Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è disponibile sul sito UAAR. Questa la domanda: “La RAI concede molto spazio alle parole del papa e alle fiction religiose. Cosa ne pensi?” Cinque le possibili risposte: 1) È un’attenzione doverosa, vista l’importanza della Chiesa. 2) È giusto, perché le trasmissioni a carattere religioso fanno audience. 3) Il servizio pubblico dovrebbe dedicare programmi anche alle altre realtà religiose e all’ateismo. 4) La fede è una questione strettamente privata: bisognerebbe lasciare spazio a quegli argomenti che riguardano veramente tutti. 5) Non so.

Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. La domanda era: “Secondo te, per quale ragione il nostro è un paese meno laico di molte altre nazioni europee?” Questi i risultati:

59% La presenza del Vaticano

18% Il basso livello della classe politica

12% La scarsa sensibilità della popolazione

4% La debolezza dell’associazionismo laico

4% L’affermazione non è corretta: l’Italia è un “sano” paese laico

2% Non lo so

19 commenti

Davide Vittori

Il mio sogno(è una chiara utopia,che richiederebbe un nuovo 1792…)sarebbe veder realizzata la proposta numero 3. Quindi a questa darei il mio voto, sperando che cresca anche in Italia un vero ateismo consapevole delle proprie radici e che, a contrario di tutte le sette religiose le quali non potranno mai concretamente applicare quel principio di tolleranza e rispetto del diverso di cui Benedetto(ma siamo sicuri?) XVI si fa portatore, innalzi la bandiera della tolleranza e dello studio vero e non pregiudizievole(ed ideologico) di tutte le culture,anche quella cristiana.

roberto grendene

Direi la 3.
Meglio ancora sarebbe avere il contraddittorio.
Io non sono per cponfinare la religione nello spazio privato.
Che si avventuri nello spazio pubblico, ma senza alcun privilegio o immunita’, e concendendo analogo spazio a chi la pensa diversamente e vuole criticarne le uscite pubblicamente.
L’avventurarsi nello spazio pubblico e nella politica dovrebbe prevedere come cosa normale la contestazione pubblica. Invece questi vogliono la parola in pubblico e il silenzio attorno.

Ciao
Roberto Grendene

Vassilissa

Direi anch’io la 3 ma con robusta par condicio. E orari a rotazione

Matt

la 4. La tre la vedo poco realizzabile: dare voce a tutti è impossibile. O tutti o nessuno, e per tutti intendo cattolici, agnostici, atei, protestanti, ortodossi, ebrei in tutte le varianti, musulmani, induisti, buddisti, scientologistiocomesichiamano, satanisti, seguaci di TopoGigio, adepti di Quelo, ecc. ecc. ecc.

Giuseppe

“La fede è una questione strettamente privata: bisognerebbe lasciare spazio a quegli argomenti che riguardano veramente tutti.”

Con tutto il rispetto, ma chi ha scelto questa opzione potrebbe spiegare quali sarebbero gli argomenti che riguardano veramente tutti e che pertanto sarebbero gli unici degni di essere trattati?

Il servizio pubblico dovrebbe essere svincolato il piu’ possibile dall’influenza dei partiti e garantire un minimo di pluralismo.

Matt

sicuramente le esternazioni, perlopiù farneticanti, dell’uomo in bianco affacciato al balcone non riguardano tutti.
Personalmente, nel prediligere la 4 sono andato per esclusione.
Facendo un’analisi della frase non è che rispecchi il mio pensiero, ma è quella che più vi si avvicina.

Vassilissa

Facciamo così: spazio x tutti…… ma CONTEMPORANEAMENTE!
Quindi a Porta a Porta (x es.) quando è il momento si fanno parlare cattolici, agnostici, atei, protestanti, ortodossi, ebrei in tutte le varianti, musulmani, induisti, buddisti, neopagani,testimonidigeova, scientologistiocomesichiamano, satanisti, seguaci di TopoGigio, adepti di Quelo, ecc. ecc. ecc.
carino no? 😆

Matt

😀 non male…. ma qualcuno per forza di cose resterà fuori.
Chissà quanta gente fonderebbe una nuova religione, se oltre ai benefici economici che già ne derivano, si avesse anche un’apparizione in TV!!!! Pensa a tutti quelli che fanno i provini per il grande fratello… ognuno con un nuovo credo fresco fresco da sbandierare davanti alle telecamere…… WOW!!!!
😀

RazionalMENTE.net

La nostra realtà storica ci dice che le religioni non sono un fatto privato come invece dovrebbero essere. Solo per questo motivo sceglierei la 3 anche se è la 4 che sarebbe la più giusta. La questione non è quella di trattare argomenti che riguardino tutti perché comunque non potrà mai essere così. Il punto è che la RAI, essendo servizio pubblico di uno Stato laico, non dovrebbe occuparsi di questioni religiose. Il discorso è lo stesso che riguarda l’insegnamento della religione nelle scuole o la presenza di simboli religiosi negli edifici pubblici. In RAI al massimo si dovrebbe parlare di storia delle religioni o analizzare le religioni dal punto di vista sociologico o filosofico. Niente messe, riti o trasmissioni d’indottrinamento o di culto.

nrc

La televisione pubblica dedica già degli ampi spazi televisivi alle “altre” fedi, come “Protestantesimo” a cura della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, e “Sorgente di Vita”, giornale di cultura ebraica gestito dall’UCEI: Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Non c’è invece spazio (e credo mai ci sarà) a disposizione di culture razionaliste, agnostiche, atee o laiche in generale.

La stessa matematica e la scienza sono state totalmente eliminate dai palinsesti televisivi, relegate ormai alla mera divulgazione frettolosa di TG Leonardo o alle sempre meno frequenti apparizioni di Piero Angela.

Davide

nrc, sono d’accordo. Più Angela e meno ratzinger. Chiamare però “ampi spazi” quelli dei programmi (interessanti, secondo me) da te citati, mi sembra un’esagerazione. Certo, a mediaset non se lo sognerebbero nemmeno. Certo, è meglio di niente.
Ovvio che non ci sarà spazio per culture laiche, atee o razionaliste: dire ateo in questo paese è come dire assassino, ladro, poco di buono. Io confido negli immigrati, dai ragazzi, moltiplicatevi ed estinguete gli italioti

RazionalMENTE.net

Finché il servizio pubblico RAI sarà schiavo di politici e merendine non ci sarà spazio per il razionalismo.

Occorrerebbe rendere la Rai totalmente indipendente dalla politica e dalla pubblicità.

Giuseppe

Raz:

Occorrerebbe rendere la Rai totalmente indipendente dalla politica e dalla pubblicità.

Ecco, era questo che intendevo. Mi pare che si continui a rimanere nella logica della lottizzazione e della spartitocrazia: Rai Uno a te, Rai Due a me, Rai Tre a lui…

Per ogni venti minuti di papa su rai1 almeno 5 minuti di protestantesimo e 30 secondi di testimonidigeovesimo ecc… E’ una prospettiva desolante, che da’ per scontato che l’unico modo di concepire il servizio pubblico sia quello di dividerlo in parti separate e assoggettare ciascuna ad una linea politica-editoriale monolitica e propagandistica. Voglio una Rai diversa, più libera, che non sia espressione di questo o di quel partito, di questa o di quella corrente culturale.
E’ troppo utopistico?

Aldo

“La fede è una questione strettamente privata.”
Col punto fermo in fondo alla frase, non con i due punti e quanto segue.

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