L’atroce legge dell’Islam

Nazanin aveva sedici anni quando fu aggredita. Attraversava il parco pubblico di Karaj, non lontano da Teheran, aveva appena incontrato le amiche, scambiato qualche confidenza, tra quei sorrisi complici che illuminano a primavera il viso delle ragazzine di quell’età. Ad aggredirla sono stati tre soldati, l’hanno aspettata in un angolo vicino all’uscita, erano sicuri di farla franca, nessuno avrebbe ascoltato di certo le grida di aiuto di una ragazzina. Invece lei sotto il vestito non aveva niente. Aveva un coltello, che entrò senza fatica nel cuore del suo stupratore. Sentenza facile: condanna a morte. Per Nazanin. Colpevole di essersi difesa da chi la voleva morta. L’ha salvata una sollevazione internazionale, niente pena capitale, ma carcere duro e dovrà pagare i danni alla famiglia di chi ha cercato di stuprarla senza riuscirci. La sharia è così: non ha pietà per le donne, ovunque vai, dalle parti dell’Islam, se sei femmina il tuo destino è segnato, spesso dalle frustate. Nel mondo sono più di quaranta i Paesi che hanno adottato la legge musulmana come legge di Stato. E la fantasia nel colpire le donne non manca mai.
In Iran per le adultere c’è la pena di morte, preferibilmente attraverso la lapidazione. Con una precisazione però: «Le pietre non devono essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o secondo colpo, né tanto piccole da non poter essere definite vere e proprie pietre». Non si muore facile, non si muore subito. E se non porti il velo o se non ti vesti come si deve consolati: c’è la pubblica frusta. In Siria chi uccide la moglie adultera non viene punito, chi uccide il marito adultero invece fa la sua stessa fine. In Pakistan chi denuncia il proprio violentatore senza prove rischia la flagellazione. Ma la rischia lo stesso anche se non lo denuncia o se resta incinta. E a volte può capitare di essere violentate dai poliziotti un momento dopo aver presentato la denuncia.
La vita però a volte è più dura della morte. In Sudan quattro bambine su dieci sono costrette a svolgere lavori pesanti, in Indonesia, oltre a ricevere la metà della paga degli uomini, lavorano più ore, in condizioni più dure e se restano incinte vengono licenziate. Aver commesso reato oppure no in fondo conta poco. È essere donna che è un reato.

L’articolo di Massimo M. Veronese è stato pubblicato su ilGiornale.it

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16 commenti

Arcibaldo

“In Iran per le adultere c’è la pena di morte, preferibilmente attraverso la lapidazione. Con una precisazione però: «Le pietre non devono essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o secondo colpo, né tanto piccole da non poter essere definite vere e proprie pietre». Non si muore facile, non si muore subito.”

Io di solito sono un tipo pacifico, a volte addirittura soporifero, ma se leggo tali dettagli mi comincia a ribollire il sangue per la rabbia!

Nicola

anch’io ribollo… 40 paesi!!! tra un po’ è un quarto del mondo che vive così, e si fa finta di niente. Per una volta IL GIORNALE è + avanti di certa sx… anche se mi dispiace dirlo.

Silent Bob

Il fatto è che per il Giornale esistono solo ed esclusivamente questi soprusi compiuti in nome della religione…

Elisabetta @

io inorridisco molto di più per tutte quelle violenze subite da donne italiane per mano dei loro parenti: mariti compagni fidanzati o ex italiani che si reputano civili e magari in pubblico si scandalizzano dell’operato dei loro simili di altre culture o religioni vedere la storia di Roma, tanto scalpore se non fosse stato rom? la ragazza di Torino insegna e anche la ragazza in Germania violentata dal suo ex italiano con sconto di pena. Ieri giornata contro le violenze sulla donna, fa uscire statistiche allarmanti al 60% le donne subiscono violenze in casa e famiglia, e a volte non la denunciano neanche e lo stupro è reiterato sich!!! Come si permettono gli uomini italiani cattolici di prendersela con gli altri senza guradarsi prima allo specchio o meglio in famiglia, emeriti misogeni… come lo è la cultura cattolico-cristiana, la storia delle tre religioni monoteiste è la stessa, non che le politeiste siano molto differenti, hanno la stessa matrice culrurale: le donne sono di serie b! solo che in occidente si nasconde il fatto, e si scandalizzano in pubblico uomini e donne.

paolo di palma

x Elisabetta
C’è almeno per ora, fino a quando la chiesa non riprenderà completamente il potere in Italia, una sostanziale differenza. Le violenze degli italiani sono atti privati che e, anche se inadeguatamente, vengono puniti dallo stato. Nei paesi islamici la violenza sulle donne non sono comunque represse, anzi lo stato si accanisce ancora sulle vittime.
Sul fatto che gli organi d’informazione italiani operino in modo vergognoso e che certe notizie, come sono gestite, mettano in evidenza quasi solo i peccati degli altri, sono perfettamente daccordo con te, comprese le considerazioni sulle religioni.

