10 miti e 10 verità sull’ ateismo

Molte statistiche indicano che il termine “ateismo” ha acquisito una straordinario connotazione negativa negli Usa e che essere un ateo è oggigiorno un impedimento per la carriera in politica (ancor peggio che essere nero o mussulmano oppure omosessuale). Con riferimento ad una recente indagine, solo il 37% degli americani voterebbero per un presidente ateo.L’ateismo è spesso percepito come intollerante, immorale, miserabile e infelice, cieco alle bellezze della natura e dogmaticamente chiuso all’evidenza di ciò che è soprannaturale. Persino John Locke, uno dei grandi dell’Illuminismo, credeva che l’ateismo non fosse del tutto tollerato perché, egli diceva, “le promesse e i giuramenti, che sono le basi della società, non possono farsi con un ateo”. Questo accadeva più di 300 anni fa. Tuttavia negli Usa oggi, poco sembra essere cambiato, un buon 87% della popolazione dice di non avere dubbi sull’esistenza di Dio; meno del 10% identificano loro stessi come atei, e la loro reputazione va sempre più deteriorandosi.

Dato che sappiamo che gli atei sono spesso tra le persone più intelligenti e scientificamente preparati in una società pare opportuno ridimensionare questi miti che impediscono loro di giocare un ruolo più importante nel panorama nazionale.

1. Gli atei credono che la vita non abbia significato.
Non è vero, spesso sono le persone religiose che si lamentano che la vita è senza significato e che ne acquista solo con la promessa di una felicità eterna dopo la morte. Gli atei sono invece certi che la vita è preziosa ed è imbevuta di significati da essere veramente e pienamente vissuta. Le nostre relazioni con coloro che amiamo sono dense di contenuti e di valori adesso, non hanno bisogno di essere prolungate per sempre. Gli atei trovano questa mancanza di significati della vita… beh, … senza significato.

2. L’ateismo è responsabile dei più grandi crimini dell’umanità.
La gente di fede spesso ritiene che i crimini di Hitler, Stalin, Mao e Pol Pot fossero inevitabili prodotti della miscredenza. Ad ogni modo, il problema non è che il fascismo ed il comunismo, fossero troppo critici con le religioni quanto piuttosto il contrario: erano troppo simili alle religioni. Questi regimi sono dogmatici nelle fondamenta ed in generale accrescono il culto della personalità che è indistinguibile da altri culti religiosi o di venerazione degli eroi. Auschwitz, i gulag ed i campi di sterminio non erano esempi di ciò che accade quando gli uomini abbandonano i dogmi religiosi. Sono piuttosto esempi di dogmi politici, razziali e nazionalistici che corrono all’impazzita. Non esiste nessun caso nella storia che la società abbia sofferto perché la sua gente fosse diventata troppo ragionevole.

3. L’ateismo è dogmatico.
Gli ebrei, i cristiani e i musulmani dichiarano che le loro scritture sono talmente profetiche a riguardo dei bisogni dell’umanità che esse potevano essere scritte soltanto sotto dettatura di una divinità onnisciente. Un ateo è una persona che considera queste dichiarazioni semplicemente ridicole. Uno non deve necessariamente prendere tutto come fede od essere altrimenti dogmatico per rifiutare credenze religiose ingiustificate. Come disse una volta lo storico Stephen Henry Roberts (1901-1971): “Scommetto che siamo entrambi atei. Io solo credo in un dio in meno di te. Quando tu capirai perché ti sei liberato di tutti gli altri dei possibili, allora capirai perché io mi sono liberato dal tuo.”

