Bullismo o disorganizzazione scolastica?

Sento parlare spesso del triste fenomeno del bullismo, in cui avviene che una cerchia di alunni fanno il bello e il cattivo tempo fregandosene delle regole scolastiche e della dignità di maestri e professori. Sento parlare spesso della famosa teoria secondo cui le principali colpe di questa brutta faccenda sarebbero da addebitare alle famiglie e alla società in generale che darebbero cattivo esempio, una teoria che certamente ha qualcosa di vero ma a mio modesto parere non riesce a cogliere la crisi della Scuola nella sua interezza. (A limite si dovrebbe parlare di scarsa o nulla collaborazione tra la Scuola e le famiglie).

Oltre a questa problematica diciamo familiare e sociale ritengo che ci sia alla base di questo fenomeno qualcosa di molto più intrinseco alla Scuola stessa intesa quale Istituzione educatrice. In sostanza penso che le colpe maggiori vadano ricercate proprio all’ interno della disastrata organizzazione della Scuola, nel senso che questa non ha e non si è data gli strumenti necessari per assolvere al ruolo cui è chiamata. Mi spiego meglio: oggi come oggi un maestro non ha alcun potere; non può rimproverare l’alunno discolo perché sussiste il fondato timore che tale rimprovero venga visto dall’interessato e ovviamente dalle famiglie come una specie di attentato alla psicologia del bambino; oggi come oggi il maestro non si può permettere di dare una sospensione anche breve dalle attività scolastiche che si scatena il finimondo; oggi come oggi non si può scrivere una nota sul registro o sul diario che subito si viene sbranati; oggi come oggi se due bambini litigano e il maestro si mette di mezzo per evitare una zuffa può succedere che venga accusato di avere maltrattato l’alunno; oggi come oggi un maestro non può permettersi neppure di spiegare una lezione con propri metodi perché può accadere che dica una semplice battuta ed essa venga gonfiata a dismisura; oggi come oggi sembra che ci sia poca considerazione addirittura della dignità stessa del professore o maestro, le cui vite vengono ormai considerate carne da macello; oggi come oggi assistiamo a bambini e ragazzi che rispondono malamente al docente senza che questi possa far proprio nulla per difendersi da certe provocazioni al limite del vituperio; oggi come oggi se in classe c’è baccano la colpa viene addebitata al docente che non riuscirebbe a tenere calma la classe; oggi come oggi in sostanza sussiste una evidentissima disorganizzazione della scuola che non è capace neppure di redigere per i docenti orari giusti, che non riesce a creare la giusta amalgamazione tra i docenti, che non fa niente per risolvere i problemi delle classi per una sorta di menefreghismo congenito, tanto lo stipendio è assicurato. Se poi il docente si lamenta dell’andazzo è subito preso di mira e additato quale rivoluzionario; da qui alla diffamazione il passo è brevissimo. Si rischia perfino il licenziamento se un docente si comporta impeccabilmente da persona onesta e timorosa. Si vogliono insegnanti imbelli e accomodanti con le Istituzioni, questa è la verità, nessuno deve permettersi di apportare correttivi, sarebbe visto come atto ostile e in pratica equivarrebbe ad un suicidio della propria carriera e della propria onorabilità.

Esiste poi il problema dei diversamente abili. Ebbene, su questo delicatissimo problema la Scuola è del tutto incapace di risolvere la questione, qui la famiglia non c’entra un fico secco. Che senso ha ad esempio riempire una classe di tre o quattro bambini diversamente abili quando nella classe accanto non ce n’è neppure uno? Chi dirige le Scuole? Quante classi ci sono in Italia dove per questi bambini bisognosi non esiste neppure la maestra di sostegno e quando c’è e si assenta non viene neppure sostituita? Che deve fare, un docente, in queste condizioni? Deve badare alla classe e quindi eseguire il proprio dovere di insegnante o supplire lui stesso il docente di sostegno?

Dov’è l’organizzazione?

Perché chiamare sempre in causa le famiglie quando è palese che nelle scuole vige l’assoluta incompetenza?

