Nella Macchina del Tempo. All’origine dell’universo

A cavallo della frontiera franco-svizzera, fra il lago Lemano e il paese di Voltaire, la storia del mondo si prepara a una svolta. In mezzo a paesini ordinati coi loro campanili, i prati ben rasati, i vigneti e le mucche che brucano, l’umanità intera sta per fare un passo avanti, un salto forse, nella conoscenza dell’universo, della materia e delle forze sconosciute che lo tengono insieme. “Sappiamo che qualcosa succederà – dice Fabiola Gianotti, milanese -. È un momento storico per la scienza, e quel che scopriremo potrebbe cambiare i libri di testo. Fra un anno o due, c’è la possibilità che si scopra l’origine della materia oscura che costituisce il venticinque per cento dell’universo”.Quando sente parole del genere, un povero profano ha due scelte. O si arrende, volta le spalle e torna alla sua esistenza semi-animale, alle prese con forme di materia rozza (carta, benzina, asfalto, pastasciutta). Oppure passa i cancelli del Cern, si affida a una serie di gentili scienziati compatrioti che qui lavorano, e prova – se non a capire – a immaginare almeno, a percepire le vibrazioni del momento storico. Mancano poche settimane. Poi il più grande acceleratore di particelle del mondo, l’Lhc (Large Hadron Collider), verrà avviato.

Due fasci di protoni cominceranno a viaggiare, nei due sensi, lungo il tunnel di ventisette chilometri a cento metri sotto terra. Si scontreranno in quattro rivelatori, sorta di colossali macchine fotografiche che fisseranno le immagini dell’impatto.

Vedremo l’origine dell’universo, che cosa è successo un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, perché quelle sono le condizioni che verranno ricreate. Un progetto simile non è mai stato tentato, ed è il più ambizioso al mondo. Non poteva succedere che qui al Cern, il più importante laboratorio planetario per la fisica delle particelle, l’impresa che (dal 1954) tiene insieme venti stati membri europei, e circa sessanta di tutto il mondo, impegnando ogni giorno ottomila scienziati. Da luglio in avanti, e per i prossimi anni, ci si aspetta di scoprire qualcosa che non è mai stato visto, ma solo immaginato coi modelli teorici. Oggetti misteriosi come la materia oscura, l’antimateria, le supersimmetrie “Susy”, o il bosone di Higgs, ipotetica particella elementare che il Nobel Leon Max Lederman ha chiamato (facendo storcere la bocca a molti colleghi) “la particella di Dio”.

L’attenzione (non eccessiva) della gente normale verso questo progetto è stata risvegliata poco tempo fa dall’iniziativa di due personaggi che hanno tentato di bloccarlo. Con un appello al tribunale delle Hawaii (uno dei due abita lì, e vi ha fondato l’orto botanico), Walter Wagner e Luis Sancho hanno sostenuto che l’Lhc è una sorta di “arma fine di mondo” come quella del Dottor Stranamore, che può produrre “buchi neri” in grado di inghiottire Ginevra e poi l’intero pianeta.

Tesi bizzarra, che gli scienziati considerano un’autentica fesseria. Già in passato esperimenti simili (ma più limitati) avevano fatto gridare al pericolo di fine del mondo, e poi non era successo niente. Ma, paradossalmente, la boutade di Wagner-Sancho ha avuto il merito di ricordare che qui al Cern qualcosa di sensazionale sta per avvenire. Non “fine di mondo” ma, casomai, la messa in scena del suo inizio.

Nella sala controllo del Cern un fisico italiano, Roberto Saban, tiene d’occhio sui monitor l’anello sotterraneo che si avvia verso il momento dello start. È il responsabile del collaudo. “Il fascio di protoni viaggia all’interno di una conduttura sotto vuoto, e viene guidato da magneti che gli danno la curvatura necessaria lungo l’anello. Sono 1232 magneti superconduttori, ognuno un bestione lungo 15 metri e pesante 32 tonnellate, alimentati a 12mila ampére. Specie di thermos, che all’interno hanno una massa raffreddata a 1,9 kelvin, cioè meno 271 gradi”. A quella temperatura, le bobine di niobio-titanio non presentano resistenza. Se si usassero magneti “caldi”, per raggiungere la stessa energia l’anello dovrebbe essere lungo 120 chilometri, e consumerebbe 40 volte tanta elettricità. “Sono magneti “di frontiera”, che lavorano al limite della loro progettazione – spiega Saban – Così come la criogenia, cioè il sistema di raffreddamento”.[…]

Ma vediamo l’anello che Saban sta collaudando. I fasci di protoni (cento miliardi di protoni, in 2800 “pacchetti”) viaggeranno all’interno di un condotto (dieci cm di diametro interno) dove viene creato l'”ultravuoto”, più vuoto che nello spazio, un decimillesimo di miliardesimo della pressione al livello del mare. I protoni andranno alla velocità della luce, e faranno il giro dei 27 chilometri undicimila volte al secondo. Alla massima potenza dell’Lhc, ogni fascio avrà un’energia pari a quella di un auto lanciata a 1600 chilometri orari. Ogni protone 7 tev (tera elettrovolt), quindi ogni collisione raggiungerà i 14 tev: una soglia mai raggiunta, e considerata necessaria per liberare e riconoscere particelle mai viste. Saban si prepara a controllare l’anello, i magneti che guidano, ripuliscono e concentrano il fascio, le temperature di esercizio: “All’inizio, succederà che non sapremo pilotare la macchina, ma ci aggiusteremo presto”.

Lungo il percorso, dentro enormi caverne sotterranee, ci sono i rivelatori, quattro in tutto. Due (Atlas e Cms) sono “general purpose”, hanno cioè compiti di osservazione più larghi, seppure con tecnologie diverse. Gli altri due (Alice e Lhcb) sono indirizzati a obiettivi più specifici. Paolo Giubellino, fisico torinese dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), è uno dei responsabili di Alice (A Large Ion Collider Experiment): “Alice studia la materia nucleare ad alta densità, e cioè il momento in cui si è passati dalla pappa di quark-gluoni alla formazione di protoni e neutroni. Circa venti milionesimi di secondo dopo il Big Bang”.

