Ora di religione: discriminazione di fatto

Messaggio inviato alla nostra associazione   

Gentile UAAR,

nel momento in cui abbiamo preso la decisione di lasciare il nord Europa e di tornare a vivere in Italia con la nostra bambina avevamo presenti le problematiche che avremo avuto per il nostro essere due genitori agnostici con una figlia non battezzata. Abitiamo in una piccolissima comunità, fortemente cattolica e rigidamente legata alle sue tradizioni ed ai suoi rituali. Nostra figlia ha iniziato nel settembre del 2005 a frequentare la scuola materna comunale, al momento dell’iscrizione abbiamo espresso la nostra volontà di non avvalerci dell’insegnamento della religione cattolica. In assenza di un’attività alternativa ed essendo gli unici genitori dell’intero istituto (scuole elementari comprese) ad avere espresso tale volontà ci è stato comunicato  che 2 volte la settimana nel bel mezzo della mattinata avremo dovuto prendere nostra figlia da scuola per riportarla al termine della lezione di religione. Questa possibilità si è rilevata incompatibile con i nostri impegni lavorativi e così nostra figlia ha frequentato l’ora di religione per l’intero anno. L’insegnamento della religione cattolica si protrae anche al di fuori dell’ora di religione, ad. es. i bambini devono fare il segno della croce e la preghiera prima di pranzo, essendo mia figlia l’unica a non saperlo fare le maestre si sono prontamente impegnate affinchè imparasse a farlo correttamente, considerando il suo non sapere pregare come si deve  come un elemento potenzialmente discriminante. Avrebbero potuto cogliere l’occasione per spiegare ai bambini che esistono diverse visioni del mondo e della divinità, tutte degne dello stesso rispetto. Io non credo che le insegnanti siano tutte cattoliche, è come se avessero paura di cambiare o di affrontare queste situazioni nuove, diverse e minoritarie. Mi sento profondamente turbata, la comunità esterna rappresenta un forte elemento di disturbo su questo campo tra me e mia figlia. Ho paura che una volta alle scuole elementari voglia fare la prima comunione e il battesimo, perchè lo fanno tutti. Ho paura di non essere abbastanza convincente o per lo meno non quanto lo sono le maestre o le catechiste che con le loro canzoncine e i loro disegni riescono e forse riusciranno a catturare la sua curiosità. Vorrei essere più informata su come un genitore agnostico possa comunicare,  spiegare a un bambino che vive in una comunità cattolica la validità della propria scelta.

Come convincerla ad essere l’unica a non andare al catechismo, a non volere l’abito elegante e l ‘assurda festa della prima comunione? Vorrei evitare posizioni impositive e intransigenti, perchè potrebbero scatenare la reazione contraria.

Grazie per il vostro tempo e cordiali saluti,

Lettera firmata

 

Gentile Signora,
ho letto la sua bellissima e accorata lettera con molta attenzione e con relativo turbamento, tale da non poter procrastinare la mia risposta. Come insegnante di scuola Elementare ( prima anche della Materna) e come madre non posso che indignarmi di fronte a questi soprusiche minano alle fondamenta della dignità di una persona. Le rispondo io in quanto responsabile del Progetto ora alternativa
www.oraalternativa.it, iniziativa nata proprio per aiutare tutte le persone come lei, tutti i bambini e ragazzi discriminati perché non cattolici, oppure, non conformi ad una “consuetudine” di maggioranza. L’UAAR, aspettando di diventare Associazione di Promozione Sociale e quindi in attesa di poter difendere legalmente i diritti degli atei e degli agnostici, seguendo direttamente i casi, senza mettere a repentaglio i singoli, sta cercando di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica attraverso varie campagne e questa sulla scuola è una di quelle, e a mio avviso, la più importante.
Di fronte  all’illegalità sfacciata, all’ottusità e al conformismo di queste persone, da lei ben descritte, il singolo che si ribella diventa subito lo zimbello del paese, il capro espiatorio e il diverso da ammansire, da zittire. Capisco quindi il
suo intento di agire sulla capacità critica di sua figlia e sul modo in cui la bambina possa imparare ad accettare di non uniformarsi pedissequamente alle richieste e abitudini della comunità. Il compito assegnato a genitori come voi, in quel contesto assurdo, ma purtroppo non raro nel nostro Paese, è molto arduo, ma occorre impegnarsi.
Potrebbe iniziare da subito a parlare semplicemente di come ogni persona sia diversa dall’altra, a partire dalle caratteristiche fisiche; potrebbe inventarsi dei giochini, guardarsi allo specchio  e scoprire tutte le differenze del volto. Poi iniziare a farle notare che, al di là delle apparenze e differenze ci sono dei tratti e comportamenti comuni a tutti: es, il pianto, la risata, il mangiare, il camminare ecc…
Far capire alla bambina che ogni persona, anche se piange come un’altra, magari lo fa per motivi diversi, come ogni persona mangia, preferisce un cibo anzicché un altro e così via. Anche per ciò che riguarda altro tipo di scelte non tutti la pensano alla stessa maniera e dover per forza fare sempre e comunque ciò che fanno gli altri non è giusto in assoluto.
Il cammino è molto lungo, ma occorre iniziare da subito a discutere di queste cose. 
Quando arriverà alla terza elementare, quando si dovrà affrontare il nocciolo duro del catechismo, spieghi alla bambina, semplicemente, le ragioni delle sue perplessità, le ponga la prospettiva, di cosa comporta frequentare due anni di catechismo, andare ogni domenica a messa,  senza suscitare terrore ovviamente, ma con spirito critico. Magari può proporle un’alternativa , magari un corso di danza o ciò che preferisce, e quando gli altri arriveranno al “fatidico giorno”, può proporle un viaggio di due giorni a Gardaland o in un posto di suo gradimento.
Nel frattempo discuta pure dell’esistenza di altre religioni o concezioni del mondo e non si preoccupi di non essere all’altezza. La sua lettera mi ha dimostrato una grande sensibilità e questo è un punto a suo favore.
Io vivo a Roma e le cose sono molto diverse e con le mie figlie il discorso ha funzionato, ma ancora  in certi frangenti e ambienti  ho constatato una ristrettezza mentale che porta alla discriminazione e anche nella mia classe ho lavorato su questi temi.
 
