DS-gay, rapporto in crisi: anche Zan dice basta

Alessandro Zan è stato l’artefice dell’approvazione, da parte del consiglio comunale di Padova, della mozione che impegna l’amministrazione a rilasciare attestazioni di famiglia anche alle coppie di fatto (vedi Ultimissima del 5 dicembre).

È un articolo amaro, drammatico ma del tutto condivisibile quello di Alessandro Zan su Il Mattino del 30 dicembre e leggibile su Gay news, Zan: democratici di sinistra e la crisi dei diritti. È un articolo che impietosamente racconta i Ds per quello che sono, o per quello che sono diventati. Nelle loro piccole ipocrisie e nella loro mancanza di coraggio, nel loro seguire una strada di compromesso ad ogni costo sacrificando qualcosa che non ha prezzo: i diritti civili e la loro difesa. Ne riporto due passi, ma è da leggere tutto. Con l’avvertimento che è un bel pugno in pancia. Certo, meglio della schifosa ipocrisia di questi fantocci di un pensiero e di una politica di sinistra.

Credevo, e credo tuttora, che la sinistra italiana dovesse dotarsi di una sua cifra per così dire stilistica, se vogliamo evitare la parola «ideologica», che la differenziasse dalle ambiguità della Margherita, dal conformismo vaticanoide di Forza Italia. E pensavo, e penso, che il mio partito dovesse battersi contro le diseguaglianze sociali, senza cadere nel pauperismo, contro i privilegi delle categorie professionali protette senza cedere al liberismo sfrenato e contro quel perbenismo borghese della tolleranza che concede solo briciole caritatevoli ai nuovi diritti. Io non credo che la Serafini sia contro le coppie di fatto, non credo neppure che sia omofoba. Credo tuttavia che preferirebbe che le sue colleghe di partito, Pollastrini e Turco, se ne stessero zitte, evitando di dare della maggioranza di governo un’immagine zapaterista. Ciò è folle.
[…]
I Ds cementano l’alleanza con la Margherita rinunciando ai loro ideali di progresso, laicità, indipendenza e diventano solo l’edificio organizzativo del nuovo partito. I valori ce li metterà il socio debole. Non c’è più spazio per chi come me ha fatto delle battaglie per i diritti civili la propria ragion d’essere politica. Caro direttore, ringrazio la senatrice Serafini e i troppi rimasti in silenzio dinanzi alle sue dichiarazioni per avermi aiutato a capire che non è più questo il mio partito.

Post pubblicato da Chiara Lalli sul blog Bioetica

17 commenti

Gio

Che tristezza. I DS si stanno già conformando alle direttive antilibertarie del futuro Partito democratico (la nuova Democrazia cristiana).

archibald.tuttle

“preferirebbe che le sue colleghe di partito, Pollastrini e Turco, se ne stessero zitte, evitando di dare della maggioranza di governo un’immagine zapaterista. Ciò è folle.”

soprattutto considerando che i diritti alle coppie di fatto li aveva dati aznar…

Silvano Madasi

Ha scoperto l’acqua calda, e si è tolto una fetta di salame dall’occhio.

Il sistema politico della chiesa è vincente, anche con pochi voti (ma non sono pochi) tiene per le palle la coalizione

Bertinotti sembra un cane bastonato, i ds tacciono, Napoletano fa l’inchino…

Se vogliamo contrastare il potere politico della chiesa dobbiamo fare come loro: un pò nel centro-sinistra, un pò nel centro-destra.

Maurizio

stando alle parole della turco e di fassino, secondo i DS “laicità significa trovare soluzioni condivise”. Che cavolo significa, mi chiedo. quantomeno mi pare una definizione di laicità molto originale. poi mi chiedo come si possa pensare di conciliare il dogmatismo della binetti con una posizione laica.

Marco G.

“Zapaterista” è sicuramente un complimento che i DS e tutto il centrosinistra italiano non meritano. La Spagna cresce il doppio della media europea, un risultato che si riflette aritmeticamente nell’andamento dell’indice IBEX del 2006 (per cui i gay spagnoli possono considerare i loro diritti come se fossero garantiti… dalla Banca centrale!). La sinistra italiana continua a rinnegare questo epiteto e a vergognarsene, se lo facessero per un sentimento di inadeguatezza, invece di demente autolesionismo, ci potrebbe anche stare…

Giovanni

Da una parte penso che i politici italiani (di destra e di sinistra) manchino di coraggio nell’andare contro le decisioni della chiesa, dall’altra parte penso che forse non fanno altro che rispecchiare il popolo di sono (o dovrebbero essere) i rappresentanti, non penso che in Italia il cambiamento possa partire dalla politica come in Spagna se prima non ci sarà un cambiamento della società, in parte si può capire (ma non giustificare) il comportamento di un politico che non vuole schierarsi contro la choesa perchè ha paura di perdere voti col fatto che effettivamente li perderebbe per davvero (e anche tanti purtroppo). Comunque sono ottimista per il futuro, la società stà già cambiando velocemente e quando la nostra cultura sarà cambiata anche la politica si adatterà.

Marco G.

Devo ancora leggere un giornale di sinistra che dica cosa sta succedendo davvero in Spagna, Zapatero è troppo laico per i teodem di Rutelli & C. e troppo liberale per i rifondatori comunisti alla Bertinotti & C.

Maurizio

Marco G.: volevo dire: sei al corrente che c’è un partito del centrosinistra che si ispira esplicitamente e direttamente a Zapatero e Blair, sia in economia che sulle libertà etiche? Ciao

Marco G.