Sarà la prima fase dopo l’avviamento del grande acceleratore, quando per creare Qgp (il plasma di quark-gluoni) si faranno scontrare nuclei di piombo: “Alice è progettata per lavorare a intensità più bassa, quindi per il primo anno lavorerà bene. A bassa intensità, gli eventi sono più rarefatti. Poi gli altri si metteranno a correre. Ma tutti e quattro continueranno a prendere dati insieme. Qui è come se si lavorasse in grandi esplorazioni geografiche, con un gran numero di persone: per ogni rivelatore c’è il contributo di cento istituti di una trentina di paesi diversi”.

I rivelatori sono macchine enormi, costruite intorno alla condotta centrale dove passerà il fascio. Fabiola Gianotti lavora ad Atlas, un arnese lungo 46 metri con un diametro di 25 e pesante circa settemila tonnellate: “Qualunque sia la fisica nuova che si rivelerà, Atlas e Cms la vedranno. Oggi conosciamo bene il mondo delle particelle elementari, descritte dalla teoria del Modello Standard. Il modello spiega bene, ma non risponde a tutte le domande. Sappiamo che nell’universo c’è un venticinque per cento di materia oscura, e un settanta di energia oscura. Nessuna delle particelle che conosciamo può spiegare la materia oscura”. Il Modello Standard è una teoria che disegna la situazione delle nostre conoscenze. Ma la cosa che sembra sensazionale (a un profano) è che tutto quello che si conosce, la cosiddetta materia ordinaria di cui noi e ogni oggetto sulla Terra sono costituiti, non rappresenta che il sei per cento della materia ed energia dell’universo.

La nostra ignoranza è sconfinata: “Al di là del Modello Standard ci sono molte teorie, e fenomeni che oggi non conosciamo, anche se abbiamo qualche idea. La soglia in cui il Modello Standard comincia a dare segni di cedimento è proprio a quella scala del tev, di energia, che l’acceleratore Lhc per la prima volta raggiungerà. Il termine materia oscura indica anche la nostra ignoranza. Siamo di fronte a un muro, e abbiamo moltissime domande. In questo senso, ci si può aprire un nuovo mondo, e la posta in gioco è bellissima”.[…]

Guido Tonelli, fisico pisano, è uno degli scienziati responsabili del Cms, l’altro grande rivelatore. Ha gli stessi obiettivi, grosso modo, di Atlas, ma con tecnologie diverse. E ciascuno dei due, in pratica, verifica i risultati dell’altro. “Osserveremo un miliardo di collisioni al secondo. Fra queste ne sceglieremo centomila che potrebbero essere interessanti, e alla fine solo cento da immagazzinare su disco. E un flusso di informazioni paragonabile, in quell’istante, all’intero flusso di informazioni del mondo”. Ecco quindi che, in un caverna adiacente a quella di Atlas, c’è una grandissima “farm” di computer per selezionare i dati prima di inviarli al centro di calcolo.

Il tunnel sta per essere chiuso, in preparazione dello start. L’ultimo segmento aperto è quello che ci mostra Francesco Bertinelli, ingegnere milanese, che per andare avanti e indietro sotto terra usa la sua mountain-bike: “Questa che vediamo al Punto 4 è la cavità di radiofrequenza, in pratica il pedale dell’acceleratore. Ad ogni passaggio il flusso di protoni aumenta la sua energia”. Moltissima tecnologia è di produzione italiana: un terzo degli enormi magneti, per esempio, o i tubi senza saldature della Dmv di Costa Volpino. Infine l’ultimo rivelatore, l’Lhcb: “Questo è diverso dagli altri – spiega Carlo Forti, romano – perché non è circolare ma asimmetrico. Osserverà i mesoni B, che dopo la collisione vanno da una parte sola. E studieremo l’asimmetria materia-antimateria, un miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang. A una temperatura di dieci milioni di miliardi di gradi”.[…]

Bene, qualche settimana e l’Lhc comincerà a funzionare. Ma c’è qualcos’altro, al di là delle probabili rivelazioni in grado di sconvolgere la conoscenza, che impressiona qui al Cern. Si sono fatte tesi di sociologia e di antropologia per capire come può funzionare tanto bene: “Qui lavora gente di culture diverse, senza avere una struttura coercitiva – dice Paolo Giubellino -. E si cerca, quindi, ogni volta il consenso”. “C’è competizione, ma in assoluta trasparenza e totale condivisione dei dati – dice Guido Tonelli -. È qualcosa che in una struttura privata non esiste”. Uscendo dal Cern, dopo questa sbornia di eccitazione per il futuro in arrivo, c’è solo da chiedersi: perché non esiste un Cern per la cura del cancro o dell’aids?

Fonte: La Repubblica

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54 commenti

Kris

entusiasmante!!! sono queste le cose che rendono l’uomo veramente umano sollevandolo dalla grigia monotonia della vita di tutti i giorni!!

Bruno Gualerzi

Convinzione prodotta da queste notizie… che da un lato lascia ovviamente il tempo che trova, ma dall’altro – per quanto mi riguarda – si va sempre più consolidando, e proprio in modo sempre più preciso, oserei dire scientifico: più si scopre circa la struttura dell’universo, più si allontana la possibilità di conoscerlo veramente. O meglio, il punto d’arrivo di questo percorso si allontana alla stessa velocità di chi si sforza di raggiungerlo. E questo lo si ricava proprio dalle dichiarazioni degli scienziati che si possono sintetizzare in questo modo: abbattuto un muro, nel senso del superamento di una teoria fino ad allora accreditata perché comprovata, se ne scorge subito un altro, dietro il quale… si vedrà.
Come interpretare tutto ciò? Per quanto mi riguarda in modo ambivalente, per non dire contrastante: per un verso come la straordinaria, estremamente suggestiva, scoperta di sempre nuovi orizzonti; per un altro verso come una immane fatica di Sisifo.