Un cordiale saluto e non esiti a ricontattarci.
Rosalba Sgroia

Responsabile Progetto Ora alternativa
info@oraalternativa.it 
                      

     

55 commenti

guido giachetti

La gente comune crogiolandosi nellasua ignoranza banalizza importanti temi discussi da secoli iniziando il bambino alla attività religiosa. Il bambino non deve essere battezzato iniziato o incoraggiato a qualsiaisi credo o religione poichè è ancora incline a credere in qualsisi fantasticheria dalle fiabe all’esistenza di Babbo Natale e ancora all’esistenza di Dio. Battezzare il figlio appena nato è un evidente violazione alla libertà religiosa del ragazzo ma passa fin troppo spesso per una cosa naturale e automatica dopo la nascita di un bambino.
Il catechismo, la comunione e l’ ora di religione sono poi dannossissime e debbono essere evitate poichè il bambino trova la comunione utile perchè riceve regali, il catechismo utile per il gioco che il prete gli lascia fare e l’ora di religione perchè di religione se ne fa ben poca. Inizia così il lavaggio del cervello. Non battezzate vostro figlio! Lasciatelo libero di sciegliere a quale credo aderire quando sarà ormai maggiorenne e in grado di capire. La bigotteria della società moderami lascia stupito. Quando andavo alle scuole elementari (ora nel 2006 sono in terza media) ero l’unico a “non avvalersi” dell’ora di religione. Tuttavia (forse anche grazie alle insegnanti per nulla bigotte) ho avuto la presenza di spirito di capire chi era davvero ad aver bisogno di compassione. Andavo fiero di non fare religione poichè sapevo di avere una libertà in più di cui gli altri nemmeno si rendevano conto di essere private.
Consiglio a i genitori della ragazza di affinare le capacita crite logiche e intellettuali della bambina in modo che riesca a cavarsela in questa società di bigotti in cui solo la nostra intelligenza può guidarci.

Luciano Bellomo

Io non ho combattuto inultimente contro le consuetidini, più che la fede. Adesso vedo che i miei figli che hanno 12 e 17 anni, che sono stati battezzati (non perchè io volessi), che hanno fatto la prima comunione, adesso non fanno l’ora di religione, non frequentano più l’oratorio. Hanno provato a stare vicino ai cattolici ed evidentemente non gli sono piaciuti. Poi io senza costringerli o dirgli che avevo ragione io, gli ho parlato delle mie idee e del modo di vedere le cose da non credenti. Non sò se diventeranno atei o credenti, ma almeno hanno avuto la possibilità di sapere che ci sono delle alternative! La scelta spetta a loro non a me!

RazionalMENTE.net

Penso che ai figli, anche piccoli, sia importante parlare, con molta disinvoltura e sincerità senza ovviamente spaventarli. Bimbo informato, mezzo salvato.

Efesto

La massa “cattolica perchè lo fanno tutti” è a mio parere il basamento fondante della cristianità occidentale.

Anche io ho avuto una lunga storia di religiosità imposta dal costume, sono infatti battezzato, ho fatto la prima comunione e la cresima.

ma questi sacramenti non hanno mai avuto valore, per quanto possa essere stato influenzato dai genitori, prete, insegnanti, il vero motivo del perchè facessi quelle sceneggiate è sempre stato la paura di “apparire diverso”.
tutto il castello di carte è crollato quando ho smesso di importarmene di cosa pensasse la gente.

Bisogna insistere per portare il libero pensiero laddove il pensiero è uniformato alla massa, allora potremo dirci soddisfatti, perchè il resto accadrà da se’

dav80

Vorrei dire a Luciano, che “combattere contro le consuetudini” non è affatto inutile. Non a caso Benedetto 16 non si stanca di ricordarci che a lui non importa se siamo credenti basta che ci comportiamo come tali.
Io lo so bene: sono cresciuto come “non battezzato” in un piccolo paese, e ho sofferto per questo, i miei genitori nel “lasciarmi libero di scegliere” non hanno fatto altro che lasciarmi solo a sopportare le pressioni di tante “anime pie”, parenti e insegnanti che non vedevano l’ora di salvare la mia anima.
Solo grazie alla mia pigrizia non mi sono battezzato “per mia scelta” cosa di cui mi sarei pentito e vergognato per sempre.
Per questo dico che nell’educare i propri figli non bisogna rinunciare alle proprie idee, specie se ci sono altri pronti a sostituirle con le loro.

cartman666

Io credo che i bambini,quando sono propensi x fare comunione e cresima,e’ appunto per ricevere regali, all’epoca hanno fregato cosi’ pure me,pero’ sono convinto che i genitori possano facilmente convincerli,con la promessa di un regalo, senza la prospettiva di frequentare scocciantissimi cathechismi, e altrettanto scocciantissime messe!

dueeduequattro

Credo che l’esperienza del Signor Bellomo insegni: Avete, genitori, la possibilità di percorrerla praticamente uguale:
Ora la vostra bimba ha ereditato da voi una visione della vita da agnostica… fatele avere, in libertà e con la critica che si augura il buon Giachetti, anche l’altra visione che le maestre le possono dare.
Alla bimba auguro di avere la stessa forza proprio di Giachetti, che ha saputo scegliere strafregandosene degli altri. Bravo Giachetti, anche quando eri alle elementari!
…e magari, se capirà l’importanza della Prima Comunione, non andrà a farla per ricevere i regali, proprio come farebbe Giachetti!

rosalba sgroia

mia figlia di 8 anni, terza elementare: ” Mamma le mie amiche hanno iniziato si da ora a dire che devono fare la comunione, non la finiscono più! Prima dicevano che non la volevano fare, che non volevano andare sempre a messa la domenica, ma poi hanno detto che in parrocchia vanno anche a giocare e poi metteranno il vestito bello. Bene, io faccio tutto questo senza la messa e senza catechismo e comunione.”
🙂
Ha capito e non l’ho indottrinata.
ciao

dav80

Purtroppo sono ben pochi i bambini che, come Giachetti (a cui faccio i complimenti), già alla scuola elementare hanno la capacità critica e la forza di contrapporsi alla maggioranza.
Inoltre perchè dueduequattro parla “dell’altra” visione? “delle altre” dovrebbe dire, se di libertà di scelta si tratta l’infante dovrebbe poter scegliere tra: ebraismo, cristianesimo cattolico/ortodosso/protestante/test.di geova ecc. islam scita/sunnita/whabita ecc, buddismo, induismo, scientismo, scintoismo, animinsmo in varie versioni, e chi più ne ha più ne metta

e anche conoscere i culti estinti, chi sa magari avevano ragione loro 🙂

dueeduequattro

Credo che neppure DAV80 quando ha fatte sue scelte si sia confrontato con tutte le religioni e le filosofie atee.

archibald.tuttle

“Credo che neppure DAV80 quando ha fatte sue scelte si sia confrontato con tutte le religioni e le filosofie atee.”

ma lascia stare dav80 e pensa alla maggioranza degli italiani si definisce cattolica senza essersi confrontata con praticamente nessun’altra religione o filosofia atea, il tutto per colpa anche della tua cara ora di religione.

dueeduequattro

Appunto… la maggioranza degli italiani si definisce Cattolica

La maggioranza di quelli che fanno la Prima Comunione non ne capisce il significato
La maggioranza di quelli che continuano a farla o a non farla invece il significato lo capisce benissimo

La maggioranza dei ragazzini che scelgono di avvalersi o di non avvalersi dell’Insegnamento della religione sono condizionati dai genitori

La maggioranza degli adolescenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione non lo fa per motivi etici o religiosi ma perché non ha voglia di fare niente

La maggioranza degli adolescenti che scelgono di avvalersi dell’ora di religione vede nell’insegnante di religione un punto di riferimento oltre la scuola, anche se l’ora di religione è 1 alla settimana ed i relativi docenti arrivano a contatre spesso oltre 350 studenti

La maggioranza degli atei è semplicemente anticlericale

Slartibartfast

@dueeduequattro:

>La maggioranza di quelli che fanno la Prima Comunione non ne capisce il significato
>La maggioranza di quelli che continuano a farla o a non farla invece il significato lo capisce benissimo
>La maggioranza dei ragazzini che scelgono di avvalersi o di non avvalersi dell’Insegnamento della religione sono condizionati dai genitori

Concordo, eccetto per quanto riguarda la consapevolezza di chi fa la comunione: la mia impressione (basata puramente su osservazione e indubbiamente inaffidabile) è che almeno un 60-70% di queste persone lo faccia per abitudine, non per convinzione.