4. Gli atei pensano ad un universo creato dal caso.
Nessuno conosce perché l’universo è venuto all’esistenza. In effetti, non è chiaro come possiamo coerentemente parlare dell'”inizio” o della “creazione” dell’universo giacché queste idee presuppongono il concetto di tempo ed essere qui a parlare dell’origine dello spazio-tempo. La nozione che gli atei credono che ogni cosa fu creata dal caso è anche oggi regolarmente rigettata dalla critica all’evoluzione darwiniana. Come spiega Richard Dawkins nel suo meraviglioso libro, “L’illusione di Dio”, questo rappresenta un grande malinteso della teoria dell’evoluzione. Anche se non sappiamo di preciso come la chimica primitiva fece nascere la biologia, sappiamo che la diversità e la complessità che troviamo nel mondo, non è un prodotto del caso. L’evoluzione è una combinazione di mutamenti casuali e di selezione naturale. Darwin arrivò alla frase “selezione naturale” in analogia con la “selezione artificiale” che compivano gli allevatori di bestiame. In entrambi i casi la selezione esercita un potente effetto non aleatorio per lo sviluppo di ogni specie.

5. L’ateismo non ha connessioni con la scienza.
E’ anche possibile essere uno scienziato e lo stesso credere in Dio, come alcuni scienziati dimostrano di fare. Si tratta di un impegno con il pensiero scientifico che tende ad erodere più che a supportare la fede religiosa. Prendendo ad esempio la popolazione degli Stati Uniti: Molte indagini mostrano che circa un 90% della gente crede in un Dio personale, mentre il 93% dei membri della Accademia Nazionale delle Scienze, no. Questo suggerisce che ci sono alcuni modi di pensare che sono meno congeniali verso la fede religiosa di quanto non lo sia la scienza.

6. Gli atei sono arroganti.
Quando gli scienziati non conoscono qualcosa – come ad esempio perché l’Universo è venuto ad essere e perché e come le prime molecole auto replicanti si formarono- essi ammettono di non sapere. Fare finta di sapere cose che non sanno significa prendersi una profonda responsabilità nella scienza. Non così per le religioni basate sulla fede. Una delle più grandi ironie su un discorso religioso sta nel fatto che spesso con quelle persone di fede pregano sé stessi per la loro umiltà, mentre credono di sapere fatti sulla cosmologia, la chimica e la biologia che nessuno scienziato conosce. Quando si considerano questioni sulla natura del cosmo ed il nostro posto in esso, gli atei tendono a sottolineare le loro opinioni sulla scienza. Non è arroganza, è onestà intellettuale.

7. Gli atei sono chiusi all’esperienza spirituale.
Non c’è niente che impedisca ad un ateo le esperienze dell’amore, dell’estasi, del rapimento interiore. Gli atei possono valutare queste esperienze e cercarle con regolarità. Quello che gli atei non fanno è fare ingiustificati ed ingiustificabili affermazioni sulla natura della realtà sulle basi di queste esperienze. Non c’è alcun dubbio che qualche cristiano abbia trasformato la propria vita in meglio con la lettura della Bibbia e pregando Gesù. Ma cosa prova questo? Prova che certe discipline sull’attenzione e codici di comportamento possono avere profondi effetti sulla mente umana. Possono queste positive esperienze dei cristiani suggerire che Gesù è il solo salvatore dell’umanità? Non proprio, poiché gli indù, buddisti, mussulmani ed anche atei possono avere questo tipo di esperienze. Non c’è in effetti nessun cristiano in questa Terra che possa essere certo che Gesù portasse la barba più di quanto non fosse nato da una vergine o risorse dalla morte. Non sono queste le classi di affermazioni che l’esperienza spirituale può autenticare.

8. Gli atei credono che non c’è niente al di là della vita umana e dell’umana comprensione.
Gli atei sono liberi di ammettere i limiti dell’umana comprensione in un modo completamente diverso da quello della gente religiosa. E’ ovvio che non comprendiamo completamente l’universo; ma è anche più ovvio che né la Bibbia né il Corano rispecchiano una comprensione migliore. Non comprendiamo se c’è qualche altra forma di vita complessa da qualche parte nel cosmo, ma potrebbe essere. Se fosse, queste cose potrebbero sviluppare una comprensione delle leggi della natura che superi di gran lunga la nostra. Gli atei possono liberamente intrattenersi con queste possibilità. Loro possono anche ammettere che se esistessero tali straordinari extraterrestri, i contenuti della Bibbia e del Corano sarebbero meno significativi di quanto loro non lo siano per gli atei. Da un punto di vista degli atei, il mondo delle religioni banalizza totalmente la bellezza reale ed immensa dell’universo. Per fare un’osservazione, uno non deve accettare nulla sulla base di evidenze insufficienti.

