Scuola e indottrinamento: ancora sotto torchio chi non si allinea

Desidero riproporre questo articolo, in versione leggermente ridotta e aggiornata dell’articolo pubblicato su L’ATEO n 2/2004 (31), perché ritengo che non sia mai abbastanza ribadire l’importanza di un insegnamento ad ampio raggio, utile per prevenire pregiudizi e ingiustizie. E di questi tempi, ne abbiamo bisogno. I politici asserviti al potere vaticano considerano i crocefissi come simboli “ laici” della nostra cultura; i presepi vengono imposti nelle scuole; i dirigenti scolastici invitano i docenti, tramite circolari interne, a segnalare alle famiglie attività parrocchiali; gli studenti che vorrebbero fare altro rispetto all’ora di religione cattolica continuano ad essere ignorati o discriminati…
Lo ripropongo anche per sottolineare che l’etica non è solo appannaggio delle religioni, anzi…

BATTERE IL FERRO FINCHE’ E’ CALDO

Libere riflessioni sull’indottrinamento dogmatico nell’età infantile di Rosalba Sgroia

“Maestra, esiste l’inferno? Lo sai che la notte me lo sogno? Poi mi sveglio e ho paura …”

“Tu dici che chiunque può sbagliare; non è vero, Dio non sbaglia mai”

“Ma se Dio è onnipotente perché non fa smettere le cose cattive?”

“È vero che sotto terra c’è il diavolo?”

“Se la teoria dell’evoluzione dice che l’uomo deriva dalla scimmia, allora non siamo tutti figli di Adamo ed Eva!”

