Risoluzione del Parlamento Europeo

in materia di sessualità e riproduzione

Risoluzione 2001/2128 (INI)

Il Parlamento europeo

  • vista la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata nel 1948,
  • vista la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite, adottata nel 1966,
  • visto l’articolo 12 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, adottato nel 1966,
  • visti gli articoli 5 e 152 del trattato CE,
  • vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,
  • vista la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
  • visto l’articolo 12, paragrafo 1, l’articolo 16, paragrafo 1, lettera e), della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, nonché le raccomandazioni generali nn. 21 e 24 della commissione per l’eliminazione della discriminazione contro le donne,
  • visto l’articolo 24 della Convenzione internazionale dei diritti del bambino, adottata nel 1989,
  • vista la Dichiarazione e il Programma d’azione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) - (Il Cairo, 13 settembre 1994), e il Documento sulle azioni chiave della conferenza ICPD + 5 (1999),
  • vista la Dichiarazione e il Programma d’azione della Quarta Conferenza mondiale sulle donne (FWCW) - (Pechino, 15 settembre 1995) e il documento conclusivo della Conferenza FWCW + 5 (New York, 10 giugno 2000),
  • vista la sua risoluzione del 29 settembre 1994 sui risultati della Conferenza mondiale del Cairo su popolazione e sviluppo1 e la sua risoluzione del 4 luglio 1996 sul seguito dato a detta Conferenza2,
  • viste la sua risoluzione del 15 giugno 1995 sulla partecipazione dell’Unione europea alla Quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne: Lotta per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace3, la sua risoluzione del 21 settembre 1995 sulla citata conferenza a Pechino4 e la sua risoluzione del 18 maggio 20005 sul seguito dato alla piattaforma d’azione di Pechino,
  • vista la sua risoluzione del 9 marzo 19996 sulla situazione della salute delle donne nella Comunità europea,
  • visto il Libro bianco della Commissione europea Nuovo impulso per la gioventù europea del 21 novembre 2001 (COM(2001) 681),
  • visto il documento dell’Organizzazione mondiale della sanità Definizioni e indicatori in materia di pianificazione familiare, salute materna e infantile e salute riproduttiva utilizzati nell’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa, marzo 1999,
  • vista la relazione finale dello STOA Consapevolezza della fertilità e contraccezione (Programma di lavoro 1995),
  • visto l’articolo 163 del suo regolamento,
  • vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità (A5-0223/2002).
  1. considerando che le donne e gli uomini dovrebbero avere la libertà di compiere le proprie scelte informate e responsabili quanto alla propria salute e ai propri diritti sessuali e riproduttivi, tenendo sempre presente l’importanza della salute degli altri, ed avere tutte le possibilità e i mezzi di farlo,
  2. considerando che le competenze della UE in questo settore consistono nel fornire orientamenti e nel suggerire utili iniziative per incoraggiare la cooperazione,
  3. considerando che le politiche dei governi che non tengono conto del consenso informato delle donne e degli uomini in materia di contraccettivi al fine di conseguire obiettivi demografici possono dar luogo a prassi coercitive,
  4. considerando le disparità in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi nell’UE e in seno agli Stati membri, e segnatamente le forti disuguaglianze riscontrabili tra donne europee per quanto riguarda l’accesso ai servizi di salute riproduttiva, alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza, in funzione del reddito, del livello economico e/o del paese di residenza,
  5. considerando che gli studi dimostrano che il numero degli aborti praticati è inferiore in alcuni Stati membri che combinano una legislazione liberale in materia di interruzione della gravidanza con un’efficace educazione sessuale, con servizi di pianificazione familiare di alta qualità e con la disponibilità di un’ampia gamma di contraccettivi, che tuttavia alcuni Stati membri con politiche analoghe hanno ancora un numero elevato di aborti nonché un alto numero di gravidanze fra le adolescenti,
  6. considerando che occorre annettere importanza non soltanto all’interruzione di gravidanze indesiderate bensì anche, e in particolare, alla prevenzione delle stesse,
  7. considerando che per la prevenzione di gravidanze indesiderate sono responsabili non soltanto le donne bensì anche gli uomini,
  8. considerando che ai fini della prevenzione di gravidanze indesiderate risulta oltremodo rilevante una buona informazione nel settore della sessualità, della responsabilità nei confronti degli altri nell’ambito dei rapporti, salute, varie possibilità di prevenire le gravidanze, ecc. essendo inteso che i genitori e la scuola possono svolgere un ruolo di rilievo,
  9. considerando che una buona possibilità di accesso a tutte le forme di contraccezione contribuirebbe a ridurre le gravidanze indesiderate e le malattie trasmesse sessualmente,
  10. considerando che gli aborti praticati in condizioni di scarsa sicurezza costituiscono un grave rischio per la salute fisica e mentale delle donne,
  11. considerando i più elevati tassi abortivi e il minore ricorso alla contraccezione rispetto agli Stati membri, nonché la mancanza di informazione delle donne riguardo ad una educazione sessuale sistematica ed adeguata nei paesi candidati,
  12. considerando le carenze mediche e igieniche del sistema sanitario in molti paesi candidati all’adesione nonché l’insufficiente orientamento di tale sistema ai bisogni della popolazione,
  13. considerando il crescente tasso di gravidanze presso ragazze adolescenti, la mancanza di un’educazione sessuale di qualità, nonché di servizi specifici e di consulenza per la salute sessuale e riproduttiva delle adolescenti in taluni Stati membri,
  14. considerando l’inquietante diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, il rischio di contatti sessuali non sicuri e la sopravvivenza di stereotipi che associano, erroneamente, il rischio di infezione da HIV/AIDS a determinati meccanismi di trasmissione, nonostante le informazioni fornite sulle misure preventive e i meccanismi di trasmissione nell’UE, nonché l’importanza di promuovere un elevato grado di salute sessuale quale mezzo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili,
  15. considerando che le violenze sessuali hanno conseguenze nefaste per la sessualità e la salute riproduttiva delle donne e delle giovani e che le mutilazioni genitali femminili hanno effetti dannosi sui rapporti sessuali, la gravidanza e il parto,
  16. considerando l’attuale mancanza di statistiche complete prontamente disponibili sugli indicatori della salute sessuale e riproduttiva a livello europeo,
  17. considerando il numero eccessivo di donne e il numero crescente di ragazze che incorrono in gravidanze indesiderate,
  18. considerando che la tematica della salute e diritti sessuali riproduttivi non può essere esaminata soltanto sotto il profilo dell’accesso ai contraccettivi e all’aborto,
  19. considerando che i contraccettivi sono utilizzati soprattutto dalle donne,
  20. considerando le difficoltà inerenti alla comparazione delle politiche in materia di salute sessuale e riproduttiva, sia all’interno dell’UE che tra l’UE e i paesi candidati,

