Monaci buddhisti riuniti a Hong Kong per le anime dei polli

Secondo l’Agence France-Presse, monaci buddhisti da tutta l’Asia si sarebbero riuniti al monastero Po Lin di Hong Kong per pregare per le anime dei polli e anatre uccisi per evitare l’estendersi della peste aviaria o “influenza dei polli”. Più di 120 milioni dei volatili sono stati soppressi finora per bloccare il contagio.

Fonte: AFP 

Traduzione a cura di Essential News 

19 commenti

Franco Siccardi

Quanti sono invece i “polli” che credono in queste scemenze???

Ela

Ma intanto, a differenza d’altri, non vanno a “interferire” con chi non la pensa come loro…

Domenico Faro

Finalmente una notizia sul buddismo vero. In occidente non arrivamano mai le stronzate che combinano e si continua a rimanere affascinati da un mondo di silenzio, di meditazione, di illuminata saggezza….

Daniele Gallesio

Saranno stronzate, ma finché si limitano a pregare non mi danno alcun fastidio.
Per me potrebbero pregare anche per i moscerini che si spiaccicano sulle auto in autostrada.

Sono quelli che rompono le scatole agli infedeli che mi danno fastidio.

Nam-Myoho-Renge-Kyo a tutti 🙂

davide

a Domenico Faro
Finalmente una notizia sul buddismo vero. In occidente non arrivamano mai le stronzate che combinano e si continua a rimanere affascinati da un mondo di silenzio, di meditazione, di illuminata saggezza.
non tenderei molto a concordare su quanto hai scritto perchè da quanto ho studiato del buddismo sono proprio il silenzio, la meditazione, un sereno equilibrio interiore tra tutte le proprie forze vitali i fondamenti del buddismo. Questo infatti, spero che su questo tu sia d’accordo con me, per il suo puntare molto sull’individuo e sul suo cammino personale per giungere all’illuminazione (il dalai lama neanche tanti anni fa affermava che ognuno può essere un buddha) è come minimo miliardi di volte meglio di chi non lascia altre possibilità di realizzazione di sè all’infuori del seguire ciò che lui dice. La frase:”Io sono la via, la verità e la vita, chiunque ha visto me ha visto il Padre” credo sia un’ottima indicazione su chi mi sto riferendo

Daniele Gallesio

Che io sappia anche secondo la dottrina buddhista attuale la buddhità è una condizione raggiungibile da chiunque.

Quello a cui normalmente ci si riferisce chiamandolo “Buddha” per antonomasia (ovvero Siddarta Gautama, detto anche Shakiamuni) viene più correttamente definito negli ambienti buddhisti come “Il Buddha Storico”, che non è stato né il primo né l’ultimo buddha, ma solo il più famoso.

Daniele

Mi spiace leggere tali commenti in un sito dove le persone dovrebbero pensare con la propria testa…
Non avreste battuto ciglio se tali persone pregassero per le anime di uomini…
Per quanto mi riguarda mi fa soffrire terribilmente saper di tutti questi esseri viventi e senzienti sterminati a causa dell’uomo…

Daniele Gallesio

Mah… Guarda omonimo,

la mia testa mi dice che pregare è inutile per qualsiasi cosa si preghi.

Dopodiché mi dice anche che la vita di un uomo, per un uomo, ha un valore diverso dalla vita di un pollo.
Così come la vita di un pollo, per un pollo, ha un valore diverso dalla vita di un lombrico.

Ora si dà il caso che a me siano molto più simpatici i lombrichi dei polli, e mi fa soffrire terribilmente che tanti lombrichi siano sterminati a causa dei polli…

Daniele Gallesio

Oh, poi se la tua testa ti dice diversamente… dimmi pure che non sei d’accordo, ma non dirmi che pensare con la mia testa significa pensarla come te. 😉

Daniele

caro Daniele,
non sto assolutamente dicendo che devi pensarla come me, ci mancherebbe
e nemmeno che pregare serva a qualcosa
difendo semplicemente la sensibilita’ dei monaci buddhisti che si rendono conto di come noi uomini pecchiamo (non nel senso cattolico del termine) di delirio di onnipotenza, credendo che tutto cio’ che sta sulla Terra sia di nostro esclusivo possesso (e questo, pensateci, e’ un retaggio cristiano… perche’ se ognuno cercasse di capire qual e’ la differenza tra un pollo e un gatto, nessuno saprebbe dare una risposta razionale che non sia “nessuna differenza”)

Daniele Gallesio

La differenza fra un pollo e un gatto in parte è meramente culturale.
Il gatto si è affermato da noi come animale “da affezione”, il pollo come animale da mangiare.

In parte anche biologico-evolutiva.
Io vedo empiricamente meno distanza fra uomo e gatto che non fra uomo e pollo sul piano dell’affettività e del comportamento emotivo.

L’uomo è un animale, siamo d’accordo.
Però dire che è un animale come gli altri sarebbe retorica.

Forse è l’unico animale che soffre di delirio di onnipotenza, ma solo perché è l’unico animale che ha sviluppato l’autocoscienza dei propri pensieri.
Il gatto non pensa di essere onnipotente non perché sia umile, ma perché non è biologicamente in grado di farlo.

