4 dicembre, Roma, mobilitazione per le unioni civili

L’ingerenza vaticana, ora dopo ora, si fa sempre più insistente nei confronti del Sindaco di Roma e dei suoi consiglieri comunali. Il Sindaco di Roma Walter Veltroni è stato convocato ieri in Vaticano e, secondo quanto riportato oggi dalla stampa, ha dato rassicurazione alle eminenze dello Stato teocratico sul fatto che dell’approvazione del registro delle Unioni civili “non se ne farà nulla”.
Le associazioni promotrici (tra cui il circolo UAAR di Roma) vogliono tuttavia fare tutto il possibile affinché la delibera sulle unioni civili a Roma venga discussa e, speriamo, approvata. Ricordiamo che questa iniziativa è stata richiesta da oltre 10.000 cittadini e ora, nel rispetto delle regole, deve essere discussa entro i primi di dicembre dal Consiglio Comunale.
E’ stato deciso di organizzare una fiaccolata in Piazza del Campidoglio ­sotto il cavallo di Marco Aurelio. L’appuntamento è per martedì 4 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 20.30.

Per maggiori informazioni, scrivete a roma@uaar.it

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7 commenti

Roberto Grendene

Veltroni ha gia’ dato capacita’ di smentire se stesso.
Ricordate la storia del cambio di nome della stazione Termini? Il nostro annuncio’ che sarebbe diventata la stazione Giovanni Paolo II. Poi le proteste della cittadinanza e i sit in del circolo UAAR di Roma gli fecero cambiare idea, pardon, erano stati gli altri a capire male, era solo la dedica a GPII di due steli al’interno della stazione Termini.

Per cui forza circolo UAAR di Roma, aiuta Veltroni a farsi comprendere, perche’ forse lui e’ a favore delle unioni civili, sono gli altri ad avere interpretato male.

Roberto Grendene

lugachov

… e dire che Veltroni si definisce ateo !!

Mi sembra l’equivalente di tanti politici “cattolici” dell’altro schieramento

J.C. Denton

Veltroni è il tipico esponente DS, un farabutto democristiano con la faccia da comunista pentito. Sono tutti uguali gente, è triste da ammettere ma è ora di guardare in faccia la realtà: la Sinistra, ammesso che sia mai esistita, è MORTA e SEPOLTA.

darik

dopo lo sputtanamento, in seguito alla loro partecipazione al family day,
fini, casini ed altri transfughi della famiglia “normale” potrebbero opportunamente e a pieno titolo partecipare a questa manifestazione; ovviamente trovando qualke parola di scusa per
le posizione tenute finora.

darik

Jmaya

All’inizio ero favorevole alle unioni di fatto, poi pian piano ho pensato che no, sarebbe sempre e comunque considerata un’unione di serie B, meglio il matrimonio, intesto solo come un contratto, nulla di religioso! Matrimonio per tutti naturalmente, indipendentemente dall’inclinazione sessuale, con diritti e doveri, con possibilità di decidere per l’altro in occasioni di malattia, con una pensione di reversibilità e possibilità di ottenere l’eredità. Vi sembrerò materiale, ma perché quando si tratta di dovere siamo tutti cittadini uguali e quando si tratta di diritti NO? Perciò no, secondo me bisogna manifestare per un’unione valida e di serie A, non accontentiamoci di unioni di fatto in 2° fascia! Forse è prematuro, ma bisogna guardare al futuro, l’unione di fatto deve essere solo un breve passaggio, non un punto d’arrivo futuro, altro è quello a cui dobbiamo puntare… senza stare a sottometterci alla chiesa di Roma: basta!

Tapioco

Noto spesso una cosa: tanti personaggi noti si definirebbero “non credenti”, ma poi, gira gira, si dimostrano più clericali dei clericali stessi. Il problema forse sta nel fatto che ci sono parecchi “incerti” non bigotti, che probabilmente nel loro intimo considerano un’assurdità la religione, ma che sono costretti da circostanze sociali e politiche a comportarsi di fatto da clericali. Secondo me, tutta questa gente bisogna farla uscire allo scoperto, dargli appoggio e coraggio – insieme alla critica (che Veltroni si merita eccome per il suo essere mellifluo).

massì-mannò

J.C. Denton
non è mia intezione fare politica ma se la sinistra è morta significa che prima era viva nessuno muore prima di essere vivo
ti posso assicurare che una sinistra c’è non è in parlamento ma in mezzo a tutti noi

acam

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