Flamigni propone “moratoria” sull’obiezione di coscienza

[…]

Secondo il ginecologo la pratica dell’obiezione di coscienza “era pienamente giustificata solo ai tempi in cui la legge entro’ in vigore: i medici cattolici che lavoravano in ospedale furono sorpresi da un’innovazione alla quale non avevano pensato nel momento in cui avevano fatto la loro scelta e avevano il diritto di dissociarsi. Attualmente, pero’, chi sceglie una specializzazione o decide di lavorare in un ospedale pubblico sa bene che cosa lo aspetta”. Flamigni, facendo riferimento a una serie di inchieste giornalistiche, sulle difficolta’ che le donne che vogliono interrompere la gravidanza incontrano in regioni come il Veneto o in citta’ come Roma, sostiene che l’obiezione di coscienza se e’ praticata da molti tra medici e paramedici finisce col mettere “a rischio la salute di un certo numero di donne”.

“L’aborto volontario – sostiene Flamigni – e’ un diritto delle donne italiane sancito da una legge dello stato”, su cui “si e’ pronunciata anche la Corte Costituzionale – prosegue il medico – che ha ritenuto che l’interesse della salute della madre debba prevalere su quello della salute del feto, poiche’ lei e’ gia’ persona mentre lui e’ solo persona potenziale”.

Flamigni, quindi, per chiedere il rispetto di questo diritto fa una proposta che definisce “la piu’ semplice e diretta”, ovvero che “i reparti di ginecologia non arruolino piu’ medici obiettori e che qualsiasi contratto di lavoro, in questi luoghi, vincoli il medico a prestare la sua opera in tutti i casi in cui la salute delle donne e’ messa a rischio”.

[…]

E intanto l’appello per la difesa della 194 e per l’introduzione di ulteriori misure (tra cui quella enunciata da Flamigni), in 12 giorni sfonda le 43.000 firme.

L’articolo completo è tratto dal sito RaiNews24

29 commenti

Emilio Gargiulo

Bene!
Mobilitiamoci e produciamo rumore mediatico, affinché questa campagna arrivi all’orecchio di più persone possibili!

nicola

Giustissimo. Inoltre occorrerebbe pubblicizzare gli elenchi dei cosiddetto obiettori.

hyxcube

Pur non condividendo la scelta da parte di un medico di rifiutarsi di praticare un aborto, trovo che questa moratoria sia sbagliata quanto quella sull’aborto. Non è impedendo alle persone di agire in libera coscienza che si risolvono i problemi. Basta semplicemente creare un sistema che consenta di avere per ogni struttura sanitaria una persona che non sia obiettore (o comunque un numero sufficiente di persone che garantiscano l’esercizio del diritto di abortire). In questo modo si rispettano sia le convinzioni etiche dei medici, sia il diritto delle donne ad abortire. Per fortuna in questo caso, le due cose non sono mutuamente esclusive e basta un minimo di organizzazione per risolvere il problema senza scadere nella contrapposizione sterile tramite la pratica, ormai di moda, della moratoria.

Vash

Più che altro bisognerebbe pubblicizzare gli elenchi di quelli che NON sono obiettori visto che ogni volta che una donna ha bisogno di abortire si vede sbattere le porte in faccia. Non contiamo poi i casi che riguardano la pillola del giorno dopo in cui i medici cosiddetti obiettori commettono pure reati!

Stefano Bottoni

Giustissima la tesi di Flamigni: è assurdo intraprendere una carriera che si sa già che possa entrare in contrasto con le proprie convinzioni. Assurdo quanto un pacifista convinto che entrasse all’Accademia Militare.
Se queste persone vogliono aiutare altre persone, possono scegliere sempre un’altra specializzazione: cardiochirurgo, ortopedico, pediatra… non portano ad alcun conflitto di coscienza.

Giovanna

Condivido pienamente. I ginecologi obiettori vadano a fare altro!

faidate

Gli obiettori di coscienza cui Flamini si riferisce mi ricordano i mafiosi che, richiesti di rivelare il nascondiglio del boss, rifiutano invocando la legge sulla privacy.

