Lettera: Eluana Englaro

Caro direttore, riguardo al caso di Eluana Englaro, per ragioni diverse sbaglia la Cassazione e sbaglia il Vaticano. La Cassazione, affermando che il giudice può autorizzare il distacco della spina di un apparecchio che tiene in vita un paziente in coma quando “tale istanza sia realmente espressiva, in base a elementi di prova chiari…della voce del rappresentato, tratta dalla sua personalità…corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l’idea stessa di dignità della persona”, considera la legge non uguale per tutti, giacché fa differenza tra la persona colta, e la persona ignorante che magari non ha mai espresso il suo concetto di “dignità della persona”; tra l’intelligente e il deficiente, tra l’adulto e il bambino; tra il previdente e l’imprevidente. L’affermazione dell’Osservatore Romano invece che “sulla vita stessa, e sulla sua interruzione, nessun uomo ha alcuna signoria”, non risponde a verità. L’uomo ha la signoria sulla vita dell’uomo non solo per un laico, ma anche per un credente: col ricorso a mezzi artificiali e naturali abbiamo allungato e allunghiamo la vita, con la benedizione del buon Dio; non si vede perché quando la vita è irrimediabilmente compromessa, inutile e senza senso, non possiamo interromperla, parimenti con la benedizione del buon Dio. Riguardo al “relativismo dei valori” di cui parla l’Osservatore, la Chiesa, credendo di rispettare la vita, rende relativo un valore assoluto: il rispetto della persona.

La lettera di Renato Pierri è stata pubblicata oggi su Italialaica

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2 commenti

Daniela

in che senso sbaglia la cassazione, anzi quella frase mi sembra di buon senso, in quanto rispetta la volontà della persona.

Ema

non è che la cassazione sbaja….è che non esistendo il testamento biologico……nn vi è la possibilità di applicare una “legge ugiuale per tutti”, quindi usa frasi che possano sostenere l’atto del distaccamente dalla macchine. Detto questo, io pongo una domanda: questo è o non è eutanasia?Io ritengo che non essendoci l’espresso consenso lo si dovrebbe chiamare con un altro termine, con eutanasia che letteralmente significa “buona morte” (dal greco ευθανασία, composta da ευ-, bene e θανατος, morte) penso che si dovrebbe intendere la pratica della dolce morte, voluta espressamente dall’interessato.(Nn so se in questo caso vi è qualche scritto a riguardo).Cmq una distinzione, fino a che non vi sarà il testamento biologico, sarebbe bene falra.

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