La Chiesa sfratta: “Danno i palazzi solo ai ricchi”

Un tempo, erano case per poveri, per preti e per suore dedite ad opere di bene ed al servizio della Chiesa. Poi, complice il boom del mattone, il virus della speculazione è penetrato anche dentro corpi che ne dovrebbero essere immuni. Si tratta dei circa 2000 enti ecclesiastici che, nel centro di Roma, posseggono un quarto dell’intero patrimonio immobiliare cittadino. Un orizzonte entro il quale il Vaticano, con lo Ior e l’Apsa, non è certamente in primo piano. La maggioranza degli enti ecclesiastici infatti è riconducibile a confraternite, nelle quali la presenza della Chiesa è quasi sempre limitata ad una generica «assistenza spirituale» da parte di un sacerdote, e ad istituti religiosi. Enti ecclesiastici ai quali, spesso, i beni sono stati donati con il vincolo dell’uso caritatevole: un fine che, con il trascorrere del tempo, la Chiesa non riesce più a verificare. Un ruolo di cui nell’attuale situazione sociale, farebbe bene invece a riappropriarsi per almeno due buoni motivi. Il qualificativo «ecclesiastico» comporta la riduzione del 50% dell’imposta sul reddito fondiario derivante dall’affitto di immobili, e la massimizzazione dei profitti a Roma, si tradurrà in una raffica di sfratti esecutivi, a partire dal prossimo 31 ottobre.
I più colpiti sono gli inquilini più poveri. A Monsignor Bagnasco, che «come presidente della Cei esercita un controllo diretto sugli enti ecclesiastici ed ha sicuro ascolto ai vertici del Vaticano», il comitato degli inquilini Lotta per la casa del centro storico chiede un intervento o almeno una risposta a questa domanda: «Dietro questa frenesia speculativa ci sono persone più bisognose a cui dare le nostre case, oppure i mercanti sono di nuovo nel tempio?». Una domanda impegnativa, meritevole di risposta, visto che nella sola Roma gli enti ecclesiastici nel loro insieme costituiscono un player determinante per qualsiasi politica abitativa, oltre che per l’evoluzione del mercato stesso. Una risposta dovuta e coerente con l’invito che il leader dei vescovi ha indirizzato ai cattolici del nostro Paese esortandoli ad uno «slancio collettivo per risolvere l’emergenza abitativa». Nel 2006 a Roma sono stati emessi 5.869 sfratti, di cui 3.528 per morosità. Vale a dire uno sfratto ogni 60 abitazioni in affitto, una crescita annua del 10%. Nel resto d’Italia le cose non sono diverse 3.072 a Napoli, 2.510 a Milano, 1.885 a Torino.
Finora, le autorità politiche sono ricorse a decreti blocca sfratti, talmente reiterati da provocare un richiamo dall’Unione Europea. Il 15 ottobre è scaduta l’ultima sospensione delle esecuzioni e la situazione è diventata esplosiva. Solo nella capitale sono duemila le famiglie a rischio immediato, quattromila in tutta Italia. Per legge l’esecuzione degli sfratti è stata sospesa fino al 14 ottobre 2007 nei capoluoghi di provincia. A beneficiarne sono stati i nuclei familiari non morosi, con un reddito annuo non superiore a 27 mila euro ed in cui siano presenti figli a carico, o “over 65”, o malati terminali, o disabili oltre il 66%. Il blocco degli sfratti ha una durata diversa secondo il proprietario dell’appartamento: per tutti vale la data del 14 ottobre 2007, ma se si vive in una casa pubblica o di proprietà di casse professionali e previdenziali, compagnie di assicurazione o istituti bancari, allora la sospensione dura sino ad agosto 2008. […]
Tra i colpiti, spiega il consigliere comunale Mario Staderini, ci sono persino dipendenti in pensione, figli e vedove di cittadini vaticani: «Nello Stato del Papa, la cittadinanza non segue il diritto di famiglia, lo “jus coniugii” e lo “jus filii”, ma è concessa a discrezione del pontefice». «Dal 1990 ad oggi, mentre scomparivano gli investimenti pubblici in edilizia popolare, lo Stato ha dato alla Cei, tramite l’8 per mille, 1272 milioni di euro da destinare alla costruzione di nuove chiese – aggiunge l’esponente radicale -. Serve un censimento immobiliare. Tutti i partiti, anche a sinistra, appaiono su questo distratti. Accade lo stesso quando si tratta di votare l’eliminazione di ingiuste agevolazioni fiscali, come quella sull’Ici o l’esclusione del Vaticano dal decreto blocca-sfratti».
Scrivono, nella loro lettera a monsignor Bagnasco, gli aderenti al comitato degli inquilini Lotta per la casa del centro storico: «Le chiediamo una speranza nell’incubo di finire in mezzo alla strada, espulsi dai contesti sociali in cui abbiamo vissuto per decenni. Al di là delle questioni legali, ci chiediamo il perché di questo calvario. Siamo stati dei bravi inquilini: abbiamo sempre pagato l’affitto e avuto cura dell’appartamento, nessuno sfratto è per morosità bensì per finita locazione. Se, come spesso accadeva, non avevamo bagno né riscaldamento, i lavori erano a nostre spese. Eppure veniamo sbattuti fuori».

Fonte: laStampa 

Archiviato in: Generale

5 commenti

Paolo Garbet

Inseriamo un emendamento alla finanziaria: per potersi definire ente ecclesiastico e/o religioso, si deve produrre adeguata dimostrazione dell’esistenza del Dio rappresentato. In mancanza di prove (proporzionate alla grandezza e/o potenza del Dio rappresentato), non viene concessa la qualifica di ente ecclesiastico e/o religioso.

Propongo inoltre che le verifiche vengano affidate al CICAP.

Cya

Aldo

Mario Staderini (consigliere comunale di Roma): «Nello Stato del Papa, la cittadinanza non segue il diritto di famiglia, lo “jus coniugii” e lo “jus filii”, ma è concessa a discrezione del pontefice».

Questa mi mancava! Me la segno, ma non prima di averla ripetuta, per ricordarmela meglio.

Mario Staderini (consigliere comunale di Roma): «Nello Stato del Papa, la cittadinanza non segue il diritto di famiglia, lo “jus coniugii” e lo “jus filii”, ma è concessa a discrezione del pontefice».

Salvo Zappala'

Posso semplicemente dire che al mio paese il Villaggio Madonna degli Ulivi, che per lungo tempo e’ stato della curia, e’ un vero e proprio centro turistico con piscina e ogni genere di comfort. A Zafferana sull’Etna c’e’ l’Emmaus un imponente costruzione di numerosi piani di proprieta’ della curia. E’ essenzialmente un albergo. Si vede anche da lontano. Basta guardare l’Etna sulla strada nuova che hanno fatto per andare ai nuovi centri commerciali per vedere questa imponente costruzione circondata dal verde.
Purtroppo nella chiesa solo una minima parte del denaro viene usata per fini caritatevoli, il resto sono spesso investimenti.

Markus

Basterebbe proporre che una casa sfitta paga tasse come se fosse affittata al doppio del massimo di mercato… salvo che il proprietario possa dimostrare con un contratto che guadagna meno.

Come per magia le case verrebbero tutte affittate e gli affitti scenderebbero… seguiti dai prezzi delle case stesse.

Poi l’inquilino deduce l’affitto, in modo che ha interesse a fare il contratto in regola invece di pagare al nero…

Purtroppo la politica fiscale in fatto di immobili è ancora un po’ diversa…

Commenti chiusi.