L’Umbria impone la vendita della pillola del giorno dopo

La Regione Umbria intima ai farmacisti di vendere la pillola del giorno dopo e l’obiezione di coscienza non sarà più consentita. È una frustata per l’associazionismo cattolico, che considera il farmaco uno strumento abortivo e non un semplice contraccettivo e replica in punta di diritto, accusando la Regione di «inaccettabili diktat». La notizia è stata diffusa dall’Ordine dei farmacisti della provincia di Perugia senza alcun clamore. Poche righe, quelle della circolare N. 944 – n. 5/2006, in cui «si comunica che la Regione Umbria, con nota del 24 agosto 2006 del Servizio Affari Giuridici e Legislativi a firma dell’Avv. Marina Balsamo, ribadisce l’obbligo del farmacista di procedere alla vendita della cosiddetta “pillola del giorno dopo”, citando l’art. 38 del Regio Decreto n° 1706 del 1938 da cui si evince che i farmacisti: non possono rifiutarsi di vendere le specialità medicinali di cui siano provvisti dietro ricetta medica; sono tenuti, se sono sprovvisti delle predette specialità medicinali, a procurarle nel più breve tempo possibile». […]

Il testo integrale dell’articolo di Paolo Viana è stato pubblicato sul sito di Avvenire

Sulla pillola del giorno dopo sono disponibili alcune informazioni all’interno della scheda “contraccezione” pubblicata sul sito UAAR

13 commenti

Stefano

Grandioso!!! Quand’è che le altre regioni decideranno di prendere esempio?

Steve

E’ l’ora di cominciare a denunciare i medici e i farmacisti obiettori per interruzione di pubblico servizio, dato che l’obiezione di coscienza è prevista solo per l’aborto e la pillola del giorno dopo non ha effetto abortivo, ma solo di impedire l’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero. Anzi, nel 50% dei casi impedisce la stessa fecondazione dell’ovulo.

La giurisprudenza ha più volte affermato che la gravidanza inizia con l’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero e quindi ogni obiezione i coscienza è criminosa.

Silvia Viterbo

Finalmente una bella notizia. Spero che questo non resti un episodio isolato.
Vorrei comunque far notare l’alto senso democratico espresso anche in quest’occasione dall’associazionismo cattolico, per il quale imporre il rispetto di una legge dello stato rappresenta un “inaccettabile diktat”.

RazionalMENTE.net

La Chiesa Cattolica dice che la vita inizia fin dal concepimento. Non dice però che 7 volte su 10 finisce in un assorbente.

DONNE CATTOLICHE, PORTATE I VOSTRI ASSORBENTI USATI A FAR BATTEZZARE, … E SBRIGATEVI!!!!

Maria

è una notizia confortante, ma bisogna stare attenti,perchè gli esponenti del Movimento per la Vita(= i difensori della vita umana che non ancora esiste attraverso l’oppressione dell’essere umano già vivente)con questa idea che la gravidanza inizia a livello tubarico,non appena l’ovulo venga fecondato dallo spermatozoo, prima ancora dell’annidamento in utero e che insomma una cellula uovo fecondata nelle primissime fasi della sua divisione sia già un soggetto da tutelare, stanno tentando di far rientrare nella categoria dei mezzi abortivi,oltre la pillola del giorno dopo, anche la spirale, la pillola estroprogestinica a basso dosaggio(perchè occasionalmente se non riesce ad evitare l’ovulazione può agire come antinidatorio)e la minipillola con solo progestinico. A riguardo è sufficiente leggere la prima pagina del sito http://www.mpv.org, le tesi ivi sostenute sono davvero inquietanti,se questa idea che impedire l’annidamento della cellula uovo fecondata è aborto si radicasse nella coscienza dei meno riflessivi ed informati o di coloro ai quali fa comodo credere a qualsiasi assurdità propaghi la Chiesa Cattolica,il sacrosanto diritto di poter disporre di contraccettivi efficaci per controllare la propria sfera riproduttiva rischierebbe di essere seriamente intaccato. Ricordo che già nella situazione attuale, per una serie fattori di diversa natura,in Italia si dispone di un minor numero di mezzi contraccettivi rispetto ad altri paesi europei(non sono infatti reperibili sul mercato spermicidi, diaframma, cappuccio cervicale, preservativo femminile) ed è molto difficile ottenere la legatura delle tube o la vasectomia. Se i medici dovessero cominciare a fare obiezione di coscienza anche per la pillola e la spirale ci troveremmo davvero in una splendida situazione…