Guastardo III di puglia

@ Bruno Gualerzi

Sono perfettamente daccordo con te.
E penso davvero che ciò che disse Socrate “io so di non sapere” è forse la conquista scientifica più grande di cui ci possiamo vantare… dell’essercene almeno accorti!

alla faccia di tutti quelli “dalla verità in tasta” (li dove ogni riferimento a cose o persone inibenti la vitalità dell’individuo è VOLUTAMENTE CAUSALE)

jeeezuz

ci sono stato in gita con l’università. da mozzare il fiato. 😀

Leo55

Voglio sperare, che , in caso di un “nulla di fatto”, ovvero di una clamorosa smentita, questi
“scienziati” (?) abbiano il decoro e l’onestà di rendere noto il fallimento dell’esperimento, cosa, peraltro, normalissima in campo scientifico, ripensando con ciò le loro teorie.
Anche se , da quello che i resocondi di ormai mezzo secolo di simili concetture e tentativi, ci hanno abituato, si ricorrerà ad una qualche giustificazione basata su un’ennesima “forza oscura”, “Particella Fantasma”, “Alabarda Spaziale Periodica”, con le quali si apriranno scenari nuovi , densi di attesa e interrogativi………………ditemi se questa è scienza.

Bruna Tadolini

… e poi ci si domanda perchè in Italia non si spendono soldi per la ricerca: .. basta leggere alcuni dei commenti precedenti per rendersi conto della considerazione che la ricerca ha nel nostro paese!

Italia = status quo ante .. permanente

.. bravi ragazzi italiani che ci mettete tanta pelle per far avanzare la scienza …. andate pure all’estero!

Bruno Gualerzi

@ Bruna Tadolini
Insomma, se ho capito bene, per te qualsiasi riflessione sulla scienza, sulla ricerca scientifica, che non sia di esaltazione acritica, è tabù! Non pensi che serva per fare in modo che quella degli scienziati – proprio per il peso che hanno nella ricerca di una conoscenza fruibile – non diventi una casta? Per cui, chi è dentro è dentro – cioè gli addetti ai lavori – e chi è fuori è fuori?

Nifft

Sono d’accordo con Bruna. Questa notizia è entusiasmante, non solo per i risvolti scientifici, ma anche sotto tutti gli altri aspetti che accompagnano l'”impresa scientifica”. E non percepire questo è molto triste. Anche se temo che questa ottusità sia parecchio diffusa in Italia. Ma ormai lo sappiamo chi ha una certa cultura e sensibilità (e capacità) è forzato ad andare in paesi più avanzati, e semplicemente per sopravvivere.

@Gualerzi
E’ l’impresa scientifica stessa ad avere queste caratteristiche: ad ogni sforzo, ogni scoperta, si sposta la barriera della conoscenza più in là. Ma non è una fatica di Sisifo, perché la “superficie” delle nostre conoscenze aumenta, e questo ha ricadute in tutti campi (non faccio nessun esempio perché è ovvio).

@Leo55
E’ ovviamente il fascino del mistero a spingere gli scienziati. Al contrario di come dici, il più grande dono che puoi fare ad una comunità scientifica è dimostrare che la teoria che stanno studiando è sbagliata. Una teoria sbagliata è una porta aperta per aumentare la propria conoscenza. E’ uno stimolo fondamentale (nota quanto si è anni luce rispetto ad un pensiero di tipo “verità assoluta” piovuta dal cielo…)

In più vorrei far notare come al Cern si stia vivendo una quasi-utopia. L’unire persone di paesi e fedi diverse in un unica impresa. Questo a dimostrare l’universalità della scienza, alla faccia delle accuse di B16. La sua religione non potrà mai ottenere quello che la scienza ottiene per sua natura.

Sergio

Francamente la lettura di questo lungo articolo non mi ha per nulla entusiasmato. Cosa ne capisce il profano, cioè il 99,99% della popolazione mondiale? Poco o nulla. Lo scetticismo è giustificato, mi sembra, proprio dal non capirci quasi nulla e dal non sapere a che scopo serva questa ricerca.
Un miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo il big bang! Si prospetta la riscrittura di tutta la storia universale! E poi alcuni dati tecnici sbalorditivi (per i poveri profani, il 99,99% della popolazione mondiale, cara Bruna Tadolini).

Leggendo questo articolo io mi sento semplicemente tagliato fuori dai centri del sapere che contano: sono un analfabeta in materia (in buona compagnia: il 99,99% della popolazione mondiale) e non so se ammirare o temere questi sacerdoti della scienza che mi sembrano lontanissimi dal mio modo di pensare. Faranno davvero progredire la scienza e il genere umano? Forse. Speriamo.

Significa quanto detto che sono contro la ricerca? Ovviamente no. Ma spero che i sacerdoti, tra cui Bruna Tadolini (che è ovviamente una sacerdotessa), capiscano lo sconcerto e le perplessità di quanti non ci capiscono quasi niente (ma che debbono lo stesso finanziare queste imprese).

Giovanna

Quoto Bruna Tadolini!!

E’ molto probabile che l’homo sapiens si estinguerà prima di avere scoperto tutto dell’universo, tuttavia questa consapevolezza non deve affatto scoraggiare e frenare la continua ricerca. Appunto perchè sappiamo di non sapere non dovremmo mai accontentarci!

Bruno Gualerzi

@ Giovanna
Una mia osservazione su quanto affermato da Bruna Tadolini non è ancora comparsa. Mi rivolgo allora a te: credi davvero che si possa arrivare a ‘scoprire tutto dell’universo’? E’ proprio chi si pone in questa prospettiva che può essere tentato (non mi riferisco certo a te, ma sai a chi) dall’imboccare la scorciatoia della fede.

anteo

qualche brivido corre sulla schiena
…Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare,
guardate l’ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
…son morto in un esperimento sbagliato… (De André).

ecco un bel tema per giornalisti curiosi e rompiscatole:
“c’è solo da chiedersi: perché non esiste un Cern per la cura del cancro o dell’aids?”
ecco perchè?

Bruno Gualerzi

Sempre rivolto a Giovanna (mi è venuto in mente dopo).
Qualora l’homo sapiens – al quale si deve augurare, non solo lunga vita, ma anche un continuo incremento della sua ‘sapienza’ – arrivasse a ‘scoprire tutto dell’universo’, non pensi che così verrebbe ‘dimostrata’ l’esistenza di un ‘Disegno Intelligente’?
Per non parlare delle Mente-che-ha-progettato-e-realizzato-il Disegno Intelligente… di cui l’homo sapiens sarebbe senza ombra di dubbio una sua creazione, fatta a sua immagine e somiglianza.