Per quanto riguarda la contraccezione

  1. considera che una politica legislativa o regolamentare in materia di salute riproduttiva rientra nella sfera di competenza degli Stati membri, e che a questo settore si applica il principio di sussidiarietà; rileva tuttavia che l’UE può svolgere un ruolo di supporto attraverso lo scambio delle migliori prassi;
  2. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di sviluppare una politica nazionale sulla salute sessuale e riproduttiva di alta qualità, in collaborazione con le organizzazioni pluralistiche della società civile, fornendo un’informazione globale circa le possibilità effettive e responsabili di pianificazione familiare e garantendo parità di accesso a tutti i metodi contraccettivi di alta qualità nonché a sistemi per promuovere la consapevolezza della fertilità;
  3. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di garantire che le donne e gli uomini possano fornire il proprio pieno consenso informato sull’uso dei contraccettivi, nonché sui sistemi per promuovere la consapevolezza della fertilità;
  4. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad adoperarsi per fornire contraccettivi e servizi per la salute sessuale e riproduttiva a titolo gratuito, o ad un costo molto basso, per i gruppi meno abbienti, come i giovani, le minoranze etniche e gli emarginati;
  5. raccomanda agli Stati membri di fare in modo che le persone che vivono in condizioni di povertà possano beneficiare di un migliore accesso ai servizi sanitari che si occupano di salute riproduttiva e sessuale, e di offrire loro in particolare la scelta dei contraccettivi e la prevenzione/diagnosi delle malattie sessualmente trasmissibili;
  6. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di agevolare l’accesso alla contraccezione d’emergenza a prezzi accessibili (ad esempio la pillola del giorno dopo);
  7. esorta i governi degli Stati membri e dei paesi candidati all’adesione a promuovere la ricerca scientifica nel settore della contraccezione maschile, in modo da assicurare la parità tra donne e uomini per quanto riguarda gli effetti dell’utilizzazione dei metodi contraccettivi;

