Ratzinger riscrive il Vangelo e codifica la shaarìa cattolica : fede e politica devono coincidere.

Non lasciatevi fuorviare dall’ambigua formula usata ieri durante la messa allo Yankee Stadium. Quando il papa invita i cattolici a non lasciarsi ingannare dalla “falsa dicotomia” tra fede e politica in realtà ne unifica la capacità di incidere e dominare nella società civile. Viene così annullato di fatto il messaggio di Cristo sulla divisione fra ciò che appartiene a Cesare e quello che appartiene a Dio. Adesso Ratzinger esorta all’ applicazione delle direttive della sua entità soprannaturale di riferimento, interpretate da lui stesso che ne è il sedicente vicario, all’intero corpus legislativo. Nella lotta per la supremazia sulla concorrente religione islamica si concretizza così definitivamente quella “dimensione pubblica” della religione di cui le gerarchie cattoliche sono state potenti promotrici. Ora i cattolici, come i musulmani, sono impegnati a realizzare a livello planetario il progetto politico dettato dalle rispettive religioni, gerarchie e autorità. Sarà l’Italia, naturalmente, come Vicereame del Papa Re, il terreno privilegiato per sperimentare il progetto di Ratzinger le cui conseguenze sono chiaramente ipotizzabili guardando alla speculare esperienza nella Repubblica Islamica Iraniana. A Teheran il governo effettivo del Paese è tutto concentrato nelle mani degli Ayatollah, quel consesso di autorità religiose musulmano-sciite di cui in Italia (e in tutto il mondo) esiste già la corrispondente struttura cattolica, vale a dire la Conferenza Episcopale. Ma in Italia, a differenza di tutti gli altri Paesi, il Presidente della CEI non viene eletto dai suoi colleghi, ma è scelto e nominato direttamente dal Papa che, nella sua qualità di monarca assoluto dello Stato Vaticano, gli conferisce di fatto la qualifica di Viceré per l’ Italia. Da qui partirà la nuova crociata per la conquista del pianeta in nome di quel povero Cristo il cui messaggio evangelico è stato ora rivisto, corretto e riformato in chiave esclusivamente politica da Joseph Ratzinger, che ha cancellato Cesare per sovrapporgli il suo Dio con la straordinaria codificazione della shaarìa cattolica, la perfetta coincidenza fra le norme della religione dominate in Italia e quelle dello Stato.

Articolo di Giulio C.Vallocchia pervenuto a ultimissime

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16 commenti

Druso

Date a Cesare ciò che è di Cesare! non a caso si usa l’espressione: cesaropapismo….

SEMPRE PIù IN BASSSO!!!!!!!!!!!!

schock

La fede, e in generale la religione, volendo o nolendo è politica perchè ne possiede tutte le pecularietà di quest’ultima. E’ l’italia, e non la Cina, che merita la definizione “One Country, Two Sistems”. L’unica soluzione, a mio modesto parere, sarebbe recidere il nodo gordiano “Vaticano-servilismo politico italiota”.

Bruno Gualerzi

In questo caso – scusate la presunzione – ma il papa (questo, come tutti gli altri che lo hanno preceduto) è stato più coerente del Vangelo!
Non so cosa intendesse Cristo (o chi per lui, molto più verosimilmente) quando se ne è uscito col famoso “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Se voleva essere coerente con ciò che andava predicando (che ‘si dice’ andasse predicando… va bé, ci siamo capiti), questa distinzione tra ciò che è di cesare e ciò che è di dio, non ha alcun senso: TUTTO è, e non può che essere, di dio! Cesare, e ciò che rappresenta, prima di ogni altra cosa!
Da qui l’ambiguità – per non dire di peggio – mai veramente superata della cosiddetta laicità: un laico-credente, con buona pace di quanti si sono esercitati, e continuano ad esrcitarsi, per ‘dimostrare’ il contrario, è una contraddizione in termini.
Da qui i contorcimenti dialettici della gerarchia per ‘rispettare’ la lettera del Vangelo dovendone però superare la contraddizione. Francamente, come teologo, non vorrei essere (si fa per dire, perché in realtà ci stanno a meraviglia… altrimenti non sarebbero teologi) nei loro panni.

enrico g.

“Roma” si scrive con la “R”, sennò si legge “Toma”!

Alice

Bravo Vallocchia! Complimenti anche per i divertenti articoli sui vestiti papali

Stefano Bottoni

Se Cesare è la metafora dello Stato laico, allora b16 ha veramente dato a Cesare quel che è di Cesare: 33 coltellate!

Marco.g

Il problema è che le fedi sono più di una e quando le loro politiche non coincidono sappiamo tutti cosa succede: la guerra.

Silesio

Le ultima manovre della chiesa sono chiare. Da un lato sta cercando di ricucire un ponte con la società civile (visite pastorali a scuola, presenza di vescovi alle inaugurazioni, interventi su questioni politiche), da un altro lato sta cercando di costruire un ponte tra il suo bagaglio di superstizioni teologiche e la scienza (tramite la filosofia). Vorrebbe in qualche modo “gestire la laicità”. Ciò è dovuto al fatto che un istituzione che è ormai equiparabile a una banca (la chiesa è ormai solo una grande banca garantita da un patrimonio immobiliare immenso) non può “stare fuori dal mondo”.

ren

Sembrerebbe il nuovo manifesto della P2. Per quale ragione loro che si occupano di fede (dovrebbero, sorry) e spiritualità, dovrebbero avere anche un ruolo nella politica e nella gestione delle cose temporali? Mi pare un disegno che tradisce mire sempre meno mascherate di una guida del paese in tutti i settori. Inquietante.

Piergiorgio

Rinchiudiamo questo pazzo delirante in vaticano e buttiamo via la chiave.

stefano

il piano di conquista della terra del vaticano? 2000 anni e nn è mai cambiato, è identico; da un lato dominare gli intelletti degli uomini privandoli della conoscenza abbadonandoli alla superstizione e dall’altro reggere in assoluto il potere temporale tramite ingerenza nello stato laico; ha funzionato dal IV° al XVIII° secolo, 1400 anni di crociate, inquisizione, roghi, stragi e ignoranza…la storia è un circolo vizioso, ciò che è stato potrebbe di nuovo essere attuabile…il sonno della ragione genera mostri.

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