Francesca

@Maria

A me risulta che già lo fanno, ovvero ho notizia che alcuni ginecologi cattolici rifiutano di prescrivere la pillola anticoncezionale, che tu sappia questo atteggiamento è denunciabile?

Francesca

Comunque, la chiesa cattolica già condanna l’uso degli anticoncezionali, di qualunque tipo…

Maria

teoricamente sì, perchè la legge non prevede l’obiezione di coscienza per i mezzi contraccettivi,tuttavia per denunciare il medico ci devono essere gli estremi dell’omissione di soccorso o del rifiuto di adempiere una pubblica funzione, pertanto il medico che nell’esercizio della libera professione si rifiuta di prescrivere un farmaco non può essere denuciato, il discorso è diverso per chi opera nei presidi pubblici…
è vero che la chiesa cattolica ha sempre condannato l’uso di qualsiasi contraccettivo, però su basi diverse, di tipo strettamente teologico, diverso è condannare un contraccettivo cercando di farlo percepire all’opinione pubblica come un mezzo abortivo, con il quale si stronca una vita umana sul nascere…

Francesca

concordo con quello che dici in via teorica, ma resto convinta che per un cattolico di bassa lega, ovvero per il credente fai da te, la differenza non è così facile a cogliersi: il CBL di solito fa ciò che gli viene facile fare, ovvero usa i contraccettivi senza porsi il problema del livello in cui agiscano. Se la chiesa riuscisse a porre veto politico all’uso della pillola, sarebbe grave, me ritengo che non siano attualmente nelle condizioni di tirare troppo la corda, già stanno perdendo consensi, alla base, su eutanasia e pacs…

Roberto Grendene

Francesca:
> Comunque, la chiesa cattolica già condanna l’uso degli anticoncezionali, di qualunque tipo…

Beh, ammette il metodo contraccettivo Ogino-Kanuss (o come si chiama), insomma trombare senza fare marcia indietro in giorni in cui c’e’ me no probabilita’ di avere poi una gradivanza (scusate il tecnicismo 🙂 )

Peccato che, se da cattolico doc consideri gia’ lo spermatozoo che incontra l’ovulo una persona, dovresti evitare la morte di tale essere umano a prescindere se le cause siano naturali (fiologico non-impianto nell’utero) o chimiche (non-impianto nell’utero forzato da pillole o altri anticezionali).
Ebbene (lo dice Carlo Flamigni, non il sottoscritto che e’ abbastanza ignorante in ginecologia) i maggiori numeri di non-impianti nell’utero per cause naturali si hanno nei periodi in cui la Chiesa Cattolica dice che invece si puo’ far sesso senza problemi.

Proseguendo nel ragionamento, la Chiesa Cattolica invece di ostacolare la fecondazione assistita, dovrebbe investire pesantemente in ricerca su questo fronte: la scienza potrebbe arrivare ad avere una percentuale di impianti nell’utero con successiva gravidanza portata a termine superiore a quella che invece si avrebbe secondo le vie naturali. Cribbio, si salverebbero tutte quelle “persone” che muoiono perche’ non si impiantano nelle pareti uterine (magari perche’ i loro devoti genitori hanno seguito il metodo Ogino-Knauss…)

