No, non è vero che il dolore è una grazia di Dio

Caro Direttore, un’errata interpretazione del vangelo, ha fatto diffondere l’aberrante credenza che il dolore degli uomini sia quasi una grazia di Dio (cf Lettera Apostolica Salvifici doloris, di Giovanni Paolo II). Così è avvenuto che perfetti cristiani siano rimasti del tutto indifferenti ai lamenti fiochi (la voce l’avevano persa a causa delle torture) di donne messe al rogo per aver confessato d’essersi accoppiate col diavolo; indifferenti alle carneficine al tempo delle sante crociate; indifferenti alla sofferenza di tutte le vittime sacrificate in nome di Dio. E così accade ancora oggi che la sofferenza di un malato tenuto in vita contro la sua volontà con apparecchiature sofisticate, lasci indifferenti perfetti cristiani. Ieri sera, nella trasmissione Primo piano (12 dicembre) un filosofo cristiano giocava persino sulle parole: “Nessuno può ordinare ad una persona di uccidere un’altra persona”, ha affermato con il solito sconcertante candore, Rocco Buttiglione. Eppure dovrebbe ben sapere che tra aiutare a morire, procurare la morte a colui che la invoca disperatamente, e “uccidere” (toglier la vita con mezzi violenti, secondo il Devoto – Oli), chi non desidera affatto morire, c’è un abisso. Ugualmente quel verbo: ordinare, che senso ha in simile contesto? E poi non è vero. Esistono casi in cui chi toglie la vita ad un suo simile, obbedisce ad un preciso ordine. I soldati in guerra; le forze dell’ordine, ecc. E’ la necessità (solo la necessità) che può rendere lecito il ricorso ad un mezzo oggettivamente cattivo per il raggiungimento di un fine buono. Nel caso dell’eutanasia, o dell’interruzione dell’accanimento terapeutico, il mezzo “cattivo” è giustificato dalla necessità, qualora non esistano altre vie percorribili, di porre termine a sofferenze insopportabili.

La lettera di Renato Pierri è stata pubblicata su Liberazione

8 commenti

Nicola

Piccola riflessione.
Cattivo è tenere in vita una persona contro la sua volontà costringendola a vivere in condizioni di sofferenza inacetibili. Il poveretto dovrebbe ringraziare Dio per il dono della sofferenza? Da ridere. Dio se devi dare questo splendido dono a qualcuno non guardare me, ne faccio volentieri a meno, guarda i perfetti cristiani e premia loro ne saranno felici io invece ti coprirei d’insulti.

alessandro pedroni

Bisognerebbe chiedere ai sederini dei salesiani che vengono “marocchinati” da decenni cosa sia il dolore…..propongo una pensione per loro!

giovanni

Io per un semplice mal di denti rivolgo a DIO questo GENTILE pensiero:
D.. C..E, P…O D.O ; STRAM…… F.IO DI GRAND…..MA PU….NA, D.O M……LE.
Mi immagino colei o colui che ha per esempio un tumore quanto gradisce soffrire, come deve essere felice che DIO l’abbia scelto per ripetere le sofferenze di suo figlio (che è lui stesso) che lui stesso ha condannato a morte dando la colpa agli altri esseri umani.
Carissimo DIO quando devi salire sul banco degli imputati per l’accusa di FIGLICIDIO?

gianni

secondo me l’approccio religioso è sbagliato, perchè volendo anche ammettere che sia vero quanto detto dalla religione, ognuno poi farà i conti con un eventuale sommo giudice nell’aldilà, ma nell’aldiquà c’è il tanto decantato libero arbitrio, e che ce lo lascino usare e se bruceremo all’inferno saranno affari nostri e non del papa o di buttiglione

giops

“Nessuno può ordinare ad una persona di uccidere un’altra persona”, ha affermato con il solito sconcertante candore, Rocco Buttiglione.
Ho visto quel confronto a Primo Piano, continuava a ripeterla come un disco rotto, non riusciva ad argomentare un bel niente. A parte la frase in sè, non ha fatto una bella figura.

Lorenzo L. Gallo

Attenzione: è importante distinguere, all’interno del mondo cattolico, i folli integralisti (che preferiscono far nascere i propri figli con raccapriccianti handicap pur di non praticare l’aborto e far morire i propri cari negli spasmi delle agonie più strazianti per avversare l’eutanasia) e la gran massa dei cattolici e dei cristiani, che in simili situazioni approvano risposte più coerenti con il senso comune… non fate di tutta l’erba “un fascio” (in questo caso, un “fascio-clericale”)!
Tra i miei conoscenti, ci sono numerosi cattolici che divorziano, abortiscono, convivono, fanno sesso extramatrimoniale, rubano, dicono falsa testimonianza e insomma sembra che ci si mettano d’impegno per infrangere tutti e 10 comandamenti. Poi ogni tanto la domenica vanno a messa e si sciaquano la coscienza.
A volte mi viene il dubbio che i veri atei – quelli che hanno capito tutto della vita – siano loro, che hanno tutti i nostri vantaggi senza lo stigma sociale (che al sud, dove vivo, può essere pesante).

Silvia Viterbo

Lorenzo Gallo ha ragione nel ricordare che i cattolici italiani hanno dei costumi di vita molto laicizzati… ma poi perché sono così conservatori quando si tratta di andare a votare?

Commenti chiusi.