Italia. Associazione anestesisti: non rispettare volonta’ malato che chiede di staccare spina

‘Diremo ai nostri iscritti, in maniera ufficiale, di non farlo: di non prestarsi a ‘staccare spine’ come nel caso di Piergiorgio Welby o come chiede Giovanni Nuvoli’. Il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi), Vincenzo Carpino, preannuncia una dura presa di posizione da parte dell’associazione nei confronti dei propri iscritti, oltre 8.500 professionisti su un totale di 10.000 anestesisti in Italia.
‘Come associazione dei medici anestesisti siano assolutamente contrari alla ipotesi del distacco della spina, anche in casi come quelli di Welby e Nuvoli. Siamo contrari, naturalmente, a che cio’ avvenga in ospedale ma la nostra contrarieta’ e’ totale perche’, per definizione, l’anestesista-rianimatore e’ il medico della vita e non colui che puo’ essere chiamato a dare la morte’.
Per questo, ha detto Carpino indicando la posizione della piu’ importante associazione di categoria, ‘non ci presteremo all’indicazione di staccare la spina’ e chiediamo, ora piu’ che mai, che il Parlamento legiferi sulla materia prevedendo comunque l’obiezione di coscienza per il medico, come per la legge sull’aborto. Come presidente Aaroi – ha aggiunto – disapprovo dunque un atteggiamento di apertura alla possibilita’, in particolari casi, di staccare la spina, poiche’ l’Aaroi non puo’ accettare il principio che i medici siano in qualche modo chiamati a dare la morte; e’  una vera contraddizione in termini, inaccettabile’.
Naturalmente, ha precisato il presidente degli anestesisti, ‘il singolo medico e’ libero di agire secondo la sua coscienza, ma la posizione della categoria e’ chiara’.
Secondo Carpino, inoltre, il fatto che l’ordine dei medici di Cremona abbia archiviato il procedimento contro l’anestesista Mario Riccio, che stacco’ il respiratore a Welby, ha portato ad un situazione ancora piu’ confusa: ‘Il fatto che non ci sia stata una risposta diversa – ha detto – ha legittimato in qualche modo l’idea di una discrezionalita’ in merito a simili casi ed ha aperto le porte alla possibilita’ concreta che altri medici facciano la stessa cosa’. A fronte di questa situazione, ha concluso Carpino, ‘ribadiamo la nostra urgente richiesta al Parlamento, affinche’ legiferi su questa materia’. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito della Aduc

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25 commenti

Stefano

Bisognerebbe fare un bel film in cui si raconti di persone che si trovano nelle condizioni di Welby, di Nuvoli oppure di comatosi irreversibili e contemporanamente si descivano i comportanenti di persone che rilasciano dichiarazioni come questa. Come scenario basterebbe un tipico ospedale italiano con tutte le sue disfuzioni ed anche le private abitazioni di questi soggetti che vivono di stipendi e pensioni “italiane” e con un’assistenza “italiana”. Penso che uscirebbe un colossal del genere “real horror” trato da storie vere tipo “non aprite quella porta”. Questo invece si potrebe intitolare “I medici cattolici” detto con la voce di quello speaker che annuncia sempre i trailer dei film horror!

RazionalMENTE.net

Come sarebbe bello un mondo in cui la gente si facesse i cazzi propri. E invece no, debbono sempre decidere su questioni che non li riguardano. Decidere come la gente deve nascere, vivere, morire. Che mondo schifoso!

Kaworu

non c’era già “mare dentro”, sull’argomento, stefano?

per il resto concordo con razionalmente…

Stefano

@ Kaworu
Ho un po’ di problemi a postare… comunque se hai informazioni su quel film fammele conoscere perchè non sapevo che la storia che ho prospettato fosse già stata trattata.