Molte domande, tanti quesiti angosciosi che affollano la mente degli alunni che ho incontrato durante la mia carriera scolastica. Domande a cui non do risposte certe e univoche.
Parto allora dalla mia esperienza concreta per riflettere su alcune delicate problematiche che riguardano la formazione della personalità di un individuo, a partire dall’età infantile. Il mio non vuol essere un discorso accademico e specialistico, bensì un’espressione di una personale opinione, sicuramente sommaria, circa i condizionamenti dogmatici che possono permeare la vita di un bambino.
Avendo insegnato anche nella scuola dell’infanzia prima di approdare alle elementari, parlo di bambini che vanno dai tre ai dieci anni, che quotidianamente si interrogano sulla nostra esistenza. Partecipano con interesse alle mie lezioni di storia e di studi sociali, hanno voglia di parlare, di confidare i propri dubbi e le proprie perplessità che incontrano durante il percorso di conoscenza e lo fanno quasi in punta di piedi, come se per “certe questioni” occorresse circospezione … A volte si tratta di un semplice e puro filosofare, di una raffica di perché (come è sana consuetudine di tutti i bambini, soprattutto dei più piccoli), di una ricerca di risposte, di confronto su temi disparati; ma più frequentemente mi trovo di fronte ad asserzioni inconfutabili, certezze assolute e rivelate … Ma rivelate da chi?
Perché tanto sconcerto per aver improvvisamente intuito (a otto/nove anni) che quello di Adamo ed Eva è un mito alla stregua di altri miti sulla creazione? Come fanno a parlare di un Dio onnipotente se non lo hanno mai visto, ma che avvertono sopra le loro teste? Come fanno a sapere cosa sia l’inferno e di conseguenza ad averne paura?
Sicuramente qualcuno gliene avrà parlato e, fin qui, nulla di strano, se non fosse che chi lo ha fatto, abbia ritenuto educativo e morale far credere loro che esistano, senza ombra di dubbio, luoghi del genere ed entità soprannaturali. Suppongo sia chiaro che tale insegnamento religioso e superstizioso affondi le radici nella più tenera età di questi bambini, già a partire dall’ambiente familiare. Dire a un bambino piccolo che se fa il “cattivo” andrà all’inferno o che sotto terra c’è il diavolo, per dissuaderlo dal pasticciare col terriccio e mettersi poi le mani in bocca, risulta più semplice di qualsiasi altra spiegazione razionale e più tranquillizzante. Oppure, in senso opposto si offrono certezze per liquidare interrogativi scomodi riguardanti, ad esempio, la morte. Dire che si va in cielo o in paradiso mette “l’anima in pace” ai genitori o a chi per loro e non è scontato che ciò si dica per intima convinzione. È più probabile che queste spiegazioni derivino dal ripescaggio di antiche memorie inculcate illo tempore. Come si dice, la tradizione …
Qualcuno potrà obiettare, legittimamente, che ogni famiglia ha il diritto di educare il proprio figlio come vuole, di imprimergli i propri principi e via discorrendo. Personalmente non posso far altro che rispettare tali scelte, ma il discorso cambia quando gli effetti di queste “lezioni” ricadono sul comportamento dei bambini a scuola e di conseguenza, sulla società intera. I bambini persuasi a credere a fatti improbabili, privati della possibilità di operare scelte autonome e formulare altre ipotesi possibili, possono, a mio avviso, essere meno propensi al confronto e all’attività argomentativa e possono sviluppare una mentalità incline ai pregiudizi e alle discriminazioni, oltre che a sperimentare un senso di inquietudine che potrebbe esser loro risparmiata.
Queste e altre espressioni “bau-bau”, che qui in Italia vengono ancora utilizzate da qualcuno, sono in gran parte gli strascichi di una cultura di stampo cattolico che il nostro Paese ha conosciuto e riverito per anni e che ha soggiogato generazioni e generazioni di bambini fino a pochi decenni fa (eloquente in proposito il libro di Ernesto Rossi Pagine Anticlericali). Una cultura fondata sull’accettazione dei dogmi, sui sensi di colpa, sulla mortificazione del corpo, sulla vergogna per la sessualità e sulla limitazione della spontaneità e dell’autonomia di pensiero. Nonostante molti credenti rifiutino di ammetterlo, questi condizionamenti albergano nel profondo di se stessi e gran parte di chi ha scelto l’ateismo o l’agnosticismo ha speso molte energie per scrollarseli di dosso. L’inevitabile ribellione e la crescente consapevolezza dei danni che aveva provocato un simile indottrinamento religioso ha favorito e potenziato la ricerca psico-pedagogica consentendo un graduale miglioramento dei metodi educativi nelle scuole e, di rimando, in tutta la società.
Tutto ciò ha costretto anche la Chiesa Cattolica a rivedere la propria posizione in materia pedagogica. Per non perdere drasticamente gli educandi si è “addolcita” nei toni e nei modi. Non essendo più religione di Stato dal 1984 e non potendo più arrogarsi il diritto di obbligare gli alunni alle preghiere e al rispetto delle regole moralizzatrici nella scuola pubblica, ha ottenuto dal Concordato craxiano la possibilità di operare ugualmente con l’insegnamento facoltativo, ma a partire dalla Scuola dell’Infanzia.
Come già ho avuto modo di scrivere su L’ATEO e altrove, trovo ingannevole che l’ora di religione sia stata estesa anche a questo ordine di scuola; ora di catechismo mascherato (molto più palese nelle elementari), facoltativa sulla carta, ma resa obbligatoria di fatto, spogliata dalle tonache, ma rivestita di una morale religiosa edulcorata per giustificarne la presenza in un luogo in cui se ne potrebbe fare benissimo a meno. Il regalo è stato grande proprio perché l’infanzia è un’età estremamente appetibile per le sue caratteristiche di duttilità, di bisogno di identità e di attaccamento, ma anche un’età alla ricerca di indipendenza e che, quindi, occorre controllare e contenere. Anche gli insegnanti di religione (che devono essere fedeli) sono addestrati dalle diocesi per rendere le lezioni “innocue”, da consigliare anche ai figli di atei e di agnostici, perché si parla di “amore” e di “buoni sentimenti”. Non hanno il pudore di chiedersi se non sia superfluo un corso di religione cattolica per trattare dei temi di normale convivenza sociale già contemplati dalle programmazioni previste e attuate dai comuni insegnanti.
Si vuol far passare che la Vera Morale è quella dei religiosi. Basta sfogliare i loro libri di testo (pagati dallo Stato) per capire l’abilità con cui sono riusciti a mascherare i propri intenti catechetici. Ci sono accenni alle altre religioni, sempre sottolineando, però, l’importanza, comune a tutte, di possedere il dono della fede per aspirare alla salvezza eterna. Si sostiene che, per le religioni, siamo tutti figli di Dio e non accettare il suo messaggio significa causare guerre, violenze, ecc. La conseguenza è chiara: solo chi crede in un Essere superiore è una brava persona, degna di considerazione.
Per non apparire troppo crudeli, si dice che chi non crede in Dio non sa di essere ugualmente guidato dal Signore e che prima o poi lo incontrerà! Non si scappa. I laici, poi, sono indicati come le persone battezzate che non appartengono agli ordini religiosi, ma che partecipano alla vita della Chiesa. Mi è capitato anche di osservare i mille giochi enigmistici che l’alunno svolge sui quaderni operativi, una sorta di ricerca intellettiva per scoprire verità del tipo: “La fede non teme la scienza”, ma non si dice che spesso e volentieri la ostacola …
L’infanzia raggirata, dunque. In altre parti del mondo la situazione si complica ancora di più e tralascio, per ovvi motivi, lo sfruttamento del lavoro minorile. Non è un caso che tutte le pratiche, i riti che scaraventano i bambini ancora in fasce nei misteri delle tradizioni culturali e delle religioni si svolgano precocemente su individui inconsapevoli di ciò a cui vanno incontro. Mi riferisco ad atroci mutilazioni come l’infibulazione per le bambine, che le renderà incapaci di provare il piacere sessuale esaltando, però, quello dello sposo e quello della circoncisione per i bambini, pratica altrettanto crudele e invasiva, ma difficilmente e raramente avversata dalla società globale. Riti d’iniziazione, li chiamano! Poi c’è il battesimo cattolico, per ambo i sessi. Questo, fortunatamente, non lascia tracce nel corpo ma, a conti fatti, le lascerà nella mente degli inconsapevoli fedeli e, come iscrizione coatta, nei registri della Chiesa Cattolica. Battere il ferro finché è caldo. Occorre forgiare le personalità da subito e renderle passive, prima che sia troppo tardi.
Le mie parole possono sembrare troppo dure, ma ritengo che tale immagine evocativa possa essere trasferita in altri ambiti, non solo in quello religioso. Basta riflettere sul mondo che ci circonda, sugli spot televisivi incalzanti e martellanti, sui messaggi subliminali e plateali provenienti da più parti, sempre rivolti ai bambini: dagli hamburger, ai gadget, alle grandi firme per i piccoli consumatori … Tutto quanto avviene durante questo progressivo “modellamento” apparirà alla fine naturale, spontaneo, poiché avviene gradualmente, in un contesto che ne asseconda le finalità e la completa realizzazione. Si ritrovano così a essere paradossalmente prigionieri in una rete che alcuni adulti hanno saputo pazientemente intessere.

