7 dicembre, sit-in in sostegno di Luigi Tosti

Venerdì 7 dicembre alle ore 09,00 in Piazza Indipendenza a Roma il Giudice Luigi Tosti sarà nuovamente chiamato in causa dal CSM (dopo che l’udienza del 21 settembre era stata spostata). La sua unica colpa ? … Essere “troppo laico” !
Tutto iniziò quando tra il 2004 ed il 2005 il giudice decise di sospendere le udienze presso il tribunale di Camerino perchè non venne accolta la sua richiesta di rimuovere i crocifissi dalle aule di giustizia (e a tal fine rinunciò anche al proprio stipendio).
Questo gesto gli costò una lunga serie di ritorsioni da parte delle istituzioni per “sospensione pubblico servizio”.
Il Giudice Tosti non ha mai declinato le proprie responsabilità circa le proprie funzioni, ma lo stato italiano si è ben guardato dal riconoscere le proprie responsabilità nel garantire la laicità delle sue istituzioni.
Ancora oggi troppi cittadini si chiedono perchè in un’aula di tribunale debba essere esposto un simbolo religioso e non l’emblema della Repubblica Italiana a cui le nostre leggi e le nostre istituzioni dovrebbero fare riferimento.
Ancora oggi troppi cittadini si chiedono perchè un giudice (che desidera che il principio di laicità dello stato sia rispettato per tutti, soprattutto nelle aule di giustizia) sospende le udienze e viene giustamente perseguito per “interruzione di pubblico servizio”, mentre un farmacista o un medico dipendenti di strutture pubbliche che si dichiarano obiettori (e che finiscono per imporre agli altri i dettami della loro religione) possono tranquillamente sospendere un servizio pubblico senza che questo comporti per loro la minima sanzione.
Il 7 dicembre alle ore 09,00 in Piazza Indipendenza a Roma l’UAAR ci sarà!

Tutte le associazioni sono invitate ad aderire inviando la propria sottoscrizione all’indirizzo roma@uaar.it

Archiviato in: Generale, UAAR

20 commenti

darik

più ke un sit-in a roma , al quale potranno partecipare una quantità minima di persone, rispetto alle centinaia di migliaia, ke la gravità del problema vorrebbe fossero presenti; si potrebbe pensare ad analoghe forme di protesta in ogni città, sede di tribunale; oppure invito di e-mail, sottoscrizioni nelle piazze o altro.
la posta in gioco è importante!

darik

Chris

Io questa mattina sono stato in Tribunale e nell’aula di udienza non ho visto nessun crocifisso… c’era una bella scritta “la legge è uguale per tutti” ma nessun crocifisso…. ed è lo stesso in tutte le aule del Trib.

Chris

Quindi smettetela di dire patacate, come se fosse i crocifissi fossero il problema nazionale, entrate nel vostro Tribunale, vedete se trovate un crocifisso in un’aula di udienza, e se lo trovate fate una istanza al Presidente del Tribunale per farlo togliere…

Simopego

@ Chris: vai a l’aquila e poi sappimi dire…
Io ci son andato a sentire il suo processo a maggio, e li ce ne era uno anche bello grosso lungo 60 cm…
Speriamo che ci siano più persone, perchè l’altra volta eravamo in neanche 10…

