Londra: richiesta per utilizzare la selezione genetica per avere figli sordi

Secondo quanto riferito dal Times di Londra, le organizzazioni rappresentative dei sordi inglesi stanno conducendo una forte campagna di lobby per ottenere il diritto ad utilizzare la selezione genetica per far sì che i loro figli nascano con lo stesso handicap, “più adatto allo stile di vita familiare”. Una legge allo studio in Parlamento per regolamentare lo screening genetico vieterebbe di preferire un embrione anomalo a uno sano per la fecondazione artificiale, mettendo così al bando la deliberata creazione di bambini disabili. Per una parte dei sordi del Regno Unito però la sordità non è da considerarsi un handicap, ma piuttosto una “identità culturale” da salvaguardare.

Fonte: Essential News 

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42 commenti

charlYmingus

È un allucinante versione dell’incubo opusdei , che schifo .
Scusate ma il diritto alla salute non esisterà più?

Felix

Questa mi sembra proprio una follia.
Semmai lo scopo dovrebbe essere quello di evitare tare genetiche.

Anticlericale

E’ una assurda violenza nei confronti dei figli (io non sento e allora non devi sentire neppure tu).

Mi chiedo come possa un genitore sano di mente voler imporre un handicap ai propri figli (perché tale è, per quanto ne possano dire le organizzazioni rappresentative dei sordi inglesi con la loro ridicola definizione di “identità culturale”).

statolaico

Non è un’identità culturale ma un handicap. Questa richiesta è una pretesa bella e buona e sfiora i confini del ridicolo (visto che è già da un pezzo al di la del buon senso). Quoto Anticlericale.

Arcturus

La faccenda è interessante. Si è lungamente lavorato a livello di correttezza politica per estirpare il pregiudizio contro la differenza, perciò si è progressivamente passati dal concetto di “minorato”, “handicappato”, “essere inferiore”, “malato”, “disabile”, al concetto di “diversamente abile”, in quanto condizione “alternativa”. Tolto il pregiudizio, perché dovrebbe sopravvivere una visione gerarchica delle condizioni e delle abilità? I portatori di tale diversità, che non possono interdere il mondo se non attraverso questa loro specifica condizione, evidentemente, ritengono opportuno tramandare quella loro specifica visione del mondo, alternativa, e da loro ritenuta migliore, una “identità culturale” da salvaguardare, appunto. E’ esattamente ciò che è avvenuto, nel passato, con i neri, ritenuti di una “razza inferiore”, da non preferire. O quel che avvenne con gli ebrei, ritenuti una “razza maligna”, da estirpare. Evidentemente, è ancora un problema di razzismo, anche se la differenza è legata alla condizione di salute. E’ noto, ad esempio, che genitori affetti da nanismo vogliono figli nani (ci fu anche una splendida puntata del Dottor House sull’argomento); perché genitori sordi non dovrebbero volere figli sordi? Questa è davvero una nuova frontiera della metaetica che ci aspetta: esiste un modello perfetto verso il quale tutti dobbiamo tendere (anche a livello fisico), oppure l’infinita casistica è l’unico termine di paragone della libertà personale? Possiamo decidere per gli altri (i nostri figli) quale sia il modello di riferimento da adottare?

zorn

Qui davvero non sono d’accordo, così credo tutti coloro che frequentano il sito. Come vedete, anche noi siamo contro alle mostruosità genetiche.

HCE

non c’è troppo da stupirsi. su scala diversa, è la stessa cosa che fanno i genitori religiosi che impongono ai figli di aderire alla stessa religione.
e poi sono gli stessi che si lamentano dell’eugenetica!

Roberto Grendene

Ma la questione e’ semplice.
I figli nascano privi di handicap.
Siano istruiti, frequentino le scuole, ascoltino concerti, imparino a parlare.
Poi, a 18 anni, se vogliono, che si facciano operare e diventino sordi, se vogliono avere questa “identita’ culturale”

Roberto Grendene

myself

Sempre meglio del film Gattaca…

Scherzi a parte mi rendo sempre più conto di come i maggiori danni sugli infanti e sugli adolescenti non provengano altro che da i genitori di questi, dai loro egoismi dai loro ideali e soprattutto dal loro “amore”… ah se potessimo tirarci su da soli!

paolo di palma

E’ una cattiveria, smisurata ed idiota, negare a chi ami quello che tu non puoi avere. Forse se si riuscisse a far percepire a questi folli il piacere di una sinfonia di Beethoven, una sonata di Mozart, o lo splendido intermezzo della Cavalleria rusticana di Mascagni, o solo il piacere del silenzio quando i rumori di una giornata vissuta intensamente si placano, non chiederebbero una simile assurdità. Assomiglia un pò al senso di peccato che la chiesa ha costruito ed inculcato ai suoi credenti con i piaceri del sesso.