Giovanna

@ Bruno Gualerzi

No, non credo affatto che l’essere umano possa mai arrivare alla conoscenza totale dell’universo, a che scopo poi? Agli scopi assoluti lasciamoci credere quelli che trovano comoda la scorciatoia della fede!
Ritengo solo che sia assolutamente giusto e indispensabile incoraggiare la ricerca continua in qualsiasi campo, per acquisire conoscenze sempre più vaste e soprattutto per migliorare la nostra vita e quelle delle generazioni successive, prima dell’estinzione della nostra specie, che temo (ma neanche troppo!) sia inevitabile.

Silesio

Già si è fatto molto per disgregare secolari visioni del mondo. Noi non sappiamo ancora dove si potrà arrivare, ma una certezza è stata acquisita, ossia le visioni “storiche” e tramandate del mondo erano troppo semplificate e infantili. Oggi non si parla più di universo ma di un “multiverso” ossia molti universi possibili. Il nostro universo è un po’ come una “fetta di salame” accanto alla quale è possibile affettarne un’altra (un altro universo). Universi paralleli possono anche collidere, e una delle teorie sull’origine del Big Bang è infatti che tale “botto” sia stato dovuto alla collisione di universi paralleli, da cui avrebbe avuto origine il nostro. Ciò che è importante rilevare è che le “visioni del mondo”, ossia le filosofie o le religioni, tramandate sono di riflesso delle costruzioni puerili su esperienze molto limitate della realtà. Per questo non esistono altri motivi, se non quelli dell’interesse storico, per far caso a ciò che le religioni raccontano.

Nifft

@Gualerzi
“Qualora l’homo sapiens – al quale si deve augurare, non solo lunga vita, ma anche un continuo incremento della sua ’sapienza’ – arrivasse a ’scoprire tutto dell’universo’, non pensi che così verrebbe ‘dimostrata’ l’esistenza di un ‘Disegno Intelligente’?”

No. Perché? Questa argomentazione è sbagliata. E simile a quella che fanno i creazionisti. E parlare di “Teoria del tutto” credo sia solo un modo di dire che ha ritrovato una buona cassa di risonanza mediatica. Pochi scienziati ragionano i questi termini.

@Sergio
“Cosa ne capisce il profano, cioè il 99,99% della popolazione mondiale? Poco o nulla. Lo scetticismo è giustificato, mi sembra, proprio dal non capirci quasi nulla e dal non sapere a che scopo serva questa ricerca.”

Questo è un classico esempio di scollamento della scienza dalla cultura media della gente. Questo scollamento è un problema che deve essere risolto nei programmi dell’istruzione obbligatoria. Considera che qui la materia sembra “lontana” perché si parla di particelle e di energie enormi. Ma anche in campi più “vicini”, come la biologia, l’illusione di comprensione è appunto un’illusione. Anche lì lo scollamento è spettacolare.

Che vogliamo fare? Continiuamo a criticare la scienza perché si è allontanata dalla società? Forse è il caso che la “società” si faccia un esame di coscienza.

Malte

@ Bruno Gualerzi
Non credo il tuo primo argomento sia esatto: “più si scopre circa la struttura dell’universo, più si allontana la possibilità di conoscerlo veramente”. Conoscere veramente non è un asserzione accettabile: per un fedele o un folle un allucinazione è conoscenza vera. Se il tuo veramente indica qualità di completezza, ciò che dici, come notato sopra, lascia il tempo che trova. Ciò poichè il fatto di non poter saper tutto è inifluente sul voler saper qualcosa in più. La differenza tra fede, (cioè la scorciatoia) è il come, non il quanto.Dici:”Mi rivolgo allora a te: credi davvero che si possa arrivare a ’scoprire tutto dell’universo’? E’ proprio chi si pone in questa prospettiva che può essere tentato (non mi riferisco certo a te, ma sai a chi) dall’imboccare la scorciatoia della fede.” Questa tua risposta è un preciso esempio di fallacia della china pericolosa. Inoltre anche dire: “il punto d’arrivo di questo percorso si allontana alla stessa velocità di chi si sforza di raggiungerlo”. Il punto d’arrivo nessuno se non tu ha deciso che sia il saper tutto, gli scienziati del cern non ambiscono a questo, ma a verificare empiricamente la validità di certi modelli fisici teorici. L’essenza del metodo scientifico insomma. Che non sappian al 100% cosa accadrà è ovvio, ma hanno una previsione che dovrà o no rivelarsi giusta in determinate percentuali.Inoltre: se ipoteticamente si sapesse tutto come tu dici(“arrivasse a ’scoprire tutto dell’universo’, non pensi che così verrebbe ‘dimostrata’ l’esistenza di un ‘Disegno Intelligente’?”), il disegno intelligente non sarebbe cmq dimostrato: confondere conoscere tutto e la presenza di qualcuno che ha disposto tutto sono due cose diverse. Inoltre sapendo tutto sapremmo anche dell’esistenza o no di un tale artefice,quindi è una domanda fallace e oziosa.

Monsigner

…cosa significa chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori?

Stefano P.

E’ in queste occasioni che mi pento di non aver studiato fisica all’università (gli esami di Fisica I e II sono fatti in modo così banale che non li considero nemmeno).
Agli scienziati del Cern auguro un buon lavoro.

Monsigner

Invece io non mi lamento, è bellissimo tentare di oltrepassare le frontiere.
Mi pentirei invece se fossi iscritto ad una facoltà non scientifica, ma questo è soggettivo.

Kris

non mi aspettavo delle reazioni così ostili a questo’articolo. insomma che male c’è ad essere spinti dalla volontà di conoscere il perche c’è qualcosa anzichè niente. Probabilmente una risposta definitiva non la si scoprirà mai (soprattutto per problemi tecnici), ma intanto non si può negare che la nostra visione si amplierà notevolmente andando avanti per questa strada. certo non si possono cantare le lodi delle magnifiche sorti e progressive della scienza, perchè si tratta di un percorso accidentato, ma non possiamo neanche lasciare queste questioni e queste risposte alle religioni, lasciandoci invadere dal nichilismo più estremo…per quanto mi riguarda anche se il bosone di Higgs non porterà un cambiamento sostanziale nella mia vita di tutti i giorni sarò contento di sapere della sua esistenza o non esistenza, ma soprattutto sarò contento di sapere che il mondo in cui magio, lavoro e vivo i miei affetti è molto più affascinante, complicato e straordinario di quandto, a volte, mi sia dato accorgermene!