Luigi Tosti

Rispondo a Chris(to), che si è infiltrato nella discussione, “ovviamente” da buon “ateo”, per difendere i “diritti” di Christo a rimanere attaccato alle pareti pubbliche -cioè di TUTTI gli italiani, e non dei soli Cattolici- per marcare il territorio, più o meno come fanno cani e gatti con analogo accorgimento. Non se se Chris(to) è cieco o soffre di gravissimi problemi di vista: è certo, però, che la “bufala” che vorrebbe contrabbandare come “VERITA'” a chi è abituato a far uso del proprio cervello -e cioè che nei tribunali italiani non ci sono crocifissi appesi alle pareti- la può andare a raccontare ai suoi colleghi creduloni, che abbondano nelle varie sette religiose, la cattolica in testa.
Per ciò che concerne, poi, il mio rifiuto di tenere le udienze a causa dell’illegale presenza dei crocifissi nelle aule giudiziarie, imposta dallo Stato fascista italiano con una circolare del 1926, mi preme evidenziare quanto segue:
1°) un socio dell’UARR, il prof. Montagnana Marcello, ebbe a rifiutarsi -come me- di svolgere un incarico pubblico (peraltro obbligatorio) a causa della presenza dei crocifissi e la Cassazione penale lo assolse con sentenza n. 4273 del 1.3.2000, affermando che la presenza dei crocifissi negli uffici pubblici è illegale e lesiva del principio supremo di laicità, delineato dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, siché il rifiuto era legittimo;
2°) anche io, socio dell’UAAR, mi sono rifiutato per gli stessi identici motivi di tenere le udienze a causa della presenza illegale dei crocifissi nelle aule: e questo perché tale illegale presenza viola il diritto dei cittadini di essere giudicati da giudici che, anche a livello simbolico, appiono “parziali” (è la Cassazione che ha affermato che il simbolo del crocifisso, essendo un simbolo partigiano, implica un’identificazione altrettanto “partigiana” del giudicie quando si trova ad espletare le sue funzioni) e viola, inoltre, il mio diritto di libertà religiosa (nessuno mi può imporre, né a casa né nell’ambiente di lavoro, simboli religiosi partigiani come il crocifisso) ed il mio diritto di eguaglianza (ricordo che io ho esposto il logo dell’UAAR a fianco del crocifisso ma, guarda caso, esso è stato subito rimosso, “sequestrato” e custodito in cassaforte prima del “dissequestro”);
3°) il mio rifiuto non può essere equiparato a quello del farmacista o di qualsiasi altri soggetto che, per motivi legati a propri convincimenti personali, si rifiuta di compiere atti doverosi: in questi casi, infatti, si verte nell’ipotesi dell’ obiezione di coscienza, la quale non scrimina da alcuna responsabilità penale, disciplinare o amministrativa;
4°) il mio rifiuto, al contrario, nient’altro è se non un caso di legittimo esercizio del diritto inviolabile di libertà di coscienza, che ricorre ogni qualvolta il rifiuto di compiere atti doverosi scaturisce dalla ILLEGALITA’ delle norme che impongono quegli atti doversi: ilegalità che determina la lesione di obblighi di natura costituzionale o di diritti di natura costituzionale. Per esser più chiaro faccio un esempio. Se un medico si rifiuta di fare le trasfusioni di sangue perché aderisce alla setta dei testimoni di Geova e, quindi, ritiene di non poter violare le sue convizioni religiose, ricorre un’ipotesi di “obiezione di coscienza”, che non lo scrimina affatto dal punte di vista penale; se quello stesso medico, però, si rifiuta di effettuare le trasfusioni sangue perché lo Stato italiano gli impone di trasfondere ai pazienti sangue infettato da virus dell’AIDS o dell’epatite, allora ricorre un’ipotesi di legittimo esercizio del “diritto inviolabile di libertà di coscienza”, riconosciuto sia dalla Costituzione italiana che dall’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
Concludendo, pertanto, la condanna che mi è stata inflitta dal Tribunale dell’Aquila è, a mio avviso, assolutamente infondata, così come è assolutamente sbagliata la sentenza della Corte di Appello dell’Aquila che ha respinto il mio appello.
Contro quest’ultima sentenza ho proposto ricorso per cassazione: chiunque lo desidera potrà richiederne copia, via e.mail, consultando il sito di Axtesimo dell’amico Montesi (http://nochiesa.blogspot.com/).
Luigi Tosti

GIANNI

@ Luigi Tosti

si rassegni Signor Giudice, finchè l’Italia rimane una nazione a stragrande maggioranza Cattolica, il nostro (anche suo) Signore Gesù Cristo, se lo troverà un pò ovunque….i crocifissi potranno essere tolti dai Tribunali, piuttosto che dalle scuole, dal “dotto” di turno, ma questo non toglie che la nostra terra era e rimarrà cristiana… per dirla con Gesù, ” le porte degli inferi non prevarranno”….