Perché molti docenti stanno abbandonando la Scuola se non per quanto ho elencato? Esiste poi un’altra questione non di poco conto. Perché si vuole che le cose stiano in questi termini e non si cerca alcun rimedio? E’ mai possibile che i nostri discenti vengano abbandonati a se stessi senza alcun aiuto da parte proprio della Scuola? La mia risposta potrà non piacere ma è l’unica che mi sento di avanzare: la realtà è che si vuole che si continui in questa maniera per una sorta di freddo calcolo socio-politico, nel senso che una società ormai allo sfacelo in cui predominano certi valori che in realtà sono antivalori non fa comodo a nessuno che crescano e si sviluppino persone in grado di capire e reagire al marasma che si è venuto a creare. Non dico ovviamente che sia la Scuola la responsabile numero uno, ma prima di accusare la società e le famiglie dobbiamo chiederci il perché essa si sia accodata all’andazzo generale senza fiatare. E’ una domanda ineludibile che credo dia molto da pensare.

Di certo, se la mia teoria fosse vera, saremmo davvero in mezzo all’ oceano delle vigliaccherie.

Vincenzo Poma
Articolo pervenuto a Ultimissime

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16 commenti

frank

Il bullismo c’è sempre stato,solo che prima(30 anni fa) era faccenda che riguardava gli studenti.Adesso ne sono vittime anche gli insegnanti.Perchè?Valga come esempio questo:incontro genitori-docenti di una scuola elementare.Presenti nei corridoi dove i genitori fanno la fila per parlare,anche gli alunni che nel frattempo corrono e urlano come in un parco giochi,senza che NESSUNO,e meno che mai i genitori provino a richiamare i figli!C’è una sorta di confidenza oltre ogni misura tra insegnanti e studenti che,questi ultimi interpretano come licenza di fare ciò che vogliono,sempre difesi da genitori idioti.

Rosalba Sgroia

@ frank
Come hai ragione…
E avete notato anche cosa accade nei ristoranti? I bambini fanno quello vogliono e i genitori stanno lì seduti a chiacchierare…
Che fatica che facciamo noi insegnanti!
bravissimo Vincenzo!

robi

La scuola non è più un valore. Per la destra si vuole privatizzare tutto, per la sinistra la si vuole trasformare in un ufficio di collocamento per docenti e ATA. E’ stata una congiura destra+sinistra per affossare il sistema scolastico , con in mezzo gli insegnanti sballottati e umiliati, mai difesi da nessuno. La burocratizzazione sindacalistica però ha fatto i danni peggiori. Le risorse della scuola sono state dirottate a funzioni amministrativoGestionaliBurocratiche. Si fa carriera se sei un burocrate. Andatevi a vedere il sito http://www.euridice.com con le statistiche sulle scuole europee. Una per tutte :
rapporto personale docente / ATA (segretarie eccc) in Italia 1 a 3,9 . In Spagna 1 a 12. Nel resto d’europa 1 a 30 e più con il personale burocratico NON dipendente dal ministero dell’Istruzione. Questo si chiama sperpero di denaro pubblico. E non si tiri fuori la manfrina della Guerra tra Poveri…. quì si sono buttate le risorse dell’istruzione pubblica . Invece di dare libri e scuole abbiamo fornito segretari , dirigenti eccccccc

Bruna Tadolini

Quando al supermercato si vedono bambini che picchiano i nonni e questi ridono, o mamme che non sono in grado di controllare i pargoli e dimostrano la loro incapacità minacciandoli di chiamare la polizia…… non ci si può aspettare che quello che sta succedendo!
I bambini DEVONO ESSERE EDUCATI a reprimere i loro istinti aggressivi ed asociali e questo lo devono fare i genitori! Iinvece il bambino in famiglia è diventato come l’embrione: un intoccabile fisicamente o psicologicamente!

Visti i risultati dovuti alla “mancanza di repressione” in famiglia si scarica la responsabilità dell’educazione sulla scuola! Ma con che strumenti la scuola dovrebbe educare l’intoccabile embrione/bambino!!?

Suggerirei, denunciando i genitori per omissione di patria potestà (nell’aspetto relativo al potere del pater al diritto di correzione, ius corrigendi, che non può mai sfociare in punizione di particolare gravità). Che almeno ‘sta patria potestà serva a qualcosa!

Traveller

Il problema è che gli stessi insegnanti non hanno saputo guadagnarsi (o conservarsi) il rispetto che tale ruolo imponeva: attenzione al secondo lavoro, parzialità nel giudicare gli studenti, menefreghismo nel far rispettare la disciplina, incapacità di insegnare (quando non ignoranza della loro materia!) uniti ad un aumento della cultura media hanno profondamente svilito la loro figura. Questo per tacere poi dei repressi che usavano gli studenti per sfogare le loro frustrazioni…

Kaworu

il fatto traveller, è che se un insegnante tenta di imporre la propria autorità, il giorno dopo si trova a colloquio tutta la famiglia del marmocchio fino alla bisnonna che difendono a spada tratta il povero ragazzino che per loro è sempre e comunque vittima.