Monsigner

….avrebbe dovuto far riflettere la domanda finale, in relatà non mi attendevo nemmeno io il confronto sulla positività o negatività della ricerca scientifica, ormai però ci siamo.

Bruno Gualerzi

@ Malte
Provo a ribattere alle tue critiche (alcune forse dovute più che altro al modo un pò approssimativo con cui mi sono espresso, ma – pure se così non fosse – legittime e stimolanti).
A proposito del ‘conoscere veramente’. Nessuna pretesa di completezza, figuriamoci! Solo consapevolezza dei limiti di una conoscenza che mi fa ‘socraticamente’ (come dice secondo me acutamente Guastaldo III di puglia) ‘sapere di non sapere’, non perché non scopro niente di nuovo e di utile, ma, al contrario, proprio perchè ogni nuova scoperta rilancia in avanti ogni altra conoscenza possibile creando a sua volta nuove aspettative… e a volte perfino nuovi bisogni. Non serve a niente questa consapevolezza? Forse, anzi senz’altro dal punto di vista della prassi scientifica, ma perché non dovrebbe essere legittimo, e a suo modo utile, questo riscontro diciamo pure emotivo, che io ritengo umano, umanissimo? Utile perché il fatto di vivere questa emozione consapevolmente, il non ‘rimuoverla’, credo sia il modo più razionale per non lasciarla agire indisturbata nella nostra psiche. Con conseguenze che portano, che possono portare (non dico che necessariamente portano, ma, appunto, possono portare) a vivere la scienza in modo (e qui immagino come gli amici di UAAR si incavoleranno) ‘fideistico’. La forza della scienza, la libertà che ispira e deve ispirare, sta, se si vuole paradossalmente, ma soprattutto umanamente, proprio nella consapevolezza dei suoi limiti teoretici e pratici. A mio parere la potenzialità più alta (la consapevolezza) della condizione umana.
In quanto allo ‘scoprire tutto dell’universo’ era solo in riferimento ad una espressione di Giovanna (v.) con la quale per altro credo ci si sia già chiariti.
Infine, in quanto al ‘Disegno Intelligente’, al quale ovviamente non credo, era solo un paradosso più che altro linguistico in relazione al ‘sapiens’ dell”homo sapiens’ citato sempre da Giovanna. E’ chiaro che non dimostrerebbe un bel niente, nemmeno come ipotesi per altro assurda, ma questa era una ragione in più per dare valore al ‘relativismo’ (tra virgolette perché non c’entra niente col modo di intenderlo di B16) della scienza.
Con stima.

Flavio

Quoto Bruna, è frustrante incontrare pure qua atteggiamenti ‘orgogliosamente’ antiscientifici; l’espatrio è per tanti motivi l’unico rimedio consigliabile alla depressione che viene leggendo o ascoltanto o vedendo qualsiasi fatto italiano.

Bruno Gualerzi

Caro luxio, puoi non essere, come tanti altri, d’accordo (qualcuno invece lo è) con quanto dico, ma ti prego, se puoi, ribatti con argomenti (come ha fatto Malte, al quale ho provato a rispondere, ma la risposta è in attesa di essere approvata), e lascia stare le pillole!
(Me la sono un pò presa perché questo invito a ricorrere alle pillole, o a cambiare eventualmente ‘rifornitore’, di solito nel blog viene rivolto a qualche ‘catto troll’).

Bruno Gualerzi

Caro Flavio, spero che con ‘atteggiamenti orgogliosamente antiscientifici’ non ti riferisca al modo con cui ho commentato io la notizia. Nel caso così fosse, ci tengo a dirti che la cosa più lontana dal mio sentire è l”antiscientificità’, figuriamoci poi se ‘orgogliosa’.
Del resto ho parlato di ambivalenza, cioè di reazione sia positiva che negativa, alla notizia.

Stefano Bottoni

Se dovessi quotare tutti gli interventi finirei con lo scrivere tre pagine, quindi rinuncio e faccio un piccolo bignami.

– La scienza non riuscirà mai a scoprire LA risposta definitiva, per il semplice motivo che la scienza è un “work in progress”, dunque sarà sempre in movimento, scoprirà sempre ogni giorno qualcosa di nuovo (talvolta clamoroso da finire sui giornali, molto spesso qualcosa di piccolo ma che fa progredire altre ricerche).

– Apparentemente le ricerche scientifiche non portano alcun beneficio per la vita di tutti i giorni… lo dice gente che per tirare fuori il cavo di collegamento deve strappare la fascia di velcro… e non sa che il velcro fu inventato proprio per i viaggi spaziali!

– E’ vero: per ogni risposta che si riesce a dare sull’Universo (o su una legge fisica in generale), saltano fuori almeno dieci nuove domande. Quale sfida maggiore di questa? Cosa c’è di male nel porre nuove domande? Se la nostra generazione non saprà rispondere a nuovi problemi, ma avrà saputo porre le basi perchè la futura generazione potrà farlo, non dovremmo esserne fieri?

– In tutto questo i cosiddetti “testi sacri” non hanno alcun luogo.

– Il fatto che la scienza non sappia ancora spiegare tutto (ed è probabile che non riuscirà mai a spiegare IL tutto) non significa che non valga nulla. Chi lo afferma dimentica che la superstizione non solo non spiega nulla, ma tantando di applicarla alla scienza non fa altro che aggiungere ipotesi non necessarie (vedi alla voce “Rasoio di Ockam”).

Lorenzo G.

Non vorrei semplificare troppo, ma credo che, sostanzialmente, il disinteresse della gente, oltrechè naturalmente all sua ignoranza al 99,99% come si diceva giustamente, é dovuto al fatto che, almeno a leggere questo articolo, una tale scoperta non cambierà la vita di nessuno. Siamo pratici: la gente (e non a torto) vuole ricadute pratiche sulla propria vita quotidiana dei progressi della scienza, altrimenti se ne disinteressa. Del resto, il compito principale della scienza é migliorare la vita dell’uomo, altrimenti a cosa serve? La conoscenza in sè può essere interessante quanto volete per gli appassionati, per i cultori, e per gli amanti della scienza in genere, ma se non porta prima o poi a qualcosa di concreto serve a ben poco. Per questo ogni scoperta e ogni progresso come questo deve essere sempre tesa, come fine ultimo, proprio a questo miglioramento della vita umana di cui parlavo.

