In Puglia stessi diritti per famiglie e unioni di fatto

Famiglie e coppie di fatto. Il prossimo 6 febbraio la giunta pugliese del presidente Vendola approverà in via definitiva la nuova legge sulla famiglia. Titolo della proposta: Sistema integrato di servizi per la dignità ed il benessere delle donne e degli uomini di Puglia. Si tratta della prima legge regionale in Italia che estende i diritti finora previsti solo per la famiglia in senso tradizionale a ogni altro tipo di unione. Il che significa assistenza sociale a chiunque si definisca coppia, famiglia, unione. Finora solo singoli comuni, per esempio quelli toscani, avevano introdotto dei registri per le unioni di fatto. La legge sulla famiglia della Regione Puglia garantirà, se sarà approvata, assistenza e sostegno a tutti. Parliamo di eterosessuali e omosessuali, di famiglie plurime o monoparentali, italiane e straniere. […] Così, dopo le polemiche che nelle ultime settimane hanno travolto l’articolo 22 del testo presentato in giunta da Elena Gentile, dove si dava la definizione di famiglia, giovedì il presidente Vendola rilancia e avverte: «Andremo avanti perché non si possono considerare cittadini di serie B tutti coloro che fanno scelte di vita non tradizionali». La Puglia sceglie così una strada che l’Unione si è impegnata a intraprendere se vincerà le prossime elezioni. Nelle ultime settimane, però, non sono mancate le polemiche. Prima quelle della Cei pugliese (Conferenza episcopale italiana) per la quale la legge è solo un primo passo verso i Pacs; poi quelle giunte dalla Margherita, alleata di governo, contraria alla parificazione tra coppie di fatto e famiglie tradizionali, anche se si parla solo di accesso al diritto alla casa e all’assistenzia in generale per tutti. […] Arriva così la versione definitiva dell’articolo 22 che a questo punto dovrebbe mettere d’accordo un pò tutti. «La nostra non è la legge sui Pacs –spiega la Gentile- è una sorta di Testo Unico che mette insieme diverse politiche sociali e poi non dimentichiamoci che esiste un decreto legge del 1989 (232/89) che riconosce già le famiglie anagrafiche».[…] Cosa cambierà? Un esempio per tutti: le politiche per l’accesso alla casa. Oggi molti sono esclusi dall’opportunità di avere un alloggio pubblico perché semplici conviventi o magari coppie immigrate o omosessuali. «Ci rendiamo conto di quanto sia ingiusto escludere unioni dal diritto alla casa? E poi pensiamo per esempio all’immigrazione: con questa legge una famiglia straniera potrà alloggiare nell’edilizia pubblica insieme alle famiglie del posto. Quale modo migliore per respingere al mittente la politica dei ghetti e favorire così anche l’integrazione».
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