9. Gli atei ignorano il fatto che la religione è estremamente benefica alla società.
Coloro che enfatizzano i buoni effetti della religione sembrano non rendersi conto che tali effetti falliscono nel voler dimostrare la verità di ogni dottrina religiosa. Perciò abbiamo termini come “wishful thinking” ed “auto-delusione”. C’è una profonda distinzione tra un inganno consolatorio ed una verità. In ogni caso, gli effetti positivi della religione possono sicuramente essere messi in discussione. In molti casi sembra che la religione dia alla gente cattive ragioni per comportarsi bene quando in realtà ce ne sono di buone ragioni disponibili. Chiedetevi se è più morale aiutare il povero fuori di sé per la propria sofferenza o fare ciò perché credi che il Creatore dell’universo lo vuole, ti ricompenserà per averlo fatto o ti punirà per non averlo fatto?

10. L’ateismo non fornisce base morali.
Se una persona non ha ancora capito che la crudeltà è sbagliata, non lo scoprirà certo leggendo la Bibbia o il Corano, giacché questi libri sono emersi al mondo proprio con celebrazioni di crudeltà, entrambe umane e divine. Noi non riceviamo la nostra moralità dalle religioni. Noi decidiamo ciò che è bene nel nostro libro interiore come una sorta di ricorso ad intuizioni morali che sono (ad ogni livello) ben radicate in noi e che sono il nostro bagaglio culturale “affinato” nel corso di migliaia di anni e di pensiero sulle cause e le possibilità della felicità. Noi abbiamo fatto considerevoli progressi morali nel corso degli anni e non l’avremmo fatto con una lettura più serrata della Bibbia o del Corano. Entrambi i libri, ad esempio, discolpano la pratica della schiavitù, nonostante ogni umana civiltà riconosce che la schiavitù sia un abominio. Qualunque cosa sia buono nelle Scritture -come la regola d’oro- può essere valutata per la sua saggezza etica senza necessariamente credere che tale saggezza ci sia piovuta dal cielo dal creatore dell’universo.

Di Sam Harris (tradotto: W. Mendizza)
24/12/2006. Los Angeles Times

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34 commenti

Guastardo III di puglia

John Locke diceva che 2 erano i tipi di persone di cui non potersi fidare: Gli atei perchè incapaci di giurare su dio e i credenti perchè seguono più ciò che dice il papa anzichè ciò che dice lo stato.

Il Filosofo Bottiglione

effettivamente quando dici “sono ateo”, c’è ancora qualcuno che ti guarda come avessi detto qualcosa di spaventoso.
pensavo fossimo nel 21° secolo…

Ringo De Palma

Essere atei, in generale, è un modo di autodeterminare se stessi. In questo contesto nazionale e internazionale di oscurantismo (più o meno accentuato) è quasi un vanto.
Ragionare con la propria testa e non in base a comportamenti arcaici e dicerie alla stregua della ridicolaggine, è la base del vivere civili, tutte le etnie, tutte le razze, tutti gli orientmenti sessuali, tutti con REALI pari dignità e REALI uguali diritti.
… e i nazisti non erano atei! (scemenza che capita spesso di sentire)

http://vivalacostituzione.blogspot.com

Bruno Gualerzi

Una frivolezza. Sono un appassionato di enigmistica perchè mi distende i nervi… con una eccezione: spesso, quando in un schema di parole crociate si vuol definire ‘ateo’ si usa l’espressione ‘non crede in niente’, o anche, semplicemente, ‘non crede’, invece del formalmente corretto (anche se tende a suonare negativamente) ‘non crede in Dio’. Mai che si pansasse che, per l’ateo, è proprio chi crede in dio che non ‘crede in niente’!

