedi chiesa costantiniana) un organizzazione repressiva e misogina come resta ai giorni nostri.
@giovanna
@giovanna

Roberto Vai

x Augusto,

La legge di causa-effetto, se portata alle sue estreme conseguenze, non lascia alcuna libertà all’individuo. Perché ogni mia azione è forzatamente predeterminata.
Il Karma, o è assoluto o non è.
Il Karma è solo il risultato dell’interpretazione razionale del mondo.
E’ un’illusione, dal punto di vista razionale, sperare di spezzare il Karma.
L’unica possibilità è che la legge di causa – effetto non sia assoluta, ma solo una nostra interpretazione della realtà. Ovvero che il Karma sia un’illusione.

Per quello che sono riuscito a capire del buddismo, l’illuminazione consiste proprio nel superamento di questa visione, ovvero del mondo inteso come causa – effetto.
Questo superamento non può essere descritto. Proprio perché non è più comprensibile razionalmente.
Difatti, l’illuminazione dovrebbe consistere nel liberare l’infinito amore che è dentro di noi. Amore che, per poter essere totale, è amore del Nulla.

Roberto Vai

x Fernando,

Secondo me, l’altruismo non esiste. Esiste solo l’egoismo.

Un egoismo che si sta via via raffinando. Che capisce sempre di più cosa è veramente conveniente per la creatura.
Questo egoismo si è ormai accorto, almeno in alcuni, che non può esservi felicità per me, se il mio prossimo è infelice. E allora agisce di conseguenza.

Questa crescita spirituale egoistica, così come la fredda legge che regola l’evoluzione della specie. Mi riempiono di gioia.
Perché man mano che tutti gli orpelli che ci siamo inventati si sgretolano, io intanto son qui, donato a me stesso.

Raffaele Carcano

Ricordo a tutti che i commenti ‘dovrebbero’ avere attinenza con il post.
A chi vuole sottoporre e discutere liberamente di altre questioni inerenti l’incredulità, la religione e la laicità l’UAAR mette a disposizione i suoi forum (www.uaar.it/forum).

g.b.

piccolo-uomo scrive:

13 Giugno 2008 alle 17:28
“alti livelli di insicurezza sono invariabilmente correlati ad alti indici di religiosità”

Io sostituirei innanzitutto religiosità con dogmatismo/fondamentalismo/tradizionalismo.
Per fortuna la relazione non è biunivoca; spero non si volesse “strutturalmente” insinuare ciò.
Infatti, per esempio rimanendo in Italia e precisamente nei posti che frequento, in Trentino e in Veneto, regioni storicamente molto devote, la mafia non c’è mai stata.

Sarebbe comunque interessante fare un confronto tra i livelli di partecipazione alle pratiche religiose e i tassi di criminalità sia in ambito nazionale, che europeo e magari mondiale. Esistono studi attendibili sull’argomento?

Augusto

@ Roberto Vai

Non so dove hai preso le cose che dici sul karma. Forse da un manuale Zen o Nembutsu. Per quel che so, ognuno è fattore del proprio destino e ne è l’unico responsabile. Fino a Nichiren, monaco buddista giapponese del XIII secolo, il karma si definiva per alcuni aspetti mutabile e per altri immutabile. Dopo di lui, grazie al suo insegnamento e alla pratica, anche il karma immutabile si può cambiare. Insomma, se c’è qcosa nella mia vita che non mi piace, la cambio. Altro che illusione. Per maggiori delucidazioni, vai alla web http://www.sgi-italia.org. Ciao.

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