Welby, critiche dei giuristi cattolici

La procura della Repubblica di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dell’anestesista Mario Riccio. […]

Il professor D’Agostino osserva che «alla liceità giuridica corrisponde sotto il profilo etico una valutazione piena di ombre. Non vi è alcun dubbio che non è possibile praticare cure coercitive contro la volontà del paziente, anche se si tratta di pazienti in situazioni estreme come Welby». «Ma sul piano deontologico e bioetico – osserva il professore, presidente onorario del Comitato nazionale per la bioetica – si può ritenere che il caso Welby rappresenti una sconfitta della medicina ippocratica, cioè di quella medicina che ritiene che le cure, nel senso più alto del termine, non debbano mai essere sospese, in particolare nei confronti di quei malati che pur non essendo guaribili sono sempre curabili». La conclusione di D’Agostino è che «i medici che stanno realmente vicino ai propri pazienti sono quelli che, coerenti con il codice deontologico, si rifiutano di staccare la spina e sostengono i malati fino alla fine».

Riccardo Pedrizzi (An) contesta la valutazione dei pm: «I magistrati devono applicare le leggi, non interpretarle o riscriverle alla luce dei propri personalissimi convincimenti ideologici. La richiesta dei pm di Roma di archiviare il procedimento sul caso Welby non applica gli articoli 579 e/o 580 del codice penale e, sancendo un diritto all’eutanasia, che è giuridicamente insussistente, perché non previsto in alcun luogo normativo e tanto meno costituzionale, costituirebbe, se accolta, un precedente pericolosissimo, in grado di spalancare la porta alla deriva dei medici trasformati da garanti della vita a “dottor Morte”. Ci auguriamo, perciò, che il gip respinga la richiesta dei pm». Mentre secondo il radicale Marco Cappato la decisione della procura di Roma è «importante», e il senatore Ignazio Marino crede che «verrà accolta dal gip».

Il testo integrale dell’articolo di Enrico Negrotti è stato pubblicato sul sito de L’Avvenire

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14 commenti

Hanmar

Bellissimo…
Un “giurista” che afferma che i magistrati devono applicare solo le leggi, non interpretarle…
Io saro’ anche digiuno di legge, ma la motivazione allora a che serve?

Saluti
Hanmar

Steve

La medicina ippocratica è una medicina autoritaria che impone di torturare l’ammalato con cure indesiderate. “Te lo ordina il medico” è una frase ancora molto in voga tra i medici vatican.
-talebani. Ecco in mano a che razza di gente ignorante hanno messo in mano il Comitato Nazionale di Bioetica

Daniele Gallesio

Se la medicina ippocratica è quella che mette il medico “al di sopra” del malato, ben venga la sconfitta della medicina ippocratica!

JSM

“quei malati che pur non essendo guaribili sono sempre curabili”

SCUSATE ma mi è venuto un dubbio e voi sicuramente potete aiutarmi: curabile non vuol dire che si può curare? e allora come fa a non essere guaribile ma essere curabile?!?!?! ma questa l’ha scritta un cardinale..

Stefano

Mi pare strano che un giurista faccia affermazioni del genere visto che qualunque studente di legge a cominciare dal sottoscritto sa benisimo che le norme sono tutte soggette ad interpretazione perchè sono generali ed astratte e devono essere adattate al caso concreto, purchè nella legge penale non si faccia l’analogia che è vietata dalla costituzione.
Evidentemente i fondamentalisti cattolici sono allergici alla legge visto che tra le sentenze della cassazione, l’operato dei medici cattolici e certe uscite di certi giuristi è evidente che per loro l’anarchia è un dovere morale!

Hanmar

Sai com’e’, Stefano…
Le leggi per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano.
Loro vedono il mondo cosi’.

Saluti
Hanmar

Daniele Gallesio

Boh, io lo riposto. Se “ricompare” quello vecchio mi scuso per il duplicato.

Se la “medicina ippocratica” è quella che mette il medico-Übermensch “al di sopra” del paziente, allora benvenga la sua sconfitta!!!

Daniele Gallesio

Stefano:

magari l’anarchia fosse un dovere morale: ognuno sarebbe padrone esclusivamente della propria vita.

Per i cattolci, purtroppo, il dovere morale non è l’anarchia ma l’autoritarismo dello Stato etico.

Il Filosofo Bottiglione

x Gallesio e Steve

in relatà Ippocrate ha separato la medicina dalle altre forme di pensiero che tedevano ad essere egemoniche sulle scelte curative.
la vera sconfitta della medicina ippocratica si ha quando nei comportamenti dei medici intervengono imposizioni etiche di varia natura o di vario interesse (soprattutto religioso).
poi è chiaro che in ultima analisi deve essere il paziente a stabilire se seguire o no una cura, sulla scorta però di consigli medici che siano medici nel senso di Ippocrate, non condizionati da questo o quel papa.

Steve

@ l’illustrissimo Bottiglione

Io non so bene cosa diceva effettivamente Ippocrate, ma so che a lui viene ricondotto (forse sbagliando) un pensiero terapeutico che si basa sull’imposizione della cura e non sulla libertà di cura del malato. Una cosa è il consiglio, come dici tu, e altra l’imposizione

archibald.tuttle

“Mi pare strano che un giurista faccia affermazioni del genere”

la legge va applicata e basta se concorda con il catechismo, mentre va interpretata se non concorda col catechismo. questa e’ l’etica professionale di un giurista cattolico.

Umberto

Cosa vi aspettavate da un cattotalebano e da un cattofascista?

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