HCE

ci starebbe anche bene qualche indagine su quelli che sono obiettori nell’ospedale pubblico ma non nello studio privato.
il che è illegale, spero (?)

dadaLito

@ hyxcube

in linea teorica hai ragione: fare sì che in ogni posto ci siano non obiettori: solo che così saresti obbligato a far spostare medici da una parte all’altra della penisola, per colmare il divario in zone come il sud, o roma.
Quindi, sarebbe una misura ostacolata a sua volta.

Per me sarebbe molto semplice: sei obiettore e obietti nel 40% degli interventi a te richiesti? Ti si paga il 40% in meno in busta paga, e quel denaro lo si usa per reperire uno che operi al posto tuo nei casi specifici

Emi

Sono d’accordo con Vash. Ogni donna dovrebbe avere la possibilità di scegliere un medico che si occupi della sua salute e che in determinata situazione non ritenga ch’ella debba sacrificarsi come martire. Un obiettore di coscenza è più interessato alla salute dell’embrione che a quella della donna. Tra i due egli ha già operato una scelta che la donna può pagare con morte o patologie varie.

Se più donne chiedessero chiaramente, apertamente ed insistentemente la disponibilità di un medico e operatori non obbiettori per quanto possibile con l’assistenza mutualistica e scegliessero altresì privatamente ginecologi non obiettori credo che qualcosa cambierebbe.

Kaworu

io sono perfettamente d’accordo con flamigni, è da tempo che dico che l’obiezione di coscienza ADESSO non è più giustificabile!

antofic

E’ una cosa che sostengo da sempre. Se soffro di vertigini, non faccio il muratore… Se svengo quando vedo il sangue, non faccio il chirurgo… Se sono veghiano, non faccio il macellaio. Certe professioni sono incompatibili con le proprie predisposizioni fisiche e/o psichiche o con le proprie convinzioni. Allora semplicemente ne scelgo altre…
Nessuno obbliga i ginecologi a fare i ginecologi. Se non vogliono praticare l’aborto cambino mestiere.

strangerinworld

sei un medico obiettore di coscienza? a parte il fatto che essere medico ed essere cattolico è un ossimoro orribile ed assurdo, NON puoi lavorare nei reparti ostetrici e ginecologici perchè trasgredisci TU lal legge. non c’è discussione.

Federico

hyxcube: che ne diresti di un medico testimone di Geova che si rifiuta di farti una trasfusione? Di un medico vegan che si rifiuta di fare i vaccini?.

Se io non voglio sparare non faccio il miitare: mica chiedo di fare il militare con obiezione di coscienza sull’uso delle armi 😉

Peppe

Posso raccogliere la perplessità di chi dica: un obiettore non opportunista non può essere “costretto” a praticare una IVG. Così come di chi dica: un buon ginecologo potrebbe essere tale in tutti i campi tranne che nella pratica della IVG.

Ok, ci posso anche stare. Però occorre cambiare le regole.

Oggi un ginecologo è semplicemente disincentivato a praticare le IVG perchè i suoi colleghi obiettori lavorano meno (non hanno cioè incarichi sostitutivi che compensino la mancata applicazione della 194) e fanno più facilmente carriera.

La tendenza va invertita.

Tu obiettore puoi fare il ginecologo tranquillamente ma NON farai carriera e il tuo stipendio sarà inferiore ad un non obiettore. Se inoltre pratichi IVG in strutture private pur essendo obiettore in strutture pubbliche allora ci sarà radiazione e conseguenze penali.

Eliminata la furbata di fondo per cui anche chi non ha alcuna remora religiosa/morale non pratica le IVG per convenienza, e incentivando economicamente i non obiettori, vedrete che i NON obiettori rispunteranno come funghi.

cartman666

Beh se non fosse possibile togliere l’obiezione di coscienza, le idee di Peppe, rimangono decisamente buone.

maciste

Gli obiettori dovrebbero esercitare SOLO E UNICAMENTE in strutture private.
A chiunque esercitasse in un pubblico esercizio dovrebbe essere VIETATA PER DEFINIZIONE l’obiezione di coscienza.
Percui tutti i medici obiettori che operano nella pubblica sanità si dimettano e vadano ad esercitare nelle cliniche private, o in quelle vaticane.