Per quanto riguarda le gravidanze indesiderate e l’aborto

  1. sottolinea che l’aborto non dovrebbe essere promosso come un metodo di pianificazione familiare;
  2. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di adoperarsi per attuare una politica sanitaria e sociale che consenta una riduzione del ricorso all’aborto, in particolare attraverso la fornitura di servizi di consultorio e pianificazione familiare e l’offerta di sostegno materiale e finanziario alle donne incinte in difficoltà, e di considerare l’aborto praticato in condizioni di scarsa sicurezza come una questione di rilevanza nell’ambito della salute pubblica;
  3. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di garantire che vengano fornite informazioni imparziali, scientifiche e chiaramente comprensibili, nonché una consulenza analoga, sulla salute sessuale e riproduttiva, compresa la prevenzione delle gravidanze indesiderate, ma anche sui rischi che comportano gli aborti pericolosi praticati in condizioni non adeguate;
  4. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire servizi specializzati in materia di salute sessuale e riproduttiva, che comprendano consulenza professionale e di alta qualità adeguata alle esigenze di gruppi specifici (ad es. gli immigranti), fornita da personale qualificato in varie discipline; sottolinea che tale consulenza deve essere riservata e neutra e che, in caso di legittima obiezione di coscienza, debba essere previsto l’intervento di un sostituto; la consulenza sull’aborto deve illustrare i rischi sanitari dell’aborto (di carattere fisico e psichico) come pure le possibilità alternative di soluzione (adozione, possibilità di sostegno in caso di decisione a favore del bambino);
  5. raccomanda che, al fine di salvaguardare la salute e i diritti riproduttivi femminili, l’aborto debba essere legale, sicuro e accessibile a tutti;
  6. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad astenersi, in qualunque caso, dal perseguire le donne che si sono sottoposte ad aborto illegale;

Per quanto riguarda la salute riproduttiva e sessuale / educazione sessuale degli adolescenti

  1. sottolinea che la salute riproduttiva e sessuale degli adolescenti e le loro esigenze in ordine alla sessualità e alla riproduzione differiscono da quelle degli adulti;
  2. ricorda che la partecipazione attiva dei giovani (diritti, opinioni e competenza) è importante nello sviluppo, nell’attuazione e nella valutazione dei programmi di educazione sessuale in cooperazione con altri attori, in particolare i genitori; a tal fine riveste importanza particolare il rafforzamento delle competenze parentali;
  3. ricorda che l’educazione sessuale dovrebbe essere fornita in un modo differenziato sulla base del genere, ossia tenendo conto delle particolari sensibilità di ragazzi e ragazze, cominciare in età precoce, continuare fino all’età adulta, con un approccio mirato nelle varie fasi dello sviluppo della vita, e tenendo conto dei vari stili di vita; in tale contesto va prestata la debita attenzione alle malattie sessualmente trasmesse (come l’HIV/AIDS);
  4. sottolinea che l’educazione sessuale deve essere considerata in modo globale e positivo, prestando attenzione agli aspetti psicosociali e biomedici e basandosi sul mutuo rispetto e sul senso reciproco di responsabilità;
  5. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a ricorrere a vari metodi per raggiungere i giovani, ad esempio attraverso l’educazione formale ed informale, campagne pubblicitarie, marketing sociale per l’utilizzazione dei preservativi e progetti quali linee verdi telefoniche confidenziali, nonché a considerare le esigenze di gruppi specifici; incoraggia il ricorso ad educatori appartenenti allo stesso gruppo nell’ambito dell’educazione sessuale;
  6. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a migliorare e ad estendere l’accesso dei giovani ai servizi sanitari (centri di pianificazione familiare, centri di giovani, istituti scolastici, ecc.), adeguando questi ultimi alle loro preferenze e necessità;
  7. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad assistere le adolescenti in stato di gravidanza, che desiderino interrompere la gravidanza o che intendano condurla a termine, e a garantire loro il proseguimento degli studi;
  8. chiede ai governi degli Stati membri che mantengano e migliorino il livello di informazione della popolazione sull’infezione da HIV/AIDS, sui suoi meccanismi di trasmissione e sui comportamenti che favoriscono la trasmissione stessa, segnatamente nelle fasce sociali più emarginate e che incontrano maggiori difficoltà nell’accedere all’informazione;