Luigi Tosti

Caro Gianni, non vedo di cosa mi dovrei rassegnare. L’ipotetica circostanza che la maggioranza degli italiana sia “cattolica” (tutta da verificare, dal momento che solo una sparuta parte della popolazione, cioè quella più ottusa, crede agli esilaranti “dogmi” della Chiesa) non ha alcun rilievo: in materia di religione, così come in quella di sesso, di razza e di opinioni, non vale il criterio della maggioranza perché l’asrt. 3 della Costituzione, da lei ignorato ed ignorato dalla sua Chiesa, sancisce che qualsiasi cittadino è uguale dinanzi alla legge e non può essere dunque discriminato. Non so se qualcuno gliel’ha mai riferito: sembra che i Cattolici e la Sua augusta Chiesa affermino che un tal Gesù avrebbe predicato l’ “eguaglianza” tra tutti gli uomini, più o meno nei termini di cui al citato articolo 3 della Costituzione. E allora dovrebbe interrogarsi lei sul perché, come al solito, voi cattolici siate avvezzi a razzolare male. Il “suo” Gesù -che non è il “mio” perché, grazie a dio, non sono così idiota da credere alle favole mitologiche di un semidio nato dall’accoppiamento di un Dio biblico (peraltro assassino e criminale) con una donna sposata- lei lo può esporre tranquillamente sulla sua persona, nella sua casa, nei suoi templi e nei suoi conventi, se lo può tatuare in fonte, se le aggrada, ma non lo può esporre o imporre agli altri: questa è una regola di diritto (e di educazione) che vale per tutti, salvo che per i “razzisti” che, come cattolici, pretendono di essere “superiori” perché depositari della “vera” “verità”.

GIANNI

@Luigi Tosti

Lei chiama i cattolici “razzisti” perchè si credono depositari della verità assoluta, ma mi dica scusi, c’è una qualche religione che crede di essere nell’errore?..e gli atei credono di essere nell’errore?… allora anch’essi sono “razzisti” solamente perchè credono di essere nel giusto?…no non penso.. il fatto è che a tutti viene concesso il diritto di credersi nel giusto, cattolici esclusi (altrimenti sono razzisti)…
veniamo al crocifisso…suppongo che Lei non sia mai entrato in uno dei molteplici musei e pinatocheche che rendono unico il nostro paese, perchè quasi tutte le opere d’arte del nostro Rianascimento, invidiatoci dal mondo intero, è di matrice cristiana…sicuramente alla visione si sentirà male….mi spiace perchè si perde qualcosa di veramente grandioso ( la Pietà di Michelangelo, il Giudizio Universale ecc…sono qualcosa di unico )

Magar

@GIANNI
L’Italia rimarrà comunque a maggioranza cristiana? D’accordo, non c’è problema, fate come volete. A me basta che il mio stato non adotti il cristianesimo come propria ideologia ufficiale, perciò via i crocifissi dalle aule giudiziarie e scolastiche.
Se poi voi preferite rimanere cristiani, tanto peggio per voi, non è un mio problema.