>La maggioranza degli adolescenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione non lo fa per motivi etici o religiosi ma perché non ha voglia di fare niente

Verissimo. Ecco perché l’ora alternativa dovrebbe essere una vera lezione, non un buco.

>La maggioranza degli adolescenti che scelgono di avvalersi dell’ora di religione vede nell’insegnante di religione un punto di riferimento oltre la scuola, anche se l’ora di religione è 1 alla settimana ed i relativi docenti arrivano a contare spesso oltre 350 studenti

Forse le cose sono cambiate nel frattempo, ma quando io ero adolescente (ehi, non è passato così tanto tempo! 😉 ) l’insegnante di religione era universalmente considerato uno sfigato inutile, non certo un punto di riferimento; anche dai cattolici.
Inoltre ricordo che la maggioranza degli adolescenti che sceglievano di avvalersi dell’ora di religione lo faceva per pigrizia: meglio dormire, leggere fumetti o giocare a carte per un’ora alla settimana piuttosto che rimanere da soli in un’aula vuota. Lo so perché anch’io ero uno di quelli 🙂

>La maggioranza degli atei è semplicemente anticlericale

Beh, questo è assolutamente naturale: in un paese come l’Italia è estremamente difficile essere atei senza diventare anticlericali. Agli atei veri poi si aggiungono i cristiani disgustati dalla chiesa cattolica.
Penso che l’anticlericalismo sia pressoché assente nei paesi in cui le principali religioni sono rispettose dei diritti altrui, come ad esempio il Giappone.

Ehi, perché non chiediamo tutti assieme alla fata dei dentini di sostituire il vaticano con una chiesa un po’ più cristiana e tollerante, tipo i valdesi?
Sono sicuro che andremmo molto più d’accordo.
I cristiani avrebbero una vera chiesa cristiana (mica un blob politeista in cui si venerano più la madonna e i santi della divinità ufficiale). Gli atei avrebbero un soggetto con cui dialogare, non uno stato-nello-stato che cerca in ogni modo di sottomettere gli altri punti di vista. I preti cattolici… beh, loro potrebbero essere più felici oppure non esserlo, dipende da dove li andrà a collocare la fata dei dentini 🙂

Oops, mi rendo conto che il mio commento ha ben poco a che fare con l’articolo originale. Chiedo scusa.

archibald.tuttle

“La maggioranza di quelli che continuano a farla o a non farla invece il significato lo capisce benissimo”

vai a fare un giro per strada a chiedere se l’ostia e’ il simbolo del corpo di cristo o e’ il corpo di cristo, poi ne riparliamo.

“La maggioranza degli adolescenti che scelgono di avvalersi dell’ora di religione vede nell’insegnante di religione un punto di riferimento oltre la scuola”

vai a farti un giro fuori da un liceo, e chiedi un po se se ne sono avvalsi perche tanto non conta niente e lo fanno tutti o perche hanno bisogno di un punto di riferimento oltre la scuola, poi ne riparliamo.

“La maggioranza degli atei è semplicemente anticlericale”

se chiedere l’eliminazione dell’iniqua ora di religione e’ essere anticlericali, spero proprio di si.

Andrea A

@dueeduequattro

>”La maggioranza dei ragazzini che scelgono di avvalersi o di non avvalersi dell’Insegnamento della religione sono condizionati dai genitori

direi la totalità sono condizionati dai genitori, un bambino di tre anni (età in cui alla scuola materna vengono indottrinati) non può avere cognizione alcuna della religione se non condizionato dai genitori.

>”La maggioranza degli adolescenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione non lo fa per motivi etici o religiosi ma perché non ha voglia di fare niente”

se non ha voglia di far religione un motivo religioso ci sarà.

a proposito non l’ora di religione, ma LE ORE di religione, due, a partire dalla materna.

>”La maggioranza degli adolescenti che scelgono di avvalersi dell’ora di religione vede nell’insegnante di religione un punto di riferimento oltre la scuola”

oltre la scuola? cioè al di fuori delle lezione scolastiche? non è che confondi l’ora di religione con il catechismo?

Marco G.

Un esempio eclatante della differenza che passa tra la libertà religiosa affermata sulla carta e quella presente nei costumi

dueeduequattro

Io nei licei ci insegno (non insegno religione giusto per essere chiari).

Non ho assolutamente la percezione che il profe di religione si faccia dare dello sfigato. Proprio no!

Quando dico che il mio collega è punto di riferimento per i miei studenti più di ogni altro mio collega non mi riferisco al catechismo o agli incontri che i ragazzi fanno in parrocchia… credo che sia chiaro (credo che sia chiaro anche ad Andrea A, ma gli do il contentino di rispondergli….). Diventa punto di riferimento e persona di dialogo… almeno io noto questo.
Lo è anche per i genitori.

Nonostante questo devo essere sincero che la mia personale posizione professiaanle è appagata nel momento in cui sento di far bene il mio lavoro, di essere aggiornato sulle materie (scientifiche) che insegno ed anche di essere apprezzato dai miei 123 attuali studenti (un profe lo sa se è benvoluto o no….). E’ come al solito la passione che paga e che da anche buoni risultati.
E questo, guarda caso, è quello che è capitato a tutti i prof. di religione che ho conosciuto.

Altra grande soddisfazione è il fatto che anche quando vanno all’università ed hanno bisogno di capire qualcosa ti chiamano ed a Natale ti mandano la mail con gli auguri. Questo è il frutto di una relazione che non hanno saputo tenere in piedi ne quello scoglionato del profe di filosofia e manco quello di italiano-storia-latino capace solo di brontolare che non va in pensione. E manco a quasi tutti gli altri profe.

Bravo profe di religione! Continua a fare con passione il tuo lavoro di insegnante e soprattutto di educatore! I risultati li hai e sono tangiili. E so che questo accade anche nelle altre scuole co le quali ho a che fare!

dueeduequattro

Avccetto la provocazione dui archimbald.tuttle… Farò un sondaggio in un gruppo cattolico medio sull’Ostia.

dueeduequattro

E’ iniquo anche fare l’ora di educazione fisica visto che spesso ci sono degfli studenti disabili?