Ciao
Roberto Grendene

RazionalMENTE.net

Per farvi capire a che livello di follia può giungere la Chiesa Cattolica:

Per Tommaso d’Aquino il rapporto coniugale consiste nell’emissione del seme orientata al fine della procreazione. A questo unico fine è ordinato l’atto sessuale (Summa contra gentiles III,122). Il fine a cui è diretto l’uso degli organi sessuali è la procreazione (De malo 15,1c). Questa emissione finalizzata del seme, prescritta da Tommaso d’Aquino, è legata a una forma precisa. L’atto sessuale è dunque morale soltanto quando è conforme al retto ordine. Le espressioni “modo ordinato” (Summa Theologiae II-II q. 153 a.2) e “ordine” (II-II q. 125 a. 2) ricorrono continuamente. Si tratta del comportamento che risponde nel modo migliore al fine della procreazione; è pertanto una forma determinata da cui non ci si può scostare. Discostarsi da questa forma, e dunque dal modo prescritto dalla chiesa nell’emissione del seme, è contra naturam, contro natura.

Tommaso scrive: “La specie e il modo del rapporto sono prescritti dalla natura” (In IV Sententiarum 31, exp. text.). L’atto deve svolgersi secondo questa regola, anche quando da una donna sterile non può seguire alcuna procreazione. Allontanarsi da questo modello di comportamento ordinato è sempre peccato grave, è sempre contro natura. Questa emissione del seme finalizzata a uno scopo giusto prescritta da Tommaso d’Aquino in riferimento a Dio e alla natura, trova oggi il suo riflesso nella posizione della chiesa sulla cosiddetta inseminazione omologa. Quest’ultima a stata proibita nel 1987 dalla Congregazione vaticana per la dottrina della fede: “L’inseminazione omologa artificiale all’interno del matrimonio non può essere ammessa”. C’e tuttavia un’eccezione: quando è possibile ottenere il seme maschile con l’atto coniugale, per mezzo di un preservativo; ma attenzione: il preservativo deve essere forato, in modo da salvaguardare la forma di un atto procreativo secondo natura e non si utilizzi quindi un metodo contraccettivo illecito. Il rapporto coniugale deve pertanto svolgersi come se esso portasse alla procreazione. Il preservativo deve essere forato come se così la procreazione fosse possibile (cfr. “Publik-Forum”, 29.5.1987, p. 8). E solo con lo stratagemma di un rapporto che si svolge in apparenza come un atto fecondo si può ovviare alla sterilità iniziale di un atto coniugale. La pretesa forma naturale dell’atto coniugale è diventata il comandamento più importante ed è poi rimasta tale, anche se il fine originario prescritto dalla chiesa, cioè la procreazione, non può affatto essere raggiunto e l’ottenimento del seme attraverso la masturbazione sarebbe altrettanto corretto e meno complicato. Ma la masturbazione rientra sempre, anche in questo caso, tra i più gravi peccati contro natura, in quanto impedisce la procreazione: anche se in questo caso essa la renderebbe possibile. Lo svolgimento secondo la norma è diventato più importante del fine, cioè la procreazione. Ciò che è “naturale” viene stabilito nella teologia morale da tradizioni antiche, che sono custodite accuratamente da uomini vecchi e estranei al matrimonio.

http://www.razionalmente.net/html/saggi_tommasodaquino.html

Alessandro Capece

E’ inutile fare discussioni di lana caprina o chiedersi se la Chiesa condanna o meno questo o quello. I laici fanno un errore marchiano: giocano sempre in difesa.
Perché la Regione Umbria sì e le altre regioni di sinistra no? Basterebbe che tutte le regioni di sinistra dicessero SI all’unisono, per stravincere anche su questo punto, oltre che sui PACS e l’eutanasia.
Allora perché non lo fanno? Non vogliono vincere, non sono convinti, devono fare il partito democratico? Misteri d’Italia. Comunque questo è il problema.

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