La sinistra e i laici part-time

Conosco Lanfranco Turci da quando eravamo entrambi molto giovani, lo stimo e gli sono amico. Il fatto che lasci il partito nel quale ha militato per tanti anni dovrebbe essere considerato con maggior cautela e con un po’ di preoccupazione (e anche con maggior generosità) da chi nel partito ha deciso di restare: sarebbe bene chiedersi se la stessa tentazione di Turci l’hanno avuta altri (secondo me è così) e bisognerebbe cercare di capire le ragioni del malessere di tutte queste persone. Sto naturalmente parlando dei laici, che sono numerosi nei Ds e che ragioni di malumore ne hanno avute e ne hanno molte. […] La laicità (o il laicismo, non lasciatevi imbrogliare, sono sinonimi) non è una scelta né una opzione: un Paese non può essere laico fino al sabato e non esserlo più nei fine settimana. Bisogna proprio che sul significato di queste parole – laicità e laicismo – ricominciamo a discutere da capo. In termini culturali, la laicità non dovrebbe essere considerata una ideologia e non dovrebbe essere giudicata usando lo stesso metro che si usa, appunto, per le ideologie. La laicità è invece un metodo, utilizzabile per mediare tra le ideologie, ma anche per smascherarle. Cito, a questo proposito, una definizione di Guido Calogero: la laicità non è una filosofia né una ideologia politica, ma è piuttosto il metodo di convivenza di tutte le filosofie e le ideologie possibili: il principio fondamentale della laicità consiste nella convinzione – che deve essere applicata come regola – di non poter pretendere di possedere la verità più di quanto ogni altro possa pretendere di possederla. Del resto, gli sviluppi attuali del pensiero laico lo hanno completamente affrancato dalle tendenze anticlericali e antireligiose che lo hanno caratterizzato nell‘800, soprattutto nei Paesi latini. […] È, evidentemente, un processo in evoluzione, visto che ancora oggi i grandi valori del pensiero cristiano sembrano legati più a una professione di fede che a una cultura comune, indipendente da princìpi dogmatici. Ciò significa che i laici sono ancora costretti ad affrontare questioni di principio (ad esempio, il fatto che l’etica possa avere soltanto un fondamento religioso), una discussione molto difficile, considerato il fatto che la laicità non può essere oggetto di una predicazione, ma può solo impregnare una sofferta cultura. […]
L’articolo di Carlo Famigni è disponibile sul sito dell’Unità

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