Luigi Tosti

Per Gianni.
Caro Gianni, evidentemente vuoi fare il furbo, oppure non hai ben capito quello che ho scritto e che, peraltro, ho già scritto ed affermato a chiare lettere in tutte le sedi e in tutte le occasioni. Comunque, per tagliare la testa al toro sarò ancora più chiaro. Il “razzismo religioso” (cioè la discriminazione) non scaturisce dalla semplice circostanza che i credenti o gli atei ritengano che la “propria” ideologia religiosa, positiva o negativa che sia, sia quella “vera” perché, anzi, è fisiologico e inevitabile che ciascuno ritenga che il proprio “convincimento” sia quello giusto. La discriminazione religiosa, caro Gianni, scaturisce soltanto nel momento in cui “qualcuno” -sia esso ateo o credente in uno o più dei miliardi dei dei inventati dalla fantasia dell’uomo- pretende, presuntuosamente, di dover godere, “legittimamente”, di “PRIVILEGI” in quanto “depositario di una VERITA'” che deve essere imposta a TUTTI, cioè anche a quelli che la pensano in modo diverso, NEL LORO STESSO INTERESSE.
Ebbene, in Italia gli UNICI che possono vantare, a buon diritto e a pieno merito, il titolo di “razzisti”, siete VOI CATTOLICI. SOLO voi cattolici, infatti, pretendete di avere il “privilegio”, in quanto “RAZZA SUPERIORE”, di marcare le pareti degli uffici pubblici col vostro idolo del Dio incarnato. SOLO voi cattolici pretendete poi di avere il “privilegio” di insegnare la vostra SOLA religione, peraltro a spese di TUTTI i cittadini, ivi inclusi i non credenti o credenti in altre religioni, nelle scuole pubbliche. SOLO voi cattolici, poi, godete del “privilegio” di occupare gli spazi televisivi pubblici della RAI per propagandare le vostre (peraltro bislacche) ideologie religiose e celebrare i vostri riti, negando però la pari opportunità a tutte le altre ideologie religiose. SOLO voi cattolici pretendete di aver il legittimo “privilegio” di succhiare il danaro pubblico di tutti gli italiani per mantere, in modo parassitario, il Vostro clero con l’8 per mille. SOLO voi cattolici pretendete di godere, in modo “legittimo”, di “privilegi fiscali”, cioè di essere esonerati dal pagamento di tributi che, al contrario, anche gli italiani più indigenti e miserabili sono costretti a pagare fino all’ultimo centesimo. SOLO voi cattolici pretendete di avere il diritto di imporre a tutti gli italiani le vostre credenze religiose, peraltro bislacche, come quella che il “matrimonio” non è solo un contratto, ma anche un “sacramento” (???) dinanzi a “Dio” (???), che un feto (o addirittura un embrione) è già un bambino cui Dio (???) ha già infuso l’anima (???) e che “Dio” (???) ha condannato gli omosessuali come “peccatori”. Io sono anticlericale -e me ne vanto- ma SOLTANTO nei confronti del CLERO CATTOLICO: non ho nulla contro contro il clero ebraico, musulmano, buddista, induista e via dicendo, per il semplice fatto che TUTTE le altre confessioni religiose, in Italia, stanno al loro posto e non si ingeriscono nella COSA PUBBLICA. Quando imparerete anche voi cattolici a stare al vostro posto e a non imporre le vostre ideologie e superstizioni religiose a TUTTI gli altri, solo allora potrete meritare rispetto. MI chiedo, e le chiedo, come vi comportereste, voi cattolici, se per ipotesi si creasse, domani, una maggioranza parlamentare di testimoni di Geova che vietasse a TUTTI gli italiani di usufruire delle trasfusioni di sangue (perché il loro “Dio” lo vieta!) o di musulmani che imponesse l’esposizione delle mani di fatima (al posto dei crocifissi) negli uffici pubblici o l’obbligo per le donne di indossare il velo.
Caro Gianni, la “differenza” tra me e VOI Cattolici sta in questo: che io propugno e pratico l’EGUAGLIANZA tra qualsiasi essere umano, senza distinzione d ideologia religiosa, e sono quindi pronto a battermi affinché vengano eliminate anche le ipotetiche discrimnazioni ai danni dei cattolici. Voi cattolici, invece, siete abbarbicati ai PRIVILEGI che vi siete illegalmente procacciati con la connivenza di REGIMI dittatoriali fascisti e nazisti e pretendete di mantenerli in modo vergognoso e lesivo del diritto di eguaglianza.
Per ciò che concerne la presenza dei crocifissi nei musei -un argomento, questo, che sbaraglierebbe, a tuo avviso, le mie tesi- ti invito a leggere tutti i miei scritti e tutte le mie lettere, ampiamente pubblicate in vari siti (vedi, ad es., axteismo): potrai così constatare che tra i casi di LEGITTIMA ostensione dei crocifissi nei luoghi pubblici ho proprio ipotizzato i crocifissi che, per pregio storico e/o artistico, vengono esposti nei musei e, inoltre, le processioni dei fedeli nelle pubbliche vie.
D’altra parte io ho visitato -e seguiterò a visitare senza alcun problema- chiese, moschee, templi antichi e modermi, piramidi etc., chiaro essendo che l’interesse per l’archeologia e l’arte nulla ha a che vedere con la cosidetta “fede”, un “dono”, questo, che il “buon” Dio ha avuto il “buon” gusto di non farmi.