Non penso nemmeno che l’uomo sia l’animale più cattivo, né l’unico animale a non far parte della natura.
Non so perché se un gatto mangia un topo ciò è “naturale”, se un uomo mangia un pollo è “crudele”.

L’uomo è l’animale che più ha modificato l’ambiente (e non sempre in peggio), ma non perché gli altri animali siano più umili o più ecologisti: solo perché gli altri animali non sono stati in grado di sviluppare le nostre tecnologie.

La diga di un castoro ha meno impatto ambientale di una diga dell’ENEL, solo perché il castoro non è in grado di fare una diga così grande.

Insomma.
Gli altri animali sono meno evoluti di noi. Ciò ha i suoi pregi (minore impatto ambientale, assenza di gatti-prete…) e i suoi difetti (se un gatto sta male lo porti dal gatto-veterinario?).

Daniele

Scusa ma mi sembra un discorso un po’ campato in aria e costruito apposta per crearsi delle scuse per i nostri comportamenti…
La situazione ecologica attuale e’ sotto gli occhi di tutti, se poi vogliamo coprirceli per non vederla e’ un’altro discorso, e quindi evito di sprecare fiato…
Poi, dal mio personalissimo punti di vista, io vedo la nostra evoluzione e quindi la conquista della razionalita’ non come motivo per fare quello che vogliamo, ma proprio per pensare in maniera raizonale a cosa facciamo e a quali sono le conseguenze…
Dire che facciamo dighe enormi solo perche’ un castoro se fosse come noi le farebbe mi sembra davvero ipocrita…
Gli animali non umani fanno parte della Natura e si autoregolano, le malattie esistono certo, e se un gatto selvatico sta male muore, ma questo fa parte del ciclo vitale…
L’asfalto che spargiamo in giro se permetti no, non ne fa parte, e nemmeno tutte quelle cose che ci causano malattie….
E sicuramente non fa parte della natura (e non lo reputo ne’ morale ne’ umano) un pollaio enorme dove ogni pollo ha a disposizione meno di mezzo metro quadro per vivere, e QUESTO e solo QUESTO causano danni come l’aviaria (e se non ci credete e ne avete lo stomaco entrate in un pollaio intensivo e lo vedrete con i vostri occhi)

Se poi credi che il fatto che non esistano medici in natura (o gatto.medici) sia un difetto, mi sa che non hai ben chiaro che la Natura ha sempre funzionato benissimo fino a che l’uomo non si e’ messo a remare contro e, soprattutto, che molti dei nostri problemi di salute odierni sono causati proprio dalle cosiddette medicine, vaccini, e intrugli vari che ci iniettano fin da piccoli….

Per me essere razionale (e non credere piu’ in dio come un allocco) vuol dire anche non credere (come un dogma) a tutto quello che mi si racconta solo per tradizione, modo di fare, pubblicita’, condizionamenti vari e chi piu’ ne ha…

Daniele Gallesio

«mi sa che non hai ben chiaro che la Natura ha sempre funzionato benissimo fino a che l’uomo non si e’ messo a remare contro»

Mhh… allora è questo il peccato originale causa di tutti i mali?
Allora sarebbe un bene la nostra estinzione.

Tu che ce l’hai così chiaro, come fai a dire che finché l’uomo non era evoluto tutto funzionava alla perfezione?
Su quali dati ti basi?

E, soprattutto, come era definito il concetto di “funzionare benissimo” nella natura selvaggia?
Semplicemente come la conservazione dell’equilibrio?
Allora come si sono estinti i dinosauri?
Colpa dell’uomo anche quello?

Le variazioni del clima che portarono dalla glaciazione alla sua fine furono colpa delle emissioni dell’uomo anche quelle?

Ok, l’uomo ha sull’ambiente un impatto enorme, ma non assoluto.
Possiamo controllare molte variabili, ma non tutte le variabili.

Per essere uno che accusa l’umanità di delirio di onnipotenza, mi sembra che tu abbia una visione del mondo un po’ troppo antropocentrica.

Daniele Gallesio

«Gli animali non umani fanno parte della Natura e si autoregolano, le malattie esistono certo, e se un gatto selvatico sta male muore, ma questo fa parte del ciclo vitale…
L’asfalto che spargiamo in giro se permetti no, non ne fa parte, e nemmeno tutte quelle cose che ci causano malattie….»

Perché gli animali non umani fanno parte della natura e gli umani no?
Perché i manufatti dell’uomo non fanno parte della natura e quelli del castoro o delle formiche sì?

Perché una moria dei lupi dovuta alla sovrappopolazione che causa malattie per troppa promisquità e contatto con le altrui feci è la natura che si autoregola per far fronte alla sovrappopolazione, e fa parte del ciclo vitale…
…mentre una moria di umani dovuti alla tecnologizzazione che sparge veleni è un evento non facente parte della natura?

In una macro-visione della natura che sembra perscindere dal particolare per guardare al globale, il fatto che su un piccolo pianeta di una piccola stella una determinata specie causa uno squilibrio tale da autodistruggersi non potrebbe essere visto anch’esso come la natura che si autoregola eliminando alla radice la causa della perturbazione del suo equlibrio?

RazionalMENTE.net

I buddisti credono alla reincarnazione, quindi se qualcuno mangia un pollo, potrebbe inavvertitamente mangiare un essere umano che è in viaggio verso il Nirvana!! Ecco perché pregano per le anime dei polli.

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