Dani

Ma i figli di chi sono? Quando uno ha dei figli deve sopportare qualche peso, e se si vive in Italia la questione religiosa è una. Un pò di pugno fermo ci vuole, si organizzassero. Comunque, sarebbe opportuno specificare dove vivono questi genitori, perchè a Milano non mi sembra (ho due figli) che ci sono queste situazioni. Tra l’altro la religione non la fa la maggiornaza, e questo mi sembra il punto importante. E’ un insegnamento di cui si avvalgono pochissimi ed è la strada per dismetterlo. Sicuramente questo sarà possibile per i nostri nipoti.

roberto

signora, non badi alle chiacchere ad alle ancora più assurde velleità personali. Bettezzi sua figlia e buonanotte.
😉

Francesca

@dueeduequattro

Personalmente nella mia esperienza, che comprende anche l’opinione dei ragazzi/e e ragazzini/e che conosco, l’insegnante di religione è considerato, nel migliore dei casi, tappezzeria.

Ma questo è conseguenza della materia che insegna. L’autorevolezza di un insegnante dipende dalla sua capacità di comunicare e fare amare la materia che insegna. Se viene a mancare, rimane comunque l’importanza della materia in se. Più la materia pesa nel giudizio complessivo, più l’insegnante conta agli occhi degli studenti. L’insegnante di religione è considerato alla stessa stregua di quello di educazione fisica. Con la differenza che nelle ore di quest’ultimo ci si diverte, in quelle di religione ci si annoia. Se l’insegnante di religione è autorevole, lo è come persona, tanto più che nelle sue ore di tutto si parla meno che di religione. Ovviamente, se si dovesse parlare di triplice verginità della madonna o di definizione del dogma trinitario, o della differenza tra peccato mortale e venale nell’autentica dottrina della Chiesa, l’insegnante perderebbe la poca stima di cui gode.

I ragazzini non sono mica disposti a bersi qualsiasi cosa venga loro propinata dagli adulti.

dueeduequattro

Nella zona dove abito io (Città medio-grande del Nord Italia) non noto particolare atteggiamenti di derisione o sufficenza nei confronti degli Insegnanti di religione.

Probabilmente è anche merito degli Istituti Superiori si Scienze Teologiche che preparano tali insegnanti.
Giusto per dar ragione a Francesca che mi pare dia atto che uno studente apprezza la materia quando prima apprezza il prof e del prof si fida.

Prendo atto che in tante realtà non è così, probabilmente deve partire proprio dagli insegnanti “tappezzeria” la riscossa. Mi auguro che dove mancano rispetto e riconoscimento ci sia proprio la volontà degli insegnanti di essere più attrattivi e di trasmettere con passione il loro insegnamento.

Quando ero alle superiori io nella mia clesse di 27 studenti (V superiore-tutti maggiorenni ) c’erano tre compagni che si dichiaravano atei.
Due avevano scelto di avvalersi dell’IRC (di cui uno è vostro socio) giusto per confrontarsi seriamente con le loro scelte. L’altro invece aveva scelto di non avvalersi. Francamente l’unico a essere considerato tappezzeria era quest’ultimo, e l’unico che non lo considerava tappezzeria era proprio l’insegnate di religione. Gli altri prof credo che abbaiano sempre sorvolato sulle sue scelte francamente disimpegnate… tant’è vero che ha finito il liceo due anni doopo di noi… proprio perché in generale disimpegnato.

Ma vi dirò di più: Nel gruppo parrocchiale di V superiore che animo sono costantemente presenti 13 ragazzi in una Parrocchia che potenzialmente ne ha una cinquantina.
Le Messe Domenicali vedono presente una buona parte di questa cinquantina ma, a sorpresa, non vede presente 12 di quei tredici del Gruppo parrocchiale. Buona parte di questi dodici si definisce “atea” o “molto indecisa” (francamente apportando motivi che non stanno in piedi a spiegare una scelta di fede o di non fede… comunque lasciamo perdere)

Direi che la scelta di quei dodici lì potrebbe essere un buon esempio per quei figli che sono stati spinti dai genitori all’ateismo. Giusto per confrontarsi meglio…

Per essere chiaro anche sulle scelte degli altri che servono per arrivare alla cinquantina direi che sono pochi quelli sono totalmente fuori dall’associazionismo Cattolico, in cui sono presente anche gkli extracomunitari che si sino integrati nel tessuto sociale e civile della nostra zona.

Mi pare che i giovani siano Interessati a Dio.

archibald.tuttle

“E’ iniquo anche fare l’ora di educazione fisica visto che spesso ci sono degfli studenti disabili?”

non che non ci siano problemi nell’educazione fisica in italia, ma se l’insegnante di educazione fisica fosse pagato dallo stato ma scelto dalla juventus, se per pagare quell’insegnante mancassero i soldi per realizzare la rampa di accesso alla palestra, se dovesse insegnasse solo a giocare a calcio, se quelli che non possono (o semplicemente non vogliono) giocare a calcio fossero costretti a giocarci lo stesso altrimenti i genitori devono andarli a prendere a scuola e riportarceli 1 ora dopo, e se addirittura nella maggior parte dei casi neanche si giocasse a calcio, ci puoi scommettere che sarebbe iniquo.

dueeduequattro

E’ vero hai ragione, anche per gli insegnanti di religione ci dovrebbero essere delle assunzioni regolari, con concorso regolare. Credo che sia una delle pecche del Concordato, anche se ha i suoi vantaggi: ad esempio il fatto che sia una persona (vescovo o delegato) con conoscenza diretta del candidato a scegliere l’insegnante stesso per una determinata scuola fa in modo di personalizzare il rapporto scuola-docente, giusto per avere un servizio migliore per il ragazzo.
Cerco di essere più chiaro: il fatto che non sia soltanto lo studente a sceglire una scuola, ma che sia anche un docente, a prescindere dal posto in graduatoria, a far conoscere di essere portato per un certo tipo di studenti migliora di certo la Qualità del servizio. Non credi Archimbald.?
Credo che che la soluzione finora adottata, benchè iniqua verso noi insegnanti di altre materie, porti ad un buon risultato pratico. C’é da ragionarci!

Una curiosità: quado ero alla scuola media la mia Insegnante di Educazione fisica (che non ci faceva fare niente) aveva giocato fino a tre-quattro anni prima nella nazioanle di pallamano. Un’altro alle superiori era stato in polizia e contempoarneamnete era stato nella nazioanle di scherma (solite cose insomma…) e poi un ‘altra giocava professionalmente a Pallavolo.
Lascio stare l’altra attività del Prof. ***********, fatta come secondo lavoro.
Secondo voi questi sono entrati nel corpo docenti per concorso?