Per Civis romanus.
Ti ringrazio per la solidarietà. Concordo con il tuo giudizio sostanzialmente negativo sulla magistratura, anche perché è il giudizio che io ho sempre espresso, pubblicamente, attirando su di me le antipatie dei colleghi. Voglio esser più chiaro.
Innanzitutto è da sfatare l’aurea di “perfezione” che connoterebbe la categoria dei “magistrati”: anche i magistrati sono uomini e, soprattutto, sono “italiani”. Came tali essi hanno gli stessi difetti e le stesse debolezze che, purtroppo, accomunano e contraddistinguono gli “italiani”. Fatta questa doverosa premessa, una delle principali critiche che mi sento di muovere alla magistratura è quella di essere stata e di seguitare ad essere forte coi deboli e debole coi forti, salvo eccezioni che, a mio giudizio, sono troppo sparute (si pensi a mani pulite: nessun ha fatto nulla per decenni e decenni; solo dopo che un manipolo di magistrati ha fatto breccia nell’arroganza dei politici, gli altri si sono accodati per aprire analoghe indagini).
Questo “difetto” della magistratura, peraltro, è accentuato da una condizione di sudditanza che la magistratura è costretta a subire da parte di poteri “forti”, cioè principalmente dei politici. I recenti eventi relativi ai casi del P.M. De Magistris e del GIP Forleo testimoniano di questa condizione di sudditanza e intimidazione: chi tocca i fili -cioè indaga sul conto dei poteri forti o dà comunque fastidio a questi poteri forti- rischia di rimanere “folgorato”, cioè di subire stillicidi persecutori che vengono attuati, per anni e anni, con procedimenti disciplinari, trasferimenti d’ufficio, pregiudizi economici, blocco delle carriere etc. etc. Sotto questo profilo la tanto strombazzata “indipendenza” della magistratura è alquanto chimerica.
Questo stato di cose ha fatto sì, e fa sì ,che la progressione in carriera dei magistrati -cioè la copertura dei posti dirigenziali- sia stata e sia appannaggio dei “prudenti”, cioè di quelli che qualcuno ha ribattezzato, recentemente, come i “don Abbondi”: chi lavora meno e chi, “prudentemente”, evita di esporsi con azioni giudiziarie che, seppur doverose, comportano l’alto rischio di ritorsioni e persecuzioni da parte dei potenti, ha ottime probabilità di “far carriera”.
A questi mali della giustizia, poi, se ne aggiungono altri due di notevole spessore. Il primo riguarda la “qualità” del servizio giustizia, cioè la bontà delle decisioni, che è tutt’altro che soddisfacente (su di essa influisce, sicuramente, la farraginosità delle leggi): per questo aspetto il mio voto personale è 4. Il secondo riguarda i “tempi” della giustizia, che sono indegni persino del più incivile dei Paesi della Terra: per questo profilo il mio voto è 1 (e questo perché il peggio non è mai morto).
La responsabilità di questo dissesto è in massima parte da attribuire all’inettitudine e alla irresponsablità di tutti i politici che hanno governato questo paese, cioè che hanno occupato a turno la poltrona di ministri della giustizia senza minimamente preoccuparsi di far funzionare la macchina giustizia, ma col solo scopo di godere del lustro conferito loro dalla carica, magari viaggiando in areo quà e là a sbaffo degli italiani. La causa delle lungaggini della giustizia è da attribuire in massima parte alla demenzialità delle “procedure” penali e civili: per risolvere questo problema sarebbe sufficiente riscrivere i due codici, badando alla sostanza della giustizia piuttosto che alla forma.
Per fortuna, però, oggi c’è Mastella che ha promesso che con le sue riforme le cause dureranno, al massimo, due o tre anni: e il suo recente volo a Monza aveva, per l’appunto, lo scopo di studiare l’applicazione della F. 1 ai processi civili e penali.
Luigi Tosti

