Laicità

Una geografia delle nostre radici
Giovanni Boniolo
Einaudi
2006
ISBN: 
9788806178932

Nel mondo laico dev’essersi oramai diffusa la convinzione che si sia raggiunto l’anno zero, il punto più basso di un percorso cominciato quasi un secolo e mezzo fa con lo Stato unitario. Non si spiegherebbe altrimenti il proliferare di antologie con malcelate ambizioni pedagogiche, dalle quali trapela neanche troppo velatamente l’urgenza di ri-spiegare la laicità a una popolazione che evidentemente sembra averne perso le coordinate, e di ri-partire alla conquista di diritti che nella gran parte degli altri Paesi europei sono ritenuti assodati e intangibili. Obbiettivo che ovviamente condivido, avendo tra l’altro curato personalmente una di queste raccolte. Obbiettivo che, tuttavia, potrebbe rivelarsi un po’ troppo deterministico, come ben insegna l’esperienza del ventennio fascista. Non c’è, infatti, alcun potenziale limite all’arretramento: citando Freak Antoni, «una volta toccato il fondo potrebbero anche costringerti a scavare».

Per evitare che i laici finiscano ai lavori forzati non c’è dunque altra strada che quella di un rinnovato impegno, teorico e pratico. Il testo curato da Giovanni Boniolo è utile sotto entrambi i punti di vista, perché all’indispensabile momento di riflessione affianca spesso una meritoria opera di documentazione, che in almeno in un caso (l’ottimo contributo di Clotilde Pontecorvo) è stata già utilizzata con profitto dall’UAAR nell’ambito del proprio progetto sull’ora alternativa.

Naturalmente, come sempre accade in questi casi, i contributi presentati si caratterizzano per l’eterogeneità di stile e di contenuto. Tuttavia gli autori (senz’altro di ottimo livello) sono riusciti a mantenere una significativa unità di intenti che non si registrò, ad esempio, in un volume come Le ragioni dei laici (Laterza 2005), dove a un cattolico engagé come Andrea Riccardi furono lasciate ampie praterie per rivendicare le radici cristiane del continente, nel nome della «sana» laicità tanto cara a Meister Ratzinger.

La definizione di laicità, proposta da Boniolo nell’introduzione, collide invece diametralmente con l’interpretazione datane dal papa: «Laicità: atteggiamento intellettuale caratterizzato in modo sufficiente dal lasciare (e auspicabilmente dall’avere) libertà di coscienza, intesa quale libertà di conoscenza, libertà di credenza, libertà di critica e autocritica». Non vi sono fantomatiche leggi naturali o inattendibili testi sacri alla base di una società laica. Vi è invece un atteggiamento anti-dogmatico e anti-fondamentalista da applicare, coerentemente, anche a «chiunque radicalizzi e assolutizzi una delle caratteristiche dell’essere laico», una tipologia definita da Boniolo “pseudo-laica”, al fine di evitare la «mistificante differenziazione fra laici “buoni” (noi) e laici “cattivi” (gli altri)».

Benché alcune tematiche (liberalismo, mass media, radici greche) siano state inserite un po’ forzosamente, l’impianto complessivo dell’opera è notevole, e fornisce a chi la legge un importante strumento per navigare nelle acque perigliose del laicismo contemporaneo.

Raffaele Carcano
Ottobre 2006

Indice del libro

Introduzione di Giovanni Boniolo

PARTE PRIMAQUESTIONI GENERALI

  • Claudia Mancina. Laicità e politica.
  • Stefano Ceccanti. Laicità e istituzioni democratiche.
  • Gian Enrico Rusconi. Laicità ed etica pubblica.
  • Mario Bertolissi e Umberto Vincenti. Laicità e diritto.
  • Claudio Bartocci. Laicità e ricerca scientifica.
  • Walter Barberis. Laicità e storia.
  • Clotilde Pontecorvo. Laicità e istruzione.

PARTE SECONDAQUESTIONI PARTICOLARI

  • Giovanni Boniolo. Vita-morte.
  • Maurizio Mori. Fecondazione assistita.
  • Carlo Alberto Redi. Cellule staminali.
  • Gilberto Corbellini. Biotecnologie.
  • Michele Luzzatto. Darwinismo.
  • Pietro Greco. Mass media.
  • Giovanni Giorgini. Liberalismo.
  • Giulio Giorello. Relativismo.
  • Maurizio Giangiulio. Radici greche.