Kaworu

@ stefano

guarda, visto che faccio pena a fare riassunti vari, ti scrivo quello di filmup 😉

http://filmup.leonardo.it/sc_maredentro.htm

Mare dentro
Sono molto i punti di forza dell’ultimo film di Alejandro Amenabar. Una storia forte e commovente, una sceneggiatura curata ed attenta, la bravura del regista nel saperla raccontare. Ma questo film non sarebbe stato lo stesso se ad interpretare il ruolo di Ramon Sampedro, un tetraplegico costretto a letto da ventotto anni, non fosse stato chiamato Javier Bardem. L’attore spagnolo è probabilmente, in questo momento, uno degli interpreti più bravi che si possa incontrare sui set cinematografici di tutto il mondo. Un fugace movimento del volto, un’incrinatura della voce, sono sufficienti a Bardem per aprire un mondo, per suscitarti valanghe di emozioni. E’ quello che accade in “Mare dentro” presentato in concorso alla 61° Mostra del Cinema di Venezia.
Il tema trattato è quello dell’eutanasia. La vuol praticare Ramon Sampedro (Javier Bardem). Dopo quasi trenta anni di immobilità ha deciso di voler morire con dignità. Per far ciò intraprende una battaglia legale per ottenere l’autorizzazione per avviarsi verso la dolce morte. Battaglia destinata al fallimento soprattutto per l’arretratezza degli ambienti religiosi e culturali di certa parte della Spagna (ma in Italia sarebbe stato lo stesso, se non peggio). Ma non è sull’aspetto politico sociale – peraltro il meno riuscito e sviluppato – sul quale Amenabar vuole porre l’accento. Il regista cileno punta ad illustrare il lato umano di chi ha deciso di farla finita (“Quando non c’è via di scampo, si impara a piangere con il sorriso sul volto”), di chi, impossibilitato anche a prepararsi un letale composto è sempre più deciso a darsi una morte dignitosa.
Amenabar – che gira questo film quasi fosse un thriller data l’attesa che riesce a creare su come andrà a finire – non disdegna anche di fare un po’ di filosofia offrendoci riflessioni sul concetto di morte e di vita, sul senso dell’esistenza e sull’assenza di essa (operazione, in fondo, già realizzata in “The Others”). Ma Amenabar è anche, e soprattutto, un grande regista capace di muovere la macchina con ampie e veloci riprese aree a riprendere i campi ed il mare della Galizia, quel mare dentro al quale Ramon vuole con tutto sè stesso ritornare. Capace di smuovere le emozioni con la forza della musica e delle immagini, capace di raccontare un dialogo con movimenti avvolgenti e coinvolgenti.
Sulla strada del viaggio intrapreso, Ramon incontrerà persone che si opporranno al suo proposito (l’ostinato fratello), persone che lo seguiranno silenziosamente (la cognata, il nipote, il padre), persone che lo ameranno senza restituire l’amara sensazione della commiserazione. Solo tra queste ultime Ramon capirà chi lo potrà aiutare fino alla fine.

Daniele Sesti

Cris

Facile pontificare sulla pelle delle altre persone.

Quoto Daniele Gallesio: che schifo 😈
anzi, che orrore sentire dichiarazioni come queste uscire dalla bocca di un medico, e per di più anestesista-rianimatore. Uno nella sua posizione dovrebbe avere ben presente la sofferenza delle persone nelle condizioni di Welby e Nuvoli, e dovrebbe anche avere un minimo di comprensione e di pietà. E soprattutto di rispetto per la libertà e la dignità dell’uomo.

L’unico punto su cui sono d’accordo è la necessità di una legge chiara in materia, anche se non ho una gran fiducia nelle capacità dei nostri legislatori (vedi fecondazione assistita)…

zumpappa

Razionalmente

>Come sarebbe bello un mondo in cui la gente si facesse i cazzi propri. E invece no, >debbono sempre decidere su questioni che non li riguardano. Decidere come la gente >deve nascere, vivere, morire. Che mondo schifoso!

Ma guarda che a voler decidere come e se si deve nascere siete voi.

Kaworu

quando mai, zumpappa?

dov’è che “noi” abbiamo deciso qualcosa?

franz

SI ALL EUTANASIA, L ATTO D AMORE PIU BELLO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non se ne puo piu della follia cattolica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

davide

ah sì!!!!!!!?????????? E quando la vita biologica diventa un eterno punto medio tra vita e morte? e dove sarebbe il sacrosanto rispetto per la dignità del malato?

Damiano

Beh, ammesso che quei 8500 gli diano tutti retta, ne rimangono almeno altri 1500…

Giorgio

Bigotti e non solo. C’é anche la “puzza sotto il naso” da medico paternalista. Sanno cosa è bene per il paziente, e cosa è male, LORO. Non possono sporcarsi le mani a soddisfare implorazioni, no, vogliono decidere per te.

