Ruini se ne va, domani arriva Bagnasco

Domani si chiude l’era Ruini: se tutte le voci e le previsioni saranno rispettate un doppio annuncio – nella Sala Stampa della Santa Sede e nella diocesi di Genova – dirà che il successore del “dottor Sottile“ alla guida della Conferenza episcopale italiana è l’arcivescovo (e futuro cardinale) della città ligure, Angelo Bagnasco, come La Stampa aveva anticipato qualche settimana fa. Dopo sedici anni di guida il presule di Sassuolo cede la mano, anche se resterà ancora a fianco di Benedetto XVI come Vicario per la città di Roma.
Cambia il titolare, ma la linea resterà immutata, almeno per quanto riguarda le grandi battaglie che hanno riportato la Chiesa italiana al centro della polemica politica, dal referendum sulla legge per la fecondazione artificiale come il futuro Presidente ha fatto capire più volte di recente e ancora lunedì scorso in un’intervista. Parole in piena sintonia con quelle del cardinale Ruini, di cui peraltro l’arcivescovo di Genova, e fino al settembre scorso Ordinario militare, è certamente molto amico.
Come il “cambio“ al vertice della Segreteria di Stato, anche quello alla presidenza della Cei è stato anomalo, e non agevole. La burrasca è cominciata un anno fa, quando una consultazione – che doveva rimanere riservata – fra i vescovi italiani per la scelta del successore è finita sulle pagine dei giornali, fra polemiche e indiscrezioni. Alla fine, comunque, i presuli si sono espressi, con un ordine di gradimento che vedeva Dionigi Tettamanzi (Milano) seguito da Angelo Scola (Venezia). A seguire Corti (Novara) e Caffarra (Bologna). […]
La transizione non presenterà certo problemi dal punto di vista della linea; ma anche se come sembra certo il passaggio sarà annunciato domani, non è pensabile una scomparsa immediata del cardinale Ruini dalla scena della chiesa nazionale, proprio nel momento in cui la Cei, fra qualche settimana, renderà pubbliche le parole “ponderate“ e “impegnative“ per i credenti in tema di Dico, un testo dalla cui stesura certo il “dottor Sottile“ non può essere estraneo. Ed è significativo che proprio alla vigilia del “cambio“ l’agenzia dei vescovi, Sir, scriva che «la Chiesa in Italia non può non avere un ruolo “esemplare”», per «andare alla radice e giocare fino in fondo la sfida del futuro».

Fonte: laStampa.it