Carta dei valori, malcontento nella Consulta

C’è malcontento nella Consulta per l’Islam italiano, dopo la prima riunione al Viminale con il Comitato di esperti chiamato dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ad elaborare una Carta dei valori, della cittadinanza e dell’integrazione allargata a tutti gli stranieri che intendono stabilirsi in Italia. Nel corso dell’incontro – al quale non ha partecipato il presidente dell’Ucoii, Nour Dachan – i cinque professori (Roberta Aluffi Beck Peccoz, Carlo Cardia, Khaled Fouad Allam, Adnane Mokrani, Francesco Zannini), secondo quanto si è appreso, hanno sottoposto all’attenzione della Consulta un documento di tre pagine con i principi che dovrebbero essere enunciati nella Carta dei valori. Sono suddivisi in grandi aree riguardanti immigrazione e cittadinanza, laicità, persone e famiglia. Tutti temi fondanti e importanti che verranno discussi dagli interessati. Tra 15 giorni ci sarà un nuovo incontro tra Consulta ed esperti nel quale cominceranno ad essere affrontati i punti in discussione. L’obiettivo è presentare una Carta al ministro entro il prossimo aprile. Ma l’incontro di sabato ha lasciato insoddisfatti alcuni componenti della Consulta. Ieri hanno espresso critiche il vice presidente della Coreis (Comunità religiosa islamica), Sergio Yahya Pallavicini e la presidente dell’Acmid (Associazione delle donne marocchine in Italia), Souad Sbai. «Io – ha spiegato Pallavicini – ho chiesto esplicitamente al ministro, attraverso i due funzionari del Viminale presenti ieri, di continuare a farci discutere, in parallelo con la Carta dei valori, delle priorità concrete dell’Islam italiano: scuole, moschee, velo, rapporti uomo-donna, educazione. Dobbiamo – ha sottolineato – riprendere a parlare degli obiettivi per i quali la Consulta è stata costituita: è assurdo coinvolgerla soltanto nell’elaborazione di questa Carta che rischia di accomunare l’Islam italiano a gruppi etnici stranieri o a minoranze religiose con non hanno ottenuto un’intesa con lo Stato italiano oppure non hanno una rappresentanza riconosciuta». Da parte sua, Souad Sbai ha espresso «stupore ed amarezza mia personale e di altri membri della Consulta per un inaspettato cambiamento di obiettivi e di ruoli che mortificano il significato della nostra presenza e delle nostre proposte all’interno di un organismo al quale abbiamo sempre offerto la nostra collaborazione con passione, impegno e spirito di servizio». […]

Fonte: Gazzettino.it