18 commenti

RazionalMENTE.net

L’uomo non può discendere dalla scimmia. Semmai il bambino. L’uomo è troppo grande.

Buonasera, volevo dire al mondo e a tutti gli amici di internet che in queste ore dramatoco c’e’ grossa grisi, molto egoismo, qua non sappiamo piu’ quanto noi stiamo antanto, non sappiamo più quanto noi stiamo facento su questa tera… Ti chiedi i “come mai”, i “come dove” nel mondo… Dove chi? Perché quando? Dov’è la risposta? E ti chiedi i “quasi quasi” e miagoli nel buio… ma la risposta non la devi cercare fuori, la risposta e’ dentro di te, e pero’ e’ sbagliata.

Paul

Direi che non sono parole dure, anzi, sono doverose…. a volte mi sembra che persino certi atei abbiano paura di essere tali… coraggio, e tutto cambierà….

Johnny Golgotha

Avevo un amico che, alle elementari, ammetteva di essere ateo, questo perchè il padre aveva scelto di non farlo battezzare, lasciandogli la possibilità di decidere da grande se abbracciare o meno la fede; con lui gli altri ragazzi erano capaci di gesti assurdi, anche se saltuariamente, come non parlargli durante la ricreazione, passandosi parola sentenziando “Perchè non crede in Dio”; oppure la nostra maestra stessa, che a volte lo fissava con aria comprensiva e gli diceva “Sappi che comunque C’E’ Qualcosa che ci comanda…”

Paul

Beh, credo cmq che con la maturità si stia prendendo delle belle rivincite….

Daniele Gallesio

Sai che rivincite…
…nulla può restituirci un’infanzia serena. 🙁

trotzky

Accettazione dei dogmi, sensi di colpa e vergogna della sessualità sono gli ingredienti per indottrinare i bambini e condizionarne il pensiero per sempre.
Fino a quando lo Stato laico pagherà i preti perché distruggano il pensiero laico e inculchino nella società l’assolutismo etico, le cose cambieranno molto lentamente.
La prima cosa da fare è quindi un bel referendum per l’abolizione dell’articolo sette della Costituzione o, in subordine, l’eliminazione dell’ora di religione dalle scuole pubbliche.
O ci decidiamo a farlo o siamo destinati a morire di rabbia.

