Bagnasco, un altro Ruini

Sembra che sia finalmente arrivato il giorno della sostituzione del Cardinale Ruini alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e sembra che a sostituirlo venga chiamato l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco. Una sostituzione a lungo attesa e rinviata e che avviene all’insegna della più rigida continuità. Sconfitte le voci – che pure in questi anni non sono mancate – che speravano in una chiesa un po’ diversa: meno legata alla gerarchia, meno politicizzata, più «democratica».
Le vicende degli ultimi anni – gli ultimi anni di Ruini – sono state significative: basti pensare , da una parte, alla vicenda Welby, e, dall’altra alla battaglia contro i pacs e i dico. Una chiesa molto impegnata in una presenza significativa, anche se non soltanto pesante ma spesso anche sgradita. Il timore di scomparire, della irrilevanza. La vistosa reazione agli anni della Democrazia Cristiana che avevano permesso alla chiesa una presenza per delega. Poi, negli anni di Ruini, nessuna delega: una vistosa presenza in prima persona, in prima pagina. Quasi che la dirigenza della chiesa avesse paura di scomparire. Il vistoso – ma discutibile – successo nel referendum sulla procreazione assistita sembrava dar ragione all’interventismo dei vari Ruini e insieme permetteva di dimenticare le sconfitte nei referendum precedenti sul divorzio e sull’aborto.
Come se il cattolicesimo italiano si fosse ripreso e fosse guarito dalla malattia di una religione ridotta alla privatezza e al relativismo. Il nuovo papa, da parte sua, sembrava appoggiare decisamente la riscossa ruiniana.
Così il passato. E il futuro?
All’insegna della continuità. Bagnasco si è affrettato, anche prima della nomina, a prendere posizione sulla questione più scottante e decisiva del momento, i pacs. Nessuna concessione, nessun cedimento, e la decisa presa di distanza da qualche voce anche leggermente diversa, e anche autorevole. La linea Ruini (e Ratzinger) deve proseguire. Anche se si può prevedere che il cammino non sarà né facile né lineare.
Né si dimostrerà sufficiente nominare dal Vaticano il presidente della Conferenza Episcopale. E’ noto che in altri paesi la nomina avviene democraticamente: sono i vescovi a eleggere il loro presidente. Qui, invece, il presidente è di nomina pontificia. La chiesa italiana sorvegliata speciale.

L’articolo di Filippo Gentiloni è raggiungibile sul sito del Manifesto

7 commenti

Daniela

sempre la solita stessa politica, ma pechè ci si dovrebbe aspettare di più? Io non mi faccio per niente illusioni

Marja

Intanto, Bertone continua ad istigare i politici cattolici ad imporre la propria coscienza ai cittadini nelle questioni etiche che richiedono l’intervento del legislatore. Nel suo intervento alla presentazione del libro di L. Bobba ” Il posto dei cattolici”, ha sostenuto che nelle questioni etiche non ci deve essere libertà di coscienza. Dunque, tutti quanti devono decidere in questioni riguardanti esclusivamente la propria esistenza, la propria vita e il proprio corpo secondo i principi etici che la dottrina cattolica ritiene inderogabili. Perché, certo, come scriveva C. Péguy, “La democrazia o sarà morale o non sarà democrazia”. Peccato che non ci sia niente di morale nel costringere gli individui a subire sulla propria pelle i principi dell’etica cattolica.

La realtà è che ci sono delle materie(aborto, rifiuto dei trattamenti terminali, scelta del tipo unità familiare che si vuole costituire), nelle quali la scelta, in un regime realmente democratico, può essere demandata soltanto alla coscienza dei singoli individui interessati, mentre l’unico compito del legislatore è di intervenire in funzione di garanzia, per evitare soprusi e abusi. Ma la democrazia è una parola alquanto estranea al bagaglio ideologico della Chiesa cattolica. La stessa espressione “democrazia cristiana” usata da alcuni movimenti politici per definirsi è un ossimoro, una contraddizione in termini, perché ciò che è cristiano non può essere democratico e ciò che è democratico non può essere cristiano, può soltanto lasciare ai cristiani la libertà di vivere da cristiani.

Inoltre, Bertone quasi a volerci ammonire dei pericoli del non credere nel suo dio cita anche questa massima di Chesterton ” Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente, perché comincia a credere a tutto”. Ma è meglio credere in qualsiasi cosa, anche nei Marziani, piuttosto che nelle divinità dei cristiani e nei loro principi che azzerano la libertà dell’uomo, il suo libero arbitrio, la sua dignità morale di essere cosciente e provvisto di autodeterminazione. Qualsiasi altra credenza è più innocua del cristianesimo.
http://misoprostol.blogspot.com/

Marja

Mi chiedo chi siano i cittadini che votano i politici che hanno fatto del cattolicesimo e del cristianesimo la propria ideologia politica, sempre che sappiano quello che fanno, perché molti danno il proprio voto a caso o su suggerimento altrui. Però, dal momento che nella società reale sono davvero una minoranza coloro che ritengono non negoziabili i principi che invece per la Chiesa sono tali, mi chiedo davvero perché personaggi politici come Casini o Binetti o L. Bobba vengano votati, di chi ricevono i voti, qual è il meccanismo per cui persone con questo tipo di convincimenti arrivano a sedere in parlamento?

inhocsignovinces

io ho votato casini…è vietato?
la legge mi consente ancora la libertà di voto e di idea politica?
o la tua libertà è a senso unico, della serie “siete tutti liberi di fare quello che dico io”?

Marja

ma “inhocsignovinces” per fortuna è un esemplare minoritario nella società italiana, non si può certo dire che le sue idee siano comunemente condivise da un cittadino medio, non animato da nessun particolare fanatismo ideologico. Alla maggior parte delle persone non importa niente se la coppia di coniugi che abita nell’appartamento vicino è gay o etero, se la ragazza del piano di sotto abortisce o usa i contraccettivi abortivi. Alla gente comune interessano altre cose, sono altri i problemi veri delle persone, la crisi della previdenza, i servizi pubblici inefficienti, il lavoro sempre più precario e sottopagato…

inhocsignovinces

giustissimo…e quindi, come spiegavo in un altro post, occupiamoci di quei problemi e lasciamo perdere i DiCo, che non sono ancora diventati di strettissima necessità per questo paese!

Kaworu

ah no?

e per quale motivo?

gli omosessuali esistono anche in italia, sai?

poi come fai tu, cattolico, a votare un verme come casini (che è divorziato e convivente… te lo ricordo… direi che tutto rappresenta, tranne che i princìpi cattolici, sai com’è… poi se per voi la religione è un elastico che vi adattate su misura è un altro conto), non lo so.

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