Leo55

Mi sembra che il fatto paradossale si ricolleghi al concetto deviato di multiculturalismo, in bese al quale siè disposti ad accettare ogni genere di aberrazione in nome del rispetto delle identità.

Jeeezuz

Voler far nascere un figlio sordomuto è solo un atto di egoismo.

cartman666

Ma questi sono dei pazzi da rinchiudere, come si fa a voler far nascere un figlio con un handicap cosi’ grave, proprio non riesco a capire.

Kaworu

è così difficile aver dei figli normali ed insegnargli la lis come prima lingua se proprio vogliono?

tanto una lingua vale l’altra per i bambini.

Francesca by Toscana!

Pazzi, malati, indegni. Come si fa a volere una cosa del genere?

Alberto

L'”anomalo” si guardava allo specchio…ma lo Specchio gli cancellava la sua identità. L'”anomalo”” ha cercato allora se stesso dentro di sè, nella sua “forma simbolica” ed ha scoperto la sua esistenza.
L'”anomalo” si è così scoperto perfetto e normale, vivendo nella propria esistenza e considerando secondarie le forme-violenze simboliche di altri “mostri” diversi.
L’importante è la Verità che si Crea dentro di sè.
Il vostro inconscio è pronto a partorire, a creare?

udo

@Arctarus:
un nero o un ebreo potranno anche essere definiti “inferiori” o “malvagi”, ma parliamo di persone sane che subiscono una discriminazione.
Si suppone che un essere umano, a prescindere dal colore della pelle e dalla sua eventuale religione, possegga i tradizionali 5 sensi che caratterizzano homo sapiens. Il fatto che poi possa esserci discriminazione nei confronti di chi ha una deficienza e’ assodato e non mi piace, ma secondo me il paragone non regge.

Ora, che un sordo sia convinto che il suo stile di vita e che la sua identita’ culturale siano migliori mi sta bene. Che questa condizione di vita debba essere anche quella di sua/o figlia/o e’ discutibile. Anche mio padre, convinto che vivere cristianamente potesse essere la miglior vita che io potessi fare, ha deciso di battezzarmi, seguendo lo stesso ragionamento.

giovanna

anche secondo me è follia.
il mio buon senso mi direbbe di far nascere bambini sani (o quanto meno non sforzarmi di farli nascere menomati) e tanto se a casa sono tutti sordo muti per forza di cose il pupo imparerà il linguaggio dei segni e potrà comunicare esattamente come un sordo con i sordi, solo che potrà sentire e quindi anche comunicare con il resto del mondo! (anche se mi immagino che potrebbe essere un po’ difficile andare all’asilo e imparare a parlare e intanto imparare a non parlare in casa…)
comunque sì, è incredibile l’egocentrismo die genitori: non vogliamo mettere al mondo essere umani indipendenti, ma piccole copie di noi stessi!

g.b.

Leo55 scrive:

4 Gennaio 2008 alle 20:56
Mi sembra che il fatto paradossale si ricolleghi al concetto deviato di multiculturalismo, in bese al quale siè disposti ad accettare ogni genere di aberrazione in nome del rispetto delle identità

Non si tratta di un “concetto deviato di multiculturalismo”, bensì di multiculturalismo portato alle estreme conseguenze, ma con una sua lucidamente folle coerenza. Casi del genere dovrebbero far riflettere sugli errori e sui pericoli di tutta una cultura delle identità e delle appartenenze oggi di moda e contraria non solo ai principi laici, ma in alcuni casi anche al più elementare buon senso.

Daniela

ma quale identità culturale da salvare? Questo è egoismo bello e buono, che persone irresponsabili.

enrico

Citazione dal sito “triangolo silenzioso” associazione di gay non udenti.

“Ma le due donne hanno tutt’altra prospettiva. Lavorano come terapiste per non udenti, appartengono a un crescente movimento negli Usa che vede la sordità non come un handicap, ma come un’identità culturale. Ed è proprio a Washington, sede della prestigiosa università per sordi Gallaudet, che questo movimento ha la sua roccaforte.

Sharon e Candy condividono l’ideologia di Deaf, il movimento che si batte per i diritti e l’orgoglio dei sordi così come Martin Luther King e Malcolm ‘X’ si fecero paladini di quelli dei neri. Entrambe considerano la loro sordità come un’identità, non una malattia che deve essere curata.”

Il Filosofo Bottiglione

non c’è che dire, è una intricata frontiera dell’etica. sulla base di criteri analoghi potrebbero sorgere questioni più complesse.
questa no. la sordità è un difetto che colpisce tante persone, molte delle quali, per fortuna, riescono a compensare più o meno adeguatamente, più o meno abilmente. ma resta pur sempre un grave difetto.
c’è da chiedersi se queste persone sarebbe disposte anche ad operare il figlio sano per fargli perdere l’udito. terribile il destino di un figlio non amato, ma anche quello di un bambino sottoposto al furioso amore.

