Caso Tosti e crocifissi: interpellanza parlamentare dell’on. Turco

Un’interpellanza parlamentare al ministro della Giustizia Clemente Mastella è stata presentata dall’On. Maurizio Turco. Nella richiesta, il parlamentare chiede al ministro di relazionare sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il giudice Luigi Tosti, nonché di esplicitare la sua posizione in merito al problema dell’esposizione dei crocifissi negli edifici pubblici.

Il testo integrale dell’interpellanza è disponibile sul sito UAAR all’interno dell’Osservatorio Parlamentare

35 commenti

Daniele Gallesio

Bene. Era ora che la politica se ne occupasse.

Ora vediamo che cosa risponderà Mastella.

Chi è disposto a scommettere che NON si arrampicherà sugli specchi?

ASCOLI PICENO

Il crocifisso è simbolo della nostra cultura, INUTILE CHE CONTINUATE A CIARLARE! Pensate a cose + serie! Se per voi quel simbolo non ha nessun significato cosa ciarlate a fare?! E’ solamente un simbolo della cultura europea oltre che, PER I CREDENTI, ANCHE un simbolo religioso. E non dite che la nostra cultura non è fondata sulla figura di Cristo perchè basta pensare che il CALENDARIO che usiamo si basa sulla nascita di Cristo: troviamo infatti gli a.C e i d.C…
FATEVENE NA RAGIONE E PENSATE AD ALTRE BARZELLETTE CHE FORSE VI RIESCE MEGLIO!

SALUTI

Daniele Marinotti

***
Ascoli Piceno ha scritto:
Il crocifisso è simbolo della nostra cultura, INUTILE CHE CONTINUATE A CIARLARE
***
Falso.
E’ il simbolo della cultura di ALCUNI italiani. E NEMMENO DELLA MAGGIORANZA! Come si spiegherebbe altrimenti il risultato dei referendum su divorzio e aborto?

Stefano

Ascoli dovresti studiare un po’ meglio la storia e smetterla di farti raccontare le favole. La religione cattolica è stata imposta per legge e con la forza in tutto l’impero romano quando sul trono imperiale c’era Teodosio 1° il quale ha anche ordinato la distruzione di tutti i templi pagani. In pratica è stata fatta la stessa cosa che si rimprovera all’Islam quindi siamo daccordo che ormai fa parte della nostra società ma gli apparati pubblici devono ora liberarsi dai simboli di questa imposizione.

archibald.tuttle

“Il crocifisso è simbolo della nostra cultura, INUTILE CHE CONTINUATE A CIARLARE!”

anche il fascio littorio, le effigi di dei pagani, la stella di david, i simboli dell’oroscopo, la smorfia napoletana, ecc… non si capisce cosa centri un simbolo della nostra cultura in un’aula di tribunale.

“Se per voi quel simbolo non ha nessun significato cosa ciarlate a fare?!”

a parte che per qualcuno potrebbe avere un significato negativo (pensa a un non cristiano che viene processato in italia per qualcosa di legato alla propria religione, hai voglia a fargli capire che “la legge e’ uguale per tutti” se accanto alla scritta c’e un crocifisso), se per te la stella di david non ha nessun significato allora dovresti essere a favore della sua esposizione nelle scuole, nelle aule di tribunale, ecc…

Marco G.

Personalmente non mi considero un fan del giudice Tosti. Mentre portava avanti la sua caparbia e personale battaglia sulla questione dei crocefissi, in Italia è stato approvato un concorso pubblico per gli insegnanti di religione cattolica (neanche cristiana, proprio cattolica: guai a qualsiasi altro cristiano che osi pensare di mettere piede nella scuola pubblica), mentre continua ad essere respinta qualsiasi richiesta delle associazioni di consumatori di fare una campagna di informazione sui media pubblici per spiegare ai contribuenti come funziona l’ 8xmille. Per quel che riguarda i simboli religiosi penso che il principio che deve salvaguardare uno stato laico è che non possono essere ne’ imposti ne’ vietati, oltre a questo bisogna cercare di fare ricorso al buon senso che significa anche secondo me evitare diatribe che giovano soprattutto a chi ha interesse a distrarre l’attenzione da altri argomenti (dove ci sono in ballo i nostri soldi). Comunque l’interpellanza a Mastella è interessante perchè il Guardasigilli deve essere al di sopra delle parti e ci sono diverse questioni importanti in ballo nel nostro paese (forse più di quella dei crocefissi), a proposito delle quali è fondamentale scongiurare qualsiasi OPA ostile del Vaticano sulla Magistratura…

Enrico Bacciardi

@ Ascoli Piceno:

Ué, faina, forse se ci pensi puoi capire… quel simbolo è sì qualcosa di tipico della nostra cultura, è vero, ma è ben lungi dal rappresentarla.

E’ inoltre irrispettoso esporlo nei tribunali e nelle aule scolastiche: irrispettoso nei confronti per chi in quel simbolo non si identifica (e poi è un cadavere inchiodato sul legno! Mi pare di cattivo auspicio). Siamo una democrazia: se vuoi un simbolo in cui identificarti appendi una bella bandiera al posto di un dio impazzito che fa crocifiggere il figlio.

rosalba sgroia

carissimi, propongo di attaccare al muro, oltre al crocifisso, simbolo della “nostra cultura”, anche un bel pallone da calcio, un mandolino e una pizza margherita!
Evvai con la Bella Nazione Vaticaliana!
🙂 🙂

ASCOLI PICENO

Mi dispiace ma continuate a dire balle parlando del calcio, della margherita, dei referendum, della chiesa cattolica, del fascio, della stella di David, ecc ecc quando NON C’ENTRANO NA MINCHIA!
Il Cristianesimo è alla BASE DELLA CULTURA EUROPEA e della storia di questo continente. Non si parla di questioni religiose, ma di questioni storico-culturali innegabili.
NON A CASO, E LO RIPETO CON FORZA, IL CALENDARIO DI QUESTO CONTINENTE E NON SOLO, SI BASA SULLA NASCITA DI QUEL “CADAVERE APPESO IN CROCE”.
Oggi siamo nell’anno 2006 dopo cosa?! La nascita delle vostre sorelle?! (con tutto il rispetto). NO! Dopo la nascita di una figura (Cristo) che ha rivoluzionato la storia e che dopo 2000 anni continua a farlo.
Poi ci sono i credenti che in lui vedono anche un SIMBOLO RELIGIOSO, e gli atei che invece ne vedono solo un simbolo della storia di questo continente e non solo. CHE VI PIACCIA O NO, COSì è!
E RINNOVO L’INVITO: PENSATE A COSE + SERIE INVECE CHE STARE A FARE LE GUERRE PER QUESTE BARZELLETTE!

