Battista: Quando il papa piace ai “laici”

Questa volta Papa Ratzinger è piaciuto ai laici. E siccome è piaciuto ai laici, in quest’occasione non si sono sentite le consuete vibrate proteste contro l’indebita «interferenza » vaticana o contro l’inammissibile «intromissione » ecclesiastica negli affari di uno Stato geloso della propria laicità. Non un proclama. Nemmeno una voce, se non quella solitaria dei radicali cui, si sa, non difetta la coerenza.
Eppure i retroscena politici sono concordi nel riconoscere alla moral suasion
esercitata dal Vaticano uno dei motivi che hanno indotto il premier Berlusconi, alla vigilia dell’incontro con Benedetto XVI, a sfumare la sua posizione sul reato di immigrazione clandestina. Del resto se, come sembra, i retroscena dicono il vero, non sarebbe una cattiva notizia. Che il capo del governo, su una materia anch’essa, come usa dire, eticamente sensibile, ascolti il parere di un’autorità morale come la Chiesa cattolica (per poi decidere in piena autonomia) è un segno di attenzione culturale non banale. Un’attenzione estesa ai pareri dell’opposizione, degli organismi internazionali, di tutto il mondo culturale su un tema così fondamentale per la dignità umana da richiedere sensibilità, una durezza mai disgiunta da un minimo di pietas, una soluzione pragmatica e non l’esibizione di un vessillo ideologico. Parlare con la Chiesa (come con tutti) dunque si può. Ascoltarne i suggerimenti (come quelli di tutti) non è in quanto tale sintomo di lesa laicità. Riconoscerne l’autorevolezza non è un segno di subalternità neoclericale.
Proprio il silenzio di questi giorni, se confrontato al clamore che ha accompagnato casi analoghi, significa però che il riconoscimento di un tale principio è soggetto alle volubili intermittenze della ragion politica.

Che il tener conto delle obiezioni della Chiesa per poi decidere nel pieno rispetto del carattere laico dello Stato è una regola buona solo a seconda delle convenienze. Se è infatti legittimo il monito cattolico sulla riduzione della semplice clandestinità a reato passibile di sanzioni carcerarie, come possono diventare illegittimi i suoi interventi su altre materie sulle quali lo Stato deve legiferare? Se la Chiesa dice la sua sul trattamento degli immigrati clandestini, o sull’amnistia, oppure sulla spedizione italiana in Iraq (su temi insomma sempre molto cari alla sinistra), è giusto fare attenzione, e se invece interviene sull’aborto, o sull’eutanasia, allora bisogna fermamente rintuzzare l’attacco allo Stato laico?
Questo doppio standard nasce dalla difficoltà di ammettere che non esistono leggi dello Stato eticamente «neutrali», sulle quali l’intervento della Chiesa sarebbe arbitrario, e altre così cariche di valori morali da permettere anche alla Chiesa di esprimersi. Il modo di trattare i clandestini o la difesa intransigente della pace avrebbero una valenza morale. Ma non l’aborto, l’eutanasia, rubricate a intangibile sfera dei «diritti civili » e, perciò, in quanto tali di esclusiva pertinenza della sfera laica. Invece il diritto di intervento culturale e morale da parte dell’autorità cattolica non può essere dimezzato, sebbene una regola molto semplice faccia fatica a imporsi in Italia: nella discussione sui valori che ispirano le leggi ogni voce è libera, ma nella decisione è invece libero lo Stato. Da oggi, forse, c’è una ragione in più per sostenerla.

L’editoriale di Pierluigi Battisti è tratto dal sito de Il Corriere della Sera

Al contrario dei “laici” come Battista, i tanto vituperati “laicisti” tendono ad avere un atteggiamento critico che tiene conto delle singole situazioni: è evidente che si fa una certa – e voluta – confusione mettendo nello stesso calderone argomenti così disparati come i diritti degli omosessuali, l’autodeterminazione della donna, la ricerca scientifica e il reato di immigrazione clandestina. In questo modo si cerca di cogliere in fallo i laicisti, accusati di incoerenza giocando su analogie speciose: di solito infatti vengono accusati di rigidità anticlericale e chi più ne ha più ne metta; poi alla bisogna possono essere accusati – dalle stesse persone e con gli stessi toni – per l’esatto contrario, ovvero per l’eventuale apertura ed elasticità, o per il solo fatto di concordare su questioni collaterali. In questo balletto, una cosa è chiara: il vero atteggiamento pregiudiziale è proprio quello dei presunti “laici”, sempre pronti ad annuire di fronte a qualsiasi starnuto papale.