RazionalMENTE.net

# zumpappa scrive: >Come sarebbe bello un mondo in cui la gente si facesse i cazzi propri. E invece no, >debbono sempre decidere su questioni che non li riguardano. Decidere come la gente >deve nascere, vivere, morire. Che mondo schifoso!

Ma guarda che a voler decidere come e se si deve nascere siete voi.
———

Zumpappa, evidentemente ancora non ti è chiaro il concetto di Stato di diritto. Io, gli amici dell’UAAR, i radicali e tutte le persone realmente democratiche desideriamo che della propria vita, nascita e morte a decidere sia il diretto interessato.

enrico

mi sembra che la madre sia direttamente interessata alla nascita ma non alla SUA bensì a quella di un ALTRO che esiste ma non ha la possibilità di dire la sua…(il tuo “of course” è la prova che la cosa non è implicita ma è una tua inclusione)..

cosimo

Non rispettare la volontà degli anestesisti quando chiedono un aumento di contratto

Jean Meslier

«il singolo medico è libero di agire secondo la sua coscienza, ma la
posizione della categoria è chiara»

Io da una persona che parla così avrei paura a farmi anestetizzare: che
cavolo significa che la categoria ha una posizione chiara, se poi si
ammette che il singolo medico possa avere una opinione diversa? In nome
di chi sta parlando? Tanto vale astenersi dall’esprimere una posizione
ufficiale per tutta la categoria, se poi si concede che gli individui possano agire secondo la propria coscienza.

Stefano

Mare dentro deve essere un film interessante e spero di trovarlo in videoteca, ma come dice la stessa critica si trata di un film che osserva il lato umano del malato ma non si ocupa di politica. Quello che piacerebe a me invece è un fil che facesse entrambe le cose.
Bisogna cercare di sfruttare al massimo l’ambiente mediatico per trasmettere le proprie idee. Purtroppo l’Italia è all’80° posto al mondo per la libertà di informazione, di conseguenza bisognerebbe puntare sulla cinematografia e sull’home video. Non sarebbe il massimo ma almeno sarebbe un punto di partenza visto che internet da solo non basta per il fato che è accessibile in Italia da troppo poche persone.
Di sicuro in futuro questo periodo verrà ricordato o come il secondo fascismo, visto il comportamento di quasi tutta la classe politica, oppure come il secondo medioevo e bisogna fare in modo che quest’epoca assurda si chiuda nel più breve tempo possibile.

cartman666

Questo Carpino ha perso una grande occasione per stare zitto. Tra l’altro una posizione del genere e’ ai limiti della legalita’, perche’ tutti possono richiedere che vengano sospese le cure, e i medici non possono arbitrariamente costringere i propri pazienti ad un esistenza piena di sofferenza. La cosa negativa e’ che ai vertici delle associazioni di categoria dei medici ci sta gente asservita ai voleri del vaticano, che magari e’ a quel posto piu’ per raccomandazioni politiche, che per proprie capacita’, e in casi del genere fanno il loro lavoro di docili schiavetti di ruini e company, che schifo!!!

Damiano

mi sembra che la madre sia direttamente interessata alla nascita ma non alla SUA bensì a quella di un ALTRO che esiste ma non ha la possibilità di dire la sua

Già, si da il caso, però, che la madre ne sia conivolta fisicamente e che l'”ALTRO esistente” non sia ancora completamente “ALTRO”. Io non sono una donna, ma mi darebbe fastidio se le scelte che riguardano il mio corpo le prendessero ALTRI già nati e con la presunzione di poter decidere per me.

Micky

Richiesta al medico bigotto
Aridaglie con l’obiezione di coscienza. L’obiezione di coscienza per attività medica dovrebbe essere abolita perchè è in aperto contrasto con il servizio pubblico, che il cittadino ha democraticamente scelto e del quale si vede scippato per altre strade. Non sei d’accordo con la legge e vuoi obiettare? Non importa, vorrà dire che non lavorerai nelle strutture pubbliche. Lavora nelle strutture private cattoliche, lavora in proprio, lavora dove c..zo vuoi ma lasciaci in pace! Il medico deve fare il medico e mettere a disposizione del malato la sua scienza e la sua pratica per aiutarlo fisicamente. Se poi, il medico di turno vuole giocare a fare il sacrestano di turno, allora smette di essere medico per diventare altro. E nelle strutture sanitarie pubbliche, già così provate, non abbiamo bisogno di personaggi che fanno altro, ma si atteggiano a medici o viceversa!

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