RazionalMENTE.net

I bambini hanno un senso critico assai poco sviluppato, non sono in grado di distinguere tra ciò che è storia e ciò che è leggenda. Credono a tutto ciò che dicono gli adulti e d’altra parte non vedono alcun motivo per non crederci.

Quando ero piccolo, a scuola ci insegnavano le leggende cattoliche esattamente allo stesso modo in cui ci insegnavano storia, geografia, matematica. Ed io non pensavo che quelle storie a base di madonne, angeli, bue, asinello, fossero false. Ero convinto che fossero cose reali come erano reali le altre materie che ci insegnavano.

Il senso critico lo si acquista un po’ per volta con l’età. Pertanto penso che sia dovere di ogni bravo genitore cercare di insegnare ai propri figli tale senso critico e fare in modo che riescano molto presto a distinguere realtà da fantasia. E non è importante solo per la questione indottrinamento cattolico, ma anche per l’indottrinamento consumistico della TV ad esempio, o per poter distinguere i falsi modelli che la TV ci propone e ci impone, distinguere tra ciò che si vede nei film (che non è mai realtà) e ciò che si vede nella vita di tutti i giorni.

Insomma dobbiamo stimolare nei nostri figli il senso critico perché possano da soli difendersi dai pericoli della società (che sono tanti). Possano dare il giusto valore a ciò che è religione distinguendola dalla storia, possano capire che desiderare l’ultimo modello di telefonino è da sciocchi e che ci si può tranquillamente accontentare di cartelle, diari e portapenne non firmati. Possano capire da soli che le merendine confezionate sono buone ma micidiali per la salute, possano guardarsi dalla minaccia dei pedofili.

Tutto questo è compito dei genitori, un compito tutt’altro che facile, ma va fatto. Senza terrorismo psicologico, ovviamente, ma responsabilizzando il bambino in modo che sia lui stesso a maturare le giuste istanze.

Mio padre ad esempio mi ha insegnato ad essere parsimonioso, a non desiderare l’impossibile, a non fare il passo più lungo della gamba. Così io da adulto, ogni volta che desidero acquistare qualcosa che mi piace, ci penso su moltissimo, a volte mesi o addirittura anni e non acquisto necessariamente ciò che è più costoso. Sono molto contento e grato a mio padre per avermi educato in modo saggio.

Andrea A

@dueeduequattro

Essere un punto di riferimento un professore non deve necessariamente insegnare religione, alcuni lo diventano semplicemente per la loro capacità di dialogo e perchè sanno confrontarsi costruttivamente con gli alunni indipendentemente dalla materia che insegnano, come altri che partecipano a questa discussione hanno fatto presente, è ben raro che sia il prof. di religione a rappresentare questa figura soprattutto in età adolescenziale, nel mio caso corrispondeva esattamente a quella da loro descritta, evidentemente la tua scuola è un’eccezione, in ogni caso non è una scelta ma un’imposizione della famiglia, soprattutto nel caso delle scuole materne ed elementari a cui si riferiva l’autrice della lettera e che per motivi legati alla giovanissima età (tre anni) presentano problematiche sociali dalle dinamniche ancor più complesse, se poi qualcuno può sentire il desiderio di aver punti di riferimento oltre la scuola esiste appunto il catechismo, o la parrocchia, non vedo l’esigenza di un duplice indottrinamento.

Francesca

@dueeduequattro

“direi che sono pochi quelli sono totalmente fuori dall’associazionismo Cattolico”
“Mi pare che i giovani siano Interessati a Dio”

Dalla prima affermazione, che è necessariamente vera, poichè nella maggior parte delle città italiane NON esiste altra realtà al di fuori dell’associazionismo Cattolico, non deriva necessariamente la seconda. Io stessa sono atea da quando ho tre anni ed ho frequentato gli oratori, dove tutti si facevano delle canne, si imboscavano, facevano insomma tutto quello che fanno i ragazzini quando si trovano tra loro. L’unica differenza è che noi si stava un pò più attenti a non farci beccare

Francesca

@dueeduequattro

Vorrei anche aggiungere che, almeno quando io ero ragazzina, era automatico, quando eri troppo grande da frequentare l’oratorio, passare automaticamente da questi ai circoli FGCI, visto che l’unica alternativa erano i Kollettivi. E andavi alla FGCI che tu fossi di sinistra o meno, il discorso come vedi non è molto diverso.

cartman666

Vivendo in un paese desolato della sicilia,uno dei pochissimi luoghi d’incontro per i giovani,sono gli oratori, ma non sono assolutamente d’accordo sul fatto, che chi li frequenta sia interessato alla religione, per due semplici motivi:
1) Molte ragazze possono uscire di casa solo per poter frequentare l’oratorio.
2) I ragazzi che ci vanno,di conseguenza, lo fanno solo per trovare delle ragazze.
Ho degli amici, che sono caduti in questo giro avvilente,e posso dire che, sono interessati a tutto tranne che alla religione!

dueeduequattro

Per Francesca velocemente che ho da fare:

Le due affermazioni non sono assolutamente collegate, neppure nel mio intervento

I ragazzi che si fanno le canne, quelli che vanno all’oratorio per fottere, quelli che non hanno alcuna speranza oltre all’oratorio del piccoli villaggio siciliano…. forse sono più interessati a Dio che non gli altri.

Ultima cosa: esistono tantissime associazioni che come ispirazione sono aconfessioanli e stanno fuori dal mondo cattolico ma quasi tutte, di una o dell’altra ispirazione, hanno un problema: la continuità nel tempo… spesso mancano nuovi soci, o comunque collaboratori o volontari.
Dove si vanno a pescare? All’oratorio……………. prima ed ultima spiaggia…

Francesca

@dueeduequattro

“forse sono più interessati a Dio che non gli altri.”, magari però a quello di Bob Marley.

All’ultima affermazione posso solo rispondere che più che altro mancano i soldi…

archibald.tuttle

“che sia anche un docente, a prescindere dal posto in graduatoria, a far conoscere di essere portato per un certo tipo di studenti migliora di certo la Qualità del servizio.”

quindi, invece di fare graduatorie piu accurate, saltarle a pie pari facendosi raccomandare dal vescovo o dal politico di turno migliora la qualita del servizio? no grazie.

Marco G.

In effetti secondo me la questione dell’IRC nella scuola pubblica italiana non è se ci deve essere o non ci deve essere ma: chi paga? Se paga lo Stato è giusto che lo gestisca allo stesso modo delle altre materie senza rendere conto alle autorità ecclesiastiche più che gli altri utenti. Altrimenti lo può pagare chi se ne avvale, o la CEI…

kimba

da bambina ho chiesto a mia madre “ma esiste davvero dio?” e lei mi ha risposto “ma sì certo che domande, è in cielo!” io ho guardato in cielo mi sono voltata verso di lei e le ho detto “io non vedo niente!” e così sono atea… per mia madre però sono un po’ atea, eheheheh

guido giachetti

roberto
signora, non badi alle chiacchere ad alle ancora più assurde velleità personali. Bettezzi sua figlia e buonanotte.