Sul “suolo pubblico” a nessun cittadino deve essere vietata una prestazione PREVISTA DALLA NORMATIVA VIGENTE.

Mifepristin

La tendenza va invertita,giusto. Bisogna far passare il messaggio che l’obiezione di coscienza in materia di aborto e soprattutto di contraccezione non è “trendy”, è un comportamento brutto, incivile, inelegante, indegno di un paese occidentale, razionale, democratico, rispettoso della libertà personale. Certo nessuno può obbligare un medico a praticare IVG, però si può creare un clima culturale che disincentivi il ricorso all’obiezione di coscienza in quei medici che non hanno un reale motivo di coscienza, ma che magari se pagati adeguatamente eseguirebbero tranquillamente gli aborti, per esempio in cliniche private.

hyxcube

@Federico:
Mi sono fatto anch’io questa domanda sulle trasfusioni e i testimoni di Geova. La risposta che mi sono dato è che le situazioni sono diverse. Nel caso della trasfusione il medico è tenuto a salvarti la vita e quindi DEVE farlo perche salvare la vita è una funzione imprescindibile della professione medica. Nel caso dell’aborto non sempre la vita della donna è in pericolo e in più c’è la complicazione del sopprimere una vita potenziale che non è proprio come togliere l’appendice. Questa cosa può creare problemi di coscienza ad alcuni ginecologi e soprattutto penso che non sia una mansione essenziale per svolgere la professione del ginecologo (poi ovviamente la gente e la comunità scientifica prende atto del fatto che quel medico dà un offerta professionale incompleta e se vorrà lo penalizzerà). Perche fare il ginecologo allora? beh, ognuno ha le sue motivazioni e nessuno puo impedire a qualcun’altro di realizzarsi come crede nel lavoro che liberamente sceglie, a meno che questa scelta non sia lesiva per gli altri o non professionale… semplicemente penso che si debba sempre scegliere le regole che massimizzino la soddisfazione complessiva delle parti in causa e in questo caso ritengo che si possano accontentare contemporaneamente proabortisti e antiabortisti.

antofic

Non è detto che la trasfusione debba necessariamente salvarti la vita: potrebbe semplicemente servire a farti stare meglio. In tal caso un medico tdg potrebbe rifiutarsi di praticarla? Non si tratterebbe di far star meglio una persona sia nell’uno che nell’altro caso? Perchè nell’uno non è lecito e nell’altro sì?
Che succede se la mia religione X prevede che io non debba prestar soccorso (ad esempio in un incidente stradale)? Perchè la legge non mi riconosce il diritto di essere obiettore nei confronti dell’omissione di soccorso? E se la mia religione prevede che si possa conoscer meglio dio sotto l’effetto di stupefacenti? Lo stato mi deve riconoscere il diritto di consumarli? (*)
A “prestar fede alla fede” si apre la porta a qualsiasi arbitrio.

(*) La cosa è realmente accaduta. Negli USA e la corte suprema ha riconosciuto alla fedeli del Centro Espírita Beneficente União do Vegetal il diritto di consumare una droga che per tutti gli altri americani è illegale… sigh!!!

Emi

“Nel caso dell’aborto non sempre la vita della donna è in pericolo”

Non dimentichiamo anche noi che, in gravidanza la vita della donna è sempre potenzialmente in pericolo per cause legate esclusivamente a questo stato almeno tanto quanto, se non di più, l’embrione è potenzialmente “persona”.

antofic

L’embrione è potenzialmente persona. Questo è certo.
Il punto è che questa cosa non vuol dire un fico secco: anche un rapporto sessuale è potenzialmente persona. Ogni volta che qualcuno rifiuta un rapporto sessuale uccide una persona potenziale.
“Caro, stasera ho mal di testa…” “Amore, andiamo al cinema…” son tutti omicidi di persone potenziali.
E quindi?
Non ha alcun senso proteggere le persone potenziali, a maggior ragione quando lo si fa a scapito delle persone in atto.