Daniele Gallesio

Ascoli:

Si vede dalla tua dialettica quali sono le basi della tua “cutura”! 😀

pietro

Questa vicenda del giudice Tosti è stata condotta malissimo. Nelle mailing list dell’Uaar è stato più volte detto che avevano ragione i giudici a condannarlo. Una cosa vergognosa perchè accompagnata da una “difesa” tipo presenza al processo e richiesta di parteciparvi.

Mastella farà una relazione come gliela confezioneranno gli uffici e dirà che non potrà non attenersi al giudizio della Magistratura.

L’interpellanza è CONTROPRODUCENTE e dannosa perchè aggiungerà un giudizio negativo del Governo a quello della Magistratura. Chi l’ha promosso è un CRETINO o in Malafede o uno che tira la volata al Vaticano!! O semplicemente uno sprovveduto spinto da persone irresponsabili.!!!!

Volete vedere che finirà esattamente come vi ho predetto?

Pietro

antonella_621

Non capisco dov’è il problema, ma forse sono tonta io.
In un pubblico edificio laico ci devono essere simboli religiosi o meno? Se ci sono che motivo logico hanno d’esserci? Faccio un esempio riferito al caso di specie: in un tribunale laico a cosa serve il crocefisso o altro simbolo religioso (indifferente anche pulcinella, il pallone, il corno, ecc.)? I giudici forse si ispirano guardando il crocefisso o altro per le loro sentenze? Non dovrebbero ispirarsi ai codici “umani terrestri”? Anche perchè da come sta andando la giustizia se i giudici si ispirano guardando il crocefisso o è di parte il crocefisso o i giudici non ci vedono tanto bene.
Che i simboli religiosi, e le sue radici culturali, ognuno se le gestisca a casa sua, o in luoghi per culto ben delimitati (non vorrei entrarci per sbaglio). Può anche gestirsi il cornetto, il pallone, pulcinella o quello che gli pare (a me interessa poco): ma non in un pubblico edificio laico.
Mettiamoci d’accordo: o lo stato è laico e in tal caso di simboli religiosi (indifferente quali), in pubblici edifici laici non se ne parla proprio, oppure lo stato è sottomesso al potere religioso, ma in tal caso si eviti l’iposcrisia e lo si dica chiaramente (anche da parte di certi “pentiti religiosi” di sinistra laica).
Vedremo cosa risponderà il Ministro Clemente MASTELLA. Sia coerente (anche perchè lo paghiamo per la sua funzione politica e di ministro), precisi se lo stato è laico oppure è una dipendenza del Vaticano.

Massimiliano

Per ASCOLI PICENO

Tu dici che il crocifisso fa parte della nostra cultura. Ed è vero.
Ma questo vuol dire poco o nulla.
Anche il fascismo fa parte della nostra cultura ma nessuno si sognerebbe di mettere la faccia del Duce Benito appesa ad un muro.
Anche il comunismo fa parte della nostra cultura ma nessuno si sognerebbe di mettere la falce ed il martello appesi ad un muro.
Anche il cristianesimo fa parte della nostra cultura ma questo non vuol dire che dobbiamo appendere l’immagine di Cristo al muro, un’immagine nella quale non tutti si riconoscono.
Spero tu sia d’accordo con me, in caso contrario rispondimi pure, ma senza scrivere parolacce, grazie

ASCOLI PICENO

Fascismo e comunismo non fanno parte della cultura universale di questo continente da 2000 anni a questa parte… SEMPLICE SEMPLICE LA RISPOSTA!
E per chi non ci sente RIPETO: il crocifisso non è SOLO un simbolo religioso, è simbolo delle radici del continente europeo. Al di là del buffo calendario che ci propone l’amico razionalMENTE…

Io ad esempio, se fosse possibile avere diritto di parola in medio oriente, non mi sentirei MAI di chiedere la rimozione della mezzaluna dagli edifici pubblici del medio oriente. Per quanto mi possano stare sulla minchia, quel simbolo a me non dice assolutamente nulla, se lo guardo non mi dà nessun problema, sono solo cosciente che è un simbolo che rimanda alle radici di quel luogo. Poi per la maggior parte delle persone che vivono li è anche un simbolo religioso, ma a me nn dà nessun problema.

Sandro Masiini

non esiste nessun obbligo legittimo ad esporre il crocifisso nelle aule di udienza!
(leggere in proposito la motivazione della sentenza della Cassazione del 2000)

pietro

Reputo l’iniziativa propagandistica e controproducente perchè sappiamo tutti benissimo come l’Onorevole Mastella ultracattolico si farà preparare una gesuitica relazione dagli Uffici e si allinearà pubblicamente alla sentenza del Giudice che ha condannato Tosti magari aggiungendo sue considerazioni personali sul significato della presenza dei crocefissi negli uffici pubblici e sui doveri dei funzionari dello Stato di obbedire tacendo (così si diceva una volta)

Due strumentalizzazione metteranno nel tritacarne il povero giudice Tosti: quella del deputato che si fa propaganda presso gli atei sollevando il polverone e quella di Mastella che dall’altro fronte farà altrettanto.

Questo alla vigilia del pronunciamento della Corte di Giustizia.

C’era già stata la strumentalizzazione Uaar che in pubblico mostrava di difendere Tosti e nelle sue liste lo crocifigeva.

