In piazza ma senza cadere nella trappola del “Family Pride”

Il Family day ha tutte le potenzialità per essere una grande manifestazione di popolo. Non si sciupi questa occasione. L’evento del 12 maggio può superare nei numeri e nel pluralismo delle adesioni i confini di appartenenza della rete di associazioni cattoliche che l’hanno promossa, realizzando un luogo di incontro tra il mondo cattolico e quella parte consistente di mondo laico – se mai esiste un «mondo laico» così compatto da essere considerato una sola cosa – che rifiuta tanto l’equiparazione tra la famiglia e altre forme di convivenza quanto l’idea, antropologicamente sbagliata e socialmente pericolosa, di rinchiudere la famiglia nella mera dimensione privatistica, lì dove il familismo talvolta produce aberrazioni. Se sfileranno coppie, famiglie, passeggini, nonni e nipoti, reti di solidarietà, se si manifesterà il volto solare e luccicante dell’amore che sceglie la strada della responsabilità e la testimonianza che oltre la retorica dello sfascio valoriale un altro mondo è possibile, a San Giovanni si celebrerà un gioioso e giocoso evento di partecipazione popolare. […]

E’ fondamentale che il Family day non si trasformi o non venga trasformato in un family pride.
Ovvero in un gay pride al contrario o una risposta al più recente happening di piazza Farnese a favore dei Dico. La piazzata del 10 marzo con sveglie, insulti contro il Vaticano e slogan di sfida ha lasciato il retrogusto amarognolo di una rivendicazione di diritti più rabbiosa che propositiva, e ha certamente messo in difficoltà quella parte non irrilevante di opinione pubblica che considera il tema delle coppie di fatto non una crociata ideologica ma un problema concreto da risolvere senza pasticci legislativi. Per questo, c’è chi a sinistra (e questo ce lo si può aspettare) ma anche a destra (e questo, francamente, va meno bene) aspetta, e sotto sotto spera, che a San Giovanni si ripropongano a parti invertite la stessa aggressività simbolica e lo stesso furore ideologico, suffragando l’idea che attorno ai diritti civili si stia combattendo una specie di guerra di civiltà tra sostenitori della famiglia tradizionale e fautori delle «nuove famiglie». Sarebbe un errore immenso. Dopo la dura nota sui Dico, come testimonia il polverone mediatico sollevato dal travisamento delle dichiarazioni dell’arcivescovo Angelo Bagnasco, la Cei sa che ogni inciampo comunicativo può essere usato come arma per denunciare un presunto neo-oscurantismo dei cattolici. E magari gettare l’ombra della «mobilitazione di integralisti» sul Family day. Una colossale sciocchezza, certo. Ma se si evitasse di prestare il fianco a questo tipo di accuse, per la festa annunciata di piazza San Giovanni sarebbe meglio. Molto meglio.

Il testo integrale dell’articolo di Angelo Mellone è stato pubblicato sul sito de Il Giornale

13 commenti

Gio

Le associazioni gay non perdano questa occasione: facciano capire a tutti che una coppia di omosessuali E’ una famiglia.

Ateo Praticante

Questo non sarà nè un Family Day nè un Family Pride.
Questa sarà una marcia razzista e neofascista voluta dal papa NATZINGER e da politici divorziati e conviventi che grazie alla loro carica politica hannp automaticamente i PACS non i dico, vedi casini, mastella, santanchè…..berlusconi…..

Graziano

Ma avete fatto caso che per il Family Day è stato scelto il mese della madonna e il giorno della festa della mamma?Patetico!

jesuschristyouaremylife

Il family day è una buona cosa, fino ad ora gay e lesbiche hanno manifestato facendo parere che tutta l’ Italia fosse pro-dico, così dimostreremo che parte dell’ Italia è con Ratzinger e contro dico e adozioni gay. Non ci saranno solo preti, ma molta gente comune!!!!!!!!!!

Lorenzo

cos’è la gente comune? Quelli che fanno i bambini per le turpi voglie dei preti, per esempio? O perché fungano da punching-ball a suore manesche? Quelli che pagano la chiesa per i poverelli, mentre non sanno che questi soldi servono a comprare ornamenti d’oro e d’argento per il lusso del clero?
Beh questa povera “gente”, ignorante e dunque cattolica, mi fa una gran pena. Spero sempre che con un po’ di istruzione riusciranno a trasformarsi in persone, prima o poi.

Kaworu

tanto che ti piaccia o meno, jesus, le famiglie omosessuali già esistono. e sempre esisteranno 😉

Andrea

Confidiamo nel buon senso degli italiani.
Che capiscano che non è in pericolo proprio niente e che il Family day è una perdita di tempo.

Claudio De Luca

Il family day sta al gay pryde, come il giorno del ringraziamento sta alla sagra della salsiccia. Tutta questa esibizione é ridicola. Ha ragione Zeffirelli: si può essere omosessuali senza sbandierare mutande e guepières. Così come si può voler bene al proprio Paese senza aver partecipato alla marcia su Roma.

Ernesto

In linea di massima convengo con l’esimio Dr. De Luca. Tuttavia credo che “sbandierare mutande e guepieres” sia migliore del giorno del ringraziamento in quanto nessun tacchino è sbudellato nel processo.

Claudio De Luca

@ernesto: verissimo!
P.S. ti confesso, fra l’altro di non gradire in modo particolare gli statunitensi ed il loro ostentato patriottismo

jesuschristyouaremylife

Che le famiglie gay già esistono è vero, allora perchè voglioni i DICO?
Sono d’ accordo con chi dice che i gay pride siano inutili, poichè invece di avvicinarli agli altri, rendendosi ridicoli, se ne allontanano!!!!!!!!

Vassilissa

gesùgesù
vedi che parli senza sapere! Se tu, e i tuoi cari algidi episcopi, vi chinaste ad ASCOLTARE le persone vere, i racconti delle loro vite intessute di difficoltà, di amore, di tenerezza e dedizione, di momenti belli e brutti, capiresti il perchè chiedono una legge che dia diritti che altri già hanno, il diritto a vivere. I diritti o sono per tutti o non sono.

E poi ripetete la tiritera che la chiesa è ascolto , amore comprensione bla bla bla

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