Matteo

Fantastiche e stupende riflessioni!! E’ davvero così che la penso anche io

HCE

la traduzione spesso è.. migliorabile. al punto da distorcere o rendere incomprensibili alcune frasi.
di seguito i punti più deboli che ho incontrato, con proposte di correzione:

1.
“la vita è preziosa ed è imbevuta di significati da essere veramente e pienamente vissuta.” -> “la vita è preziosa, ed viene imbevuta di significati vivendola veramente e pienamente.”

4.
“Anche se non sappiamo di preciso come la chimica primitiva fece nascere la biologia, sappiamo che la diversità e la complessità che troviamo nel mondo, non è un prodotto del caso.” (sarebbe meglio eliminare l’ultima virgola, oppure aggiungerne un’altra dopo complessità)

5.
“E’ anche possibile essere uno scienziato e lo stesso credere in Dio, come alcuni scienziati dimostrano di fare. Si tratta di un impegno con il pensiero scientifico che tende ad erodere più che a supportare la fede religiosa.”
“… fare, tuttavia è fuor di dubbio che un impegno …”

7.
“Quello che gli atei non fanno è fare ingiustificati ed ingiustificabili affermazioni sulla natura della realtà sulle basi di queste esperienze.”
-> “… sulla base di queste esperienze.”

8.
“Se fosse, queste cose potrebbero sviluppare una comprensione delle leggi della natura che superi di gran lunga la nostra. ”
-> “Se fosse, questi esseri..,” (si parla degli extraterrestri)

9,
“Coloro che enfatizzano i buoni effetti della religione sembrano non rendersi conto che tali effetti falliscono nel voler dimostrare la verità di ogni dottrina religiosa.”
-> “… che tali effetti non riescono a dimostrare la verità di alcuna dottrina religiosa.”

“Chiedetevi se è più morale aiutare il povero fuori di sé per la propria sofferenza?”
->”Chiedetevi se è più morale aiutare il povero perché siete preoccupati per la sua sofferenza?”

Flaviana

bellissimo articolo ! Grazie!
Mi piace anche il fatto che siano stati enunciati 10 punti, un bel reminder alle 10 leggi “infami”

miao

Lunedì ero in attesa dal medico di base.
La sala d’attesa è piena. Tutti i posti a sedere occupati.
Arriva un vecchio prete, per giunta zoppicante.
Entra e nessuno gli cede il posto. Neppure i ventenni che li vedi ai raduni di CL o nelle processioni del venerdì santo.
Mi chiedo: “Devo io, ateo, cedergli il posto?”
In effetti avevo svariate motivazioni per lasciare in piedi quest’individuo mantenuto con l’8×1000 e con una visione delle cose incompatibili con la mia.
Alla fine penso che è comunque una persona in difficoltà, a prescindere da ciò che rappresenta, e gli cedo il posto.
Il prete nel sedersi mi fa: “che dio ti benedica”, non mi trattengo e gli replico: “non so che farmene delle benedizioni, sono ateo”. Al che la folla insensibile rispolvera il proprio cattolicesimo e inizia a mormorare. Come se avessi bestemmiato.

In effetti la società è così.

myself

Si apprezzo anche io, speriamo che oltre a venire letto sia anche compreso 😉
PS Magari sarà messo all’indice!

Sandra

Immagino che sia per l’imminente visita del papa in usa. E’ bene rinfrescarsi un po’ le idee (anche se non mi piace la frase che gli atei sono piu’ intelligenti: va bene pensarlo, proclamarlo un po’ meno. Il rispetto va a tutti in modo uguale.)

Non ho potuto rispondere a Stefano e Alessandro S. sui senza tetto in USA. A loro vorrei citare questo sito: http://www.nrchmi.samhsa.gov/Default.aspx, da cui risulterebbe una stima di 3.5 milioni di homeless, e non 30, ne’ tra 26 e 28 di Stefano.
Ad Alessandro che citava un articolo da Indipendent, vorrei dire che i 28 milioni non erano di senza tetto, si stava parlando di buoni pasto per i poveri. Va bene che le cose in usa stanno andando male, ma non al punto che un americano su dieci dorma per strada!! L’homelessness non e’ una condizione “stabile”, lo si puo’ essere per sei mesi, per una settimana, non necessariamente per sempre. E’ comunque difficile stabilirlo, per questo si parla di stime. Quello che si sa e’ che 44 milioni di statunitensi non hanno assicurazione malattia.
Ringrazio l’amministrazione per questo svarione fuori tema.

antoniotre82

Ineccepibile.

