Saggio sulla libertà

John Stuart Mill
Il Saggiatore
2009
ISBN: 
9788856501117

Non foss’altro che per la necessità di star dietro alle tante novità editoriali, la Biblioteca del sito UAAR va progressivamente riempiendosi di titoli recenti e recentissimi. Si rischia così di tralasciare tanti autentici classici, comportandocisi alla stessa maniera del sistema educativo italiano. Per fortuna, ogni tanto troviamo “miracolosamente” il tempo per prestare la dovuta attenzione ai giganti sulle cui spalle poggiamo, e cerchiamo di rimediare all’abuso che compiamo nei confronti della loro pazienza.

Quello di John Stuart Mill è un classico sulla libertà dell’individuo, e sui limiti da imporre all’autorità (qualunque autorità) nei suoi confronti. «L’argomento di questo saggio è la libertà civile, o sociale»: così comincia il testo. Ed è una libertà ampia, quella proposta (per l’epoca, piuttosto audacemente) da Mill: non solo protezione dalla tirannide, ma anche dal tentativo di imporre dall’alto un modello uniforme per tutti, facile a diffondersi per l’innato servilismo di tanta parte dell’umanità e capace di dar luogo «a sentimenti di orrore del tutto genuini», quelli che hanno portato al rogo dissenzienti di ogni tipo.

In cosa consiste la libertà umana? Per Mill, «la libertà umana comprende, innanzitutto, la sfera della coscienza interiore, ed esige libertà di coscienza nel suo senso più ampio, libertà di pensiero e sentimento, assoluta libertà di opinione in tutti i campi, pratico o speculativo, scientifico, morale, o teologico; in secondo luogo, questo principio richiede la libertà di gusti e occupazioni; in terzo luogo, da questa libertà di ciascuno discende, entro gli stessi limiti, quella di associazione tra individui». Sono principî, come si vede, che anche se riconosciuti in linea di massima da quasi tutti, trovano ancora oggi notevoli difficoltà ad essere applicati integralmente: chiunque si sente in dovere di imporre delle limitazioni, delle puntualizzazioni, delle interpretazioni che ne limitano la portata.

Mill, invece, dopo aver dato magistralmente conto delle ragioni che suggeriscono di non reprimere la libertà di espressione, indica nell’istigazione al delitto l’unico limite che debba ragionevolmente essere posto. La società, ci spiega, deve proteggere ogni eccentricità. Mill ci chiama a resistere contro ogni abuso nei confronti dei dissenzienti: altrimenti, «se si aspetta a resistere fino a quando la vita non sarà quasi completamente ridotta a un tipo uniforme, ogni deviazione da esso finirà coll’essere considerata empia, immorale, persino mostruosa e contro natura. Gli uomini diventano rapidamente incapaci di concepire la diversità quando per qualche tempo si sono disabituati a vederla». Gli uomini devono invece avere la più la ampia libertà di compiere una scelta, presupposto indispensabile per la loro crescita cognitiva e per il libero sviluppo della personalità.

Le tesi di questo libro sono capaci di rivolgersi in maniera sorprendentemente attuale all’uomo d’oggi, come quando ricorda che «su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano». Ma non è il caso di citarlo integralmente: il testo è breve e fondamentale, e invitare tutti alla sua lettura è il minimo che si possa fare. Fosse più conosciuto in Italia, vivremmo sicuramente in un Paese molto migliore.

Con già alle spalle una lunga storia di tentativi di tirarlo politicamente da una parte o dall’altra, anche questa edizione del Saggio non si rivela da meno, ponendo in copertina – e solo lì – un sottotitolo ingannevole, Le origini del liberalismo contemporaneo, che costituisce una sorta di diminutio delle prospettive che l’opera di Mill fu in grado di aprire. In compenso, la prefazione di Giulio Giorello e Marco Mondadori si rivela autorevole e proficua, rendendo ancora più interessante la lettura di questo monumento alla libertà.

Raffaele Carcano
Marzo 2008