L’ateo potenziale nascosto nel cardinal Martini

Il Corriere della Sera ha pubblicato un intervento del cardinal Carlo Maria Martini sull’ateismo. Interessante, anche se è parecchio deludente l’equiparazione ateismo = ignoranza su Dio: a mio avviso, i non credenti sanno di religione anche più del cattolico medio. Può darsi che il cardinale volesse solo indicare, con espressione infelice, che l’ateo non ha avuto modo di conoscere Dio: al che l’ateo gli risponderebbe che è Dio a non essersi fatto vivo con lui.

Laddove però scrive che “c’è in noi un ateo potenziale che grida e sussurra ogni giorno le sue difficoltà a credere”, Martini dimostra un’onestà molto rara nelle gerarchie ecclesiastiche. Pare, stando ad alcuni studi di psicologia sociale, che i dubbi sulle proprie convinzioni siano più frequenti tra i credenti che tra gli atei: proprio per questo, ascoltare cos’hanno da dire rappresenta una bella sfida per i cristiani. Va detto che il cardinale l’ha affrontata per tanti anni, a Milano, attraverso la sua Cattedra dei non credenti: va anche detto che, negli stessi anni, Giovanni Paolo II ha prima ridimensionato e poi soppresso il Segretariato per i non credenti, creato in precedenza da Paolo VI. E Martini, nella Chiesa contemporanea, è sostanzialmente un isolato.

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17 commenti

Lady Godiva

Da quanto abbiamo Papi stranieri l’Italia ha fatto un passo indietro.
Se già dobbiamo sorbirci il Vaticano, che i Papi siano almeno italiani.

lacrime e sangue

Figuriamoci. Italico o straniero, il prossimo sarà ancora peggiore.

Cris

Eleggendo Ratzinger anziché Martini i cardinali hanno fatto un gran favore all’UAAR 😉

San Gennaro

Per Martini vale il giudizio su Pascal (Blaise): una grande mente rovinata dalla religione.

faidate

Ricordo di aver sentito ammettere analoghe perplessità personali da un altro sacerdote, anziano, impegnato e onesto. “Ma la chiesa è la mia casa, ci ho passato tutta la mia vita, come posso sconfessarla adesso?” aveva aggiunto. La fede può avere dei ripensamenti, che possono trasformarsi in forza interna e il desiderio di non ripudiare tutta una vita è comprensibile e lodevole. Purtroppo la fede si trasforma spesso in MALAfede, che, condita con una buona dose di ignoranza, plasma il cattolico doc.

BX

Nessun dubbio sulla onestà intellettuale del cardinal Martini, sul suo porsi in una posizione, per l’attuale gerarchia ecclesiastica, ai limiti dell’eresia… ma personalmente ritengo che un PENSIERO ATEO debba stare particolarmente in guardia proprio di fronte a chi ‘apre’ da posizioni teistiche nei confronti degli atei. Da un lato è innegabile che la ‘dimensione atea’ può benissimo dimorare anche nel credente, e magari costringerlo ad articolare in modo ben più approfondito e problematico la sua fede, ma fin che resta credente il dialogo con lui non potrà mai essere ‘alla pari’, ci sarà sempre da parte sua l’impegno a trasmettere una ‘verità’ sulla quale non nutre veri dubbi. Perchè, SE DUBITASSE DAVVERO, dovrebbe porsi almeno su posizioni agnostiche… cosa che anche il migliore dei cardinali non potrà mai fare, salvo impensabili gesti clamorosi.
(Nota: per chi fosse interessato, ho trattato con la dovuta attenzione un tema simile nel sito http://www.ateismodaripensare.it (par. XIV – “Esperienza ragionata n. 2”))

Daniele Gallesio

va anche detto che, negli stessi anni, Giovanni Paolo II ha prima ridimensionato e poi soppresso il Segretariato per i non credenti, creato in precedenza da Paolo VI.

E di questo sono grato al Polacco! 😀

kilowatt

La questione principale è molto più semplice.

L’umanità si divide in cinque categorie.
Martini è un uomo.
Gli altri sono quaquaraquà.

Il resto si può anche discutere ma per me viene dopo.

Marco

Martini o chi per lui può dire quello che gli pare. Sono semplicemente parole buttate al vento. 😀

Giol

Ancora non si spiega il titolo di questo articolo, dato che l’ateismo è una diretta conseguenza delle conoscenze oggettiva che ci proviene dal Mondo stesso.
L’unica vera tentazione, semmai, consiste nell’inventarsi un mondo (e un suo creatore) fatto a misura d’uomo (anzi: a misura di credente), e cercare di giustificarne l’esistenza anche contro la Logica, come la teologia fa.

Elettra

BX,può darsi che il cardinale ,nel profondo di sè, sia proprio agnostico , pur avendo un ruolo e un abito che non si sente di rinnegare. Non ci vedrei nulla di strano : il dubbio è delle persone culturalmente elevate.
E l’ignoranza di Dio che cosa è se non l’ affermare: io non so, non ho prove e quindi sospendo il giudizio. L’ equiparazione con l’ateismo non sta in piedi.
Dirai forse che ,trattandosi di porporato,azzardo troppo.

BX

Per Elettra.
Infatti io parlavo dal punto di vista DEL PENSIERO ATEO. Se agnosticismo significa – come in genere significa – ‘sospensione del giudizio’ credo che sia altra cosa dall’ateismo. L’ateo il giudizio lo dà, lo deve dare, condivisibile o meno che sia, altrimenti non sarà mai veramente a-teo (senza dio), lascerà sempre aperta la porta per un suo ingresso (magari dalla finestra dopo che si crede di averlo cacciato dalla porta). Se poi agnosticismo – come si può anche intendere – significa dubbio sistematico, non propedeutico al credere (come in Cartesio) ma come scelta definitiva di fronte ad ogni pretesa di conoscenza di una verità assoluta… ebbene il cardinal Martini – al quale, sia chiaro, va tutta la stima possibile – non sarà mai agnostico in questo senso. Per la verità, io non credo nemmeno nell’altro senso…

vico

Legge di Murphy sui papi:
se un candidato è decente(Martini per esempio) e l’altro fa schifo (Ratz:) fanno papa il peggiore. Se fanno papa uno decente (Celestino V ) si dimette, se non si dimette l’ammazzano loro (GPI)

eloisa

Concordo con San Gennaro ( e chi l’avrebbe mai detto 🙂 )
Anch’io, come Carcano, ho trovato deludente la definizione di ateo, lasciando a Martini la possibilità di aver usato la negazione di conoscenza – ignoranza – nella forma, appunto negativa, dell’accezione biblica di conoscenza=fusione amorosa. Seppure raffinato il punto di vista è sempre limitato, non postula mai il pensiero diverso. Non entra veramente in relazione con l’altro – ateo -, non si pone mai il dubbio, pur contemplandolo formalmente.
Significativa la citazione di H. Kung. L’armamentario linguistico decisamente stantio.
Come “cittadina” sono veramente poco interessata a come i miei consimili si risolvano la paura della morte e del dolore, contenti loro, per me possono credere anche alla fata turchina e, in una negoziazione etica, preferisco avere come controparte Martini o Kung e non Ratzinger.
Ritengo la strada dell’emancipazione lunga e faticosa e non percorribile con facili spallate. Berlusconi docet 🙂 ops
saluti

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