Non lo faccia per carità!|

dueeduequattro
Ultima cosa: esistono tantissime associazioni che come ispirazione sono aconfessioanli e stanno fuori dal mondo cattolico ma quasi tutte, di una o dell’altra ispirazione, hanno un problema: la continuità nel tempo… spesso mancano nuovi soci, o comunque collaboratori o volontari

Forse perchè mancano i soldi alle associazione laiche che non rubano soldi allo stato con l’otto per mille!

“E’ iniquo anche fare l’ora di educazione fisica visto che spesso ci sono degfli studenti disabili?”

Si suppone che gli studenti normalmente possano fare educazione fisica mentre non si presume che normalmente siano cattolici.
E comunque perchè dovremmo insegnare solo religione cattolica e non munsulmana o ebraica?

Beppesan

Se insegnassero lE religionI e non solo quella cattolica, sarebbero risolti tutti i problemi: i bambini e i ragazzi sarebbero più consapevoli delle scelte che hanno di fronte avendo quantomeno un’infarinatura di più religioni, di più realtà. Paradossalmente ero più interssato all’ora di religione alle medie quando avevo un prete che ci insegnava un po’ di tutto, piuttosto che alle superiori quando un laico leggeva e commentava passi della bibbia…

Alla fin fine parliamoci chiaro: la maggior parte degli italiani (ma la stessa cosa vale anche per tutte le altre nazioni) è cattolica per casualità di nascita. Se le stesse persone fossero nate in in medioriente sarebbero state musulmane, se fossero nate da un’altra parte avrebbero un’altra religine ancora.

Tornando al topic principale: non vedo giusto utilizzare la scuola statale (e i suoi relativi fondi) per insegnare solo una religione, quando al mondo ne esistono un’infinità: mi pare un sopruso della maggioranza e, quindi, una disciminazione verso tutti i non cristiani. Molto probabilmente lo stipendio dell’insegnate di religione è pagato anche da chi di quest’ora non può (o non vuole) usufruirne…

Andrea A

All’oratorio ci vanno i ragazzi che non sanno come e dove passare il loro tempo in assenza di altre strutture che non vengono finanziate proprio perchè l’oratorio diventi necessariamente la loro prima e ultima spiaggia nel tempo libero, non certo per ispirazione divina, per fortuna non sono obbligatori, mentre la scuola, è obbligata a garantire le lezioni di religione, creando così un’ inesorabile discriminazione tra chi decide di avvalersi o meno di tale insegnamento.
Essendo la scuola a partire dalle elementari obbligatoria, ci si trova a dover scegliere tra l’obbligo di uniformarsi all’indottrinamento in un credo basato su supposizioni indimostrabili, o il subire comunque una discriminazione sociale, esattamente l’opposto di ciò che dovrebbe essere la formazione di un individuo in uno stato democratico.

dueeduequattro

Avevo risposto in maniera molto appassionata a quello che mi ha dato del ladro, ma poi ho deciso di lasciar perdere, considerata l’età.

In qualsiasi caso guarda che noi tutti Cattolici siamo Chiesa (la Chiesa non è solo un’istituzione), quindi stai attento a dire che rubiamo quando ci dedichiamo una fetta così misera del solo gettito IRPEF. E’ il minimo riconoscimento socialmente utile e reinvestito totalmente che ci possiamo prendere per tutte le attività di aggregazione sociale, che sono aperte a tutti, anche a quelli che parlano male di noi ………………… e poi il più delle volte capitano in canonica.

archibald.tuttle

“[…] E’ il minimo riconoscimento socialmente utile e reinvestito totalmente […]”

non per negare che con l’8×1000 si facciano anche cose buone, ma purtroppo serve anche a pagare lo stipendio di quel vecchietto che ogni tanto va alla finestra a dire che gli atei sono piu simili agli animali di lui, che hanno un orgoglio diabolico, che i gay non sanno amare bene, che santifica personaggi dalla dubbia moralita (per usare un eufemismo), ecc… e gli stipendi di quei vecchietti che si riuniscono per decidere cose utilissime tipo se il limbo esiste o no, per inventarsi nuovi metodi contraccettivi da proibire (scusate ma ho scoperto solo oggi l’amplexus reservatus, non ho resistito), che fanno campagna elettorale contro la legge sul divorzio civile, ecc…
se fossi un prete in una delle tante zone difficili probabilmente sarei il primo a essere incazzato. ma probabilmente ce ne sono.

raphael

* dueeduequattro
Credo sia una delle pecche del Concordato…..

E’ il Concordato la pecca, l’origine dei mali, possibile che non ve ne rendiate conto voi cattolici? Attuate una discriminazione delle minoranze assolutamente vergognosa e vi atteggiate a paladini della moralità?
Siete assolutamente ridicoli o se preferisci assolutamente in malafede e perseguite con calcolo macchiavellico un progetto del tutto antidemocratico (basta rileggere con un minimo di obiettività gli interventi di paparaz per rendersene conto)

Andrea A

@dueeduequattro

Tu che mi parli di aggregazione sociale? cioè uno che è favorevole all’insegnamento della religione nelle scuole? ovvero una materia che crea discriminazioni e DISaggregazione, ma fammi il piacere.

Laura Fiore

Ho anch’io una figlia al primo anno nella scuola dell’infanzia. Le educatrici mi hanno detto che, pur essendo esentata dal frequentarla, la bimba rimane in classe durante l’ora di religione, xchè a quest’età sono piccoli x la catechesi, e quindi giocano (ma l’insegnante percepisce lo stesso lo stipendio). Allora, poichè non posso lottare contro i mulini a vento, cerco di fare percepire a mia figlia la religione come una favola o un gioco: le preghiere come filastrocche, Gesù bambino porta i doni come Babbo Natale, gli angeli volano come le fate…poi quando avrà l’età in cui smetterà di credere a fate e folletti, potrò parlarle seriamente di religione, e se volesse fare la prima comunione x avere festa e vestito da principessa, le proporrò invece di andare a Disneyland-Parigi con l’opzione in cui trovi nell’armadio della stanza prenotata un vestito da pricipessa x essere ricevuta a palazzo reale da Cenerentola x vedere come vivono le vere principesse, non certo come suore! (sic!)