Monsigner

In realtà le tue considerazioni, Bruno, devono esser, a ragione, approfondite.
Mi ha fatto molto pensare la tua frase circa il chi è dentro o fuori, hai ragione, spesso si verifica una sconcertante ed inconcepibile incumunicabilità tra ambiente scientifico e resto del mondo.
Probabilemente se la letteratura fosse più accessibile, vi sarebbero minori incomprensioni.
Devo però contraddirti su un fatto, il fatto del muro, l’umanità non ha infinito tempo a disposizione, quindi troverà sempre davanti a se un muro ben retto, anche se l’umanità avesse infinito tempo a disposizione non è assolutamente detto che finirebbe i mattoni, vogliamo esser così antropocentrici da considerarci così intelligenti? Onestamente non mi sento di poterlo affermare a prescindere, anche avendo a disposizione un tempo infinito.
Ma ecco la mia obiezione, è lecito, considerando le favorevoli condizioni successive, rifiutarsi di tentare una scalata potenzialmente accessibile?
A mio avviso, un tale comportamento non è ne lecito ne augurabile.

Jean Meslier

Sinceramente – una volta tanto 😉 – nel primo commento di Bruno Gualerzi non ci ho trovato nulla di antiscientifico o di , anche se forse non condivido appieno l’affermazione che

“più si scopre circa la struttura dell’universo, più si allontana la possibilità di conoscerlo veramente. O meglio, il punto d’arrivo di questo percorso si allontana alla stessa velocità di chi si sforza di raggiungerlo.”

Non vorrei riesumare il vecchio saggio di Asimov sulla relativita’ del torto ma insomma, il concetto e’ quello: col senno di poi possiamo renderci conto di come le vecchie teorie non siano tutte sbagliate allo stesso modo.

Jean Meslier

Al contrario di quanto scrive Leo55 che, purtroppo, mi sembra l’esempio perfetto dei guasti di una (dis)informazione scientifica ormai inaccettabile, che veicola un’immagine della ricerca scientifica totalmente slegata dalla realta’.

A Sergio ribadisco con Nifft che il fatto di non capir nulla di un determinato argomento non e’ un buon motivo per esserne diffidente. E piantiamola con ‘sto luogo comune dei “sacerdoti”, per favore. Non esiste nessun “sacerdote”, nessun culto, niente di minimamente paragonabile a una fede o a una verita’ rivelata da un essere soprannaturale.

Bruno Gualerzi

@ Nift
Ho letto adesso la tua obiezione. Quando verrà approvata la risposta che ho dato a Malte in merito, troverai anche la risposta per te.
Qui anticipo solo che si trattava di un paradosso voluto, con riferimento ad una espressione di Giovanna. Evidentemente mi sono espresso in un modo che si presta agli equivoci.

Giuspi

Leo55: Voglio sperare, che , in caso di un “nulla di fatto”, ovvero di una clamorosa smentita, questi“scienziati” (?) abbiano il decoro e l’onestà di rendere noto il fallimento dell’esperimento, cosa, peraltro, normalissima in campo scientifico, ripensando con ciò le loro teorie.
Anche se , da quello che i resocondi di ormai mezzo secolo di simili concetture e tentativi, ci hanno abituato, si ricorrerà ad una qualche giustificazione basata su un’ennesima “forza oscura”, “Particella Fantasma”, “Alabarda Spaziale Periodica”, con le quali si apriranno scenari nuovi , densi di attesa e interrogativi………………ditemi se questa è scienza.

Tu sei fuori di testa, ma ti rendi conto di quello che scrivi?

L’LHC in sè non è nulla di particolarmente innovativo – semplicemente è un acceleratore più grosso, dato che i protoni sono più pesanti degli elettroni e ci vuole un raggio più ampio per farli curvare. Il motivo principale per cui è stato costruito è per rivelare l’ipotetico (per ora) bosone di Higgs, il quale darebbe il sostegno sperimentale alla teoria del campo di Higgs, la quale spiega perché le particelle hanno una massa determinata.

Poi, se fallisse, che problema c’è? Ci sono delle teorie alternative, ovviamente. Il “fallimento” dell’esperimento di Michelson-Morley sull’etere ha dato il via alla teoria della relatività. Io, personalmente, mi aspetto un “fallimento” perché la teoria in questione mi pare un po’ troppo artificiosa. Ma ovviamente è solo una previsione che lascia il tempo che trova, non ci sarà alcun problema se verrò smentito, anzi.

In bocca al lupo ai colleghi del Cern.

lorenzo a.

“è solo da chiedersi: perché non esiste un Cern per la cura del cancro o dell’aids?”

la mia risposta è che il desiderio di conoscere l’universo supera le questioni di vita e di morte.

Jean Meslier

Io ho i miei dubbi sul fatto che si spenda complessivamente più denaro per il Cern che per la cura del cancro o per l’aids.

Anzi credo proprio che anche in questo caso, come in ogni altro caso, né le organizzazioni statali (leggi: i ministeri) né tanto meno i finanziatori privati, siano disposti a “sprecare” investimenti ingenti in progetti di cui non intuiscano una qualche ricaduta economica.

Anticlericale89

A ratzi prendera’un accidente:ricreare in laboratorio l’attimo zero della nascita dell’universo vuol dire dare una scrollata gigantesca alla fede da lui proclamata,basata sul libretto di favole dove c’e’scritto che dio creo’tutto in 6giorni,e dove non si fa’menzione di atomi o particelle,anche se le domande rimangono:per es nella mia misera cultura da liceale io ho sempre cercato di spiegarmi da dove sia arrivata l’energia per dare il via a tutto cio’che ci circonda,quando l’energia necessaria si sprigionava,e da dove si sprigionava(ovviamente non da dio,se qualche troll volesse rispondere cosi’se lo risparmi.).purtroppo e’davvero una risposta impossibile da dare,per gli attuali parametri della scienza.