Evviva!! Evviva!!! Evviva L’Italia dei furbacchioni!!!!!!

ASCOLI PICENO

La Cassazione si smentisce di anno in anno!

Pensate a cose + serie che ce ne sono… perchè, pur essendo cattolico ma abbastanza obiettivo, riconosco che di cose da combattere ce ne sono: ad esempio quella dell’esenzione delle tasse per gli immobili ecclesiastici. Con tutti i soldi che prendono, pagassero almeno le tasse! E anche la questione dell’8×1000 che viene distribuito solo in minimissima parte ai poveri, ecc ecc

MA LASCIATE PERDE QUESTE COSE DEL CROCIFISSO CHE, A MIO PARERE, VI RENDONO RIDICOLI E DEI FONDAMENTALISTI ATEI! Il che non è una cosa positiva perchè ogni fondamentalismo è da condannare.

Il crocifisso è simbolo delle radici europee… è INNEGABILE! Per chi crede è qualcosa di piu, ma x chi non crede no! Stop! A me, come detto sopra, nn darebbe nessun fastidio la mezzaluna in edifici del medioriente perchè è giusto che espongano un simbolo della loro cultura. NON CAPISCO TUTTI STI CASINI PER UN CROCIFISSO CHE PER PRIMA COSA RAPPRESENTA LE RADICI CULTURALI DELL’ITALIA E DELL’EUROPA. Io se fossi ateo non me ne farei alcun problema…

Massimiliano

Per ASCOLI PICENO

Il cristianesimo fa parte della cultura europea ” da 2000 anni a questa parte ” solo perchè è stato imposto con la forza ,con la violenza ,con la sopraffazione, con le conversioni forzate … come dire ? o ti comporti come comanda la madre chiesa cattolica apostolica romana oppure ti uccidiamo.
Io, per non morire, scelgo la prima opzione…et voilà il cristianesimo ha arruolato un nuovo adepto e continuato a crescere fino ad arrivare ai nostri giorni.
Le religioni ( ebraismo, cristianesimo , islam, induismo etc… ) sono dittature.

antonella_621

Il simbolo culturale dell’Italia e dell’europa è la bandiera europea:

“Essa rappresenta non solo il simbolo dell’Unione europea ma anche quello dell’unità e dell’identità dell’Europa in generale. La corona di stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa. Il numero delle stelle non dipende dal numero degli Stati membri. Le stelle sono dodici in quanto il numero dodici è tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità. La bandiera rimarrà pertanto invariata a prescindere dai futuri ampliamenti dell’Unione europea.”
http://europa.eu/abc/symbols/emblem/index_it.htm

C’è bisogno di altri simboli?

Massimiliano

Concordo con Rosalba Sgroia. Anche il calcio, la pizza e il mandolino fanno parte della nostra cultura. Quindi attacchiamoli al muro

Daniela

tipico delle persone senza argomentazioni valide tacciare di fondamentalismo le persone che ne hanno una validissima di argomentazione, la laicità dello Stato.

Enrico Bacciardi

ascoli, ascolta: due cose per chiarire. Logiche.

1) vero che la battaglia per il crocefisso è un evento minore e ci sono molte cose più importanti. Ma non ci dedichiamo solo a quello.
Per capirci: gli scippatori sono meno pericolosi della mafia. Ma combattiamo entrambi, dedicando ovviamente le nostre energie in maniera proporzionale ad eventi di importanza diverso. Il discorso del crocefisso va quindi avanti, ma non preoccuparti: sappiamo che esistono questioni più cruciali.

2) il crocefisso può essere il simbolo di quel che vuoi… ma che senso ha appenderlo nei luoghi pubblici, che sono di tutti e anche di chi si confessa ateo o musulmano, o induista? Nota che NON vogliamo toglierlo epr sostituirlo con qualcos’altro che meglio ci rappresenti, ma toglierlo e basta.
A me personalmente da fastidio. Ovvio che a casa sua uno deve essere libero di appenderne anche 100, se ha voglia. Ma non nei loghi pubblici.

L’unica cosa che può rappresentarci tutti è la bandiera. O anche la costituzione.

Insomma a parte il discorso di quali radici rappresenti, è cmq un simbolo religioso. Non ha senso, a parer mio, che stia appeso lì. Mettetelo in chiesa, e l’UAAR non avrà niente da ridire.

Alessandro L.

@ ASCOLI PICENO
Il cristianesimo, croci e via di seguito sono il simbolo della violenza della storia europea di questi ultimi 2000 anni. E’ innegabile.
Pensando alle comuni radici europee il cristianesimo non è certo stato l’evento più importante. L’impero romano lo è stato molto di più, fu questo l’evento che nel bene e nel male unì l’europa e pose le basi del nostro essere. Un solo esempio: le lingue europee? Non si assomigliano forse un pò tutte? Non si sente una radice comune?

pietro

Caro Dr.Tosti,

le ragioni della iniziativa di “stanare” il governo
italiano prima del pronunziamento della Corte di Giustizia Europea sono
da Lei argomentate con tanta dottrina e convinzione che non mi sento di
insistere nelle mie “preoccupazioni”.
Farò quanto è nelle mie
possibilità scrivendo dappertutto per sostenere ancora la sua causa che
è la causa stessa dell’affrancamento dell’Italia da vincoli
religiosi
premoderni ed inaccettabili.
Spero di non avere arrecato danno
laddove volevo soltanto manifestarle la mia più completa solidarietà.
Con stima e sperando in un domani migliore.
Pietro

—-Messaggio
originale—-
Da: Luigi Tosti (e-mail adress suppressed)
Data: 8-ott-2006 6.23 PM
A:

