“Le famiglie di fatto, seppur in costante crescita, non sono così forti”

“La famiglia” è stata al centro della conferenza tenuta nel tardo pomeriggio di ieri, presso la sala Besta della Banca Popolare di Sondrio, per l’organizzazione della stessa, da Santi Licheri, presidente aggiunto onorario della Suprema Corte di Cassazione, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura e giudice a ?Forum?.

Dall’alto della sua annosa esperienza, Santi Licheri, originario di Oristano, in provincia di Sassari, ottavo di undici figli, 90 anni splendidamente portati, ha affrontato con chiarezza il tema della famiglia attuale, cosidetta atipica. «La Costituzione – ha detto Licheri subito dopo la presentazione del presidente Bps Piero Melazzini – riconosce i diritti della famiglia fondata sul matrimonio e tutela i figli nati al di fuori dello stesso, ma, oggi come oggi, si è prodotta una distanza fra il dettato costituzionale e la realtà dei fatti. Una realtà che vede la famiglia profondamente cambiata, soprattutto a partire dagli anni ’70 e dall’introduzione della legge sul divorzio che ha trasformato la famiglia tradizionale, nucleare, in una comunità di affetti in cui si trovano tanto le famiglie monogenitoriali con figli (laddove il genitore sia rimasto solo o per morte del coniuge o per separazione o divorzio), le famiglie di fatto (ovvero le unioni libere), le famiglie monopersonali (formate da una sola persona spesso rimasta sola dopo la morte del coniuge) e le famiglie ricostituite (unioni di divorziati o separati, magari con figli). Queste nuove famiglie – ha proseguito Licheri – fanno crollare il pilastro del matrimonio tanto più che l’evoluzione dei costumi consente ora anche a coppie gay o lesbiche di uscire dall’oscurità data la possibilità che in alcuni paesi europei hanno anche di generare o adottare figli. La Danimarca, ad esempio, è stato il primo paese al mondo a dare l’ok a partnership registrate e alle coppie omosessuali, subito seguita dalla Finlandia. La Svezia consente alle coppie omosessuali anche l’adozione dei bambini, mentre la Francia ha adottato i patti di civile convivenza e la Germania registra le convivenze, ma senza dare ai protagonisti la possibilità di adottare». «La materia delle famiglie atipiche – ha continuato Licheri – è stata normata anche in Spagna, Portogallo e Regno Unito, mentre in Italia tutte le proposte presentate sono, poi, decadute. Dai Pacs (Patti civili di solidarietà), ai Dico (diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), ai Cus (contratti di unione solidale). La società civile e la Chiesa cattolica si sono professate contrarie a questo tipo di proposte. D’altra parte, però, occorre anche considerare che si fa strada un movimento di opinione favorevole a normative inerenti le famiglie di fatto aumentate, peraltro, del 73% in 10 anni, così come sono aumentati del 70%, nello stesso lasso di tempo, i figli nati fuori dal matrimonio. Quattro Regioni, inoltre, Calabria, Toscana, Umbria e Emilia Romagna, hanno già adottato Statuti inerenti le famiglie di fatto». […]

Il testo originale dell’articolo di Elisabetta del Curto è stato pubblicato su La Provincia di Sondrio e può essere letto su gaynews.it

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10 commenti

clarence.darrows

“La società civile e la Chiesa cattolica si sono professate contrarie a questo tipo di proposte.”

ma quando mai la societa civile si e’ professata contraria??? il problema e’ che nessuno l’ha interpellata la societa civile…

venezia63jr

Chissa’ perche’ i divorziati,i gay e i comunisti che sono stati sbattuti fuori dalla comunita’ vogliono a tutti i costi rientrare, in italia conta piu’ il vaticano che la costituzione.

Stefano Bottoni

La ccar rifiuta ogni unione non fondata sul “matrimonio naturale”… ma i soldi di queste coppie non riconosciute, tramite l’8×1000, se li intasca lo stesso, non è vero?
Già Vespasiano lo diceva quasi 2000 anni fa: “Pecunia non olet!”

ren

Oristano in provincia di Sassari? Va bene che Bossi sta per ritracciare i confini della Yugoslavia … ermh … di Vaticalia. Sassari per il momento è ancora capoluogo della provincia omonima di Sassari e Oristano capoluogo dell’omonima provincia di Oristano.
Comunque complimenti al giudice per la sua lucidità. Tanti 20enni ragionano da 90enni in questo paese di provinciali.

Barbara

Sarebbe sempre tempo ed ora che ci aggiornassimo un pò.L’Italia è sempre il fanalino di coda dell’Europa!!Quando cominceranno i politici italiani a staccarsi dall’anacronistico credo del Vaticano??!!

