La secolarizzazione in Germania: due dati

[…] La situazione è poco incoraggiante. La diocesi di Monaco e Frisinga con un milione e ottocentomila cattolici, ha prodotto l’anno scorso solo quattro nuovi preti. La diocesi di Ratisbona, dove il Papa sarà domani, un po’ di più: sette. La secolarizzazione in Germania è dilagante. […]

Dall’articolo di Marco Politi, pubblicato oggi su Repubblica

Senza una religione 32,7%, cattolici 31,1%, evangelici 31,0%, islamici 3,9%, altre religioni 1,7%, Sono i dati aggiornati della popolazione religiosa in Germania.

Fonte: Fowid

6 commenti

cartman666

davvero notevole, gli atei al primo posto, chi lo dice a Razzinga? E credo che anche l’italia si trovi in una situazione simile, quei bagni di folla in piazza s.pietro sono solo uno specchietto per le allodole!

umberto

Che la Germania fosse più evoluta di noi è risaputo, ma che addirittura un tedesco su tre sia ateo deve essere un rospo troppo grosso da digerire per b16.

Carlo

Ciao a tutti. Volevo fare una precisazione, vivendo in germania. Qui devi dichiarare la tua religione quando ti registri, e in base a cosa dichiari, paghi o meno una tassa. I “senza religione” la tassa non la pagano. Insomma un sistema parecchio piu’ intelligente di quello italiano, xche’ permette di stabilire chiaramente quanti sono veramente religiosi o meno. Tra l’altro so per certo che le tasse che devi versare se ti dichiari cattolico sono superiori di parecchio rispetto a quanto si paga con l’8×100 in Italia e decise direttamente dalla chiesa, non dallo stato.

Carlo

Lorenzo L. Gallo

Occorre considerare anche che la situazione di finanziamento dei culti in Germania è molto particolare: si paga una bella percentuale delle tasse al proprio culto di appartenenza! In questo modo la Chiesa ramazza un sacco di soldi dai suoi adepti, ma tra i tiepidi si incoraggia l’ateismo, in quanto chi si dichiara ateo può semplicemente tenersi i suoi soldi 🙂
Per questo il modello tedesco, pur essendo una ricca fonte d’entrate per la Chiesa cattolica, non è molto apprezzato in Vaticano; di fronte ad uno zoccolo duro che paga tanto, gli altri sfuggono in maggioranza dal controllo dei preti.
Un po’ come se in Italia si desse la possibilità ai singoli di tenersi i soldi dell’8 per mille. Vorrei vedere quanti si dichiarerebbero ancora cattolici! Ma nessun governo rischierà di toccare i preti in ciò che hanno di più caro…

Marco

Anche io vivo da circa un anno in Germania e dissento da quanto affermato da Carlo.
Trovo ABERRANTE che lo stato tedesco chieda ai propri cittadini quale sia la loro religione, che questa indicazione finisca su documenti ufficiali, che la dichiarazione sia a vita, che, nel caso in cui si sia cattolici, per cambiare idea sia necessario “togliersi” dalla religione (come mi dicono). Trovo ancora più aberrante che ogni bambino battezzato sia condannato dai genitori a pagare la suddetta tassa (perchè, pare, il prete avverte subito il “fisco religioso” … su questo fatto voglio però informarmi meglio). Insomma, trovo questo sistema una grave violazione della laicità dello stato.
In Italia, almeno, nessun funzionario pubblico mi ha mai chiesto di che religione sono. Riguardo all’otto per mille: per lo meno ho la libertà di decidere anno per anno, posso, ad esempio, devolverlo ogni anno ad una confessione diversa, posso darlo allo stato, posso non indicare nulla.
Il vero scandalo è che i soldi di chi non esprime una scelta vengono ripartiti secondo le percentuali ottenute considerando SOLO coloro che hanno espresso una scelta.
E questo, in Italia, lo sanno in pochissimi!

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