Ogg: Re: ho pubblicato nella ml dove sono
iscritto

Se fosse vero che i Gesuiti sono capaci a tal punto da
presentare al Ministro Mastella “relazioni giuridiche” che
dimostrano, in modo inconfutabile, che lo Stato italiano non compie
atti di “discriminazione religiosa” quando autorizza
l’ingresso negli
uffici pubblici ai simboli religiosi e vieta a tutti gli altri simboli
lo stesso identico diritto, non capisco quale possa essere stato
l’errore commesso dall’On.le Turco: le stesse identiche
considerazioni
giuridiche, infatti, potranno essere utilizzate dinanzi alla Corte
europea per far respingere il mio futuro ricorso (per la cui decisione
non esiste alcuna imminente vigilia). L’interpellanza, inoltre, non
affronta minimamente il tema della “bontà” o meno della
decisione del
tribunale dell’Aquila (che, detto per inciso, contrasta con le
decisioni della Cassazione), per il semplice motivo che questa
questione è rimessa alla decisione della Corte di Appello ed
eventualmente, poi, della Corte di Cassazione e della Corte Europea,
sicché tuttte le “chiacchiere” che circolano sulla rilevanza
dell’inderogabilità dei “doveri dei pubblici funzionari”
(came mai la
Cassazione ha assolto il Montagnana?) dovranno esser fatte valere in
sede giudiziaria: e io, sul punto, ho già argomentato abbondantemente,
rappresentando che lo spirito della Convenzione internazionale era ed è
quello di evitare che si ripetessero i crimini contro l’umanità
dell’ultimo conflitto mondiale. Ribadisco, pertanto, che nella mia
qualità di giudice italiano mi sono rifiutato e mi rifiuto di
calpestare il diritto degli italiani (soprattutto quelli atei e
cattolici) di essere giudicati da giudici “parziali”, che cioè
giudicano in nome del Dio cattolici, così violando l’art. 6 della
Convenzione. Alla stessa stregua mi rifiuterei di osservare -sempre per
libertà di coscienza- le ipotetiche circolari del Ministro di Giustizia
che mi imponessero di torturare gli imputati, di uccidere gli ebrei e i
negri e di discriminarli nel corso delle udienze: anche in questi
ipotetici casi, infatti, si tratterebbe di diritti fondamentali
garantiti dalla stessa identica Convenzione ed io, come giudice che
esercita funzioni pubbliche in nome dello Stato contraente
“Italia”,
non intendo “obbedire tacendo” come fecero, vigliaccamente, i
giudici
italiani durante il ventennio fascista, quando non mossero un dito di
fronte alle criminali leggi razziali e alle criminali persecuzioni e
deportazioni degli ebrei. La tesi dell’ “obbedire
tacendo”, Signor
Pietro, non è nuova ma è già stata sostenuta dal tribunale Aquilano e
prospettata, poi, dal Primo Procuratore Generale presso la Corte di
Cassazione Giuseppe Favara e dall’Avvocato Generale dello Stato
Antonino Siniscalchi nella procedura di sospensione dalle funzioni e
dallo stipendio attivata contro di me dinanzi al CSM ed ho già risposto
in questi stessi termini, tutt’altro che delicati. Estremamente
significativa è la circostanza che il Consiglio Superiore della
Magistratura ha sì disposto la mia sospensione in data 31.1.2006 ma, a
distanza della bellezza di otto mesi ,non è stata ancora depositata
neppure mezza sillaba della prescritta motivazione. Pertanto, qui non
c’è da fare i furbi o i cretini, dal momento che ho sempre giocato a
carte scoperte, motivando tutte le mie azioni anche dal punto di vista
giuridico. In estrema sintesi: se la Convenzione attribuisce a
qualsiasi uomo il diritto (ad esempio) di non essere torturato ed il
diritto di non essere privati della vita da parte degli Stati membri
che hanno aderito alla Convenzione (e l’Italia è uno di questi), mi
sembra francamente demenziale ipotizzare che i funzionari dello Stato
possano essere ritenuti obbligati ad “obbedire tacendo” a
norme interne
che impongano loro di torturare ed uccidere, come sostenuto dagli Alti
magistrati Favara e Siniscalchi.
Vedremo quello che sentenzierà la
Corte Europea. Checché ne dica la stessa, tuttavia, io non mi
comporterò mai come quei vigliacchi magistrati dell’Era fascista né
come gli attuali colleghi “leoni” magistrati che, oltre a non
partecipare alle battaglie di civiltà, pretenderebbero sponsorizzare,
come figura di “buon magistrato”, il codardo che applica,
“tacendo”, le
disposizioni razziali, e, sempre tacendo, tortura e stermina ebrei e
rom. Se Mastella vuole includere questo “argomento giuridico”
nella sua
risposta, faccia pure: credo, però, che nel tritacarne ci finirà lui.
Saluti.
Luigi Tosti
—– Original Message —–
From:
pietroancona@tin.it
To: tosti luigi
Sent: Sunday, October 08,
2006 5:03 PM
Subject: ho pubblicato nella ml dove sono iscritto

antonella_621

Condivido quanto scritto dal giudice Luigi Tosti e per quello che può servire lo appoggio totalmente nella sua vicenda, ribadisco, non si tratta di “parità” tra religioni nel senso che se c’è il simbolo di una va messo anche quello dell’altra (all’infinito), ma di un concetto sul principio della laicità di stato che al suo interno ha già le sue radici culturali ecc. (si leggano i principi, la storia, ecc. della Unione Europea).
Se lo stato è laico nei pubblici edifici ci vanno i simboli laici dello stato (bandiera, foto del Presidente, costituzione, o quanto altro ritenuto idoneo), ma non simboli “religiosi”, che non hanno alcun motivo di esserci: per quale motivo ci dovrebbero stare? Che c’entra il crocefisso con la Giustizia?.
Se così non è, e di fatto non può essere (il giudice Tosti non avrebbe dovuto fare ciò che ha fatto), lo si ammetta.
Vi sia il coraggio da parte dei politici, ecc., e si dica esplicitamente e pubblicamente: lo stato italiano non è laico né sovrano, ma sottomesso, nel caso in particolare trattandosi di “crocefisso”, ad uanr eligione e ad uno Stato Estero (Vaticano), anche se sulle “carte” così non è.
Per quale motivo lo Stato italiano dovrebbe concedere benefici particolari al Vaticano se non ne fosse di fatto “sottomesso”? Questo è il messaggio che recepisco io.
Per me Turco ha fatto bene con l’interpellanza, il Ministro MASTELLA spieghi al popolo a che tipo di stato apparteniamo quali “cittadini europei”. Oppure l’Europa va bene solo quando comoda?
Non vi sono vie intermedie: o è così o non è così, in informatica si usa o 0 o 1. Non possono esserci altri risultati: o è vero o è falso.
Se è vero che lo stato è laico tutti i simboli religiosi devono cedere il posto nei pubblici edifici laici a simboli laici (senza la necessità di “crocifissioni” per ottenerlo), se non è vero va bene così come ora: si lascino i crocefissi. Punto e basta. Ma si abbia il coraggio di dirlo ai cittadini.