Per quanto riguarda la politica di salute sessuale e riproduttiva dell’UE in generale

  1. si compiace per la ricerca attualmente in corso, su richiesta della Commissione europea, in materia di indicatori e definizioni armonizzate della salute sessuale e riproduttiva ed invita la Commissione a garantire la continuità di tali iniziative nel quadro del nuovo programma di azione comunitario in materia sanitaria;
  2. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire alla Commissione dati ed informazioni al fine di compilare una banca dati su base europea in materia di statistiche della salute sessuale e riproduttiva e a comporre un vademecum sulle migliori prassi e le esperienze positive nel settore della salute sessuale e riproduttiva;
  3. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire accesso ai servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva senza operare discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere o dello stato civile;
  4. raccomanda l’avvio di un processo di apprendimento reciproco, basato sui raffronti dei dati in materia di salute sessuale e riproduttiva e sulla condivisione delle esperienze positive e delle miglior prassi nei programmi e nelle politiche relative alla salute sessuale e riproduttiva degli Stati membri e dei paesi candidati;
  5. invita la Commissione a fare propri i pareri dei giovani quanto alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi come tema importante nel seguito dato al Libro bianco sul nuovo impulso per la gioventù europea;
  6. invita il Consiglio e la Commissione, nell’ambito della strategia di preadesione, a prevedere un maggiore sostegno tecnico e finanziario ai paesi candidati al fine di sviluppare ed attuare programmi di promozione della salute e standard di qualità nei servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva e ad assicurare che le iniziative esistenti dell’Unione europea di assistenza all’Europa orientale e all’Asia centrale includano programmi di questo tipo;
  7. invita la Commissione a tener conto dell’impatto devastante della politica Città del Messico applicata dall’amministrazione Bush, che ha negato finanziamenti alle organizzazioni non governative che, occasionalmente, consigliano alle donne quale ultima spiaggia il ricorso a cliniche in cui si pratica l’aborto, in particolare in vista dei programmi per l’Europa centrale ed orientale; invita la Commissione a colmare la lacuna di bilancio provocata dall’attuazione di tale politica;
  8. si rammarica, a tale proposito, dell’esito della sessione speciale dell’ONU sui bambini del maggio 2002, nella quale, a risultato di una coalizione tra la Santa Sede, gli Stati Uniti e numerosi altri paesi membri dell’ONU, non si è potuto addivenire a un accordo per un riferimento positivo all’estensione dell’accesso ai servizi di salute riproduttiva, compresa l’informazione e l’istruzione in materia di salute sessuale e riproduttiva; invita il Consiglio e la Commissione a coordinare gli sforzi degli Stati membri al fine di garantire una migliore rappresentazione delle posizioni dell’UE a livello ONU in occasione di future manifestazioni;
  9. invita la Commissione a garantire il controllo e la valutazione permanenti dell’ICPD e della FWCW e ad inviare regolarmente al Parlamento europeo relazioni sintetiche in proposito;
  10. si compiace per l’obiettivo fissato nel documento finale della FWCW + 5, relativo al conseguimento di un accesso universale ad un’assistenza sanitaria primaria di alta qualità entro il 2015, compresa l’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva; chiede al Consiglio, nel quadro della procedura di controllo e nei limiti delle sue competenze, di sviluppare indicatori e punti di riferimento per quanto riguarda le aree critiche e di inviare regolarmente al Parlamento europeo relazioni sintetiche in proposito;
  1. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati.

NOTE

  1. GU C 305 del 31/10/1994, pag. 80.
  2. GU C 211 del 22/7/1996, pag. 31.
  3. GU C 166 del 3/7/1995, pag. 92.
  4. GU C 269 del 16/10/1995, pag. 146.
  5. GU C 59 del 23/2/2001, pag. 258.
  6. GU C 175 del 21/6/1999, pag. 68.