Gérard

Leggendo queste cose, mi accorgo che c’è un abisso fra la scuola francese e quella italiana…

Emiliano

Noto un interessante parallelismo…
I genitori, dando fede a quanto sopra, insegnano ai bambini nozioni sull’inferno, Dio e il diavolo per sbarazzarsi di problemi difficili, come spiegare che la terra non va messa in bocca per motivi sanitari.
Allo stesso modo insegnano che si nasce dai cavoli o consegnati a domicilio dalla cicogna di dumbo…. o ancora che un ragazzo malato è solo stanco.
Posto che ormai si sia capito che mentire ai propri figli e insegnare il falso per liberarsi da questioni scomode possa essere ritenuto normale, mi chiedo tuttavia come possono definirsi cristiani genitori che usano la loro fede in questo modo, e che sfruttano i dogmi religiosi per comodità.
L’indotrinamento a volte deriva dala pigrizia quanto dalla fede, o dal conformismo.
Un grazie a mio padre per essere stato coerente con la sua laicità e non avermi propinato simili fandonie.

Emiliano

ah, già, dimenticavo…. usare la propria fede per liberarsi dei problemi non è peccato…
“Non è colpa mia se è morto quando l’ho investito, è Dio che ha deciso che la sua ora era giunta.”
…..

…..

…..

Daniele Gallesio

x Trotzky

Penso che il referendum per l’abolizione dei trattati internazionali non sia costituzionalmente ammissibile.

Ma, soprattutto, mi sa che se facessimo il referendum per abolire i Patti Lateranensi lo perderemmo.
Non andrebbero alle urne nemmeno il 30% degli aventi diritto.

L’italiano medio se ne frega… pensa che la cosa non lo riguardi direttamente.

Come il referendum abrogativo della legge 40 che fra gli astenuti ha contato (oltre alle “astensioni attive” che avevano lo scopo di far mancare il quorum) molte “astensioni menefreghiste” del tipo cosa me ne frega a me della fecondazione, tanto i miei 3 figli li ho già avuti e per averne altri è tardi: non alzo nemmeno il culo dalla sedia x andare a votare…

Vassilissa

“Leggendo queste cose, mi accorgo che c’è un abisso fra la scuola francese e quella italiana…”
E pensa Gérard che sta parlando di scuola pubblica, non confessionale…figurati quella!
In francia la laicità dello stato è una cosa seria, qui siamo sempre a tarallucci e vino.

Emiliano

Confermo… la Francia è certamente molto più avanti di noi… C’è da dire che se la santa sede fosse rimasta ad Avignone invece che ritornare a Roma forse la situazione sarebbe diversa.

Daniele Gallesio

Infatti io da anni avanzo la proposta di uno “scambio alla pari” fra Italia e Francia: loro ci restituiscono Nizza e la Corsica e noi restituiamo loro il Papa!!! 😀

Mi sembra equo, no?

Gérard

Att. Daniele Gallesio
Bisognava restituircelo prima, verso il 1789… Avrebbe probabilmente fatto la fine di Luigi XVI e Maria Antonietta ….

Att. Vassilissa
E in fatti parlavo della scuola pubblica ( che in Francia chiamiamo la scuola laica ) Sia alla scuola materna che alla scuola dell’obligo, non ho mai sentito parlare di Dio o di religione… e nemmeno visto un presepio….
Il livello delle scuole religiose ( poco difuse ) era di gran lunga molto inferiore a quello delle scuole laiche . Perciò la maggioranza delle madri anche praticanti preferivano affidare le loro prole ai maestri o maestre laiche .

Roberto Grendene

# trotzky scrive:
«La prima cosa da fare è quindi un bel referendum per l’abolizione dell’articolo sette della Costituzione»

Non si puo’ fare un referendum per abrogare parti della costitizione.
Si possono fare i referendum abrogativi solo per le normali leggi.
Deve essere il parlamento a intervenire, con maggioranze schiaccianti e lungo iter di revisione costitizionale

«o, in subordine, l’eliminazione dell’ora di religione dalle scuole pubbliche»

L’IRC fa parte del Condordato, ossia art. 7 della costitizione.
Niente da fare anche in questo caso: ci vogliono i parlamentari.
Sta a noi sollecitarli perche’ lo facciano.

Ciao

Damiano

Questo spiega perchè ci tengono tanto alle “radici cristiane” nella costituzione europea….

Vassilissa

Pare che anche in italia la qualità dell’insegnamento neele scuole private/confessionali sia inferiore, ma da noi vige il “senso di appartenenza” e non un sano pragmatismo.

Commenti chiusi.