Leo55

Cerco di dare il mio contributo raccontando quello che capita nella città (Pescara) in cui ho la ventura di possedere un appartamento dove, per mia fortuna, mi capita raramente di passare la notte.
Ieri sera, sotto lo stabile, dalle ore 23,30 circa , fino alle ore 6,00 del mattino è imperversato per tutta la notte un frastuono ininterrotto di urla, voci le più disparate possibili, canti di ubriachi, schiamazzi vari, pianti, risa, stridiii di pneumatici, clacson suonati a bella posta, rumori di bottiglie infrante, antifurto delle auto in azione e chi più ne ha più ne metta, e faccio presente che avevo le finestre ben chiuse.
Il bailamme notturno, mi hanno spiegato poi gli abitanti dello stabile, è dovuto al fatto che da qualche tempo ha aperto sotto al palazzo un Bar-cornetteria che fa servizio, appunto in quell’arco di orario.
Fortunatamente io non vivo in quell’appartamento e mi trovavo lì casualmente…..però mi chiedo come possa svolgersi la vita per un lavoratore che debba alzarsi presto al mattino con una giornata dura ad attenderlo, che debba sopportare , e non esagero vi assicuro, tutte quelle notti infernali.
Mi chiedo se si possa concedere da parte delle autorità amministrative, simili orari di apertura di esercizi pubblici ignorando totalmente il diritto del “normale cittadino lavoratore” al giusto riposo.
Inoltre a nulla vale segnalare gli schiamazzi alla polizia o ai carabinieri, anch’essi impotenti davanti al generale comportamento omertoso e complice.
Penso che anche da simili comportamenti lassisti e delegittimanti si originano le forme di bullismo e disordine civico e morale ormai fortemente generalizzato tra i giovani.

robi

E poi traveller esiste anche un poderoso fattore di selezione di una classe professionale. Lo stipendio. Se io cerco un insegnante di informatica disposto a “guadagnare” mille euro al mese , farsi qualche decennio di carriera in scuole distanti un centinaio di chilometri , bruciando il già magro stipendio in benzina. Succede che ti arriverà anche il bravo insegnante con la “vocazione”, ma più spesso ti arriva quello che non ha alternative. Ergo, torniamo allo sciupio delle risorse scolastiche . Invece di remunerare chi serve preferiamo far occupazione sociale, magari dando la “dirigenza” alle segretarie. Figure professionali del tutto inesistenti all’estero , da noi sono quelle più remunerate : incredibile. Ma penso anche alle infermiere , ai poliziotti eccc e credo che sia un male tipico italiano. Più fai il burocrate , meno servi e più guadagni e sei considerato.

Ernesto

E magari quei genitori sono stati i “bambinoni” che rimanevano in casa dei loro genitori fino ai 30 anni. Non mi meraviglia che non abbiano mai imparato che cos’è il senso di responsabilità.

frank

Quando un genitore ,sulla base soltanto del resoconto del figlio va a contestare l’operato del’insegnante,ecco che l’autorevolezza del docente viene meno agli occhi dell’alunno.Io non sono un insegnante,ma credo,anzi voglio che chi insegna debba essere rispettato,e per principio sono portato a credere a ciò che loro mi dicono riguardo a mio figlio,dal momento che io lo affido a loro per 6 ore al giorno,pretendo però che l’integrità non solo fisica ma anche morale dell’alunno venga tutelata.Con fermezza,senza indugi!Far rispettare le regole di convivenza,è uno dei compiti che gli insegnanti hanno.Noi genitori non dobbiamo ostacolare questo,se ci teniamo all’educazione dei nostri figli!

Jacopo

Secondo me il problema della fiducia negli insegnanti non è semplice svalutazione del ruolo della scuola. Non dimentico che 20 anni fa un genitore che si confrontasse con la scuola non lo faceva da pari a pari, lo faceva invece da non “iniziato”.
Il rapporto scuola-genitori era tutt’altro che imperniato sulla collaborazione educativa dei due istituti.
La scuola che avevamo una volta, ora che i diritti della persona hanno fatto un altro po’ di strada ha dovuto cedere terreno alla contrattazione dei metodi e degli obiettivi educativi, ovvero: dove vogliamo andare, perchè e soprattutto come.

