Coppie miste, gay e di fatto, assieme con una rosa rossa

LA ROSA ROSSA per Tamara ha prodotto una quantità inaspettata di gemme e così sabato prossimo alle 10, in Piazza Augusto Imperatore, Roma, si terrà una delle manifestazione di protesta più originali e romantiche degli ultimi anni. Non cartelli, non striscioni, non slogan gridati col megafono. Solo una moto (per la precisione una Transalp 650) e una rosa rossa. Quella che Alessandro Arbitrio, 44 anni, manager di una società di consulenza, il giorno dopo, a Belgrado, consegnerà alla sua compagna serba Tamara. “Gli altri noi” ha raccontato la storia di Alessandro e Tamara lo scorso 2 aprile marzo su “Metropoli” e Repubblica.it. Un amore che da quattro anni, da quand’è nato, combatte una durissima lotta per la sopravvivenza contro le normative che non danno alcun riconoscimento giuridico alle coppie di fatto, a maggior ragione quando sono formate da cittadini italiani ed extracomunitari. Tutte le volte che Tamara vuole incontrare il suo compagno, deve chiedere il visto turistico, e non è affatto certo che riesca a ottenerlo. Il risultato è un’esistenza fatta di lunghe attese, spese, pellegrinaggi tra le ambasciate dell’Unione europea e segnata anche dalla continua ricerca di escamotage, a volte umilianti. L’ultimo della serie, tentare di assumere la propria compagna come collaboratrice domestica o come badante. Così, ai disagi e alle spese, s’aggiunge la minaccia – che all’ennesima richiesta di visto è spesso evocata dalle autorità consolari – di una denuncia per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Chi volesse approfondire, può andare a vedere il sito www.inviaggiopertamara.com che Alessandro Arbitrio ha aperto per spiegare le ragioni della sua protesta. […] Alessandro Arbitrio è rimasto sorpreso quando gli sono giunti messaggi di solidarietà e adesioni da persone e associazioni diverse: la “Lega italiana famiglie di fatto” la cui vicepresidente è Adele Parrillo, compagna di Stefano Rolla, una delle vittime della strage di Nassyria, che, proprio perché “compagna” e non “moglie”, è stata esclusa dagli aiuti e dagli indennizzi riservati alle vedove; l’Arci gay che chiede un riconoscimento giuridico per le coppie omosessuali alle quali, esattamente come alle coppie miste non sposate, è negata la possibilità di dare un valore legale anche alle relazioni più durature. Sabato prossimo sarà presente al via anche Franco Grillini, presidente e fondatore dell’associazione. La questione del riconoscimento delle coppie di fatto, evidentemente è un terreno dove la tutela dei diritti dei “cittadini non UE”, s’incontra con la difesa dei diritti civili di tanti cittadini italiani. Un tema che offre una sorprendente e inaspettata occasione di integrazione attraverso la protesta democratica. Alessandro Arbitrio non immaginava tutto questo e, naturalmente, ne è molto soddisfatto. Anche perché alla solidarietà politica dell’Arci e della Liff s’è aggiunta quella, sportiva, degli aderenti all’associazione che raccoglie gli appassionati della Transalp. Lo scorteranno fino all’uscita della capitale, assieme ad altri motociclisti “free lance”. Sul parabrezza della moto, Alessandro avrà un’immagine di San Giorgio che uccide il drago. Il drago della discriminazione.[…]
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