La prima cosa che riformerebbero in Italia Zapatero e Blair sarebbe il referendum

Maurizio

sono d’accordo, la prima cosa da riformare è il referendum. abolendo il quorum, secondo me si innescherebbe un meccanismo virtuoso per cui la politica cerca di coinvolgere i cittadini, invece di tenerli fuori e cercare di disinformarli.

la seconda riforma urgentissima, tanto quanto i referendum, è secondo me la riforma della televisione. Bisogna secondo me liberare la televisione dai partiti. Che è proprio ciò che ha fatto zapatero, e che Blair non ha avuto bisogno di fare.

una terza cosa è eliminare i finanziamenti pubblici dei partiti. I radicali ci hanno provato, con i referendum del 93, e hanno pure vinto, ma i politici hanno reintrodotto i finanziamenti pubblici con un altro nome: rimborso elettorale. se fosse un vero rimborso elettorale, il problema non esisterebbe. Però, se ti rimborsano 10 volte quello che hai speso (vedi notizia sul Corriere della Sera), non si può parlare di rimborso ma soltanto di truffa ai danni del contribuente. se si abolisse davvero il finanziamento pubblico dei partiti, ancora una volta comincerebbe quel meccanismo virtuoso per cui la politica cerca di coinvolgere i cittadini invece di tenerli fuori.

Alrogo

..il progetto politico dei Ds-Margherita non mi interessa; anzi, lo temo: è una polpetta avvelenata, pronta ad essere servita alle forze riformiste ( poche, molto poche) del paese. Ma forse è anche l’Italia che sta bene così, l’italia di chi non vuole essere toccato nei suoi privilegi assurdi, ma auspica che siano toccati gli altri..tutti a scioperare per sé ed a condannare gli scioperi delle altre categorie…questo nuovo ( ?!) soggetto politico nasce per tutelare chi “ha”, non si cura dei diritti di chi non “ha”. Se non si cambia al più presto la legge elettorale e non si garantisce il rispetto di tutte le istanze che sorgono dal paese reale, siamo destinati a decenni di DC , perché di questo si tratta.

paolo di palmanova

X Maurizio, condivido tutto. I radicali sono anche tra i pochissimi a voler togliere L’8 per mille alle religioni, a voler responsabilizzare i giudici sui loro giudizii, a voler togliere una parte dell’enorme potere economico dei sindacati, che incassano il doppio di quanto incassano i partiti, e di cui non devono presentare un bilancio come le organizzazioni religiose, a voler equiparare le garanzie dei lavoratori del sindacato, del dipendente di una organizzazione politica o religiosa, che possono essere licenziati senza giusta causa, alle garanzie di qualsiasi altro dipendente, ad aver partecipato a tutte le battaglie per i diritti civili in tutto il mondo, ad aver denunciato tra i primi, assieme a Luigi De Marchi, il gravissimo pericolo che corre il pianeta a causa dello sconsiderato aumento demografico, contro le banali idiozie del Grillo nazinale e la miopia integralista vaticana o islamica (fratelli in questo genocidio), ad aver insistito, senza mezzi, per far passare leggi più liberali sulla ricerca scientifica in tutti i campi e tante altre cose ancora. Malgrado ciò di fronte alla scheda elettorale troppi, e mi ripeto, scambiano la merda per risotto.

Don Zauker

@ Maurizio
Mettere insieme Zapatero e Blair è una cosa che poteva venire in mente soltanto ai radicali, ma cerchiamo di restare seri: uno è lo zerbino di Bush, l’altro ha una sua politica estera, uno sta finendo di distruggere quel poco di welfare state che resisteva nel Regno Unito, l’altro in Spagna lo sta potenziando, uno è andato a bombardare gli iracheni mentendo spudoratamente sulle famose armi di distruzione di massa, l’altro appena eletto (non come Prodi…) ha riportato a casa le truppe.
Riassumendo: Blair (come capita spesso anche da noi) è partito dichiarandosi di sinistra e facendo una politica di destra, Zapatero è il leader di una sinistra moderna.
Capisco che voi radicali abbiate il problema di tenere insieme un approccio ai diritti individuali di sinistra (cosa che apprezzo) e di una politica estera e economica di stampo pinochettiano, ma vi ricordo che nel resto del mondo esiste ancora chi sa destinguere destra e sinistra.

Tutto questo, naturalmente, ammettendo che sia legittimo spostare l’attenzione dall’argomento della notizia ai radicali.

Maurizio

Don zauker: Blair è famoso proprio per l’efficacia e l’innovazione dei suoi ammortizzatori sociali, il cosiddetto “welfare to work”. questi sono ammortizzatori sociali che coprono tutte le categorie di lavoratori, non solo pochi privilegiati come in Italia, e che sono vincolate all’accettazione di un lavoro, quindi impediscono il fenomeno per cui uno percepisce l’assegno di disoccupazione e nel frattempo lavora in nero; Come tu possa dire che Blair stia distruggendo il welfare è per me cosa incomprensibile. La stessa affermazione che Blair sia di destra mi pare sintomatica di una posizione patologica della sinistra italiana. cosa ci sia di destra nel produrre ammortizzatori sociali che valgono per tutti e che coprano veramente tutti, io proprio non riesco a capirlo.

sulla politica estera posso anche darti ragione, ma è chiaro che i radicali quando citano Blair non si riferiscono alla sua politica estera, cosa che è ovvia in quanto citano anche zapatero che ha una politica estera del tutto diversa. però sull’economia non capisco. ciao

Marco G.

Non mi risulta che l’attuale maggioranza abbia una proposta per riformare il referendum. Quanto all’ 8xmille (di per se’ una specie di referendum) non se ne parla mai proprio nel momento in cui se ne dovrebbe parlare (cioè da adesso fino a maggio, quando si presentano i modelli per la dichiarazione dei redditi)

Gio

Ma Fassino si renderà conto che ciò di cui abbiamo più bisogno in Italia è proprio lo zapaterismo?

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