GIANNI

@Luigi Tosti

come supponevo, il Suo è solamente livore anticattolico, Lei continua a dire che i cattolici “impongono” le loro credenze bislacche…io non impongo a nessuno la mia credenza e se un domani l’italia dovesse diventare a maggioranza testimone di geova, i cattolici sarebbero minoranza…non sarebbe la prima volta …comunque finchè la maggioranza ha piacere di vedere il crocifisso esposto nei tribunali, è giusto che ci sia…per quanto riguarda l’8xmille, c’è un governo, espressione della maggioranza degli italiani, che deve decidere cosa fare, se deciderà di abolirlo va bene.. il Buon Dio troverà altri modi per sostenere la sua Chiesa…

Luigi Tosti

Caro Gianni, conosco benissimo le tecnica di voi cattolici: quando non avete argomenti per controbattere verità oggettive, che vi inchiodano più o meno come il “buon” Dio Padre ebbe a inchiodare, amorevolmente, il proprio “figliolo” “unigenito” (!!), per “salvare” (da che????) l’umanità “peccatrice” (di cosa?), tirate fuori le accuse di anticlericalismo, senza considerare che l’anticlericalismo riguarda -come ho detto in termini chiari (ma lei fa finta di non capire)- solo il clero cattolico, perché solo voi cattolici siete intollerante e presuntuosi al punto tale da esigere privilegi.
Per ciò che concerne l’affermazione che “i cattolici sono la maggioranza e quindi “è giusto” che ci siano i crocifissi, simboli della Vostra “razza superiore”, e non gli altri simboli, lei dovrebbe, caro Gianni, avere la compiacenza -magari dopo aver interpellato il Suo Papa o il capo della CEI- di indicarmi quali siano le norme giuridiche e le sentenze che sancirebbero la “giustizia” di questo Suo augusto principio di diritto.
In attesa di ricevere queste Sue indicazioni (attesa del tutto vana) Le rammento -e rammento al Suo augusto Papa, al Cardinal Bagnasco, a Sua Eminenza Ruini, e al cardinal Bertone- che in Italia e in Europa (e l’Italia fa parte dell’Europa) vige il principio di diritto esattamente opposto a quello da lei indicato, come peraltro sentenziato dalla Corte Costituzionale italiana, dalla Corte di Cassazione e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: e cioè che in materia di “diritti fondamentali individuali” il criterio della maggioranza non è affatto valido e vige, al contrario, il principio secondo la maggioranza non può né violare né limitare i diritti individuali.
Se così non fosse, la maggioranza degli italiani -che indubbiamente appartengono alla “razza bianca”- potrebbero legittimamente approvare leggi discriminatorie ai danni dei neri: il che, però, è vietato dall’art. 3 della Costituzione che, per l’appunto, sancisce che qualsiasi individuo ha pari diritti e pari dignità e, dunque, non può essere discriminato.
Quindi una ipotetica maggioranza di testimoni di Geova non potrebbe emanare una legge che vietasse le trasfusioni di sangue o, se preferisce, questa ipotetrica legge sarebbe incostituzionale e lesiva della Convenzione sui diritti dell’uomo.
Prima di fare certe affermazioni -visto che vuole addentrarsi nel campo del diritto- si informi: magari telefoni al suo “buon Dio”, che tutto sa, tutto vede e tutto sente. Anzi, visto che lei è in così buoni rapporti col Dio Biblico (tutt’altro che “buono”, visto che anche il figlio di Churchill, dopo aver letto la Bibbia, lo definì “una merda”) lo inviti a partecipare al forum o a scrivermi o a telefonarmi. Colga anche l’occasione per invitare il suo “buon Dio” al prossimo Convegno degli Atei ed Agnostici (UAAR) che si terrà a Rimini il 3 e 4 novembre prossimi: la Sua presenza è particolarmente gradita a questo convegno e le spese di viaggio e soggiorno Gli saranno rimborsate.