Non esiste una moralità od un’etica migliore a seconda della fede o meno di cui dispone un individuo: esiste una morale naturale, che appartiene ad ogni invididuo, sia esso credente o ateo.
L’empatia nella sofferenza ne è il classico esempio: non c’è bisogno che lo dica una religione che aiutare il prossimo è una cosa buona e giusta. Il cristianesimo si è appropriato di questo aspetto della psicologia umana facendolo proprio, quasi a voler dimostrare che l’inventore di questa regola morale (naturale) sia stato gesù.

Ma la fraternità esiste da sempre, è una prerogativa dell’essenza umana (a parte dei periodi tristissimi della storia, che tutto sommato, pur essendosi verificati, sono eccezioni, seppur tristissime e quindi più incisive e sconvolgenti dell’amore fraterno quotidiano a cui siamo abituati, e che per questa assuefazione tante volte quindi non apprezziamo).

La morale atea per il solo fatto che esiste, ed il fatto che l’etica cristiana non sia l’unica su questo mondo, dimostrano che non esiste una morale assoluta, ma ognuno si crea la propria.

Ad esempio si può considerare immorale e contro l’etica cristiana la condotta di vita di un omosessuale, ma lo stesso fatto viene giudicato sicuramente in maniera diversa da un ateo, che è libero dai dogmi scritti in uno stupido libri, e crudelmente ribaditi dalla chiesa.
D’altronde all’interno degli stessi credenti esistono persone che sono contrari ad alcuni dogmi, come il celibato e la condanna dell’omosessualità appunto.

Se non c’è ordine e univocità neanche all’interno della stessa chiesa (vedi Milingo), come può esserci un ordine assoluto in tutta la varietà dell’essenza umana??

Sono particolarmente d’accordo poi sul fatto che un ateo sia intellettualmente più onesto di un credente: questo è obiettivo, perchè un fatto se è inspiegabile rimane tale, e un ateo lo ammette senza fantasticare a trovare soluzioni.

Che lealtà è dare spiegazioni irrazionali chiamando in causa un essere superiore e assurdo come quello della Bibbia a fenomeni non spiegabili? ci si rende ridicoli, e cosa forse ancora peggiore, ci si rende fanatici per sostenere a tutti i costi un testo che di vero non ha assolutamente niente.

La differenza fra un cattolico e un ateo è solo questa: un cattolico crede negli eventi contenuti in un libro chiaramente di fantasia.

Un ateo invece, essendo libero mentalmente da tali pregiudizi, è libero di crearsi una propria morale, in questo caso però molto più in linea con la natura e la libertà di pensiero e di coscienza.

Vorrei far provare ai credenti, se fosse possibile, la sensazione di libertà che provano gli atei e gli agnostici: credo che nessuna parola potrebbe descriverla. La libertà di poter esprimere dei propri pensieri in contrasto con le assurdità della chiesa e delle scritture.

Affermare che una persona non possa compiere miracoli o camminare sulle acqua non è solo onestà intellettuale, ma è anche liberazione estrema della mente che finalmente è libera di poter pensare secondo le regole logiche e razionali, e per questo molto più vicine alla realtà quotidiana,e e quindi molto più vicina alla comprensione dei problemi e alle soluzioni da trovare per risolverli.

Questo si chiama progresso, che è stato possibile solo a menti libere dal fanatismo e dal fideismo, libere da stupidi dogmi: se ogni evento si spiegasse con una mano divina senza cercare soluzioni, saremmo ancora all’età della pietra.

Bisogna lodare il fatto che l’ateismo e l’agnosticismo esistano, perchè è solo liberando la mente dalle scemenze religiose che si può raggiungere la vera libertà di spirito.

antoniotre82

@ miao

bell’anedotto, descrive alla perfezione l’ipocrisia che regna sovrana fra i cattolici.