Francesca by Toscana!

Esatto, infatti se una persona si specializzai in ginecologia sa bene come sono le leggi..ed è stupido e immorale che poi faccia l’obiettore. Vadano allora a spazzare le strade, a fare i giardinieri, i notai, i commercianti, qualunque cosa..

Emi

@antofic

Nella fretta mi sono espressa in modo non chiaro: ma intendevo quanto tu affermi.
Il pericolo di vita e per la salute della donna in gravidanza, per la gravidanza, soverchia in realtà e in potenza anche l’eventuale potenzialità dell’embrione a divenire “persona”.

vico

non credo sia giusto costringere un medico a praticare un intervento che va contro le sue convinzioni etiche. Tuttavia il cittadino ha diritto alle prestazioni mediche che gli necessitano. La soluzione sarebbe quella di garantire un canale privilegiato a medici non obiettori fino a che l’asl di competenza sia in grado di coprire le esigenze dell’utenza, fermo restando il licenziamento per l’obiettore che pratica aborti in strutture private.

enrico

Sapete che, quando l’ho fatta io nel 1992 dopo il secondo figlio, mi sono trovato ad avere a che fare con urologi “obiettori” nei confronti della vasectomia? Non ricordo se all’epoca era ancora considerata reato o forse lo è ancora, ma per loro era un caso di coscienza (spermicidio ???).

Lorenzo G.

“E intanto l’appello per la difesa della 194 e per l’introduzione di ulteriori misure (tra cui quella enunciata da Flamigni), in 12 giorni sfonda le 43.000 firme.”

Ore 23:00: 45.316 firme. A lasciarlo aperto indefinitamente, a quanto credete si potrebbe arrivare?

Lorenzo G.

“non credo sia giusto costringere un medico a praticare un intervento che va contro le sue convinzioni etiche.”

La soluzione in questi casi é sempre quella: fare un altro lavoro o scegliere un’altra branca della medicina che non comporti di questi problemi. Il lavoro del ginecologo, per legge, contempla anche la possibilità di praticare aborti; chi si laurea in questa branca dovrebbe saperlo fin dall’inizio. Se uno é cattolico integralista ci pensi prima di scegliere il corso di laurea in medicina.

hyxcube

@antofic
Forse mi hai frainteso. Sulle persone potenziali e sulla loro tutela la penso esattamente come te. Il mio discorso era incentrato sulla libertà delle persone di seguire il proprio codice etico, per quanto assurdo possa apparirti. IMHO il principio da seguire è: cercare di rispettare la libertà di ognuno fino a quando non lede quella degli altri. Un medico che obietta è libero di farlo e se ne assume le conseguenze (viene visto come un ginecologo incompleto e quindi ha meno “mercato”). Una donna che vuole abortire ha il diritto di farlo e deve sempre trovare qualcuno che volontariamente la aiuti a farlo. Una persona che ha bisogno di una trasfusione “solo per stare meglio” e non è in pericolo di vita ha il diritto di ricevere assistenza dalla struttura medica in cui si trova e non dal singolo medico che non si puo costringere ad agire contro la sua volontà.
Penso che questa possibilità di obiettare, però, intacchi sempre di piu l’efficacia e l’efficienza di un medico fino al punto in cui, ad esempio, colui che non pratica nè trasfusioni, nè trapianti, nè… (seguono altre assurdità) arriva ad un punto in cui viene allontanato dalla comunità medica in quanto, come dici tu, ha sbagliato mestiere.
Le professioni, non sono rigidi sistemi di mansioni inprescindibili ma devono, a mio avviso, prevedere un certo grado di flessibilità nell’ammettere deroghe, che permettono di venire incontro alla sensibilità personale di ognuno.

Commenti chiusi.