raphael

*Ascoli
Io se fossi ateo non me ne farei alcun problema…
Se tu lo fossi ne faresti il simbolo del problema!
Il punto è che non provi neanche ad esserlo……

Carlo Perassi

Ammettendo che quello sia il miglior simbolo della nostra cultura, perché mostrarlo in un tribunale? Quale sarebbe la sua funzione?
Pensandoci, anche quando ero al Politecnico, c’era spesso quel simbolo sopra la lavagna… anche se ho impiegato diversi anni a farci caso, dato che ero concentrato su ben altri… simboli 🙂

pietro

Tosti Luigi – Via Bastioni Orientali n. 38, 47900 RIMINI
Tel/Fax: 0541/789323 – Cell.: 338-4130312 E.mail: tosti.luigi@alice.it
Rimini, li 5 settembre 2006

Al Ministro di Giustizia
On.le Clemente Mastella
Via Arenula 70
00186 R O M A

OGGETTO: Rimozione del simbolo religioso cattolico da tutte le aule giudiziarie italiane.

Io sottoscritto Luigi Tosti, res. a Rimini, Via Bastioni Orientali n. 38, nella mia duplice qualità di magistrato ordinario di questa Repubblica e di cittadino italiano imputato nei procedimenti penali nn. 2366/05, 3188/05, 3373/05, 3800/05R.G., 78/2006 e 194/2006 Mod. 21 P.M. Tribunale de L’Aquila e nei procedimenti riuniti nn. 637 e 638/2005 R.G. Tribunale de L’Aquila, reitero per l’ennesima volta, la richiesta di immediata rimozione dei simboli religiosi da tutte le aule giudiziarie italiane, in ottemperanza al principio di laicità dello Stato e in ossequio alla pronuncia della Corte di Cassazione Penale, IV Sez., del 1.3.2000 n. 439, che ha espressamente sancito che tutta la normativa fascista relativa all’ostensione del crocifisso negli uffici pubblici deve ritenersi abrogata, ex art. 15 disp. prel. al cod. civile, per incompatibilità assoluta coi principi di laicità, di libertà religiosa e di eguaglianza dei cittadini affermati dalla Carta Costituzionale e dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’Uomo.
In subordine Le chiedo di esporre in tutte le aule giudiziarie, a fianco del crocifisso ed in ottemperanza al principio di eguaglianza di tutte le religioni e di tutti cittadini, tutti i simboli di tutti i credo religiosi concepiti dalla mente dell’uomo e, in particolare, il simbolo dell’Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti e la menorà ebraica (le rammento che la Corte Costituzionale ha sempre attribuito all’ateismo e all’agnosticismo gli stessi diritti e la stessa dignità che competono alle ideologie positive).
Ribadisco che nella mia qualità di magistrato mi rifiuto di violare il mio obbligo giuridico di essere e di apparire imparziale, perché ritengo di dover rispettare sia il comma 2° dell’art. 111 della Costituzione che l’art. 6, 1° comma, della Convenzione sui diritti dell’Uomo e, pertanto, mi rifiuto di calpestare il diritto dei cittadini non cattolici e dei cittadini non credenti di essere giudicati da giudici “visibilmente imparziali”.
Ribadisco, poi, che nella mia qualità di imputato mi rifiuto di farmi processare da giudici partigiani che si identificano platealmente nei crocifissi cattolici appesi sopra la loro testa, e non nei simboli neutrali dell’unità nazionale che, guarda caso, sono accuratamente estromessi dalle aule giudiziarie italiane: tanto più in processi nei quali questi giudici di parte cattolica -che cioè accettano di far parte di un’Amministrazione connotata di cristianità- sono chiamati ad esprimere un giudizio di colpevolezza o di innocenza in relazione ad un mio comportamento che è diametralmente opposto, cioè di rifiuto radicale di giudicare in nome di quel “loro” idolo.
Ribadisco che non accetto di essere processato da giudici che sono indotti a condannarmi per non correre il rischio, in caso contrario, di essere sottoposti a procedimenti disciplinari da parte del Ministro di Giustizia, nonché al linciaggio pubblico da parte delle più Alte cariche istituzionali, politiche e “religiose” dello Stato Cattolico Italiano.
Le ricordo, a tal proposito, che il giudice dell’Aquila dott. Mario Montanaro, “reo” di aver pedissequamente seguito l’orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale; “reo” di avere applicato e rispettato la Costituzione Italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell’Uomo, “reo” di avere considerato un cittadino italiano di fede musulmana uguale e di dignità pari a quella di un cittadino cattolico, è stato sottoposto alla vergognosa intimidazione del Ministro della Giustizia Castelli, che ha disposto un’immediata ispezione a suo carico ed ha pubblicamente bollato la sua ordinanza, senza neppure leggerla, come un “provvedimento abnorme”, “ricordando di aver ricevuto da Adel Smith la strampalata richiesta -cui ovviamente non ha dato seguito- di togliere i crocifissi dalle aule giudiziarie”.
Le ricordo che persino il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi ha scagliato i suoi strali contro il giudice Montanaro, caldeggiando pubblicamente la riforma della sua ordinanza (“si tratta di una decisione non definitiva, suscettibile di impugnazione”) e censurandola, nel merito, sino al punto di affermare che “il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno a base della nostra (“nostra”???) identità”, dimenticandosi forse di rivestire la carica istituzionale di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e, quindi, di garante dell’ indipendenza e dell’imparzialità dei giudici (estremamente significativa è la circostanza che le “motivazioni” “suggerite” da questo dictat Presidenziale siano poi state pedissequamente recepite dai giudici amministrativi, al pari del dictat del Cardinal Ruini, presidente della Confer. Episc. Italiana, che ha affermato che “il crocifisso esprime l’anima profonda del nostro Paese e deve dunque rimanere come segno dell’identità della nostra nazione. La decisione del giudice Montanaro ci ha sorpreso sia per il contenuto che per le ragioni addotte”).