La condizione attuale di sfiducia deriva dal fatto che la scuola, secondo me, è ancora poco preparata per la contrattazione con le famiglie e in generale è poco preparata a rendere conto del suo operato, creando così una situazione di costante crisi dei rapporti.

Il Filosofo Bottiglione

il bullismo è sempre esistito e il mondo degli adulti in proposito ha sempre avuto una soluzione: la repressione. a tale tipo di intervento se ne è aggiunto un’altro, proficuo per altri aspetti: il dialogo.
se oggi si è allentata troppo la prima forma di intervento si è sbagliato. la violenza sul più debole è l’atto più sordido ed odioso che i bambini sono in grado di compiere e solo l’intervento da parte degli adulti lo inibisce.

purtroppo la severità è uno strumento abbastanza fastidioso per qualsiasi libertario, ma la scuola deve utilizzarla, nella giusta misura.
quale sia la giusta misura è difficile da definire. anticamente era molto più semplice: quello è lo studente, deve solo studiare e stare zitto. quello è l’insegnante, può umiliare, punire, giudicare lo studente come vuole, quando vuole e per il motivo che vuole, senza dover renderne conto a nessuno.
un sistema odioso che è stato giustamente scardinato. purtroppo non è stato sostituito da nessun altro sistema di valori (dovevano essere quelli del piacere della conoscenza).

oggi la scuola deve riappropriarsi dei suoi strumenti coercitivi e usarli con saggezza. la bocciatura in primo luogo. molti buonisti ritengono che l’alunno ripetente possa ricevere traumi inenarrabili.
invece è proprio di un giudizio corretto che ha bisogno psicologicamente il ragazzo. chi si è comportato da nullità, non rispettando i propri doveri, disturbando e mancando di rispetto nei confronti di compagni e docenti, deve pagarne le conseguenze, altrimenti si sentirà libero anche in futuro di comportarsi nello stesso modo.
certo, esistono sempre tristi motivazioni dietro tali comportamenti, insegnamenti mancati dalla famiglia. ma almeno qualcosa gli insegni l’istituzione.
se un ragazzo punito dalla scuola ha una probabilità su un milione in meno di finire in galera poi, allora ben venga la punizione della scuola.

sui docenti che “non sanno tenere la classe” ci sarebbe da fare un trattato. purtroppo esistono anche docenti incapaci di insegnare, ma tra le due categorie non esiste nessuna corrispondenza biunivoca.
anzi, il concetto di “tenere la classe” è razionalmente spaventoso. richiama il timore che ha il branco del cane pastore, il timor di dio delle antiche comunità religiose.
la scuola che lascia passare ai ragazzi e alle famiglie questa idea fa un pessimo servizio nei confronti dei docenti, ma prima ancora propone un pessimo esempio educativo agli studenti.
il rispetto è un’assoluto dei rapporti umani civili e non deve dipendere solo da fattori psicologici quali il taglio del sorriso, il numero di peli, l’altezza, il piglio della voce, l’età e tutte le caratteristiche che intrinsecamente possono disporre più o meno al silenzio un gruppo di ragazzi.
il rispetto è un dato fondamentale dell’educazione che l’istituzione scolastica non può far dipendere solo alla cazzutaggine dei propri docenti, pena educare i giovani a rispettare solo in modo irrazionale.

Il Filosofo Bottiglione

sorry, “un’altro”. ovviamente è “un altro”.
perdonate gli errori di ortografia dovuti, spero, solo alla battitura veloce.

Jamp

Concordo quasi totalmente col buon Bottiglione. Evidentemente dentro c’è un po di vino buono 😛

Micky

Io credo che di fronte a questa debacle dell’educazione verso le nuove generazioni, tutti dobbiamo sentirci egualmente responsabili. Non mi sta bene giocare a trovare il colpevole di turno: i giovani?, i genitori?, gli insegnanti? la società? Tutti noi, anche coloro che qui hanno saputo snocciolare ottimi consigli (secondo il proprio parere) dobbiamo sentirci responsabili e quindi colpevoli.
Ripartiamo da qui e forse potremmo vedere le cose sotto un’altre ottica.
A proposito di ottica: nei vari tentativi di trovare il colpevole non ho mai letto di ricercare anche fra le figure responsabili. Esiste un ministro, esistono gli assessori regionali, esistono i provveditori, esistono i coordinatori esistono i presidi e/o i direttori e poi non so cos’altro. Ma tutta questa gente che ha la reponsabilità di uomini e donne da coordinare e di giovani da educare e che viene pagata per questo perchè nell’immaginario collettivo scompare del tutto?

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