Malte

@ Bruno Gualerzi
Pur non ribattendo alla tua risposta, che ho apprezzato per via del confronto quanto meno sincero sulla questione,cosa assai rara oggi, rispondo a mia volta con un attestato di stima e con la volontà di render manifesto che solidarizzo con chi si confronta (come te ed altri)sui temi usando il cervello piuttosto che nascondersi dietro infantili invettive che non dimostrano altro che l’assenza di argomenti e di ratio, nonchè di educazione e rispetto alla persona.

Daniela

leggere questo articolo mi ha messo i brividi, questa è sperimentazione alla stato puro, il metodo scientifico in questo caso è applicato in maniera esemplare: modello matematico ed esperimento scientifico. Non vedo l’ora che parta, ne vedremo delle belle.

godisB2eenus

Riesco a comprendere appieno chi, come Bruna, si indigna dell’ennesimo commento antiscientifico che legge.
Non ritengo, però, che i commenti di Bruno esprimano una palese posizione antiscientifica, ma piuttosto una consapevolezza (credo non totalmente cosciente) dei limiti della conoscenza “individuale”.
Parlo di conoscenza individuale in contrapposizione alla conoscenza scientifica (che interessa invece l’intera specie, cosa che dovrebbe comprendere anche chi è contrario), per me è quindi innegabile l’apporto della scienza alla vita quotidiana (compresa la fisica delle particelle, qualcuno di voi si sarà mai chiesto in base a quale principio funziona un’apparecchio per risonanza magnetica?).
Del resto, non saremmo così numerosi su questo pianetà se non fosse per il progresso scientifico (questo per rispondere a chi non vede l’utilità di certe ricerche). Per arrivare ai numeri, qualcuno sì è, spontaneamente, messo del novero del 99,99% delle persone “ignoranti.
Personalmente aborrisco l’uso dei numeri senza contesto (o meglio citati tanto per dire qualcosa), anche perchè in relazione al numero degli scienziati e delle persone che generalmente comprendono le questioni scientifiche, la stima dello 0,01% mi sembra irrealisticamente sottodimensionata.

Daniela

a chi dice che la ricerca pura non ha ricadute sul mondo di tutti i giorni, io dico che ha la vista ultra miope, non ci scordiamo che dalla ricerca pura si sono avute tecnologie per la cura di gravi malattie, tecnologie nel campo del veicolo dell’informazioni quali computer, internet, etc., tecnologie nel campo della locomozione, e molte altre applicazioni i numerosi altri campi.
Ma con la ricerca scientifica, con l’espolarazione e lo studio di “mondi” sconosciuti, noi impariamo, noi conosciamo il mondo, la natura degli altri esseri viventi e non viventi. Le nostre conoscenze aumentano di volta in volta, così come aumenta sempre di più la voglia di conoscere ed esplorare ciò che ancora non si sa applicando in modo rigoroso il metodo scientifico.

Leo55

@Jean Meslier

Ti ringrazio per l’onore conferitomi portandomi ad “esempio perfetto dei guasti portati da una (dis)informazione scientifica ormai inaccettabile…..caspiterina: con un trafiletto mi sono immediadamente guadagnato un primato…..mica è da tutti, no??’
Comunque, se hai afferrato il tono polemico di ciò che affermavo, sappi che mi rivolgevo, in particolare ad un certo trionfalismo celebrativo con cui si infiora da mezzo secolo le teorizzazioni in astrofisica sull’origine dell’universo e sulle sue dinamiche da cui si è fatta discendere la necessità di creare o ricreare condizioni alla base di simili teorizzazioni con gli acceleratori di particelle.
Sono tentativi immani quanto dispendiosi……io asserivo, solamente, che in campo scientifico gli esperimenti vanno condotti per verificare e , all’occorrenza, confutare delle teorie…..qui mi sembra che si sia giunti già a conclusioni trionfalistiche e mirabolanti prima ancora di aver condotto l’esperimento………o sbaglio?

Fedele

Nessuno che si chieda come mai tutte queste teorizzazioni sembrano condurre verso un’unica direzione. Chiamiamola Singolarità spazio-temporale, Big Bang o come volete, comunque la scienza ufficiale si va uniformando verso un modello di “Universo Finito” che ha avuto un “Inizio”……..penso che tutto ciò vada perfettamente ad integrarsi con il dettato della Fede.
Non c’è che da auspicare che questo percorso proceda ulteriormente fino a zittire definitivamente i fautori dell’Universo increato.

Daniela

per bruno,
la scienza in modo fideistico? Che espressione inappropriata, questi scienziati stanno mettendo in atto un esperimento per verificare delle teorie scientifiche, non c’è niente di più lontano dalla “fede”, questo è metodo scientifico, questa è ricerca che ha portato l’uomo ad una sempre migliore conoscenza dell’universo, del mondo, degli altri esseri viventi e di noi stessi.
Sinceramente trovo le tue spiegazioni del tutto campate in aria, cosa contesti? Che gli scienziati vogliono scoprire e conoscere, questo lo trovi inutile? Trovi inutile la ricerca scientifica? Li chiami casta, ma perchè? Gli scienziati studiano e ricercano, metteno alla prova costantemente le loro conoscenze, studio paziente, disciplina e tanta curiosità, questo serve per essere uno scienziato.
Ho l’impressione che non solo ignori completamente cosa sia la scienza e il metodo scientifico, ma cosa più grave non ti interessi affatto conoscere, e questo è molto triste, a parer mio.

Daniela

per fedele,
Forse dovresti leggere qualche libro di fisica e studiarla questa materia, ti renderesti conto di molte cose, per esempio in meccanica quantistica nel vuoto compaiono e scompaiono particelle e antiparticelle, grazie al principio di indeterminazione di heinsenberg. L’universo si può vedere come un fluttuazione del vuoto cosmico, un non-nulla spontaneamente generato dal nulla, senza che questo richieda alcuna violazione della legge di conservazione dell’energia. Il vuoto quindi, non dio e/o dei.
Le persone religiose tendono sempre banalizzare e infantilizzare tutto, a prendere fischi per fiaschi, che pena.

Giuspi

@Leo55

Comunque, se hai afferrato il tono polemico di ciò che affermavo, sappi che mi rivolgevo, in particolare ad un certo trionfalismo celebrativo con cui si infiora da mezzo secolo le teorizzazioni in astrofisica sull’origine dell’universo e sulle sue dinamiche da cui si è fatta discendere la necessità di creare o ricreare condizioni alla base di simili teorizzazioni con gli acceleratori di particelle.