Piergiorgio

Quando negli usa si attribuisce una connotazione negativa a cose, eventi, pensieri, etc. ciò mi rallegra e conforta perchè significa che è vero esattamente il contrario.

paolo dianzini

Ma come fanno gli atei ad essere discriminati se il presidente della repubblica è tale, il signor Massimo Dalema , ministro ed altri lo stesso, i migliori intellettuali italiani come Eco, Cacciari, Natoli, Cammilleri,Galimberti, Severino, Scalfari, Augias ecc. i direttori dei più grandi giornali italiani cominciando da Repubblica .Se poi ci mettiamo la famiglia Angela, Odifreddi, la Hack, Staino ed altri, ma fateci il piacere

Silesio

Forse ciò è dovuto alla tradizione legata alla parola e al suo significato terribile, trasmesso dal pulpito delle chiese. In fondo contro l’obiezione “e chi se ne f…” non esistono argomentazioni. Per questo le chiese sono particolarmente aggressive nei confonti del non credente che non nei confronti di uno che crede a cose differenti (sempre convertibile). Era anche prassi assai diffusa tra i preti aspettare che un ateo morisse, per poi andare a dire in giro, contando su false testimonianze, che tale persona si era convertita “in punto di morte”. In questo modo si dimostrava anche che l’ateismo infine veniva sconfessato dall’ateo stesso.

Ivano

Vorrei solo esprimere la mia idea riguardo al concetto di “spiritualità” che, a mio avviso, è incompatibile con l’essere ateo.

maxalber

# paolo dianzini scrive:
6 Aprile 2008 alle 15:52
Ma come fanno gli atei ad essere discriminati se il presidente della repubblica è tale, il signor Massimo Dalema , ministro ed altri lo stesso, i migliori intellettuali italiani come Eco, Cacciari, Natoli, Cammilleri,Galimberti, Severino, Scalfari, Augias ecc. i direttori dei più grandi giornali italiani cominciando da Repubblica .Se poi ci mettiamo la famiglia Angela, Odifreddi, la Hack, Staino ed altri, ma fateci il piacere
***************************
Hai dimenticato Giuliano Ferrara, Marcello Pera ecc.

mp

peccato che nessuna delle suddette personalità lo ammetta in pubblico. E quando viene fatto, viene proposta la cosa come se si parli di chissà quale strano evento

Flaviana

@Paolo Dianzini
Cacciari, Augias? begli esempi da portare!
Li hai mai sentiti parlare?
E in quanto alla “famiglia” da te definita, Angela non si espone per nulla ( sta a Rai 1 evuole stare tranquillo), e tra gli altri,solo Odifreddi riesce a raggiungere un pubblico piu´eterogeneo, un po´pochino, considerando la quotidiana presenza del papa su tutte le reti e quella di un religioso su quasi ogni talk show

Bruno Gualerzi

Si chiede Dianzini: “Ma come fanno gli atei ad essere discriminati se il presidente della repubblica eccetera, eccetera…”.
La sua è una domanda evidentemente retorica.
Io invece me lo chiedo proprio!

darik

maxalber:
“Se poi ci mettiamo la famiglia Angela, Odifreddi, la Hack, Staino ed altri,
ma fateci il piacere
***************************
Hai dimenticato Giuliano Ferrara, Marcello Pera ecc.”

ma fammi il piacere!?!

😉 darik

Guastardo III di puglia

# Magar scrive:
6 Aprile 2008 alle 11:50

I cattolici, Guastardo, i cattolici, non i credenti.