Infatti la critica alla Chiesa da parte dei laicisti, proprio perchè non è pregiudiziale, è volta a criticare l’attività di lobbying (moral suasion? ingerenza?) che la Chiesa attua sullo Stato per ottenere privilegi economici, sociali e politici e per impedire l’estensione di certi diritti o conoscenze. Nulla vieta che si possano anche condividere (da tutte altre basi) certe posizioni espresse da religiosi su singoli temi, proprio perchè non sono posizioni “religiose” o inerenti la laicità tout court. Non si è mica obbligati ad essere sempre e comunque d’accordo o in disaccordo.

Inoltre, cosa molto importante, perdendosi in tali ricerche perigliose del pelo nell’uovo laicista, ci si dimentica che il tema principale – nonostante la sovraesposizione mediatica – dell’incontro tra Berlusconi e Benedetto XV non è di certo l’immigrazione clandestina. La chiacchierata verteva soprattutto su ben altro, guarda caso proprio le “solite cose” ben note a noi gretti materialisti, e che rappresentano il vero cuore della questione laica: sovvenzioni pubbliche alle scuole private (tra l’altro vietate espressamente dalla Costituzione), “rispetto della vita” (ovvero opposizione all’autodeterminazione della donna, all’educazione sessuale e alla contraccezione, ad alcuni tipi di ricerca scientifica), “rispetto per la famiglia” (ovvero contrasto all’estensione dei diritti per le coppie non sposate e omosessuali). Il problema di fondo è che, per l’ennesima volta, uno Stato che si autodefinisce “laico” ha la necessità di chiedere il beneplacito del Vaticano, di fatto ricevendone precise direttive (o “amorevoli consigli”). E il dettaglio degli immigrati serve per distogliere l’attenzione da questa situazione, una delle anomalie italiane.

15 commenti

Anticlericale89

Questo scritto io,che sono una laicista cattiva,lo considero l’ennesima vergognosa insopportabile intollerabile ingerenza.La chiesuccola non deve permettersi di alzare troppo la sua voce stridula in affari che non la riguardano.Poi mi fa’leggermente schifo notare i giri di parole di questo tizio che portano a una sola conclusione:la chiesa ha diritto di intervenire se una donna non vuole portare a termine una gravidanza,la chiesa puo’intervenire se 2gay si amano e vogliono la pensione,la chiesa deve intervenire se un malato terminale vuole che gli si stacchi la spina,secondo questo la chiesa ha il diritto/deve/puo’intervenire su tutto,quando nella realta’,scendendo nel pratico,nella vita di tutti i giorni,l chiesa non ha nessun diritto di impormi una gravidanza o qualunque altra cosa.
Miserabili clericali travestiti da laici,che non fanno altro che annuire e aspettare l’ossicino dal clerico di turno.

Emilio Gargiulo

Ormai il corriere della sera è diventato l’organo ufficiale del partito clericofascista italiano.

rosalba sgroia

Che pena…

Che il papa dica giusto o sbagliato ai governi di turno non dovrebbe interessare nel senso che le sue parole non dovrebbero essere la guida, il faro della politica di TUTTI.
Invece…
Alla base c’è il grande businnes del “magnamagnaallafaccianostra!”

piersky

@Emilio Gargiulo Questo e’ vero. Il Corriere e LA repubblica di dignita’ ne avevano poca anche in passato, ma negli ultimi mesi sono diventati “insopportabili” per chiunque abbai un minimo di cervello.

