Papa Wojtyla: cronaca di una montatura giornalistica

Overdose. Questa è la causa per cui, nei giorni scorsi, sono morte le concezioni della storia, della politica e del giornalismo, non basate sui fatterelli o sulle emozioni. Ovviamente l’overdose è stata causata da una dose fatale di special su Karol Wojtyla. Prima, durante e dopo i pasti. Mai un avvenimento è stato tanto bipartisan, tanto ecumenico come la presenza postuma di Giovanni Paolo II su tutti i canali televisivi italiani. A tutte le ore. In tutte le salse. Dal papa sportivo su dvd con la Gazzetta dello Sport, al papa politicante di RaiUno , passando per il papa-fiction di Canale5. Le vittime, come al solito, oltre ad un numero imprecisato(ma non minuscolo) di italiani che ne han piene le tasche della papa-nostalgia,sono illustri. Illustrissime. Ne han fatto le spese tutte le opinioni di chi pensa che non è stato certo il papa a far crollare il comunismo e il Muro di Berlino, né è stato una specie di Superman dei poveri. […] Il ricordo di un povero vecchio che muore, rivisitato in chiave buonista dalla necrofilia dei mass media, non può oscurare l’essenza reazionaria del pontificato di Wojtyla e del suo grandioso progetto di restaurazione che ha cercato di fare piazza pulita di oltre due secoli di progresso ed emancipazione. Né può farci dimenticare che l’emancipazione umana è, oltre che emancipazione sociale e politica, emancipazione della ragione dai dogmi ciechi della fede.
Il testo integrale dell’intervento di Luigino Capone è stato pubblicato sul suo sito personale

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