————————————————————-

CHIEDO VENIA…. me ne sono accorto in ritardo della gaf ^^

faidate

Forse sarebbe istruttivo raccogliere, nel sito Uaar, una serie di brevi storie che riassumano, in non più di una pagina, il punto di vista degli iscritti e dei simpatizzanti a proposito dell’ateismo. (ma forse è già stato fatto in precedenza, allora ditemi dove trovarlo). Come sono diventati atei, cosa pensano che sia l’ateismo, come si inserisce (o dovrebbe inserirsi) nella convivenza civile. E ogni altro commento utile. In maniera piana, senza tanti riferimenti o citazioni approssimate di filosofi. Senza citare a proposito o sproposito Einstein o quant’altri. Senza riferimenti all’ateismo USA. Onestamente, se possibile.

cullasakka

Questo articolo è scritto con uno stile decisamente inadatto ad essere pubblicato su un giornale “generalista”. Un credente potrebbe trovare presunte affermazioni di superiorità già dalle prime righe. Ad esempio: Dato che sappiamo che gli atei sono spesso tra le persone più intelligenti e scientificamente preparati in una società, sembra affermare che gli atei sono più intelligenti, mentre non è quello che intende dire. L’autore avrebbe dovuto curare di più questi aspetti per evitare possibilità di fraintendimento, visto il pubblico a cui era diretto.

cullasakka

(mi correggo: non ho chiuso il corsivo dopo “società”)

Vico

@Paolo Dianzini
è un problema di civiltà. Noi atei rispettiamo chi non la pensa come noi, voi ebrei cattolici e mussulmani no. Così chi la pensa diversamente da voi viene crocifisso, bruciato o lapidato (oggi e in Italia in senso metafisico; altrove…). Chi la pensa diversamente da noi viene ascoltato.
Capisci la differenza?

zarathustra

Il problema, secondo me, sta nell’educazione ricevuta. Io ho 18 anni e da almeno 5 sono ateo, mentre prima ero un cattolico più o meno praticante. Ero tale semplicemente perchè i miei genitori (cattolici) e la scuola (non ne parliamo…) mi hanno indottrinato senza possibilità di compromesso. Io ero convinto di quello in cui credevo. Il processo di “liberazione” per me è stato difficile e traumatico proprio perchè diventando ateo sarebbero crollate delle certezze prima ritenute “assolute”. Ora invece guardo queste credenze (non solo il cattolicesimo, ma tutte le religioni rivelate o meno) con distacco e assolutamente convinto delle mie attuali idee. Credo che questa “catarsi” che ho attraversato sia rara e difficile; anche chi dubita delle proprie certezze, che gli sono state inculcate, difficilmente arriva a liberarsene del tutto. Per questo gli atei sono visti in cattiva luce: per quell'”imprinting” iniziale così diffuso da cui è molto dura “scappare”

Tiziano

Il punto dove viene presentata la Bibbia come dettata da Dio…bene o male anche qualche altro punto presenta qualche inesattezza. Ma questo è proprio inaccettabile. Non sò quanti cattolici incontrerete mentre affermano che la Bibbia è dettata. Questa è comunque una panzana bella e buona. I cattolici credono la Bibbia ispirata e non dettata (come il corano). E questo esclude il fondamentalismo nel libro (che invece è tipico di alcune sette protestanti) A quelli che dicono di credere che davvere c’è stato il paradiso terrestre con Adamo ed Eva nn si può che sorridere in faccia.

stefano

insito sull’aforisma di Voltaire “il cristianesimo ha reso gli uomini atei”.

Luca Roberto

@Flaviana
Cara Flaviana, a volte le dichiarazioni andrebbero spiegate, come la tua sulle leggi “infami” (presumo i dieci comandamenti).
Spiegami perchè, dai, sarebbero “infami” (tra virgolette tra l’altro)?

Per quanto riguarda altri commenti, mi limito a constatare quanto sia “facile” ancora una volta, cedere ai pregiudizi e alle più elementari Euristiche del pensieri che rendono alquanto fallace i nostri giudizi: “cattolici”, i “mussulmani”: IO NON MI SONO MAI PERMESSO DI GENERALIZZARE IN QUESTO MODO e, ripeto, sarebbe bello che ogni tanto, ma ogni tanto, si ponesse la famosa frasetta “alcuni cattolici che ho conosciuto io”, “alcuni preti”, ecc.
Sembra superfluo, perchè ovvio, ma dall’ovvio a volte nascono degli antidoti, magari agli scontri di civiltà.

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