Poi, certo, PG Battista e’ sempre stato il leccapiedi dei potenti, specie del papa silvio da arcore 🙂

Bruno Gualerzi

“Che il tener conto delle obiezioni della Chiesa per poi decidere nel pieno rispetto del carattere laico dello stato è una regola buona solo a seconda delle convenienze. Se è infatti legittimo il monito cattolico sulla riduzione della semplice clandestinità a reato passibile di sanzioni carcerarie, come possono diventare illegittimi i suoi interventi su altre materie sulle quali lo stato deve legiferare? Se la Chiesa dice la sua sul tema degli immigrati clandestini, o sull’amnistia, oppure sulla spedizione italiana in Iraq (SU TEMI INSOMMA SEMPRE MOLTO CARI ALLA SINISTRA), E’ GIUSTO FARE ATTENZIONE ecc, ecc. (…)”.

Sicuramente al di là delle sue intenzioni, questo P.G. Battista dice una mezza verità… Per dirla intera (cosa che naturalmente non fa parte del suo repertorio) dovrebbe stigmatizzare una sinistra che, non si capisce perché (si fa per dire), deve sempre ‘fare attenzione’ a ciò che dice il papa. Giusto o sbagliato che sia.
Credo che questo sia il succo del commento, articolato come si deve, di Valentino.

Magar

Io non protesto se la CCAR fa politica: basterebbe che la facesse con i soldi suoi e senza usufruire dei benefici economici del Concordato, che evidentemente trovano la propria “giustificazione” solo in un presunto status “istituzionale”, super partes, della Chiesa: imparzialità che evidentemente non c’è e non ci può essere, ché la CCAR ha sempre perseguito un proprio programma politico. Aboliamo il Concordato, e la Chiesa agisca come una qualunque associazione, come fanno UAAR, Legambiente, Amnesty International, etc.

Semmai, quando dal Vaticano o dalla CEI arrivano richieste di leggi discriminatorie per alcuni cittadini, o di privilegi per altri, allora sono i politici che devono rispedirle al mittente.
Così come proposte ragionevoli (e.g., a mio parere, eliminare il reato di immigrazione clandestina) dovrebbero essere accolte in virtù della loro ragionevolezza, non perché lo dice il Papa (manco fosse stato l’unico, peraltro…).

Stefano Bottoni

Quando il lupo piace all’agnello, l’agnello si è condannato da solo.

RazioCigno

Il solito editoriale filo-papista del Corriere (Battista, Della Loggia, Allam)
La Rizzoli (gruppo RCS) pubblica i best-seller di J. Ratzinger, che sia solo un caso?

Giuseppe C.

Mi riconosco in toto nel commento di Valentino Salvatore.

[…]La chiacchierata verteva soprattutto su ben altro, guarda caso proprio le “solite cose” ben note a noi gretti materialisti[…]

[…]E il dettaglio degli immigrati serve per distogliere l’attenzione da questa situazione, una delle anomalie italiane.

Battista! Mi raccomando il servizio… 🙂

beppe66

Quando un capo di un governo si reca da un altro capo di stato (badate bene che il papa non va mai a trovare nessun politico, è il politico che va dal papa), gli BACIA LA MANO, altri rappresentanti del nostro paese SI INCHINANO e gli baciano la mano, non mi sembra sia un dialogo alla pari. Non mi sembra vadano a discutere quanto piuttosto a prendere direttive. Non solo ma poi questi continui attacchi ai laici, questo leggere al telegiornale continuamente i titoli dell’osservatore romano (che non legge nessuno), questo continuo dire cosa è laicità, la croce come simbolo laico, il papa espressione di laicità, il papa piace ai laici … Ragazzi che periodo ci aspetta….. torneremo al certificato di battesimo per farsi assumere nei posti statali…..
P.S. : avete notato il regalo di Berlusca al papa ? una croce tempestata di diamanti….. alla faccia della povertà di San Francesco… e il regalo del papa ? una penna…….. ecco questo dice tutto….

cartman666

E’ sempre il solito rito nauseante, il politico che va a inchinarsi di fronte all’autorità religiosa.
Comincio davvero a stancarmi di un paese immobile prigioniero degli stessi riti.

ren

“Se è infatti legittimo il monito cattolico” … A quanto pare il monito cattolico è sempre legittimo qui, ma non nel resto d’europa.
Questo vaticano può inpunemente mettersi di traverso rispetto a tutte le decisioni dello stato italiano e i politici tutti zitti e muti. I giornalisti altrettanto tranne pochi valorosi. Che schifo di paese.

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