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E infatti non hai capito, è esattamente il contrario: si cercano conferme al modello standard, dal quale poi si possono poi fare ipotesi sugli istanti iniziali dell’Universo. Ti pare che si vadano a buttare tutti quei soldi solo per sapere cos’è accaduto in passato?

Ripeto: i risultati degli esperimenti dell’LHC saranno importanti in ogni caso, per questo hanno ottenuto i finanziamenti per la sua costruzione.

Malte

@fedele
“penso che tutto ciò vada perfettamente ad integrarsi con il dettato della Fede.” Cioè che c’è un omino onnipotente in cielo, che seduto sul nulla decise che era ora di creare le cose, e quindi le crea tutte in tot giorni tranne uno per riposarsi… (Ma poi non ricordo, aveva creato il tempo prima di creare il mondo? Altrimenti come faceva un giorno ad essee un giorno? )Insomma, come dire, si integra proprio perfettamente!Forse se la bibbia dicesse qualcosa del big bang, di materia oscura, etc. nella genesi. Leggere la bibbia prego, e con onestà ermeneutica, non forzando il testo per poter leggervi quel che ci pare.
@ Daniela
Quoto: heinsenberg: diciamo che sono un suo fan 😉

Nifft

@Leo55
Sicuramente c’è un aspetto”celebrativo”, come in tutte le imprese umane degne di nota, ma fa solo parte di un certo tipo di divulgazione. Se ti capita di aprire un libro serio di astrofisica o fisica delle particelle noterai come il tono è piuttosto pacato…

In ogni caso l’impresa scientifica non è una partita dove si vince o si perde. In questo caso, sia che la teoria venga “confermata”, sia che venga invece invalidata, va bene lo stesso (anzi secondo me è meglio la seconda ipotesi). Il “trionfo” se vuoi è proprio far partire un esperimento del genere.

@Fedele
Magari non te ne sei accorto, ma la scienza ha di fatto distrutto ogni visione del mondo derivata dalle “sacre scritture”, ampliando l’orizzonte e modificando la prospettiva dell’uomo in maniera radicale. Sinceramente a me da molto fastidio questo modo di argomentare in cui si prende solo una piccola parte della scienza forzandola per confermare la propria visione del mondo, tralasciando però il resto che invece indica proprio l’opposto. La scienza è *una*: o la prendi in toto, o ne fai a meno.

Sulla questione ti ha già risposto Daniela. Posso aggiungere che secondo molte teorie l’universo non è affatto “finito” e che proprio studiando “da vicino” la singolarità del big bang sta prendendo piede nella comunità scientifica l’idea che questa potrebbe non essere così “unica”…

Lorenzo G.

“a chi dice che la ricerca pura non ha ricadute sul mondo di tutti i giorni, io dico che ha la vista ultra miope, non ci scordiamo che dalla ricerca pura si sono avute tecnologie per la cura di gravi malattie, tecnologie nel campo del veicolo dell’informazioni quali computer, internet, etc., tecnologie nel campo della locomozione, e molte altre applicazioni i numerosi altri campi.”

D’accordo, ma io parlavo di ricadute più o meno immediate, comunque relativamente vicine. E’ un fatto che, in mancanza di tali applicazioni pratiche relativamente imminenti, la conoscenza in sè, per quanto interessante ed affascinante possa essere, almeno per scienziati e appassionati di scienza in genere, ha ben poca presa sul grosso pubblico, anche se certo un domani avrà contribuito a scoperte ed invenzioni eccezionali che cambieranno la vita dell’uomo (ma questo ben pochi se lo ricorderanno).

Leo55

Replicando a Giuspi, gli dico, invece, che io penso di aver capito molto bene, essendomi da tempo documentato, cosa ci sia dietro a simili modi di presentare quello che , in una normalissima attività di ricerca, dovrebbe essere una tappa di un percorso articolato e strutturalmente complesso, assolutamente non giustificabile con simili affermazioni mirabolistiche, quasi da rivelazioni fideistiche.
Non sono un astrofisico, le mie conoscenze di fisica teorica si arrestano ai tempi del Liceo, avendo intrapreso altri indirizzi di studio: ciononostante penso di poter fare anch’io delle affermazioni dissonanti sul tanto decantato modello “standard” dell’Universo e su simili modi di procedere che a me ( ma anche a molti fisici ed astrofisici appartenenti ad un’area emarginata) appaiono “forzatamente” monodirezionali.
Dice molto bene Nift che la “ricerca scientifica non è una partita dove si vince o si perde”……solo che nel caso della fisica delle particelle ci sono in ballo interessi finanziari enormi per consentire la realizzazione degli esperimenti, realizzabili attraverso costosissimi apparati. Con la penuria di fondi stanziati per la ricerca pura, si capisce bene come una teorizzazione egemone (Modello standard) funga da unico ed incontrastato faro di attrazione, impedendo , di fatto, la realizzazione di esperimenti a sostegno di teorie antagoniste che pure esistono e sono supportate da validissimi modelli matematici.
Purtroppo per i puristi del pensiero scientifico, la politica riesce ad entrare e condizionare anche nei campi del sapere.

Giuspi

@leo55

Hai una visione sbagliata della comunità scientifica. Io propendo per il technicolor e non per il campo di Higgs, quindi mi aspetto che il bosone di Higgs non “salti fuori”. La ricerca è forzatamente “monodirezionale” perché nuove particelle possono essere prodotte solo ad energie più alte, non certo a energie più basse. Quello è l’unico modo possibile per fare uno studio sistematico, altrimenti ci si affida ai raggi cosmici che vengono dallo spazio (e lì, ovviamente, le cose sono più complicate).
Tutti i fisici sono d’accordo sulla costruzione dell’LHC. Vediamo cosa verrà fuori, i risultati, poi, saranno a disposizione di tutti.

Leo55

Non è vero, e lo sai bene, Giuspi, che tutti i fisici sono daccordo sul profondere la quasi totalità dei fondi nella costruzione dell’LHC.
Non occorre che ti indichi nomi e citi fonti: sono a disposizione di tutti.

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