Aldo

Be’, (a titolo di provocazione), allora perché non stabilire che l’immigrazione dai Paesi che applicano la legge islamica sia consentita solo agli individui di sesso femminile che abbiano sottoscritto pubblica abiura avverso a quell’ideologia religiosa che pare debbano subire senza condividerla? Come mi capita sempre più spesso, sconfortato, mi gratto la cocuzza… i conti non mi tornano.

Aldo

Sottinteso nel commento precedente (espresso in forma ambigua): vietato l’ingresso agli individui di sesso maschile provenienti da quei Paesi.

Lady Godiva

Un plauso alla UAAR per queste notizie, che ci informano non solo sulle storture del cattolicesimo ma anche su quelle di altre religioni, nella fattispecie del diffusissimo Islam, (seconda religione al mondo) che al momento ha una grave situazione di arretratezza.

Il parallelo con la religione cattolica non regge. Seppur a malincuore, la CCAR ha dovuto adeguarsi al cambiamento dei tempi e del comune sentire.
Inoltre la struttura e la gerarchia dell’Islam sono molto diverse e non paragonabili a quelle della CCAR.

Non si confonda un fermo no all’Islam con il razzismo. L’Islam è una religione, non una razza.
E spesso persino gli immigrati islamici moderati hanno paura di criticare apertamente questa religione, per paura di ritorsioni provenienti dai paesi di origine.

Enrico Bacciardi

Ogni volta che incontro esempi di di gretta stupidità così grandi da farmi venire le lacrime agli occhi per la rabbia, ricordo un verso:
For all pigs must die/ Your being is a lie.

Ulv

“In Siria chi uccide la moglie adultera non viene punito.”

Anche in Italia fino a qualche decennio fa esisteva il delitto d’onore, che prevedeva una riduzione della pena normalmente comminata nei casi d’omicidio. Certo, anche allora il reato era pur sempre punito, ma la portata della sentenza della Corte Costituzionale che nel 1968 considererò illegittima questa fattispecie è indubbiamente enorme: all’infedeltà della donna non veniva più attribuito un valore (anti)sociale pubblico (almeno giuridicamente).
Solo una quarantina d’anni è passata da allora (e ancor meno dalla riforma del diritto di famiglia del 1975). Non dimentichiamolo. Chi conosce un po’ meno superficialmente la storia dei paesi del Medio Oriente sa bene in che modo ondivago procedono i mutamenti della morale, e quanto repentini (in senso storico!) siano gli avvicendamenti delle legislazioni basate su di essa. Chissà a che punto saranno (saremo) tra mezzo secolo…

Elisabetta @

mia cara lady godiva la mia ottusità è paragonabile alla mia informazione in quanto dati riportati ufficialmente e non dovresti chiamare telefono rosa 0637511362 o parlare con qualsiasi persona che lavora in tale ambito per verificare da te che anche se le donne possono denunciare non lo fanno e se lo fanno non sono trattate adeguatamente, e se non lo fanno non è per loro scelta…. tieniti più informata e impara a guardate le tv di stato e filtrare anche gli uomini italiani sono una brutta razza che si nasconde dietro la DEMOCRAZIA: vengo da lontano e vado lontano e so esattamente di cosa parlo…. e imapara a interloquire invece di sentenziare come il papa

Elisabetta @

x lady godiva
è facile scagliarsi contro il diverso in questo caso per religione i mussulmani, ma io parto sempre da me stessa per cambiare il mondo e l’ho fatto e lo faccio tutti i giorni pagandone le conseguenze, quindi io parto dalla cultura italiana intrisa di cattoliciesimo per andare lerso l’islam, i buddisti, induisti…. e lo spot controlla da chi è fatto!

Lady Godiva

Elisabetta @ scrive:

24 Novembre 2007 alle 12:10
x lady godiva
è facile scagliarsi contro il diverso in questo caso per religione i mussulmani,

Questo è uno slogan trito e ritrito. Nessuno si scaglia.
Ma paragonare la realtà italiana a quella sopradescritta è assurdo.

Magar

Immenso schifo. La shari’a (salvo auspicabili interpretazioni molto molto libere) riesce a condensare il peggiore e più feroce maschilismo arcaico, e a scolpirlo nella pietra come “volere di Dio“.

lacrime e sangue

Distinzione già fatta da altri ma che riprendo:
L’Europa punisce i reati contro le donne, magari male, magari sbagliando, ma il principio giuridico si basa sulla “Dichiarazione dei diritti umani” che afferma donne=maschi, senza ambiguità.
Dove l’Islam è religione di stato (dove viene applicata la sharia o legislazione comparabile), partono dalla inferiorità fisica, intellettuale, biologica della donna, che è ridotta a tubo digerente con utero e viene punita quando disonora il “namus” del maschio che è l’onore sessuale del maschio stesso che esercita controllando il corpo femminile. Povera Elisabetta: non distingue tra crudeltà dei singoli e crudeltà della collettività.

Flavia

@paragonare la realtà italiana a quella sopradescritta è assurdo

NON è affatto assurdo, dal momento che Wojtyla ha difeso fior fior di pedofili. Siamo lì…

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