Alessandro Masini

eppure la sordità è SCIENTIFICAMENTE una malattia, anche se loro la considerano una identità o un dono di dio o che altro.

esistono basi oggettive a livello scientifico, mica è tutto opinione.

imporre una malattia a un figlio è da galera, ecco il loro posto. i soliti americani fanatici, da dove poteva venire una simile idiozia se non da paese in cui si fa “consumo” di tutto anche delle malattie?

Leo55

Non ne facciamo una questione semantica, g.b., per multiculturalismo si intende la libertà di ciascun individuo di poter informare il proprio stile di vita alla propria estrazione socio-culturale, in contrapposizione al “multicomunitarismo”, dove invece la volontà dell’individuo si fonda sull’appartenenza ad una determinata cultura di comunità o di clan.
E’ evidente che in questo caso si dovrebbe parlare per la seconda accezione, ma , essendo il termine “multiculturalismo” entrato in una determinata casistica d’uso , non avendo , però , perduto il significato iniziale (positivo), penso sia giusto parlare di “concetto deviato” quando ci troviamo di fronte a fenomeni paradossali come questo; così come va senz’altro, osteggiata la difesa del multiculturalismo in presenza di usanze tribali e immorali quali le mutilazioni genitali e le discriminazioni degli individui (Donne e Omosessuali), presenti in determinate culture teocratiche.

Alessandro Bruzzone

Interessante la provocazione di Arcturus sulle nuove frontiere morali che vicende come questa, con la formazione di una comunità culturale fondata su ciò che normalmente consideriamo un handicap, possono aprire.
Certo la sordità poco a che fare con il caso dei neri e degli ebrei: i primi sono stati discriminati in base a dottrine irrazionali, che nulla sono se non tentativi para-filosofici di giustificare una superiorità verso simili, esagerando capziosamente la rilevanza di un dato puramente esteriore; i secondi sono stati discriminati sulla base di un antico pregiudizio cristiano, estesosi sino a diventare disprezzo sociale verso chi manifesta usi e costumi differenti da quelli della maggioranza della popolazione (odiata maggioranza). Altrove qualcuno ha avvicinato la questione al movimento gay, ma anche qui non ci siamo: un orientamento sessuale non maggioritario non implica differenze fisiologiche evidenti.

La sordità è un limite fisiologico, comporta la mancanza di un senso, e le sue condizioni variano molto da persona a persona: essere sordi non significa semplicemente non sentire, ma anche provare fastidi più o meno costanti e dolorosi all’apparato uditivo. In base a queste considerazioni, menomazione sensoriale e dolori connessi, considerare la sordità semplicemente quale base di una nuova cultura mi sembra un’assurdità.

Per esteso: trovo assurda questa tendenza particolaristica a formare nuove culture. Credo nell’individuo, e in tal senso qualsiasi aggregazione, intorno al colore della pelle, a un orientamentamento sessuale, a una cultura religiosa-sociale, o addirittura a un handicap, mi sembrano più segno di paura che altro.

gianfranco

Io sta cosa proprio non la capisco…
Di solito, tutte le persone che ho incontrato portatrici di un handicap si sono sempre preoccupate ed augurate che il figlio non l’avesse perchè per loro è stato fonte di problemi tutta la vita. Voglio capire che per i sordi non risulti un handicap, ma a me pare proprio invece la conferma.
Una persona che si sposa un altro con lo stesso problema e si augura che i propri figli vengano uguali a lui vuol dire proprio che più che voler conservare un identità, non riesce proprio a integrarsi con gli altri “normali”.
vorrei sapere quanti non vedenti, o politrasfusi o down si augurino un figlio come loro…

Felix

Ci sono dei momenti, quando mia moglie é in preda ad
un accesso di logorrea, che vorrei essere nato sordomuto anch’ io.

g.b.

A Leo55

5 Gennaio 2008 alle 06:59
Non ne facciamo una questione semantica, g.b., per multiculturalismo si intende la libertà di ciascun individuo di poter informare il proprio stile di vita alla propria estrazione socio-culturale, in contrapposizione al “multicomunitarismo”, dove invece la volontà dell’individuo si fonda sull’appartenenza ad una determinata cultura di comunità o di clan.

Non era mia intenzione aprire dispute terminologiche, volevo però far notare che il multiculturalismo e il multicomunitarismo nella realtà attuale si presentano sempre più strettamente legati, con grande pericolo per la libertà e i diritti civili. ll multiculturalismo nel senso buono del termine non è una novità di oggi, ma appartiene da sempre agli spiriti liberi o anche semplicemente curiosi nei confronti dell’altro da sè; per evitare equivoci preferirei chiamarlo semplicemente rispetto e attenzione per il diverso.