Laica

Ragazzi/e qui il problema è: se l’IRC è facoltativa, xchè sono i non avvalentesi a dover uscire di classe? Perchè non la piazzano di pomeriggio DOPO l’orario scolastico normale? Gli avvalentesi si trattengono a fare religione e gli altri tornano a casa a studiare, fare sport,giocare, cazzeggiare…

Laica

Appendice al mio commento: il vaticano assumerebbe e pagherebbe da se tanti insegnanti quanti servirebbero x seguire tutti gli avvalentesi, tanto la religione cattolica non è la religione dello stato italiano, quindi concordato o meno, non si capisce xchè debba essere sponsorizzata dal nostro Paese.
P.S. Come mai gli insegnanti di religione non raccontano ai bimbi l’edificante storia del papa che ordina il rapimento di un bambino, e mò lo vogliono fare pure santo? O del vaticano che sapeva tutto dell’olocausto in corso ma non ha fatto niente x fermarlo? Oppure della loro collega licenziata xchè rimasta incinta da nubile? Questo si che sarebbe un bel modo x prepararli al Santo Natale!

rosalba sgroia

Cara Laura, purtroppo l’ora ( anzi due) di religione nella scuola dell’infanzia ( concordato dell’84) è veramente una vergogna. Quando un’insegnante di religione disse che non faceva catechismo ma insegnava a comportarsi bene, che parlava di amicizia e di amore…io le chiesi: ” Ma scusi, noi altre insegnanti…siamo contro tutto ciò? Che senso hanno allora le sue lezioni connotate con la sigla Ora di Religione cattolica quando non parlate di religione cattolica? ” Dissi questo in qualità di presidente dell’assemblea genitori della scuola comunale dove mia figlia NON frequentava l’Irc, davanti a tutti i genitori. Moltissimi di loro annuivano con la testa, ma nessuno aprì bocca!

Indottrinamento infantile…subliminare…accettato senza proferir parola…

Andrea A

@rosalba sgroia

>”Moltissimi di loro annuivano con la testa, ma nessuno aprì bocca!”

Un po’ la gente ha vergogna, un po’ paura, un po’ semplicemente: “non si deve contraddire la chiesa perchè non sta bene”, un po’ ci si deve uniformare, ecc…ecc… triste realtà purtroppo, lo so fin troppo bene…

Andrea A

Colgo quest’occasione per portare alcune mie testimonianze:

dunque, mia figlia non è battezzata, non è mai stato un problema e ovviamente non lo sarà finchè qualcuno non cercherà di rendeglielo tale.
Quando ha iniziato a frequentare la scuola materna non volevamo farla partecipare all’insegnamento della religione, era l’unica in tutta la sua classe, ad esser sincero
per fortuna non abbiamo incontrato problemi di sorta con nessuna maestra o con
nessuno del personale, ma la soluzione adottata era quella di “spostarla” in un’altra
classe durante la lezione, come si può ben immaginare, a tre anni non è così facile
capire per quale motivo ad un certo punto ci si ritrova a essere il diverso nel proprio gruppo e senza motivo apparente dover venir separati dai propri compagni di giochi, e la sua reazione è stata di estremo disagio, tra l’altro l’essere trasferito in un’altra classe era un metodo adottato dalle maestre come punizione nei confronti di un bambino che si era comportato particolarmente male, così abbiamo deciso di farle frequentare LE ORE di religione nonostante la nostra contrarietà, per evitarle quelli che a tre anni possono trasformarsi in traumi; l’idea dell’indottrinamento non l’abbiamo comunque accettata, ne abbiamo parlato e le abbiamo spiegato che mamma e papà non erano d’accordo su ciò “che quella signora lì”, sosteneva, e che non doveva crederle perchè raccontava un sacco di “bugie”; forse a tre anni non è proprio l’ideale rivelarle che all’interno della scuola materna una delle sue “maestre” raccontava le “bugie”, ma ci è sembrato il miglior compromesso possibile.
Va detto che non eravamo gli unici genitori atei, ma altri, per evitare discriminazioni o per conformità culturali hanno acconsentito alla partecipazione dei propri figli all’ora (ore) di religione, non solo, ma anche successivamente al catechismo; un’altro caso collegato a queste problematiche è quello di un’adolescente figlia di genitori atei, che ha voluto ricevere la cresima dichiaratamente, “perchè tutti i suoi compagni la facevano” (è la stessa paura espressa dall’autrice del post iniziale), per non parlare dei genitori atei e non sposati che hanno dovuto discutere animatamente con il parroco perchè non voleva concedere il battesimo al loro figlio; trovo che siano tutti comportamenti che riassumano in modo emblematico come molti vivano la religione, ovvero come un fatto di costume a cui occorre conformarsi per non apparire diversi agli occhi della comunità, e la reazione di mia figlia sopra descritta ne è un’ulteriore testimonianza non tanto culturale, considerata l’età e l’assenza di un’impostazione culturale religiosa, ma sociologica, ed è proprio questo a parer mio il problema più arduo da risolvere, in particolar modo durante l’infanzia e l’adolescenza, cioè quando si è maggiormente sensibili e il proprio carattere e le proprie abitudini sociologiche sono in via di formazione, ed è proprio questo il maggior punto di forza della religione, cioè il timore che ha il singolo individuo della segregazione e della discriminazione perchè come giustamente affermato da Rosalba Sgroia >”non conformi ad una “consuetudine” di maggioranza”.
L’indottrinamento non è riducibile a parer mio, solo all’inculcazione in un individuo del convincimento dell’esistenza di dio e delle presunte regole morali e sociali da dio imposte, ma sopratutto all’imposizione (attraverso l’esperienza della discriminazione e la demonizzazione dell’individuo nella sua singolarità culturale), all’uniformizzazione dei comportamenti sociali che è poi (sempre a parer mio) l’obiettivo finale delle istituzioni religiose.
Il motivo principale per cui l’insegnamento della religione nelle scuole, e in particolar modo in quelle materne, deve essere ABOLITO, è perchè nonostante tutto crea differenze e quindi disagi, comunque, anche in quelle situazioni ambientali che non sono particolarmente ostili come quelle descritte dall’autrice del post iniziale.
Io non sono stato particolarmente sfortunato, perchè devo dire in onestà che la scuola elementare che frequenta attualmente mia figlia non presenta un’ambiente particolarmente bigotto e ostile, ma il disagio c’è comunque, dopo la scuola materna, siamo riusciti, anche forti di una sua maggior maturità, a farle accettare l’idea che non siamo d’accordo sulla sua frequentazione alle ore di religione, il problema è che la soluzione propostaci è identica a quella della scuola materna, cioè il “parcheggio” in un’altra classe dove passare il tempo a disegnare senza partecipare alla lezione in corso, e per quanto ne abbiamo discusso ed è arrivata ad accettare la situazione, comunque un disagio non lo può non provare, anche perchè sono solo in due gli alunni nella sua classe a non frequentare la lezione di religione, nonstante anche qui siano presenti genitori dichiaratamente non credenti, Di lezioni alternative poi, naturalmente neanche a parlarne per l’ovvia mancanza di fondi.