MetaLocX

Eh Eh! Oristano è provincia dal 1974.

“La società civile e la Chiesa cattolica si sono professate contrarie a questo tipo di proposte”
La chiesa si, la società civile non sembra neanche a me che sia stata interpellata più di tanto…
Forse qui c’è un riferimento al family day, ma se il family day indica che la società civile è contro i pacs e simili, il gay pride indicherebbe che la società civile è omosessuale?

gigetta

no perdonatemi ma oristano in provincia di dove?? 😀 😀
e genova è in provincia di roma allora? boh cerchiamo di essere precisi!

gigetta

qualcuno ha capito da che parte sta il giudice santi licheri? perchè io non l’ ho capito…comunque la famiglia sarà pure quella fondata sul matrimonio ma nulla vieta che si creino altre figure come i dico o i pacs che dir si voglia che con la famiglia com’ è intesa nella sacra costituzione della repubblica non hanno nulla a che fare sono altra cosa.
anche se qui si fa terrorismo sulle pseudo famiglie! le coppie di fatto esistono e vanno regolarizzate. d’altronde il legislatore altro non deve fare che guardarsi intorno e legiferare su realtà esistenti niente di nuovo sul fronte occidentale…

Giovanna

Qualche osservazione, tanto per capire chi sta dietro a questo articolo e alle osservazioni del “celebre” intervistato.
Prima di essere riproposto da gainews.it, l’articolo intervista a Santi Licheri era stato pubblicato su La Provincia di Sondrio, quotidiano che fa parte del Gruppo Editoriale SESAAB (Società Editoriale Santi Alessandro, Ambrogio, Bassiano), al pari di altre testate lombarde (Provincia di Lecco, Como e Varese), oltre che de L’Eco di Bergamo. Tale gruppo editoriale ha come azionista di maggioranza la diocesi di Bergamo.
I quotidiani di tale gruppo, oltre ad essere per forza di cose filoclericali, non brillano certo per la precisione nel dare le notizie. Gli errori nella trascrizione di nomi di persone e di luoghi geografici sono frequentissimi (abito a Lecco e ogni tanto mi capita di dare una sbirciata alla Provincia locale). Il fatto che l’autrice dell’articolo in questione collochi Oristano in provincia di Sassari è forse una delle cose meno gravi in cui mi sia imbattuta.

Dopo un necessario inquadramento del contesto culturale in cui questo articolo è nato, veniamo ai contenuti e al suo protagonista.
Santi Licheri, che io sappia, è famoso ai più solo per la sua decennale partecipazione a Forum (sull’utilità o meno di tale trasmissione uno può farci i commenti che vuole ma non credo che per la maggior parte dei giudici italiani questa possa essere un’esperienza di cui vantarsi!)
Dopo aver inquadrato il CV del soggetto si sottolinea che proviene da una famiglia numerosa (proprio quelle del tipo che piacciono tanto a CCAR e all’elettorato di destra). Chi meglio di lui insomma, che porta “splendidamente” i suoi 90 anni, potrebbe esprimere giudizi sull’attuale condizione della famiglia italiana? Quel “buonuomo” di Licheri, dopo aver citato i vari paesi europei in cui le forme di “famiglia atipica” sono riconosciute legalmente, passa a sottolineare che questa evoluzione in Italia non c’è stata perché “la società civile e la Chiesa cattolica si sono professate contrarie”. Sul fatto che la chiesa fosse contraria, non avevamo dubbi. E’ il concetto di “società civile” intesa da quel genio di Licheri che mi sfugge totalmente! Stupendo poi il finale:
«il matrimonio venga sempre salvaguardato e che le coppie lo scelgano sempre più come espressione di un’unione forte e non di un’unione debole come quella che si ha nelle famiglie di fatto. Parimenti – ha concluso Licheri – lo Stato deve impegnarsi a favorire le famiglie numerose prevedendo, per loro, agevolazioni di tipo fiscale».

gigetta

lo Stato deve impegnarsi a favorire le famiglie numerose prevedendo, per loro, agevolazioni di tipo fiscale». e da dove li prenderebbero i soldi? dalle famiglie monofiglio che stanno meglio?

con tutto il rispetto per chi non ha il televisore in casa (oggi sono pochi per fortuna) ma c’ è da dire che scelgono loro di avere tanti figli quanti ne ha una coppia di conigli ora gentilmente illuminatemi sul perchè dovremo mantenere noi l’allegra prole di questa gente quando altri per farne uno solo e mantenerlo dignitosamente fanno una fatica colossale dalla mattina alla sera! ognuno pensi ai suoi figli senza “pesare sul prossimo” per dirla cristianamente ma cosa vogliono!…non ci siamo proprio…si comprino la pillola le care signore perchè da me non vedono un centesimo!

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