valerio

certo che il principio di maggioranza, andrebbe spiegato a taluni, è ben diverso dal principio di uguaglianza, e il primo è assolutamente incompatibile con la a-confessionalità/laicità dello Stato Italiano…d’altronde, i ragionamenti svolti da chi dice:”la pensiamo così, siamo in maggioranza, ergo sorbitevi le nostre idee”, se applicabili nel mondo dell’auditel (per cui se 5 milioni di persone vedono uomini&donne o l’isola dei famosi, non potrò mai sperare di vedere approfondimenti culturali-cinematografici in prima serata…), appaiono di impossibile (anzi, incostituzionale!) applicazione nella materia religiosa…purtroppo, non credo che esistano strumenti giuridici di tutela contro l’incessante attività di lobbying (soprattutto mediatica) della Chiesa cattolica, ma quantomeno ciascuno,come può, deve far sentire il proprio dissenso..vorrei anche aggiungere che sono cristiano, ma ciononostante trovo assolutamente invadente e fuori luogo le idee propagandate dal clero cattolico come interpretazione autentica del pensiero di Cristo, così come l’imposizione delle proprie convinzioni a chi non le professa, odiosa come ogni forma di prevaricazione e prepotenza

Magar

@GIANNI
E se l’Italia divenisse a maggioranza di Testimoni di Geova, troveresti giusto appendere nelle aule di tribunale i simboli della loro religione?
Io no. Non vorrei nemmeno appendere eventuali simboli dell’ateismo in una nazione a maggioranza atea. Lo stato non deve indossare e fare propri i simboli della maggioranza, visto che deve rimanere neutro fra le varie comunità religiose.
Quella che vuoi tu invece è dittatura della maggioranza: per l’ennesima volta ti ripeto che in tal modo legittimi persino l’ateismo di stato, che invece a me ripugna.

GIANNI

@Luigi Tosti

non mi permetto di discutere con Lei di Diritto (potrei farlo di elettronica o di matematica o fisica ma quì non serve..) però che il suo odio per il crocifisso sia un pretesto per attaccare la Chiesa mi sembra evidente perche, se ci fosse qualcosa di illeggitimo in questo crocifisso esposto in tribunale oppure se fossero stati veramente violati i “diritti fondamentali individuali” previsti dalla Carta Europea dei diritti dell’uomo, Lei, così dotto in diritto, sicuramente avrebbe già provveduto ad intraprendere tutte quelle azioni legali utili per farlo staccare da tutti i tribunali d’Italia. Siccome ciò non succede, significa che, alla fine, tutti questi diritti non sono stati calpestati, e che queste prevaricazioni supposte non ci sono. per se il crocifisso rimani lì, per adesso, lo fa legittimamente…Lei comunque ha tutto il diritto di non vederlo se questo Le provoca disturbo non entrando in locali pubblici dove ci fosse……un’ultima cosa mi perdoni, Lei se la prende con la Chiesa per quasto fatto del crocifisso nei tribunali..ma scusi, i tribunali sono di proprietà dello Stato Italiano quindi se la prenda con Prodi e compagnia…la storiella che sarebbero tutti succubi della Chiesa non regge, perchè mi sembra che nella compagine governativa ci siano personaggi forse più anticlericali di Lei….mi perdoni se l’ho importunata . con il massimo rispetto. Gianni