Quest’anno (il secondo) la situazione si è presentata più favorevole, infatti le ore di religione coincidono con le ultime, ed essendo quest’orario compatibile con la possibilità di poterla andare a prendere fortunatamente il problema non si è posto, ma evidentemente per il prossimo non possiamo fare previsioni di sorta.
Quanto al catechismo che i suoi compagni hanno iniziato da poco a frequentare (in seconda elementare nel nostro caso), non è stata affatto turbata dal non frequentarlo, anzi, ha capito e accettato il fatto che non siamo religiosi devo dire senza traumi particolari se non quelli legati all’esperienza iniziale alla materna di cui sopra, certo non posso escludere, che capitino prima o poi episodi di discriminazioni, e quelli che temo particolarmente sono quelli derivabili da suoi coetanei, figli di persone particolarmente bigotte.

Vorrei infine concludere questo lungo intervento con una nota positiva che è anche un invito alla tolleranza reciproca, fortunatamente non tutti i cattolici, anche praticanti, sono intolleranti, così come le abbiamo insegnato, una delle sue amichette preferite è appunto figlia di cattolici praticanti, con i quali noi genitori stessi abbiamo un rapporto discretamente amichevole, nel corso di una serata a casa loro sapendo delle nostre convinzioni si sono astenuti spontaneamente dal pronunciare le loro consuete preghiere pre/pasto per evitare eventuali disagi, un piccolo gesto che ho apprezzato, a volte basta poco.

Giulio C. Vallocchia

18/11/06 – Corano a scuola. Gianfranco Fini, Presidente di AN, propone che possa essere studiato a scuola da chi ne fa richiesta, ma solo nell’ora alternativa a quella di religione cattolica. In effetti nell’ora alternativa si può studiare o fare di tutto…purchè non sia reato. Ma sono ben poche scuole che si attrezzano e lo consentono. La sortita di Fini sucita discussioni e perplessità trasversali ma a nessuno viene in mente l’unica strada percorribile è quella che le religioni, tutte le religioni, ognuno se le può studiare quando gli pare per tutte le ore vogliono ma al di fuori della scuola e a spese proprie. E a nessuno viene in mente che l’ unico spazio lecito per lo studio delle religioni, ma anche dell’ ateismo (l’unico vero antidoto alla menzogna globale che insanguina il mondo), è all’ interno delle ore di storia, filosofia, letteratura. LEGGI – Ricordiamoci comunque che per eliminare l’ ora di religione cattolica dalle scuole bisognerà aspettare almeno 100 anni, fino a quando cioè in Italia i musulmani saranno maggioranza e l’ora di cattolicesimo, oggi apparentemente facoltativa, potrebbe diventare ora obbligatoria di islam. Per tornare ai giorni nostri, se le scuole vogliono adottare lo studio della religione musulmana (e già le norme vigenti consentono la più ampia libertà di scelta) noi atei dovremmo insistere perchè nell’ ora alternativa si consenta e ci si attrezzi per lo studio dell’ateismo. O la parità di diritti vale solo per i seguaci della “menzogna globale” rappresentata dalle religioni ? In ogni caso sia chiaro che se dovesse passare l’ ipotesi -che trova molti consensi- di un’ ora di “storia delle religioni” dobbiamo arrivare a fare anche la barricate perchè in nome della parità di diritti sancita dalla Costituzione quella sia un ‘ora di “storia delle religioni e dell’ ateismo”. Un’ ampia discussione su questo tema è in corso sul sito dell’ Unione Atei dove vi invitiamo a dire la vostra opinione nell’ apposito spazio riservato ai commenti. Da http://www.nogod.it

Miranda

Io, con molto rammarico e delusione, trovo che far uscire dalla classe mia figlia perchè non si avvale dell’ora di religione cattolica sia un atto discriminatorio. Discriminazione che pesa indirettamente su di me, ma in modo assai grave su mia figlia che mi dice ”mamma speriamo che domani non ci sia la maestra di religione così non devo uscire dalla classe.”
Riflettendo giunsi a un dubbio: ero io che, in coerenza con la mia posizione nei riguardi della fede, con la profonda e sentita convinzione che una formazione laica sia l’unica in grado di formare e responsabilizzare l’individuo sia intellettivamente che moralmente, avendo scelto di non avvalermi dell’ora di religione sbagliavo, oppure è il sistema che facendo perno sull’ipocrisia di una maggioranza cattolica per consuetudine permette che un bambino di sei anni sia fatto uscire dalla sua classe in una scuola Statale? Mi sono arrovellata la testa e soffro per questa situazione, ma il più grande insegnamento che posso concedere a mia figlia è l’azione coerente a se stessi, in modo tale che nel momento della scelta, nonostante le difficoltà, si possa dire ”non mi sono tradita”. La discriminazione ci pesa e ci fa soffrire, certo, ma la il si autentico alla vita è forse l’unica premessa per una piena e consapevole gioia interiore.

Rosalba

Oggi mia figlia mi ha detto” Peccato che la maestra di religione non viene spesso!” E io le ho chiesto:” Come mai ti preoccupi, se non frequenti l’IRC?
E lei: ” Perché così NON POSSO FARE l’ORA ALTERNATIVA, cioè ENIGMISTICA!!!!!

:-))))))

Che soddisfazione!

Comunque, sì l’ora di religione crea DISSONANZA CONTESTUALE ed è appunto questo che noi vogliamo che emerga, con forza. Per l’abolizione ci starei anche SUBiTO…ma come ha scrtto Vallocchia: ” Ricordiamoci comunque che per eliminare l’ ora di religione cattolica dalle scuole bisognerà aspettare almeno 100 anni, fino a quando cioè in Italia i musulmani saranno maggioranza e l’ora di cattolicesimo, oggi apparentemente facoltativa, potrebbe diventare ora obbligatoria di islam.”
Buona giornata a tutti
R.Sgroia

Nello Radice

Ciao a tutti,
mia figlia (13 anni lo scorso luglio) e’ stata battezzata, ha fatto la 1 e ultima comunione credo della sua vita; la cresima non l’ha voluta ricevere. Dunque, quello che mia moglie ed io abbiamo cercato di spiegarle pian pianino durante tutti gli anni della sua infanzia ha forse colto nel segno. Infatti ha anche chiesto di essere esonerata dall’ora di religione che normalmente occupa studiando altro, vista la situazione ed ora mi ha addirittura proposto di fondare un nuovo gruppo ateo dalla sigla: GARI (Gruppo Atei Rispettosi Illuministi). In effetti, rispettosa lo e’ sempre stata, l’illuminismo l’ha studiato da poco a scuola e credo l’abbia favorevolmente impressionata, in quanto al suo ateismo invece nutriamo ancora dei dubbi quindi per questo nuovo gruppo vedremo… forse piu’ in la’, ma mi raccomndo… non rubateci l’idea della sigla.
Grazie a tutti per l’attenzione.
Nello Radice

Andrea A

Mia figlia ha ironizzato sui lamenti dei suoi compagni che le raccontano quanto siano noiose le cassette che visionano durante l’ora di religione… ci siamo fatti quattro belle risate!
Cerchiamo di vedere anche il lato positivo, credo che sia importante condividerlo con i figli.

Commenti chiusi.