Le ricordo che Benedetto XVI, Capo di uno Stato estero che gode di spazi televisivi RAI infinitamente superiori a quelli destinati al Presidente della Repubblica Italiana, ha lanciato il suo dictat affermando che “E’ importante che Dio sia visibile nelle case pubbliche e private, che Dio sia presente nella vita pubblica, con la presenza dei crocefissi negli uffici pubblici” (faccio osservare, incidentalmente, che nessuno vieta a Dio, che è fatto a nostra immagine e somiglianza, di rendersi visibile di persona, quando e dovunque voglia).
Le ricordo che Pierluigi Castagnetti ha “gentilmente” bollato l’ordinanza del giudice Montanaro come “una sentenza priva di intelligenza, buonsenso e legittimità” Le ricordo che Roberto Maroni l’ha bollata come “una sentenza aberrante, che va cancellata al più presto perché un giudice non può cancellare millenni di storia”). Le ricordo che Roberto Calderoli ha bollato l’ ordinanza come “una bestemmia, le cui motivazioni gli appaiono ancor più gravi” (per il leghista è inconcepibile che un musulmano possa essere uguale ad un cattolico, come è inconcepibile per alcuni uomini di razza bianca che i “negri” possano godere dei loro stessi diritti).
Le ricordo che il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Virginio Rognoni, dimenticandosi forse di rivestire il ruolo istituzionale di garante dell’indipendenza e dell’imparzialità dei giudici, ha dichiarato di “essere disorientato e preoccupato” (di che? Forse del fatto che il giudice Montanaro aveva fatto pedissequa applicazione delle sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale?)
Le ricordo che il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Fini ha graziosamente bollato il provvedimento del dr. Montanaro come una “decisione assurda e sconcertante, operata da un magistrato evidentemente in cerca di notorietà, che offende i sentimenti profondi della stragrande maggioranza degli italiani” (quali? Forse quelli dediti alla pratica del razzismo e della discriminazione religiosa?).
Le ricordo che il Ministro dell’Interno Pisanu, dall’alto della sua carica istituzionale, ha pubblicamente dichiarato di “sentirsi offeso dalla sentenza del giudice Montanaro, sia come cristiano che come cittadino: il crocifisso, infatti, non è solo il simbolo della mia religione, ma anche l’espressione più alta di 2000 anni di civiltà” (a quale “civiltà allude l’On.le Pisanu? Forse alle “sante crociate”, che hanno provocato lo sterminio di milioni e milioni di “infedeli musulmani”? Forse ai roghi su cui sono stati fatti cristianamente ardere gli eretici, gli omosessuali e le streghe? Forse alle torture cristianamente inflitte dai Tribunali della “Santa” Inquisizione? Forse all’imposizione di simboli distintivi, alle ghettizzazioni, alle persecuzioni razziali ed all’olocausto contro gli ebrei ed agli stermini dei valdesi e degli ugonotti?)
Le ricordo che il segretario dell’UDC Follini ha bollato il provvedimento del dr. Montanaro come un “errore clamoroso, che colpisce i sentimenti delle persone (quali?) senza aggiungere nulla alla piena autonomia delle istituzioni”.
Le ricordo che il capogruppo centrista alla Camera Volonté ha definito l’ordinanza come “sconcertante, oltre che sbagliata, invitando l’Avvocatura di Stato e il Ministro Moratti ad intervenire in sede giudiziaria per tutelare le leggi (??) e la morale civile (??????)”. Le ricordo che il Sindaco DS di Roma Veltroni ha bollato il provvedimento come “sentenza priva di intelligenza, che non aiuta l’integrazione” (forse per l’On.le Veltroni l’integrazione consiste nell’obbligo degli atei e dei credenti in religioni diverse dal cristianesimo di prostrarsi dinanzi al “suo” crocifisso, perché “UNICO” simbolo depositario di Verità, civiltà, tolleranza etc. etc.).
Le ricordo che Sandro Bondi di Forza Italia ha invocato addirittura “l’intervento del Parlamento (non, per fortuna, quello dell’ONU) per ristabilire la sovranità popolare e democratica rispetto a decisioni come quella assunta da un funzionario dell’ordine giudiziario che offendono i valori fondamentali della nostra (???) storia, della nostra (???) cultura e della nostra (???) identità nazionale”. Le ricordo che Francesco Storace, Presidente della regione Lazio, ha “provato una fortissima indignazione per la sentenza dell’Aquila, che è la logica conseguenza di una grave tendenza che punta alla negazione di valori che fanno parte della tradizione italiana ed europea. E’ bene che si cominci a dire forte e chiaro che i cattolici non possono essere considerati ospiti (???) in Italia.”
Le ricordo che Gianni Alemanno, ministro delle politiche agricole, ha espresso pubblica “indignazione per la sentenza del giudice Montanaro: aprire alle altre culture non può e non deve significare la cancellazione (????????) della nostra (????) identità italiana” (evidentemente per Alemanno non si è italiani se non si è cattolici).
Le ricordo che il Comitato Nazionale per la Giustizia, presieduto dall’Avv. perugino Giacomo Perrone e dal segretario Gianfranco Sassi, magistrato in pensione, ha chiesto al Ministro di Giustizia Castelli di promuovere l’azione disciplinare nei confronti del dott. Montanaro, “denunciando la natura prettamente politica della decisione, che contrasta con i principi dell’ordinamento dello Stato e con la normativa vigente (follia!), emessa per di più su ricorso del Presidente dell’Unione Musulmani d’Italia, autore di un grave atto di ostilità (non c’è limite all’impudenza)”, e bollandola come un’ “abnorme pronuncia giudiziaria, chiaramente parziale, e come tale lesiva del prestigio della magistratura (esiste un giudice a Berlino, ma, non certo, nella specie, a L’Aquila”.
Le ricordo che il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana Mons. Betori ha dichiarato che “la Croce è un simbolo irrinunciabile per il popolo italiano e che la sentenza del giudice Montanaro è in contraddizione con una legge vigente dello Stato, che nessun Parlamento ha mai cambiato, tanto meno la Costituzione” (dal che si arguisce che i giudici della IV Sezione penale della Cassazione sono, agli occhi dell’Alto Prelato, dei perfetti incompetenti).
Le ricordo che il giudice Montanaro è stato fatto oggetto di intimidazioni e minacce di morte da parte di vigliacchi quanto anonimi accoliti della cosiddetta “civiltà” e della cosiddetta “tolleranza” cristiana, di cui sarebbe impregnato il simbolo del crocifisso.
