Nicaragua, sull’aborto vergognoso gioco elettorale

Alla fine l’hanno fatto. Per tutta la giornata, i movimenti della società civile che chiedevano ai deputati di non penalizzare l’aborto terapeutico, avevano presidiato la Asamblea Nacional. Da alcuni giorni, forse però un po’ in ritardo, numerose associazioni di medici, Ong nazionali e internazionali, la Procura per la Difesa dei Diritti Umani (PDDH), organismi di una certa rilevanza come Unicef, Save the Children, CEDAW delle Nazioni Unite e la stessa Ministra della sanità, avevano chiesto la sospensione della votazione e che per lo meno i deputati non prendessero una decisione così importante in un periodo preelettorale e senza aver minimamente ascoltato il parere della comunità medica e scientifica. Fino ad oggi, infatti, gli unici interlocutori sono stati i membri dei gruppi anti abortisti e soprattutto, la gerarchia della Chiesa cattolica ed il settore evangelico, che hanno lanciato una vera e propria crociata, approfittando della vicinanza al voto e della disperata ricerca dei loro favori da parte della maggior parte dei partiti in lizza. Dentro la Asamblea solo i movimenti anti abortisti – Fuori, sotto il sole, la protesta della società civile […] Secondo la Red de Mujeres contra la Violencia e i gruppi che hanno protestato contro la penalizzazione dell’aborto terapeutico “è difficile immaginare che si voglia condannare a morte una bambina di dieci anni violentata e messa incinta o una donna di 40 anni incinta con tumore cervico-uterino. Eliminare la figura dell’aborto terapeutico vuole dire proprio questo. Dire che i progressi scientifici eliminano la necessità dell’aborto terapeutico è come voler nascondere il sole con un dito. Nonostante esistano cure mediche che riducano i rischi e che qualche donna voglia continuare con la maternità, la cruda realtà è che queste cure sono carissime e sono fuori dalla portata della maggior parte delle donne nicaraguensi. Sono fortunate quelle donne che potranno curarsi, ma se non possono hanno solo due possibilità: continuare la gravidanza a rischio o fare un aborto clandestino. Entrambe le opzioni possono causare loro la morte”. Nonostante il parere contrario della comunità medica, di buona parte della società civile e delle organizzazioni nazionali ed internazionali, 52 deputati del Frente Sandinista (FSLN), del Partido Liberal Constitucionalista (PLC), della Alianza Liberal Nicaraguense (ALN), di Camino Cristiano (CCN) e degli Azul y Blanco, hanno votato la riforma degli articoli 162-163-164 e 165 dell’attuale Codice Penale, eliminando qualsiasi forma di aborto in Nicaragua. All’interno della Asamblea Nacional sono stati fatti entrare solo i membri dei Movimenti anti abortisti, che hanno coreato ed applaudito tutti gli interventi dei deputati e la votazione finale. Fuori, sotto un sole cocente, i movimenti che avevano presidiato la Asamblea durante tutta la notte. […]

Fonte: Peacelink

3 commenti

Stefano

La situazione di degrado culturale che la Chiesa ha contribuito a portare in quei territori è terrificante.

ignazio

Io non vedo molta differenza con ciò che è successo in Italia circa la Legge sulla procreazione assistita.
Se la legge italiana sull’aborto fosse in approvazione in questi tempi … penso che il risultato sarebbe identico a quello del Nicaragua.
(Vedi anche l’attuale discussione sull’eutanasia)

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