Mappe per amanti smarriti

Nadeem Aslam
Feltrinelli Editore
2004
ISBN: 
9788807016646

L’autore, nato nel 1966 in Pakistan, vive dal 1980 in Inghilterra: benché si senta (inevitabilmente) “culturalmente islamico”, si è apertamente dichiarato “non credente”. È quanto fa anche il protagonista del suo secondo romanzo: «l’universo non ha alcun salvatore: la superficie della Terra è un immenso sudario avvolto intorno a un morto che non sarà resuscitato». Shamas, questo il nome del protagonista, è anche il fratello della “pecora nera” degli immigrati pakistani nella città: Jugnu, misteriosamente scomparso da tempo insieme alla donna con cui aveva avviato una convivenza osteggiata da tutti. Aslam descrive con appassionata sensibilità la vita di questa fetta d’Oriente trapiantata in Europa, di uomini e donne desiderosi di mantenere a ogni costo le proprie tradizioni e il contatto con la madrepatria. Le vicende della comunità di Dasht-e-Tanhaai finiscono invariabilmente per incepparsi sull’amore e sulla sessualità, su cui incombono come un fardello insostenibile i precetti dell’Islam. La religione rende i rapporti impossibili, sia quelli combinati dalle onnipresenti mediatrici, sia quelli irregolari (i due conviventi, la musulmana e l’indù, i musulmani e la sikh, il protagonista e la donna incautamente ripudiata dal marito, e impossibilitata a risposarlo senza essere passata per un matrimonio e un divorzio con un altro uomo). L’irragionevolezza dei comandamenti coranici viene garbatamente proposta dall’autore ogniqualvolta provoca, si direbbe quasi inevitabilmente, una lacerazione nei sentimenti. Un romanzo quindi che è soprattutto un’asciutta descrizione dei problemi che provoca una visione acritica e ristretta della propria fede; e che consente, attraverso il dipanarsi di storie e personaggi infelici, di farsi un’idea delle grandi difficoltà di cambiare un mondo così chiuso in se stesso.

Dicembre 2004