Le ricordo che l’ordinanza del giudice Montanaro ha determinato la presentazione del disegno di legge 2749 del 15.5.2002 dell’On.le Federico Bricolo, recentemente reiterata in data 31.5.2006 col n. 955, col quale si tenta addirittura di istituzionalizzare con legge la discriminazione religiosa, cioè un crimine punito dalla Convenzione di New York con pene detentive, imponendo ai non credenti ed ai credenti in religioni diverse il simbolo della Superiore Religione Cattolica, unico simbolo di civiltà e di tolleranza (Giordano bruno docet), e prevedendo anche sanzioni penali per chi, come me, si rifiuta di soggiogarsi sul posto di lavoro a questo simbolo.
Le ricordo che l’ordinanza del dott. Montanaro ha determinato anche la presentazione del disegno di legge 4523 del 26.11.2003 del leghista Alessandro Cè per la modifica dell’art. 8 della Costituzione in senso razzistico, cioè per attribuire alla sola Religione Cristiana il privilegio e la prerogativa di “fondamento spirituale nel patrimonio religioso italiano”, bollando l’ordinanza del giudice Montanaro come un “episodio sconcertante che ha provocato l’unanime reazione di condanna del Parlamento e della Chiesa” (forse sarebbe stato opportuno rispettare la scala dei “valori” istituzionali, posponendo il Parlamento alla Chiesa).
Le ricordo che l’On.le Cosimo Izzo di Forza Italia si è fatto anch’egli promotore di altro progetto di legge di modifica dell’art. 2 della Costituzione, per rendere “obbligatoria” la morale e la religione cattolica agli italiani, forse per “ossequiare” la Convenzione internazionale per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e la convenzione di New York per la repressione delle discriminazioni religiose.
Le ricordo, infine, che anche Ella ha bollato l’ordinanza del giudice Montanaro come “un errore storico e culturale, che non aiuta l’integrazione e interpreta in modo sbagliato il pluralismo religioso. Togliere oggi il crocifisso dalle aule delle scuole significa non avere rispetto per valori che per noi (“noi”, chi?) sono fondamentali”.
Le chiedo pertanto -nell’ipotesi che non intenda ammettere che il Giudice Mario Montanaro è stato vittima di un vigliacco e ingiusto linciaggio istituzionale, perpetrato col classico coraggio del branco- di spiegarmi quale sarebbe “il modo giusto di interpretare il pluralismo religioso” e se, in particolare, Ella ritiene, come il Suo predecessore On.le Castelli, che il simbolo degli ebrei -che sono stati da Voi cristiani ghettizzati, perseguitati e sterminati- non meriti, per un qualche motivo che mi resta ancora ignoto, di essere esposto a fianco del Vostro sacro Crocifisso.
Attendo cioè di sapere da Lei se il “modo giusto” di interpretare il pluralismo religioso nelle aule giudiziarie sia quello di seguitare a perpetuare il privilegio dell’uso esclusivo delle pareti pubbliche -che cioè appartengono a tutti gli italiani, qualunque sia il loro credo- alla sola “Superiore Razza Cristiana”, esponendo il solo simbolo del Crocifisso ed escludendo e discriminando i simboli degli ebrei, dei musulmani, dei buddisti, degli atei e via dicendo.
In epoca oramai lontana negli Stati Uniti si praticava la discriminazione razziale ai danni dei “negri”, riservando i posti a sedere sugli autobus pubblici ai soli uomini di “superiore razza bianca”. In Italia si pratica ancora oggi la discriminazione religiosa, riservando l’uso e il godimento delle pareti degli uffici pubblici alla sola Razza Superiore dei Cristiani: e si ha anche la sconfinata impudenza di giustificare questa odiosa e squallida discriminazione attraverso il “richiamo” dei “valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di eguaglianza e di rifiuto di ogni discriminazione che il crocifisso è atto ad esprimere in chiave simbolica”.
E’ forse questo il “modo” in cui Voi Cattolici “praticate” e “coltivate” i “valori” di “eguaglianza”, “rispetto reciproco”, “tolleranza” e “rifiuto di ogni discriminazione”, cioè “marcando” le pareti pubbliche col vostro idolo ed escludendo tutti gli altri dalla possibilità di farne un pari uso? Complimenti!
Gradirei anche sapere se è sua intenzione reiterare, come il Suo predecessore On.le Castelli, la minaccia di procedimenti disciplinari a carico dei giudici aquilani che “osassero” incautamente affermare l’illiceità dell’esposizione dei crocifissi nelle aule giudiziarie italiane, in “oltraggioso” disaccordo con gli autorevoli “dictat” del Vaticano, della Conferenza Episcopale Italiana e della schiera trasversale dei politici sopra menzionati.
Spero che Ella avrà -a differenza del Suo predecessore- la gentilezza di rispondermi e, all’occorrenza, l’umiltà di ammettere gli errori e le ingiuste accuse che sono state perpetrate ai danni di un Giudice, il dr. Mario Montanaro, le cui uniche “colpe” sono quelle di essere giuridicamente preparato, coraggioso, imparziale e indipendente. Penso che molti dovrebbero vergognarsi e chiedergli pubblicamente scusa.
Avendone infine interesse, anche ai fini del tempestivo esercizio della cd. legittima suspicione, colgo l’occasione per chiederLe quale sia l’esito dell’esposto che Le ho presentato per le gravi irregolarità che sono state perpetrate ai miei danni dai giudici aquilani nella formazione del collegio che mi ha giudicato (e condannato) in data 18.11.2005. Chiedo, in particolare, di sapere per quali giustificabili motivi sia stato affidato l’incarico di presidente al dott. Carlo Tatozzi che, oltre ad essere incompatibile ex lege a causa delle mansioni ricoperte (GUP), non rientrava, tabellarmente, tra i giudici assegnati al Collegio penale, e sia stato invece escluso dal collegio giudicante il dott. Mario Montanaro che, stando alle vigenti tabelle, doveva far parte di quel collegio. Mi sembra sufficiente grave che le norme della Costituzione sulla “precostituzione del giudice naturale”, le corrispondenti disposizioni dell’ordinamento giudiziario, le circolari del CSM e le tabelle approvate dal CSM siano state disapplicate per creare un giudice prevenuto nei miei confronti.
Distinti saluti.
Luigi Tosti