Luigi Tosti

Caro Gianni,
io ho già intrapreso tutte le azioni legali per far valere i principi di diritto che ho affermato e, in particolare, il principio di diritto che rimane così ostico alla Sua Chiesa e al Suo Papa: e cioè che tutti gli uomini sono UGUALI ed hanno PARI DIGNITA’, senza distinzione (tra l’altro) di ideologia religiosa: vedremo, alla fine, se in Italia -cioè nella Colonia Pontificia- o in Europa questo principio verrà o meno riconosciuto.
Per ciò che concerne “il mio diritto di non vedere i crocifissi, se mi disturbano, quando entro negli uffici pubblici”, non riesco a capire, in primo luogo, che cosa mi consigli, viasto che i crocifissi, sino a prova contraria, ci sono negli uffici pubblici: forse mi consigli di bendarmi gli occhi? Ti faccio poi osservare che l’argomento “il crocifisso non disturba” e, quindi, i “disturbati” (mentali) sono coloro che, come me, lottano per eliminarli dagli uffici pubblici, presta il fianco a questa obiezione, alla quale voi cattolici non siete mai stato in grado di replicare: e cioè che “anche i miei simboli ideologici religiosi NON DISTURBANO” e, quindi, andrebbero affiancati al crocifisso per ristabilire la parita’ e l’EGUAGLIANZA. Guarda caso, però, voi cattolici non consentite questo: dunque, siete VOI Cattolici i “disturbati” (mentali) perché siete VOI Cattolici che non tollerate la visione degli altri simboli. Per favore, non venga a prendere in giro me che, grazie a Dio, sono fornito di doti logiche, e non di fede.
Per quanto riguarda l’acuta osservazione che i locali pubblici sono dell’Italia e non della CHiesa e, quindi, dovrei prendermela con le autorità italiane, ti chiedo se, per caso, mi ritieni così imbecille da non sapere quello che risulta DOCUMENTALMENTE PROVATO, e cioè che tutti i privilegi goduti dalla Chiesa sono stati a lei concessi perché è la Chiesa che li ha richiesti e pretesi, ritenendosi di poterlo fare a buon diritto, perché depositaria della VERA Verità e della VERA morale: quindi, non faccio il furbo con me.
La “storiella” che tutti i governanti sono succubi della Chiesa non solo “regge”, ma è una verità documentata che solo i dinonesti o gli sprovveduti possono contestare: tutti sanno, salvo te, che nessun GOverno osa togliere i PRIVILEGI di cui gode la CHiesa perché, se lo fa, perde i voti dei partiti cattolici che, oggi come oggi, sono spalmati a destra, a sinistra ed al centro.
Ti ricordo che lo stesso Vittorio Messori, giornalista cattolico di spicco, ritiene doveroso che siano tolti alla Chiesa i PRIVILEGI dell’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, dell’8 per mille e dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.
Un cattolico che fosse onesto e realmente coerente col principio di eguaglianza propugnato dal suo Cristo dovrebbe essere il primo a lottare per l’eliminazione dei privilegi. La diatriba è tutta qui. Tanto per farle un esempio, io ho sempre ritenuto e ritengo che sia vergognoso che i magistrati godano del sostanziale “privilegio” di essere esonerati da responsabilità civile per gli errori (e sono moltissimi) commessi durante l’esercizio della professione. Questa è la coerenza: cioè il coraggio di denunciare e rinunciare ai PRIVILEGI che sono ingiustificati.

Emiliano

Ciao a tutti!
nell’esprimere naturalmente la mia solidarietà al prof. Tosti, vorrei chiedervi un favore: conoscete testi pubblicati via internet di autori della fine del 1700 riguardanti l’ateismo?
Essendo giovane non saprei neanche bene di quali autori si tratta.
Grazie e scusate per l’interruzione della discussione

Paolo P.

Lascia perdere giudice, non c’ è peggior sordo di chi non vuol sentire. Cosa aspettarsi da un ipoevoluto che non vuole o non può, essendo un povero di spirito, ragionare per uscire dal plagio clericale subito fin dall’ infanzia? Quel che mi dispiace di più è che tali creduloni non scopriranno neppure dopo la morte di essere stati ingannati dalla Chiesa perchè dopo la morte non c’ è nulla, neppure la loro coscienza!

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