BX

Mi sono letto con crescente attenzione e, se non fosse per la drammaticità della questione direi anche con crescente piacere, tutti i commenti alla notizia. Li ho trovati, tutti indistintamente – dai più articolati e meditati ai più immediati e in qualche modo viscerali – pertinenti. Non pensavo che un tema etico di tale portata potesse trovare in un blog un ventaglio, non dico esauriente, ma certamante molto ricco, di interpretazioni. Quindi, grazie, amici del blog per avermi dato la possibilità – proprio tenendo conto di quasi tutto quanto c’era di considerare – di giungere anch’io a esprimere una mia opinione… Che, ripeto, mi sento più in grado di sostenere dopo aver preso atto dei vostri commenti.

La mia opinione è questa, per altro da condividere con altre analoghe: mai, in nessun caso, un essere umano (che tale ovviamente diventerà il nascituro) può essere strumentalizzato per sostenere una qualche tesi, una qualche convinzione comunque elaborata. Se si decide di dare vita ad un essere umano lo si deve prima di tutto garantire nella sua autonomia, nella sua libertà di scelta, senza condizionamenti preventivi. Se si ritiene che questo lo renderà infelice per una qualsiasi ragione, non se ne deve volere la nascita. Punto.

Leo55

Faccio notare anche un altro aspetto di questo problema.
Spesso ci troviamo di fronte a bambini sani nati da coppie di sordomuti che devono afrontare anche in questo caso, un grave deficit nell’apprendimento e nello sviluppo.
Pensate a come può manifestarsi la vita ad un bambino che esca dall’ambito famigliare ovattato di silenzio, dove le comunicazioni tra lui e i genitori si rappresentano a gesti, per entrare in un universo chiassoso e sconosciuto tanto diverso dal contesto nativo, costituito dalla scuola e dalla società.
Sicuramente tali bambini vivranno gravi disturbo dell’apprendimento e del carattere, che porteranno a notevoli sofferenze e carenze nei rapporti con gli altri: lo dico pur non essendo uno psicologo.
Allora , lancio una provocazione, bisognerebbe forse vietare la paternità e la maternità a coppie di sordomuti?
Spesso si priva della patria potestà genitori incapaci di quel ruolo, appellandosi sempre all’interesse del minore ed alla sua integrità psicofisica……nel caso di genitori sordomuti quale dovrebbe essere l’atteggiamento della società a protezione dell’integrità psicologica del bambino??

paul

ci sono stati numerosi casi di figli di genitori sordomuti che hanno trnquillamente imparato sia la parola, che il linguaggio dei segni, cosi come i bambini con genitori di nazionalità diverse imparano entrambe le lingue in modo intercambiabile…il nostro cervello non è programmato per padroneggiare una sloa lingua..qualunque bambino può diventare bilingue e non aver nessuna difficoltà a separare le lingue…..

spero che nessuno abbia dei dubbi sul fatto che la sordità sia un handicap.. a differenza dei costumi sessuali….

Sol Invictus

Se io nascessi sordomuto non per caso ma per scelta dei miei genitori, sarei contento della mia condizione?
L’orrore sta nell’imposizione di una condizione a una persona che magari non l’avrebbe voluta.

Manlio Padovan

Mi pare che il caso sia uguale a quello che prevede il diritto/dovere dei genitori a battezzare il figlio o la figlia; io nulla ho contro la sordità e contro il battesimo; ma mi piacerebbe che fossero i figli, in ogni caso, a decidere una volta raggiunta l’età della ragione: nel frattempo la scuola dovrebbe diventare una cosa seria e dovrebbe cancellare la vergognosa impostazione basata sull’idealismo che nuoce proprio alla ragione.

Elettra

Enrico,ma che dici? Una visione non conformista della vita?
La sordità ,soprattutto quella “imposta” ai figli è disumana,come lo sarebbe qualsiasi altro handicap promosso da genitori , pseudo genitori dal grande egoismo e dalla grande,se mi permetti ,cattiveria.

Leo55

Hai avuto esperienze dirette, Paul, in merito a bambini sani figli di sordomuti??
Sai quando tempo è necessario per recuperare una integrale capacità espressiva e cognitiva, ammesso che ci si riesca??
E’ giusto condannare un bambino ad affrontare uno sforzo immane di adattamento e recupero che gli segnerà la vita??

enrico

elettra

Ma allora dovresti vietare ai sordi di sposarsi tra loro e concepire naturalmente figli ad altissimo rischio di sordità! Idem per le persone affette da nanismo… E perchè una lesbica (che per concepire deve ricorrere a un donatore) non può sceglierselo sordo? Se si dà per scontato che “fare” un figlio è un diritto e si può “scegliere” il seme più confacente ai propri desideri perchè non si può scegliere un donatore sordo?

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