P.S.: dimenticavo di ricordare che il TAR del Veneto, con ordinanza n. 56 del 2004, ha ritenuto -in perfetta sintonia con la Corte di Cassazione penale- che le norme fasciste che impongono l’ostensione dei crocefissi nelle scuole violassero gli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 (una vera e propria strage): pertanto ha sollevato un’eccezione di incostituzionalità delle norme fasciste. La Corte Costituzionale ha però dichiarato inammissibile la questione, trattandosi di norme regolamentari. A quel punto tutti davano per scontato l’accoglimento del ricorso da parte del TAR del Veneto. La Divina Provvidenza, però, ha fatto sì che due dei tre giudici che componevano il precedente Collegio venissero sostituiti e che il fascicolo, originariamente assegnato al relatore dr. Angelo Gabbricci, trasmigrasse nelle mani del nuovo Presidente, il dr. Umberto Zuballi: sicché, con sentenza 1110/2005, il TAR del Veneto si rimangiava tranquillamente tutto quello che aveva affermato un anno prima, affermando addirittura che il crocifisso è un simbolo “laico”.
Con sentenza n. 556 del 2006 il Consiglio di Stato ha respinto l’appello, confermando la sentenza del TAR del Veneto. Nella sentenza -la cui stesura è stata affidata non al relatore dr. Sabino Luce, bensì al dr. Giuseppe Romeo, ex residente del centro studi Torrescalla dell’Opus Dei- si spiega che “il crocifisso è atto ad esprimere, in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori della tolleranza (ad esempio: crociate, inquisizioni, roghi su cui Giordano Bruno e decine di migliaia di eretici, streghe ed omosessuali arsero cristianamente), del rispetto reciproco, di valorizzazione della persona (ad esempio: imposizione dei simboli distintivi agli ebrei, ghettizzazione degli ebrei, imposizione delle prediche coatte, rapimento dei bambini ebrei battezzati di nascosto, leggi razziali ed olocausto praticati dai cristiani fascisti e nazisti), di rifiuto di ogni discriminazione (ne sanno qualcosa gli ebrei, le donne, gli omosessuali, gli schiavi)”, sicché, in estrema sintesi, “il crocifisso esprime i valori della laicità” e deve essere cristianamente imposto a tutti -anche ai non credenti e a coloro che professano altre religioni- perché “nel contesto culturale italiano appare difficile trovare un altro simbolo che, più del crocifisso, esprima quei valori”.
Come dire: la superiore razza ariana è l’unica che merita di vivere, perché si è particolarmente distinta -soprattutto durante il ventennio nazi-fascista- nella lotta contro la discriminazione razziale. E’ dunque giusto che solo gli ariani seguitino a vivere e che, al contrario, gli ebrei e i rom seguitino ad entrare nelle camere a gas e nei forni crematori. Oppure: la Superiore Razza Cristiana si è particolarmente distinta -come testualmente afferma il Consiglio di Stato- nella lotta per l’affermazione dei valori della “tolleranza”, dell’ “eguaglianza”, del “rispetto reciproco” e del “rifiuto di ogni discriminazione”. E’ dunque “giusto” che seguiti a godere del privilegio di marcare, in regime di monopolio, le pareti degli uffici pubblici, discriminando ed escludendo tutte le altre religioni e chi non crede.
Complimenti alla “logica” ed all’impudenza. Credo proprio che per chiudere “degnamente” i processi a mio carico in quel de L’Aquila sarebbe opportuno che la futura formazione dei Collegi giudicanti fosse demandata al Vaticano, alla C.E.I. ed all’Opus Dei: sempreché, ovviamente, non si voglia scomodare la Divina Provvidenza in persona.
Luigi Tosti

Silvia Viterbo

X ASCOLI PICENO

IGNORANTE!
L’ATTUALE CALENDARIO GREGORIANO CON INIZIO DELL’ANNO AL 1° GENNAIO SI BASA SULLA CIRCONCISIONE E NON SULLA NASCITA DI GESU’!!! RITORNA A SCUOLA (O A CATECHISMO)!

Silvia Viterbo

Comunque ritengo che le vere radici culturali dell’Europa siano da rintracciare nel bacino mediterraneo dell’antichità. Le cosidette radici cristiane dell’Europa sono un clamoroso falso storico. Infine, sono anch’io a favore dell’esposizione di pizze, mandolini e quant’altro proposto.

diego

Leggendo i post mi viene da fare una sempilce considerazione : visto questo fastidio per i crocefissi mi viene da pensare che il numero di indemoniati è cresciuto a dismisura …

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